Angelo Forgione – Mi piace argomentare di Cultura e fatti veramente salienti, e avrei serenamente evitato di scrivere delle nuove ribalte di tal Antonio Zequila, limitandomi a un post su facebook col quale mostrare il concentrato della sua ospitata alla trasmissione Tiki Taka (Mediaset) in cui, col supporto di Giuseppe Cruciani, si è contrapposto a Edoardo Bennato e Raffaele Auriemma in un confronto tra due napoletani e un falso napoletano. Poi è accaduto che il parigrado Cruciani, ingolosito dalle parole anti-napoletane del salernitano ascoltate nel salotto televisivo sportivo, non ha perso tempo per ospitarlo anche nella trasmissione radiofonica nazionale più scorretta che vi sia, la più anti-Napoli, la sua, dando a Zequila un’altra possibilità, più grande della precedente (visto il canovaccio de La Zanzara), per gettare un’altra secchiata di sterco sulla Città. Non ne avrei scritto se non per dimostrare come funziona la filiera della diffamazione perpetua di Napoli, se non per far comprendere ai lettori come agiscono i nemici di Napoli, coloro che se ne servono per far parlare di sé, provocatori per indole e istigatori a loro modo di odio e violenza, e come si creino in tutta serenità delle associazioni del nulla ad offendere.
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