De Sanctis para il fuoco amico

Angelo Forgione – «Da 4 anni a questa parte ho capito che Napoli è una città per certi versi autodistruttiva. Purtroppo c’è sempre qualcuno che vuole rovinare le cose belle. Sono ormai napoletano da 4 anni e molto probabilmente lo sarò per i prossimi due anni: mi permetto di dire che se la gente di Napoli fosse così esigente con se stessa come lo è con la squadra di calcio, la città sarebbe la più ordinata, bella e funzionale del mondo»
Parole del portiere del Napoli Morgan De Sanctis (a Dario Sarnataro per Radio Marte e  Il Mattino), un uomo che ha capito il vero problema della città: l’autolesionismo. Signori, se non si fosse capito, qui si va ben oltre il calcio. Da Napoletano fiero, consapevole e proattivo, plaudo alle sue parole non banali. È chiaro che le sue osservazioni partano da un certo disagio in ambito sportivo, ma sono pertinenti e, per quanto mi riguarda, gradite. Dargli torto non fa bene alla nostra comunità che deve avere il coraggio, una volta e per sempre, di fare autocritica. È vero, c’è una frattura tra istituzioni e cittadini, e questo non aiuta. Ma se i monumenti sono imbrattati e danneggiati, se le strade sono sporche ad ogni ora del giorno e della notte, non sono certo il Comune, la Regione o Montecitorio a ridurre la città in questo stato. Le istituzioni hanno grosse colpe nel non vigilare, nel non rimediare, ma il rimedio viene sempre dopo del danno. Molti Napoletani devono cambiare mentalità e accantonare l’alibi della malamministrazione, dei potenti che effettivamente non vogliono che le cose cambino (perché non lo vogliono), e iniziare ad essere esigenti verso se è stessi almeno quanto verso la squadra di calcio. Io direi anche di più. Abbiamo l’oro sotto i piedi e ci sputiamo sopra, come fanno tutti i nostri nemici. Che aspettiamo a proteggerci? Bravo Morgan. Meno bravi alcuni Napoletani.

È tornato il “carrozzone” azzurro

È tornato il “carrozzone” azzurro!

Il gioco a distruggere? Vecchio vizio dei napoletani.

Angelo Forgione – Tre goal alla Fiorentina, porta inviolata, verticalizzazioni e ripartenze micidiali. È tornato il Napoli, viva il Napoli! E con esso il “carrozzone”, salvo scendervi tutti se le cose dovessero riprendere malauguratamente una piega sbagliata. È questo il limite dell’ambiente napoletano al quale proprio non riesco ad abituarmi. Si sono spente tutte le critiche feroci, gli attacchi, il fuoco di fila in corsa nel bel mezzo della stagione quando tutto era, ed è, ancora da giocare. Pratica autolesionista e deleteria, ma tant’è!?
Non mi piace neanche l’esercizio autoreferenziale siglato “l’avevo detto”, ma quando le cose andavano male invitavo alla cautela contro il troppo disfattismo. C’era e c’è una finale di Coppa Italia da conquistare, c’era e c’è una Champions League da proseguire senza la condanna a vincere perchè la vittoria è già il prestigio internazionale acquisito; c’era e c’è un campionato ancora lungo e tutto da giocare, e i 6 punti con Chievo e Fiorentina non hanno cambiato di certo la storia.
Sentivo e sento Guidolin mettere le mani avanti in vista di un calo della sua Udinese che si sta già palesando. Vedevo e vedo Inter e Lazio tutt’altro che rulli compressori. La Roma era ed è vicina. Vedevo e vedo il bicchiere mezzo pieno e gli obiettivi tutti a portata di mano. Nel frattempo le ricerche di Deloitte hanno evidenziato anche la crescita della società, ventesimo club d’Europa e l’anno prossimo ancor più in alto. La critica è importante quando costruttiva perchè il Napoli dei limiti ce li ha ed erano evidenti anche ad Agosto, ma ribadisco ancora una volta di più che è masochistico distruggere quando si sta costruendo nei limiti delle proprie possibilità ed oltre. Non è solo una questione sportiva, è un vecchio vizio dei napoletani, storicamente più bravi a vendere le ombre che non le luci della propria città.