Angelo Forgione – Alex Schwazer ci sta provando a rientrare in tempo per i Giochi olimpici di Rio de Janeiro. Nuovo interrogatorio alla procura antidoping del Coni per sostenere la sua richiesta di sconto sulla squalifica che scadrà il 29 aprile 2016.
Prendano la decisione che ritengono più corretta i giudici del Tribunale nazionale antidoping. C’è ben altra questione morale a procurar danno ai valori della lealtà sportiva e, soprattutto, a quelli della tanto sbandierata Unità nazionale. il fatto è che, dopo essere stato abbandonato dall’Arma dei Carabinieri, dagli sponsor e dalla (ormai ex) fidanzata Carolina Kostner (anch’essa coinvolta e sanzionata per aver fornito copertura), l’unico a non stigamtizzare il comportamento di Schwazer è stato Giorgio Napolitano, che all’epoca della squalifica, aprile 2013, era il presidente della Repubblica. Fu lui a conferirgli spontaneamente il titolo di Commendatore d’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, la più alta onorificenza dell’ordinamento, consegnata al Quirinale il 1 settembre 2008, dopo la vittoria fasulla alle Olimpiadi di Pechino. Napolitano ha lasciato la residenza al colle a gennaio 2015, facendo scorrere nove mesi senza ritornare sui suoi passi. L’onorificenza è ancora al collo di Schwazer.
Grave il fatto che il marciatore altoatesino non sia neanche messaggero di unità nazionale, quella tanto cara a Giorgio Napolitano, napoletano di nascita, che ha fatto finta di non leggere – e non ha mai stigmatizzato – ciò che l’atleta scrisse nella famosa email inviata a Pierluigi Fiorella, medico della Federazione Italiana di Atletica Leggera, due giorni prima di risultare positivo all’eritropoietina ricombinante a un controllo antidoping a sorpresa dell’estate 2012. Tutti i napoletani, eccetto Napolitano, ben ricordano con quali parole il dopato cercò di convincere il medico federale della pulizia morale ed ematica che ben sapeva di non avere:
“Posso giurare che non ho fatto niente di proibito. Ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano”.
Come se nascere a Vipiteno fosse garanzia di serietà e venire al mondo a Napoli, al contrario, di inaffidabilità. Mentiva sapendo di mentire lo spergiuro, e finì a versar lacreme altoatesine, non napulitane in conferenza stampa, proprio mentre un calciatore napoletano dei quartieri spagnoli, Fabio Pisacane, dava esempio di lealtà smascherando le corruzioni del calcioscommesse.
Altro che lustro all’Italia! Sarebbe il caso che qualcuno segnali al successore del napoletano Napolitano [Mattarella] l’opportunità di riparare a un errore intollerabile.
E’ un bene che si combatta per contrastare con i fatti i luoghi comuni su Napoli e i Napoletani, anche se è pur vero che in questa città vivono tante persone che sono le vere responsabii della pessima nomea di cui godono i Napoletani nel mondo: e non mi riferisco solo al grave fenomeno della criminalità organizzata: a chi non è capitato, praticamente ogni giorno, di imbattersi in chi, incurante delle regole della civile convivenza, tratta le strade cittadine come fossero contenitori per le loro munnezzelle, come pacchetti di sigarette vuoti, cartuscelle, mozziconi, bottigliette… e chi più ne ha e più ne metta…? E che dire di quelli che viaggiano gratis come fosse un diritto e non un abuso, di quelli che prevaricano il prossimo senza conoscere neppure lontanamente il concetto di rispetto..Credo che sia indispensabile educare i nostri bambini ad essere cittatini esemplari, amanti di Napoli e della Napoletanità