Luigi Necco, un napoletano perbene

Angelo Forgione Non mi piace la retorica dei lutti. Di Luigi Necco è superfluo dire che è stato, per i napoletani, il volto più atteso delle domeniche pomeriggio fatte di un calcio romantico. Non era un giornalista sportivo ma un uomo di cultura e amore per la verità prestato allo sport, ma lui non vi si abbandonò. Lo gambizzarono a colpi di pistola una domenica di novembre del 1981, all’uscita di un ristorante di Mercogliano prima di recarsi allo stadio di Avellino, perché aveva raccontato qualcosa di scomodo. Nel novembre del 1980, qualche giorno prima del tragico sisma irpino, il proprietario dell’Avellino, Antonio Sibilia, un ricco costruttore edile di Mercogliano, era passato a prendere il calciatore brasiliano Juary e lo aveva portato con sé al tribunale di Napoli, dove era in corso il processo al boss della camorra Raffaele Cutolo. Sibilia si era avvicinato alla cella con la giustificazione che il boss fosse un supertifoso dell’Avellino, lo aveva salutato con tre baci sulle guance prima di presentargli l’ignaro calciatore, cui era stato dato l’incarico di consegnargli una medaglia d’oro con incisa una dedica: “Con stima dalla società e dai suoi giocatori”. Necco aveva raccontato tutto e ne subì ritorsione. Nonostante la disavventura continuò a raccontare il calcio giocato col suo sorriso.
Amava l’archeologia e amava Napoli, ma questo lo sanno un po’ tutti. Quello che non si sa è che venne a presentare il mio libro sulla storia del calcio italiano qualche ora dopo un delicato intervento all’occhio cui si era sottoposto. Non si negò, nonostante fosse visibilmente frastornato e debilitato. Quel libro lo riteneva vero, come era lui, perché ricostruiva la verità del calcio, compreso il suo episodio, di cui non volle parlare ai presenti. Disse: «hai scritto tutto tu, qui parliamo di cose più allegre».
Era un Cittadino che si muoveva senza paura tra malavita, inciviltà e calcio, sempre, o quasi, col sorriso in volto e disponibile con tutti. 
Il 90° è scaduto anche per lui.
Grazie di tutto Gigi… a voi studio.

2 pensieri su “Luigi Necco, un napoletano perbene

  1. Cosa significa che Necco è stato un napoletano perbene? Gli altri napoletani non lo sono? Sono una minoranza? Ammettiamo così che esistono napoletani che non sono perbene? I napoletani perbene sono così pochi che fanno notizia? Ma cosa diavolo vai a scrivere sei impazzito? Solo queste ammissioni e siamo finiti. Già ci odiano tutti o quasi. Comunque sia nessuno mai scrive che tizio è un parigino perbene, oppure che caio è un milanese perbene. Questa è la scoperta dell’acqua calda, dovunque c’è gente perbene e gente cattiva per tutti gli altri si scrive semplicemente: arrestati tre uomini. A proposito perché nessuno s’interessa di far ritrovare e liberare i tre italiani napoletani rapiti in Messico.? Basta il fatto che forse erano magliari a lasciarli al loro destino? Forse è meglio se il Vesuvio ci toglie da questo mondo. Io non conosco un popolo migliore di noi Napoletani. Non divenimmo mai simili a nessuno che venne a sottometterci. Rimanemmo unici e napoletani. Nell’antichità Napoli era detta la dotta. Nei tempi, moderni tanti hanno riconosciuto che l’Italia senza Napoli non sarebbe Itaslia, mentre Napoli senza Italia sarebbe comunque la grande magnifica Napoli. Ci rovinarono gli inglesi, la loro massoneria ed i sabaudi, perché miravano ad essere dominatori del mediterraneo, quando era prossima la realizzazione del canale di Suez. Fecero l’unione dell’Italia con le armi e finti referendum popolari anche contro i lombardi i veneti gli emiliani i toscani e contro il Papa. Saluti contrariati ti seguo da anni come un grande napoletano caro Forgione, ma questa volta per troppo amore per il carissimo Necco, ti sei dato la zappa sui piedi.

    • Potevo scrivere “uomo perbene”, oppure “persona perbene”. Ho preferito “napoletano perbene” per accentuare la sua napoletanità, non la sua diversità dagli altri napoletani. Il bene e il male sono dappertutto. E meno male che mi segui da anni.
      Cordialmente.

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...