una sedia (e non solo) umilia i reperti del IV secolo a.C., e nessuno la rimuove
di Angelo Forgione – Ci sono posti eccezionali a Napoli capaci di testimoniarne la sua grandezza che la gente si diverte a rovinare. Uno di questi è Piazza Bellini dove fanno “bella” mostra le Mura Greche dell’antica Neapolis risalenti al IV secolo a.C.. Ricchezza culturale a portata di mano, anche di chi si ostina a non voler dare una svolta alla propria grama esistenza. Perchè nessuno ha mi pensato a preservare lo scavo con una spessa vetrata-cristallo come accade altrove per reperti di rilevanza anche irrisoria. Quel sito di tale importanza e testimonianza storica è il teatro del lancio dei rifiuti di ogni tipo e dimensione. In esposizione permanente da mesi una sedia di legno; più defilato, nascosto in un interstizio sotto il livello stradale, un magnifico set scopa-paletta con altri generi di ramazze. È certo, i frequentatori della zona non possono mica capire che si tratti di fortificazioni difensive di una delle città più antiche d’Europa, che si tratti di un patrimonio invidiabile?! Incuria e degrado sconfortante, tra qualche blocco di tufo che cede e rifiuti vari. Per non parlare delle condizioni delle aiuole prospicienti. Se Comune e ASIA potenziassero la dotazione dei contenitori portarifiuti, pur presenti, farebbero cosa buona dal momento che nelle ore notturne i cestini installati sono traboccanti. Ma neanche è ammissibile che una sedia resti adagiata e abbandonata per tanto, troppo tempo come se fosse quello il vero tesoro da mostrare ai turisti.
Le denunce sulle condizioni di Piazza Bellini, una delle più belle e animate di Napoli, si susseguono da più parti. Se proprio la memoria storica della città deve convivere con l’ignoranza contemporanea tanto vale sotterrare, almeno quel piccolo tesoro lo si conserverebbe meglio, sperando in tempi migliori che i barbari di oggi non vogliono proprio far maturare.
Caro Angelo, non sono d’accordo sul catastrofismo di alcuni tuoi articoli e di quest’ultimo in particolare. Alcuni giorni orsono sono passato da Piazza Bellini ed effettivamente la sedia c’è, ma credo che il degrado che tu segnali sia dovuto più alla mancata pulizia del sito che alle orde ignoranti di napoletani che di li passano. Non puoi pretendere che “tutti” i napoletani siano consci del loro patrimonio culturale ed artistico, difetto questo in comune con tutti gli attuali italiani, ma potresti sollecitare quei pochi napoletani abitanti della zona che abbiano a cuore la bellezza e l’arte napoletana ad adottare l’aiuole ed il sito archeologico pulendolo e preservandolo da ulteriore degrado. Tu che sei tanto bravo a mettere in evidenza i pochi pregi dei napoletani ed i loro infiniti difetti, veicola l’idea che bastano pochi napoletani per rendere più fruibile ed ancor più bella la loro città.
Gentile Michele,
la tua riflessione è utilissima ma devo constatare che purtroppo non conosci bene la mia figura.
Dici che sono un catastrofista, ma se lo fossi non avrei fiducia e mi sarei fermato da tempo a denunciare il degrado urbano e monumentale mentre invece sono più di quattro anni che non mi arresto.
Tu ritieni che la sporcizia di Piazza Bellini sia dovuta all’ASIA e non ai cittadini ma io ti dico che l’ASIA non pulisce quello la gente lascia negli scavi. La verità è sempre nel mezzo. Secondo te le bottiglie, i bicchieri e la sedia sono buttate li dentro perchè ce l’ha buttata qualche operatore dell’ASIA o i cittadini?
Mi accusi di mettere in evidenza “i pochi pregi dei napoletani ed i loro infiniti difetti” (testuali tue parole) ma evidentemente non sai che da altrettanti 4 anni e più io valorizzo la napoletanità, i pregi dei napoletani, metto in luce tutte le notizie, i fatti e gli eventi della Napoli migliore, difendendo i napoletani e i loro pregi dagli attacchi esterni e dagli stereotipi imperanti anche con battaglie frontali con interlocutori importanti. Ma questo che ti sfugge non significa che non debba anche denunciarne i difetti. Se non lo facessi sarei un fazioso senza equilibrio e polso della situazione, avrei una bella faccia di bronzo a fare il “difensore” e non sarei neanche credibile oltre a non essere neanche onesto intellettualmente.
Sono perfettamente d’accordo con Angelo.
Purtroppo siamo un popolo, quello napoletano, ovviamente, che oltre a non avere il senso del bene comune non ha neanche il senso del bello e del pulito.
Purtroppo, la soluzione, a mio parere, è legata alla sanzione; punire per bene uno per educarne tanti.
Io metterei, anche per un periodo temporaneo, una sorveglianza nascosta che, colto sul fatto l’insozzatore, lo arresti platealmente e, successivamente, lo sanzioni pesantemente.
Ricordiamoci che il napoletano è anche vigliacco! A Milano, dove sa che se lo prendono gli fanno il culo, il napoletano si comporta come uno svizzero!
Walter
Angelo, ma nessuno ha pensato a trasferire le Mura Greche sul lungomare liberato? Lì sarebbero state pulite da ogni rifiuto e dalla sedia. Magari potevano ospitare uno stand dei Pizzaioli!
Pingback: Il soprintendente Cozzolino si presenta. Che eredità! | il blog di Angelo Forgione – V.A.N.T.O.
Pingback: video / Subito misure di “difesa” monumentale contro l’inciviltà | il blog di Angelo Forgione – V.A.N.T.O.
Il degrado di Piazza Bellini è indiscutibile, quel fossato sembra un cestino dei rifiuti una pattumiera. A marzo 2014 è stato sottoscritto un accordo tra comune e soprintendenza.L’accordo sottoscritto nel marzo del 2014 prevede che il l Comune sotto la supervisione della Soprintendenza realizzi la pulizia del sito con cadenza settimanale, ogni lunedi dalla 9.00 alle 13.00 a partire dal 24 marzo 2014. le lamentele e le proteste di associazioni e movimenti hanno portato a questo risultato. Le istituzioni sono state messe dinanzi alle proprie responsabilità e sono state sollecitate a fare il proprio dovere. Tuttavia, non si può non considerare il fatto che la pulizia del sito di Piazza Bellini è soltanto il minimo che le istituzioni potessero fare, cosi come per tutti i beni sotto la propria responsabilità. Loro preciso compito, ed in particolare della Soprintendenza ai Beni Archeologici resta quello di valorizzare oltre che tutelare il nostro patrimonio storico artistico e culturale. Mettere un “tappo” a mio avviso non è sufficiente, bisognerebbe proporre un più ampio intervento di valorizzazione del sito, perché se è vero che le condizioni di degrado sono causate dall’inciviltà di molti cittadini, è anche vero che le istituzioni preposte, in primis la Soprintendenza, non hanno fatto nulla per valorizzare il sito e farne comprendere l’importanza ai cittadini. Solo conoscendo la storia e il valore delle sue testimonianze lasciate sul nostro territorio si può sperare anche in una rinascita culturale della cittadinanza.