Polveri sottili, il paradosso delle città di mare

Angelo Forgione – Torino, Milano e Napoli svettano sul podio delle città europee più critiche per inquinamento atmosferico. 39 microgrammi di Pm10 per metro cubo a Torino, 37 a Milano e 35 a Napoli, anche se la città campana ha superato il limite giornaliero 43 volte, contro i 112 del piemontese e i 97 del lombardo. Seguono Siviglia, Marsiglia e Nizza, dove la concentrazione media annuale di Pm10 di 29. Roma si piazza insieme a Parigi al settimo posto, con 28 microgrammi per metro cubo. È quanto emerge da un’elaborazione fatta da Legambiente sulla base dell’ultimo report del 2016 diffuso dall’Oms, relativo a 20 grandi città di Italia, Spagna, Germania, Francia, e Regno Unito.
Per Torino e Milano non c’è troppo da stupirsi, dal momento che il satellite ha dimostrato che l’area più inquinata d’Europa è proprio la pianura padana, e in generale il Nord-est. C’è invece da capire perché dietro le due città del Settentrione d’Italia vi siano delle città di mare, dove l’aria gode dello spazzamento della brezza marina. A Napoli, un problema sono certamente le automobili vecchie, con una media di vetture euro 0 intorno al 28% contro una media nazionale del 10%. Ma a peggiorare l’aria delle città di mare è la presenza delle navi, dei tanti traghetti e giganti da crociera, in particolar modo proprio a Napoli, il cui porto è solo parzialmente elettrificato, cosa che costringe molte imbarcazioni a tenere i motori accesi anche in ormeggio. E queste sono motorizzate attraverso un carburante con alto contenuto di zolfo, elemento che nel carburante per le auto non c’è più.
(video tratto dalla trasmissione Rai “Indovina chi viene a cena”)