Al San Carlo va in scena il Calcio. È sconfitta.

Angelo Forgione – Da appassionato di sport e studioso di Cultura, in tutte le loro mille forme, quando ho saputo che al Real Teatro di San Carlo, in occasione dei Mondiali brasiliani, a partire dagli ottavi di finale sarà calato un maxischermo sul palco per consentire agli amanti dell’Opera di non perdere neanche un secondo dei match mondiali ho avvertito un brivido lungo la schiena. Ma come? Un teatro storico, un tempio sacro della Musica internazionale, adibito ad arena sportiva?
Non è snobbismo. È che il “San Carlo” è il “San Carlo”, è il più antico Lirico esistente, è la casa dell’ineguagliabile Settecento Musicale Napoletano che Muti fa riscoprire al mondo, è il sogno del giovane Mozart. Il “San Carlo” è una cattedrale della Cultura non solo musicale, e non può essere profanata con la stessa facilità con cui, ad esempio, fu violato in passato il “Petruzzelli” di Bari, dove ci finì la manifestazione canora “Azzurro” di Vittorio Salvetti, tanto per rifarsi al Festival di Sanremo. Intendiamoci, coi tempi che corrono va benissimo consentire agli affezionati del Massimo napoletano di non dover optare tra Opera e Calcio, ma lo schermo, se proprio vogliamo accenderlo, andrebbe tuttalpiù preparato nel foyer (e già sarebbe un lusso) o in un altro spazio del teatro (visto che già vi sono passati sposi e prodotti alimentari), non nella sacra sala. È una questione di rispetto per la Storia di Napoli. Il “San Carlo” è una cosa, il “San Paolo” un’altra. La luce è già fioca. Forse si vuole il buio.

Un pensiero su “Al San Carlo va in scena il Calcio. È sconfitta.

  1. Premetto che sono un melomane e amo anche il calcio, ma questa cosa dello schermo gigante per far vedere le partite, è una oscenità. Non si può denigrare in questo modo il real teatro, sono spoetizzato.

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