I 100 poliziotti di Salvini sul pianerottolo

Angelo Forgione – Matteo Salvini è tornato a Napoli, ma da ministro dell’Interno, per partecipare alla riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Nel mirino c’è il Vasto, il quartiere in cui si sono create le condizioni di esasperazione che in altri luoghi del Paese hanno portato il vicepremier e ministro a imporsi elettoralmente. Situazione da risolvere urgentemente e occasione imperdibile, perché il nemico da combattere non è più il meridionale ma l’extracomunitario… bisogna sempre commisurare il bersaglio in base al ruolo ricoperto. Ma ce lo vedete un ministro degli interni dire «prima il Nord»? Non può, ma può dire «prima gli italiani» per non scontentare il suo elettorato.
Il Vasto, dunque, ma c’è una città intera che da un secolo è in scacco alla camorra. La ricetta annunciata è di quelle già ascoltate: più agenti e telecamere. Ed è acqua che non leva sete.
«Vogliamo sradicare, deportare, cancellare e isolare la camorra. Andremo quartiere per quartiere, via per via, pianerottolo per pianerottolo. Porterò a Napoli 100 poliziotti, forse 150», ha detto il ministro. 150 poliziotti se va bene. E a cosa servono? Ma lo sa Salvini (lo sa!) che il Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia ha denunciato proprio in questi giorni che a Napoli operano solo 4.500 poliziotti, un organico sottodimensionato di almeno 600 unità? Dunque, c’è bisogno di 600 uomini e ne vengono promessi 100. Magari qualcuno applaude ma i poliziotti impiegati nella trincea napoletana ridono per non piangere. Sapete quante volanti hanno a disposizione nelle fasce notturne? Sette quelle che garantisce la Questura, alle quali si aggiunge qualcosina dei commissariati. E così si lotta contro i circa cinquanta clan camorristici della città e contro la microcriminalità. A proposito di pianerottoli, forse ci sono più portieri di condominio che poliziotti in città.
Ben vengano i rinforzi, ma il problema vero non è tanto garantire la sicurezza per le strade quanto piuttosto contrastare profondamente e alla radice le attività delle organizzazioni criminali. Lo Stato non lo fa, non l’ha mai fatto e non lo farà, perché le mafie sono ammortizzatore sociale per il Sud colonizzato e impoverito. Se lo facesse si troverebbe ad affrontare non pochi problemi di indigenza di interi pezzi di Meridione. Sarebbe una miscela esplosiva, una bomba sociale. Resti invece il degrado, resti il Sud nelle sue sabbie mobili, resti Napoli l’unica metropoli d’Europa in mano alla criminalità organizzata. Non hanno sortito nulla i ben sei ministri dell’Interno di origini napoletane e campane, tra il 1988 e il 1999; può mai essere un ministro leghista l’artefice di una battaglia epocale? Sfoltiamo un po’ il Vasto di clandestini e non ne parliamo più.

I deliri di Saviano sugli immigrati

Caro Saviano, trasalisco alle tue parole. Tu che sostieni che «l’Italia ha bisogno degli immigrati per crescere socialmente, economicamente, culturalmente», perché «siamo un paese con una crisi demografica immensa». Fammi capire… la disoccupazione giovanile è oltre il 40%, i giovani non possono fare famiglia, la pressione fiscale è al 42% e tu davvero pensi di risolvere la nostra drammatica condizione sociale portando in Italia milioni di disperati senza alcuna formazione dai paesi sottosviluppati del terzo mondo? Davvero pensi di risolvere garantendo alle cooperative il business della gestione dei migranti? Davvero pensi di risolvere, nella migliore delle ipotesi, riempiendo le baraccopoli del Sud Italia di braccianti schiavizzati, così da alimentare il caporalato e i business della malavita?
Caro Roberto Saviano, siamo al paradosso che sono gli anziani a sostenere i giovani con le loro pensioni, e tra vent’anni, quando quelli non ci saranno più, saremo al collasso. Per crescere socialmente, economicamente e culturalmente, l’Italia deve ridurre il debito pubblico, abbassare la pressione fiscale, creare lavoro e maggiore benessere, non sommare disoccupazione straniera a disoccupazione italiana, e al costo esorbitante di circa 5 miliardi l’anno di debito pubblico.
Ti prego, Roberto, finiscila di imbonire gli italiani con bugie ben raccontate col tuo volto torvo. Dici che non è vero che l’Europa ci ha abbandonato, che non è vero che siamo soli, e vuoi convincere di ciò informando che «solo negli ultimi 6 anni l’Italia ha ricevuto circa 800 milioni di euro». Lo sai che cifra è? Si tratta di poco più di 133 milioni all’anno, a fronte di 3.827 milioni di spesa sostenuta dall’Italia per la crisi migranti nel 2017, al netto dei contributi UE e del resto delle spese accessorie (stima Def)… 3.827 milioni contro 133, il contributo UE è di 1 a 30, caro Roberto! Una cifra che definire esigua è già tanto, e infatti tu stesso, ben sapendo che lo è, tiri fuori l’apporto più corposo che l’Europa dà all’Italia indirettamente, ovvero la concessione di scorporare dal bilancio i soldi spesi per l’accoglienza. E sostieni che, grazie alla benevola “concessione” dell’UE, questa spesa non grava sul rapporto deficit-pil e non pesa nelle tasche degli italiani. Circa 5 miliardi l’anno di debito pubblico in più sulle spalle delle generazioni future, che nessuno estinguerà, e tu dici che non gravano. Dici che ci stanno mentendo. Sei tu che menti a chi crede in te. Perché lo fai? Ti prego, Roberto, smettila!