Il Caravaggio a Napoli

Angelo ForgioneMilano, Roma, Napoli, e poi ancora Malta e la Sicilia. Questo il percorso di Michelangelo Merisi di Caravaggio, diverso in ogni luogo in cui si è espresso artisticamente. Il Caravaggio napoletano è senza dubbio il più impattante, diverso da quello romano e totalmente distante da quello milanese. Nella sua evoluzione influirono certamente i suoi turbamenti personali ma anche, e sensibilmente, l’ambiente partenopeo, che non fu solo foriero di ripetuti incharichi e commesse. Nel documentario “Le Caravage à Naples”, prodotto da prodotto da ARTE, importante canale culturale franco-tedesco a vocazione europea, ho raccontato l’influenza che la città partenopea esercitò sul Merisi, che visse inizialmente nei “quartieri spagnoli” e osservò quotidianamente la già complessa umanità dei vicoli, per poi essere ospitato nel panoramico Palazzo Cellammare, la residenza nobiliare a Chiaja della famiglia Carafa-Colonna. Tormentato dalla condanna papale per l’omicidio commesso a Roma, portò nei suoi quadri l’umanità complessa, le particolarità somatiche e la profonda fede del popolo partenopeo, sostituendo un certo realismo descrittivo con un più deciso pathos esistenziale dei corpi e un drammatico uso di luci e ombre con cui cavò letteralmente le figure dall’oscurità. Basta vedere Le Sette Opere di Misericordia per capire che la scena si svolge in un vicolo di Napoli, un crocicchio dei “quartieri”.

Per approfondimenti: Napoli Capitale Morale (Magenes, 2017)

Per vedere il documentario “Le Caravage à Naples” completo, clicca qui.

Napoli raccontata agli arabi

Breve estratto dallo speciale “Napoli Maradona”, la storia dei 7 anni di Maradona a Napoli, andato in onda il 13.09.22 su Al Mayadeen, uno dei canale satellitari d’informazione più seguiti nel mondo arabo, per il cui notiziario ho anche raccontato la storia di piazza del Plebiscito.