L’emblematica vicenda della spoliazione della biblioteca dei Girolamini si arricchisce di nuovi succulenti episodi. Il senatore Dell’Utri è stato inserito nel registro degli indagati per concorso in peculato. Avrebbe ricevuto, per intesa preventiva, alcuni dei numerosi volumi sottratti dalla Biblioteca dall’ex direttore Marino Massimo De Caro. Qualche settimana fa, Silvio Berlusconi aveva dichiarato a “Servizio Pubblico” che Dell’Utri è una persona perbenissimo, cattolico, il numero uno dei bibliofili italiani. A quell’affermazione, qualche napoletano consapevole (compreso chi scrive, ndr) fu colto da un moto di rabbia corrosiva interiore.
E mentre il Comune di Napoli si è costituito parte civile al processo per il saccheggio, il Ministero per i Beni Culturali ha evitato di farlo. Il 3 Gennaio, il MIBAC annunciò di volerlo ma poi è scaduto il termine. Si vocifera che sia mancata l’autorizzazione della Presidenza del Consiglio. Perché? Facile immaginare che qualcuno di potente abbia fatto valere il suo peso.
Bel modo di governare che è quello all’italiana. Il ministro Ornaghi non ha mai chiesto scusa per l’increscioso accaduto. Marino Massimo De Caro, suo consigliere personale, fu designato alla direzione della Biblioteca dei Girolamini grazie ad un “nulla osta” del suo ministero. Istituzione che ha perso l’occasione per fare il suo dovere, già ampiamente venuto meno: tutelare il patrimonio culturale. E poi vediamo i monumenti italiani crollare.