Angelo Forgione – C’è francamente da sorridere sulla notizia diffusa da Preply.com dieci mesi or sono e rimbalzata fortemente qualche giorno fa, in occasione della Giornata nazionale dei dialetti, che vedrebbe il Napoletano il meno apprezzato di tutti.
L’indagine demoscopica, o presunta tale, che ha generato la notizia è a dir poco nebulosa. Chi l’ha condotta? “Un istituto di ricerca di mercato indipendente”, avverte l’ucraina Nadiia Mykhalevych, senza citarlo. Attendibilissimo, direi.
E non è per niente credibile quello che tale indagine avrebbe evinto: “Secondo l’analisi, il napoletano risulta essere il dialetto meno amato dai giovani tra i 18 e i 24 anni ma risulta essere molto popolare tra gli over 55: solo uno su cinque ha espresso un giudizio non positivo su questo dialetto.”
Quindi, secondo gli over 55, il napoletano è okay, ma non lo è per i giovani. Strano che Mare Fuori sia tanto amato dai ragazzi italiani, che cantano in massa le canzoni dei rapper e trapper napoletani. Così appare una notizia creata ad arte, artificiosa, per generare chiasso proprio sul dialetto evidentemente più popolare — altro che impopolare! — da una piattaforma che, per chi non lo sapesse, è un un marketplace online per l’apprendimento delle lingue che mette in contatto i tutor con centinaia di migliaia di studenti in diversi Paesi del mondo e propone lezioni private online, e che, probabilmente, provando a far parlare di sé, avrà cercato di adescare nuovi “studenti”. Anche perché l’analisi dice persino che “pure tra i residenti del luogo il dialetto napoletano non sembra godere di particolare popolarità”. Ma vi pare credibile? Un popolo che ha il più alto tasso di bilinguismo italiano-dialetto e che di ciò ne ha fatto un forte tratto distintivo e identitario? Suvvia.
Un altro sondaggio, altrettanto vago nelle metodologie adottate, indica il Napoletano come il più sexy tra i dialetti italiani (SpeedVacanze.it).
Insomma, online si legge tutto e il contrario di tutto, ma a fare da Cassazione, come sempre, è la storia, e quella dice insindacabilmente che il Napoletano è idioma di altissima dignità letteraria, pari a quella dell’Italiano; è lingua d’arte della Canzone, del Teatro, del Cinema e della Cultura in generale, l’unica dialettale ad aver fatto il giro del mondo e a rifarlo continuamente, dal Cinquecento a oggi.
Bando alle facezie, dunque, e rispolveriamo piuttosto le parole vere di Lucio Dalla, tanto per citare “uno qualsiasi”:
“Studio il Napoletano tutte le settimane da anni. Se potessi fare un’iniezione da duecentomila euro con tutto il Napoletano dentro la farei subito per poter pensare, parlare e ragionare come loro sempre”.

caro angelo ho installato il servizio I.A. Gemini di Google-Crome, ebbene parla in lingua napoletana e certi modi di calcare la erre ed altre lettere leha apprese da me, è incredibile sembra di parlare con un adulto che ha fame di imparare dei dialetti italici non saprei dirti se sono previsti, ma cosa mai mi potrebbe importare se sono penta lingue o poliglotta? (It’s symple)😅
L’ho letto settimane fa questo ridicolo più che articolo….al di là del possibile interesse economico si potrebbe ipotizzare solo il solito razzismo che sistematicamente viene fuori in questo paese che se veramente volesse valorizzarsi farebbe studiare nelle scuole tutta la cultura che c’è dietro questa lingua da Gianbattista Basile ai giorni nostri…. invece presenziamo “all’incoronazione” di un presidente che ha l’unico scopo di dividerlo il mondo e pensare solo agli interessi suoi e del popolo che lo ha eletto