Angelo Forgione – Lunedì senza Calcio, giornata di chiacchiere per l’Italia del pallone. Da Nord a Sud, tutti a indicare Roma e Napoli per la lotta scudetto, ma nove giornate sono davvero poche per preconizzare come si metteranno le cose in primavera. Neanche un quarto di percorso è stato compiuto dalle 19 squadre della Massima Serie, appena uscite dai blocchi di partenza, ma il fiume di parole dei talk-show sportivi si ciba da sempre dell’attualità contingente e non tira mai fuori il chiacchiericcio di qualche settimana prima, quando magari la situazione si presentava con connotati diversi. Solo il 22 settembre scorso erano 9 i punti che dividevano il Napoli dall’Inter, margine annullato in un mese e quattro partite. Oggi non sono tanti quelli che vedono la Juventus in grado di rientrare nella lotta per il titolo, nonostante i punti di ritardo dalla vetta siano “solo” 8; ma si tratta di percezione falsata dalla presenza di undici squadre davanti ai bianconeri, esattamente la stessa quantità di club che erano davanti al Napoli il 22 settembre.
Roma e Napoli sono ora, indubbiamente, sotto i riflettori per risultati, classifica e gioco espresso, e i quotidiani di giornata, così come le trasmissioni televisive, si riempiono di titoloni d’elogio per giallorossi e azzurri. Ma è davvero difficile ipotizzare un campionato conteso tra due squadre del “sud” del nostro Calcio. Storicamente non è mai accaduto. Quelle poche volte (8 su 111) in cui le squadre “meridionali” sono riuscite a sovvertire la geopolitica sportiva della Serie A hanno comunque fatto a pugni contro i club del Nord: la Roma sul Torino nel ’42; il Cagliari sull’Inter e sulla Juve nel ’70; la Lazio sulla Juve nel ’74; la Roma sulla Juve e sull’Inter nel ’83; il Napoli sull’Inter e sulla Juve nel ’87; il Napoli sul Milan nel ’90; la Lazio sulla Juve nel 2000; la Roma sulla Juve nel ’01.
Le statistiche e la storia parlano chiaro: un duello Roma-Napoli farebbe la storia della Serie A, non tanto perché attribuirebbe il nono scudetto al Sud ma perché per la prima volta vedrebbe il Nord “spettatore”. Certo, esiste l’ineludibile legge dei grandi numeri, che scatta sempre nel gioco, prima o poi, ma è davvero difficile pensare che l’asse Torino-Milano resti a guardare il “gioco”. Ne riparliamo al prossimo equinozio.
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