Angelo Forgione – 2 giugno, settantesima celebrazione della Repubblica e di quel turbolento cambio di forma governativa (18 morti a Napoli l’11 giugno 1946) che non è servito a mutare la deriva del Paese unito, semmai acuita. Bellissima a leggersi la Costituzione italiana, per cui l’Italia dovrebbe essere una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, un diritto di tutti i cittadini. Tutti potrebbero manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La sovranità dovrebbe appartenere al popolo. La Repubblica dovrebbe riconoscere e promuovere le autonomie locali, promuovere lo sviluppo della cultura e ripudiare la guerra. Ma, soprattutto, tutti i cittadini dovrebbero avere pari dignità sociale e il compito della Repubblica sarebbe quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’eguaglianza dei cittadini, cioè il divario Nord-Sud.
In settant’anni, le cose sono andate in tutt’altra direzione. Ci troviamo evidentemente di fronte al tradimento dei principi fondamentali della Repubblica italiana, che non ha in alcun modo riparato ai danni del precedente periodo monarchico. La diversa Italia va colpevolizzata soprattutto per non aver colmato le differenze tra Nord e Sud create dalla monarchia sabauda e dai suoi governi. E la pressione mafiosa è anche cresciuta. Il Paese è passato da una monarchia colonialista e corrotta a una repubblica colonialista, corrotta e mafiosa. Qualcosa è cambiato.
Il due giugno andrebbe ripristinata la vera storia del Sud e dell’Italia intera.
Il re sabaudo e massone nel 1860 occupò e massacrò il sud, detronizzo il re cattolico Borbone e distrusse la nostra economia, la nostra fede la nostra patria.
Al Nord massacrò lombardi, genovesi , veneti ed ogni altro italico cittadino, imponendo a mano armata e con le frodi le false annessioni al Piemonte.
Non contenti ancora di occupare e sopraffare i veri italiani, i sabaudi che parlavano francese, ci regalarono poi Mussolini al potere, ed altra fame soprattutto per il sud.
I bersaglieri assassini, unico corpo che ha perso anche la propria bandiera in battaglia, agirono selvaggiamente insieme ai carabinieri regi, nel sottomettere con i massacri le italiche genti, soprattutto al sud, ma non solo al sud. I patrioti furono chiamati e trattati come briganti anche in Toscana ed in Emilia.
I piemontesi che erano atei, dediti alla magia e alla massoneria, rapinarono l’Italia alle popolazioni cattoliche del Nord e del Sud Italia.
Quindi ci dettero la guerra al fianco dei nazisti, ed altra fame e altre morti.
Infine tradirono anche Mussolini, ma senza provare vergogna per nessuna delle loro azioni provarono pure a salvare il loro Regno infausto e massone, con il referendum che doveva confermare la Monarchia Sabauda al potere, come se fosse stata innocente e legittimamente la nostra vera monarchia italiana.
A questo punto della Storia però, sul finire del Regime e fino al 2 Giugno del 1946, sbagliarono anche i Napoletani e tutti i meridionali, perché non conoscendo più la vera storia della falsa unità d’Italia, votarono in maggioranza, monarchia Sabauda.
Napoli si era addirittura liberata da sola con la rivolta di popolo contro i tedeschi, senza nemmeno chiedere aiuto ai partigiani e al CNL.
Così nessuno dei partiti repubblichini ha mai perdonato al sud il suo voto monarchico.
In effetti il 2 giugno del 1946 i meridionali sbagliarono soltanto Monarchia.
Se infatti avessero chiesto la secessione e il ritorno dei Borbone, l’Italia intera si sarebbe salvata, magari federandosi come la Gran Bretagna, o almeno si sarebbe salvato almeno il Sud, che aveva subito di gran lunga più soprusi del resto d’Italia per mano sabauda.
Invece alla fine ci siamo sorbiti l’ultimo rampollo di casa Sabauda in televisione, che ancora si vanta di non farsi il Bidè.
Per questo canta così male.
Saluti da Vincenzo