La prima strada ferrata d’Italia, la Napoli-Portici, inaugurata nell’ottobre del 1839, fu la tratta iniziale del previsto percorso fino a Castellammare di Stabia per unire i due principali porti napoletani. Fu messa in opera con capitale privato dell’ingegnere francese Armand Joseph Bayard de la Vingtrie, al quale il re Ferdinando II accordò anche il prolungamento in direzione di Salerno.

La storica stazione ferroviaria di Napoli, la primissima tra quelle realizzate nel territorio italiano, dotata di biglietterie, sala d’aspetto, uffici, magazzini, rimesse e officina di riparazione, fu costruita fuori le antiche mura aragonesi, ancora esistenti al tempo, tra la Porta del Carmine e la Porta Nolana, dove il Re volle l’apertura della nuova strada dei Fossi, oggi corso Garibaldi. Quel capolinea è oggi solo un rudere abbandonato, nascosto dalla vegetazione selvaggia di fianco al terminal della Circumvesuviana e ignominiosamente dimenticato dalla storia di Napoli e della nazione italiana. È un luogo che meriterebbe l’attenzione dello Stato e delle istituzioni locali perché simbolico della storia delle ferrovie. Per ora diamogli la nostra, votandola tra i luoghi del cuore del Fondo Ambiente Italiano. Bastano un paio di click, e non costano nulla.
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