Il Giro del Nord-Italia e il Sud che non pedala

Angelo Forgione Da anni la carovana rosa del Giro d’Italia di Ciclismo fatica a farsi vedere al Sud. La prossima Corsa farà tappa a Benevento e poi via, toccata e fuga al Nord in direzione Milano, per festeggiare l’Expo, con buon pace dei tifosi meridionali del pedale e dei fan del messinese Vincenzo Nibali, vincitore del Tour de France. Ma non è una novità. Il percorso del prossimo Giro del maggio 2015, come altri nel passato, sembra sovrapporsi alla rete autostradale italiana e a quella ferroviaria, ma qui è questione di ricchezza territoriale: la corsa rosa non va dove la portano le bellezze paesaggistiche e le condizioni climatiche migliori, ma dove la chiamano gli sponsor e gli sforzi dei Comuni (talvolta stranieri), che si aggiudicano le tappe a pagamento. Chi più offre si porta a casa la ribalta. Il Sud sta come sta, e stanno come stanno i treni, le strade, le scuole e gli ospedali meridionali. Perché lo sport dovrebbe fare eccezione? Perché le biciclette dovrebbero sfrecciare nella macroarea più arretrata d’Europa? E perché il Ciclismo dovrebbe mostrarsi diverso dal parente maggiore Calcio, la cui Serie A fa registrare una percentuale storica di presenza meridionale non superiore al 20 per cento e conta oggi nella Massima Serie le sole Napoli, Palermo e Cagliari?
Il Sud senza bicicletta è sempre più povero e il dramma silenzioso continua, nella colpevole indifferenza delle classi dirigenti italiane e nell’altrettanto silente presa d’atto degli amminsitratori meridionali.

3 pensieri su “Il Giro del Nord-Italia e il Sud che non pedala

  1. E’ una vergogna! Solo una toccata e fuga al sud per papparsi solo i milioni che gli sponsor gli garantiscono al nord. Da quest’anno possono ufficialmente chiamarlo giro del nord. Hanno ancora molto da imparare dal Tour, che perlomeno copre sempre tutta la nazione ed è il doppio dell’Italia!

  2. Al Sud arrivano solo a Benevento che guarda caso, pur trovandosi nel Regno Duosiciliano, faceva parte dello Stato Pontificio. Ormai si va verso un colonialismo del Sud apertamente dichiarato. I “padroni del nord” sono diventati cosi’ forti che non hanno nemmeno bisogno di giustificarsi…

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