Reggia di Caserta: niente soldi, chiusa nei giorni festivi!
Roma prende da Caserta 2 milioni di € e ne rigira solo 400mila.
Angelo Forgione – Scandalo alla Reggia di Caserta: chiusa nei giorni festivi per mancanza di fondi! E mentre a Venaria Reale è boom, a Caserta, come un po’ in tutto il Sud, si schiaffeggiano i turisti e si nega la grande cultura del meridione. Uno dei monumenti più importanti d’Italia, patrimonio mondiale dell’Unesco, tiene i cancelli chiusi proprio quando la gente ha più tempo per ammirarlo. E così, in questi assolati giorni del ponte di Ognissanti, i turisti provenienti da altre regioni hanno trovato l’ingresso sbarrato.
Il Ministero tratta la reggia vanvitelliana come un limone da spremere, un sito di serie B, e destina fondi a ritrovate regge del Nord mentre tante al Sud crollano a pezzi. A volte, dopo le stagioni dei favolosi percorsi di luce, non si riescono a pagare neanche le bollette della luce col rischio di lasciare gli appartamenti al buio. Eppure la reggia è tra i monumenti italiani che incassano di più e tra biglietti di ingresso, royalties e diritti vari, si arriva a circa 2 milioni di euro all’anno. I soldi però finiscono a Roma nelle casse del Ministero del Tesoro che tramite il Ministero dei Beni Culturali rigira a Caserta appena 400mila euro per la manutenzione. Come dire che Caserta produce una torta di cinque fette e ne mangia una sola. Il saldo è sempre passivo ed è facile dedurre che le risorse sottratte a Caserta finiscano altrove.
La conseguenza è che non solo gli appartamenti non possano essere aperti ma anche che il parco della reggia versi in condizioni gravissime. Caserta resta in piedi ma la gravità non è dissimile da quella di Pompei e di tutti i siti monumentali snobbati del Sud.
La scorsa estate il Governo ha stanziato 5,5 milioni per la manutenzione straordinaria di alcuni monumenti di Napoli, Caserta e Benevento. Di questi solo 400mila sono indirizzati alla facciata della Reggia e alla bonifica dei giardini a fronte dei 2,5 milioni per il palazzo reale di Napoli che pure non se la passa bene.