Un premio in direzione della verità

Si è svolta venerdì 5 settembre 2014, nella sala del consiglio comunale di Mariglianella, la serata finale del Premio “Gallo d’Oro”, ideato e condotto dalla giornalista Anita Capasso col contributo del fratello Mario Capasso. Tra i premiati, anche Angelo Forgione “in nome dei valori della legalità e della giustizia in difesa della Napoletanità nobile e sincera, in virtù del libro Made in Naples che esalta le qualità di una città stretta tra Inferno e Paradiso, e per l’attenta analisi sulla questione attuale del Mezzogiorno e le puntuali rivelazioni circa il dramma economico che attanagliano Napoli e il Sud.”

Il Consiglio Regionale chiede la vera storia dell’unità d’Italia

Il Consiglio Regionale chiede la vera storia dell’unità
Le verità dei meridionalisti sempre più ascoltate

di Angelo Forgione per napoli.com

Non è di quelle notizie che i telegiornali danno in pompa magna, ma un significativo passo avanti verso la verità storica dei fatti che portarono all’Unità di Italia è stato fatto dal Consiglio Regionale della Campania che ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per far rimuovere il  “Segreto di Stato” su 150.000 documenti relativi al Mezzogiorno d’Italia pre e post unitario, ovvero nel periodo fra il 1860 e il 1870. La Giunta regionale si impegna così a fare da soggetto garante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Parlamento affinchè si chiarisca e sia raccontato tutto ciò che realmente avvenne a danno del Sud in quel periodo su cui esistono contrastanti ricostruzioni storiche. L’annuncio è stato dato dalla consigliera regionale campana dell’Italia dei Valori Anita Sala, promotrice dell’ordine del giorno.

”A 150 anni dall’Unita’ d’Italia – dice Sala – il Sud ritiene che non possa più reggere l’impossibilita’ di conoscere quei fatti avvenuti fra gli anni 1860 e 1870. Ancora oggi in diverse realtà del Mezzogiorno, e anche della Regione Campania, è aperta una discussione culturale tesa ad una rilettura più puntuale del processo di unificazione nazionale che in particolare ha interessato il meridione. Su tale problematica appare però che non esista ancora la voglia di fare opportuna chiarezza. Pertanto, nonostante interrogazioni parlamentari e solleciti, 150.000 pagine della nostra storia rimangono ancora prive di visibilità. Al Sud si nega dunque l’occasione – conclude Sala – di poter accedere a quelle pagine che potrebbero raccontare la vera storia”.