Beirut come Napoli nel 1943

Angelo Forgione Vedo e rivedo l’enorme deflagrazione nel porto di #Beirut, roba da film che è purtroppo realtà. Tutto polverizzato nel raggio di centinaia di metri e decine di disgraziate vittime. Ma che triste destino per una bellissima capitale di cultura qual è Beirut.
Si è ripetuto in qualche modo quanto accaduto al porto di Bari il 9 aprile 1945 per l’esplosione della nave “Charles Henderson”, ma soprattutto a Napoli il 28 marzo del 1943, giorno tragico dell’esplosione della motonave “Caterina Costa”, attraccata nel porto con ben 800 tonnellate di carburante, 1700 di munizioni e decine di carri armati a bordo destinati a rifornire le forze armate italiane in Tunisia. Prima l’incendio, chissà se provocato dolosamente, e poi, improvvisa, la terribile deflagrazione che fece sprofondare il molo e rase al suolo tutti gli edifici del quartiere attorno lo scalo marittimo, spezzando improvvisamente la vita a ben 600 persone e ferendone altre 3000. Un fungo altissimo verso il cielo e lo spostamento d’aria fecero piombare lamiere e detriti vari in tutta la città, oltre le colline del Vomero, Posillipo e Capodimonte. Dopo mesi si contarono altre centinaia di morti, molti dei quali per complicazioni polmonari dovute all’inquinamento atmosferico.
Insomma, un incubo ad occhi aperti, proprio come a Beirut, città in qualche modo sorella alla quale, senza retorica, va il mio pensiero.

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