Arrivederci Morgan. Il capitano scende dalla nave con onore.

Angelo Forgione – Se ne va “il pirata Morgan”, lascia Napoli in lacrime con un triste «doveva andare così» pronunciato ai tifosi saliti a Dimaro. Abbandona la nave il vero capitano del Napoli di Mazzarri, autentico leader in campo senza fascia, l’uomo che, dopo essere finito nell’occhio del ciclone per la sua professionalità scambiata per truffa, ferocemente infangato insieme a tutto l’ambiente partenopeo da sospetti privi di fondamento, si è preso un premio Fair-Play “Andrea Fortunato”. Il fratello dello sfortunato calciatore della Juventus disse di De Sanctis che «oltre ad essere un campione dello Sport, lo è anche nella vita, come dimostrano tutti i suoi gesti di solidarietà. Nella vita ha un carattere schivo e poco avvezzo a pubblicizzarsi davanti alle telecamere, ma è veramente una bella persona».
Ha parato palloni contro il Napoli in campo e stereotipi su Napoli fuori dal campo. Dopo aver conosciuto Pescara, Torino, Udine, Siviglia e Istanbul, il portiere di Guardiagrele ha sposato la causa napoletana, non solo quella azzurra, e, dopo aver respinto la demonizzazione mediatica di Napoli, ha pure parato il fuoco amico denunciando nel marzo scorso l’autolesionismo della città e il suo calciocentrismo: «Da 4 anni a questa parte ho capito che Napoli è una città per certi versi autodistruttiva. Purtroppo c’è sempre qualcuno che vuole rovinare le cose belle. Sono ormai napoletano da 4 anni e molto probabilmente lo sarò per i prossimi due anni (ma le cose non andranno così, n.d.r.): mi permetto di dire che se la gente di Napoli fosse così esigente con se stessa come lo è con la squadra di calcio, la città sarebbe la più ordinata, bella e funzionale del mondo». Disse ciò dopo essere stato contestato dagli spalti del San Paolo, incassando l’amarezza da professionista esemplare, lui che in questi anni ha dimostrato di essere tra i migliori nel suo ruolo. Il suo sfogo, pacato e misurato, centrò un problema che non era solo calcistico. Qualche settimana prima aveva affrontato a muso duro i tifosi azzurri che a Siena avevano contestato la squadra in crisi di risultati, per poi donargli la maglia.
Sotto il profilo tecnico, De Sanctis non è stato certamente impeccabile, ma sono stati più i suoi miracoli che le sue “papere”, e la difesa si è sempre sentita sicura con lui alle spalle. Benitez ha fatto scelte diverse, probabilmente giuste, e Morgan ha accettato la realtà dei fatti, ancora una volta da professionista serio, andandosi a prendere altrove la fiducia persa tra i pali della porta azzurra che ha difeso con grande onore. Quando tornerà da avversario, sarà ricevuto con calore e tributi che si riservano ai vecchi amici, quelli leali.
Ciao “capitano”. A te va il saluto con affetto e riconoscenza, molto più che ad altri partenti e partiti.

De Sanctis para il fuoco amico

Angelo Forgione – «Da 4 anni a questa parte ho capito che Napoli è una città per certi versi autodistruttiva. Purtroppo c’è sempre qualcuno che vuole rovinare le cose belle. Sono ormai napoletano da 4 anni e molto probabilmente lo sarò per i prossimi due anni: mi permetto di dire che se la gente di Napoli fosse così esigente con se stessa come lo è con la squadra di calcio, la città sarebbe la più ordinata, bella e funzionale del mondo»
Parole del portiere del Napoli Morgan De Sanctis (a Dario Sarnataro per Radio Marte e  Il Mattino), un uomo che ha capito il vero problema della città: l’autolesionismo. Signori, se non si fosse capito, qui si va ben oltre il calcio. Da Napoletano fiero, consapevole e proattivo, plaudo alle sue parole non banali. È chiaro che le sue osservazioni partano da un certo disagio in ambito sportivo, ma sono pertinenti e, per quanto mi riguarda, gradite. Dargli torto non fa bene alla nostra comunità che deve avere il coraggio, una volta e per sempre, di fare autocritica. È vero, c’è una frattura tra istituzioni e cittadini, e questo non aiuta. Ma se i monumenti sono imbrattati e danneggiati, se le strade sono sporche ad ogni ora del giorno e della notte, non sono certo il Comune, la Regione o Montecitorio a ridurre la città in questo stato. Le istituzioni hanno grosse colpe nel non vigilare, nel non rimediare, ma il rimedio viene sempre dopo del danno. Molti Napoletani devono cambiare mentalità e accantonare l’alibi della malamministrazione, dei potenti che effettivamente non vogliono che le cose cambino (perché non lo vogliono), e iniziare ad essere esigenti verso se è stessi almeno quanto verso la squadra di calcio. Io direi anche di più. Abbiamo l’oro sotto i piedi e ci sputiamo sopra, come fanno tutti i nostri nemici. Che aspettiamo a proteggerci? Bravo Morgan. Meno bravi alcuni Napoletani.

“SI GONFIA LA RETE XG1 REMIX” versione 2012-13

Mancava a qualcuno e ora non mancherà più. Torna il “Si Gonfia la Rete XG1 remix” nella versione ’12-13, in una chiave musicale più godibile e più “aderente” alle atmosfere del “San Paolo”.
“Un sogno azzurro”, cantato da Eddy Napoli, portò fortuna nella settimana che condusse alla finalissima di Coppa Italia. Che il nuovo remix scandisca con buona sorte l’attesa della grande sfida di Torino e tutta l’ambiziosa avventura azzurra raccontata da Raffaele Auriemma.

Il destino comune dei portieri azzurri… o quasi

Il destino comune dei portieri azzurri… o quasi

stesse reazioni, reazioni diverse

C’è un portiere, professionista esigente, che in Napoli-Lecce dello scorso Gennaio si era sfogato dopo un goal di un proprio compagno di squadra che aveva messo fine ad una partita da chiudere molto prima, e fu crocifisso. Anche a Parma, due mesi dopo, quel portiere non reagì con gioia al goal di Cavani scaturito da un rigore fallito, scuotendo la testa e sbuffando, dimostrando anche in quella occasione di pretendere minori sofferenze. C’è un altro portiere che si è infuriato ben più platealmente per lo stesso motivo dopo Italia-Germania dimostrando il suo disappunto, ironia della sorte, proprio all’indirizzo del protagonista del primo episodio. E nessuno ha sollevato dubbi e polemiche.
Inutile sottolineare che l’errore non è nel secondo caso ma nel primo; e per dimostrarlo era partito da qui un contributo che fece cervelloticamente impuntare la società del secondo portiere.

Premio Fair-Play “Fortunato” a De Sanctis e Pisacane

Premio Fair-Play “Fortunato” a De Sanctis e Pisacane

la consacrazione di due esempi “difesi” da V.A.N.T.O.

Si è svolto Lunedì 27 Febbraio a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, il IV premio “Andrea Fortunato” – Lo sport è vita, organizzato dall’Associazione Sportiva Fioravante Polito Onlus di S.Maria di Castellabate (Sa), promotrice della Biblioteca e del Museo del calcio Andrea Fortunato.
È stata l’occasione per premiare tra gli altri i calciatori Morgan De Sanctis e Fabio Pisacane con dei riconoscimenti per il Fair Play dimostrato. Candido Fortunato, fratello dello sfortunato calciatore Andrea ed organizzatore della kermesse, ha detto che: «era giusto premiare Pisacane, perché è stato il primo ad avviare questa nuova opera di ‘pulizia’ del calcio, essendo stato il primo a denunciare la corruzione. Morgan, oltre ad essere un campione dello Sport, lo è anche nella vita, come dimostrano tutti i suoi gesti di solidarietà. Nella vita ha un carattere schivo e poco avvezzo a pubblicizzarsi davanti alle telecamere, ma è veramente una bella persona».
Due esempi: un calciatore napoletano, primo vero sabotatore del calcioscommesse snobbato come non altri, e un altro del Napoli ferocemente infangato insieme a tutto l’ambiente partenopeo da sospetti privi di fondamento.

A sostenerli dalla prima ora V.A.N.T.O. c’era. E ora si rallegra con piena soddisfazione per aver sensibilizzato su Pisacane nell’ambito delle offese bergamasche e per aver sostenuto De Sanctis dando qualche noia a Juventus e Cesena (caso Rodriguez).

De Sanctis nella bufera. Ma quel Juventus-Cesena?

De Sanctis nella bufera. Ma quel Juventus-Cesena?

il cenno del giocatore Rodriguez sul rigore di Vidal

Angelo Forgione – Faccio una premessa. Ho condannato fin da subito il video che ha procurato fastidi al portiere del Napoli Morgan De Sanctis perchè ha gettato ombre infondate su una persona caratterialmente autentica e sempre capace di esporsi per il Napoli e per Napoli tirando fuori tutta la sua intimità senza artifici. È da più di un anno che ho lanciato la sua candidatura a capitano del Napoli, anche nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, perchè ha sempre dimostrato di averne i requisiti morali e caratteriali e le iniziative ricalcate di questi giorni non possono che rallegrarmi. A chi lo conosce, quel video ha fatto sorridere perchè è proprio l’onestà e la serietà del portiere in questione ad averlo portato ad allargare le braccia per sfogo dopo un goal della sua squadra a seguito di circostanze particolari poi spiegate a chi non le capiva.
Ma ormai il calcio è stato sporcato, ogni gesto è interpretabile e sospettabile e intendo dimostrarlo con questo contributo. Del resto, i sospetti, come nella vita di tutti i giorni, sono legittimi e la Procura di Napoli ha fatto benissimo ad acquisire le immagini. Ciò che però da fastidio è l’accanimento (e ci risiamo) che si è scatenato da parte di alcuni media nei confronti del Napoli e di Napoli, stigmatizzato da più fronti in questi giorni di tam-tam mediatico nelle trasmissioni televisive e radiofoniche locali. E allora, se i sospetti vanno chiariti, vanno chiariti per tutti. Per il Napoli ma anche per la Juventus ed il Cesena ad esempio. E si, perchè da tempo qualcuno mi ha segnalato un atteggiamento molto più che discutibile del giocatore Rodriguez nel corso della partita Juventus-Cesena del 4 Dicembre scorso. È la partita in cui, sul punteggio di 1-0 per la squadra torinese, l’arbitro Doveri di Roma assegnò un rigore (inesistente) per fallo (inesistente) del portiere Antonioli che in uscita allontanò il pallone ma venne travolto da Giaccherini in corsa. Rigore (inesistente) e per giunta espulsione (inesistente) di Antonioli, sostituito in porta dal difensore uruguaiano in quanto il Cesena aveva terminato i cambi. E per Vidal fu un gioco da ragazzi mettere a segno il goal che chiuse il match.
Rivedendo bene quelle immagini si osserva che Rodriguez, guadagnando la posizione tra i pali e infilando i guanti, fa un cenno con la testa (a Vidal?), indicando con gli occhi il lato sinistro dello specchio di porta. Quando lo juventino batte, il cesenate finge di buttarsi a destra per poi “camminare” verso il lato indicato, mentre il tiro finisce sul lato opposto.
Questo video è in mio possesso da giorni e mi domando come mai, in questi quaranta giorni, nessuno ne abbia mai parlato in un simile contesto di diffidenza che ha poi generato problemi al portiere del Napoli. Ritengo che il caso De Sanctis come quello di Rodriguez non meritassero attenzione e non avrei pubblicato il contributo perchè non mi piaceva il clima di sospetto che si stava creando, non esprimendomi mai senza essere supportato da dati e fatti. Per carità, potrebbe trattarsi anche di un trabocchetto del “portiere” per confondere il battitore, o per assurdo di un tic nervoso, o anche di un cenno ad un compagno di squadra. Ma alla luce di quanto accaduto in questi giorni mi sembra il caso di metterlo a disposizione di tutti preservando il diritto individuale di farsi un’idea, non dell’episodio in chiave di calcioscommesse ma in funzione di lettura di una sperequazione mediatica rispetto alle squadre coinvolte.

Finalmente Pisacane! E ora De Sanctis capitano!

Finalmente Pisacane! E ora De Sanctis capitano!

150 giorni PER Fabio, 1 solo CONTRO Morgan

Angelo Forgione – Finalmente ci siamo riusciti! L’Italia, dopo cinque mesi di battaglia di V.A.N.T.O., si è finalmente accorta dall’esempio di lealtà di Fabio Pisacane, ben precedente a quello del celebrato Simone Farina. Il nostro videoclip ha girato negli ultimi giorni sui computer delle redazioni sportive e non, indirettamente sprigionato dal presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi che ha invitato ufficialmente il calciatore napoletano della Ternana al “Gran Galà del Calcio” che si terrà a Milano il 23 Gennaio con diretta su Sportitalia.
I tanti solleciti con tanto di videoclip accompagnato all’indignazione hanno finalmente generato l’effetto Tommasi, e così la storia di Pisacane era stamante sulla Gazzetta dello Sport, poi a Radio Marte, a SkySport24 e a Studiosport dove Antonio Bartolomucci ha adoperato il nostro videoclip (ingrandendolo per nascondere i nostri marchi) per confezionare il servizio (lo si capisce dallo spicchio bianco del marchio di V.A.N.T.O. che si intravede in alto a destra durante le immagini di qualità “internet”) e non a caso ha sottolineato che il napoletano (e il romano) l’esempio lo danno.
Elisabetta Manini, responsabile delle relazioni esterne della Ternana Calcio spa, ci ha fatto pervenire la soddisfazione del sodalizio umbro per la notizia. Magari presto potremo noi stessi consegnare un “Premio VANTO” al rossoverde in segno di stima per aver mostrato la faccia onesta della vera Napoli.
Uno strano paese questo che in un solo giorno riesce a stare incollato ad un video senza fondamento che infanga un altro napoletano adottivo (De Sanctis) dai sani principi e dall’alto spessore morale, mentre ce ne mette centocinquanta per accorgersi che qualcuno, prima di Farina, aveva dato un esempio altissimo di lealtà sportiva di cui non solo il mondo del calcio ha bisogno. Abbiamo difeso Pisacane e ora difendiamo a spada tratta anche De Sanctis, non alla maniera dei bergamaschi che hanno issato a martire Doni infangando la città di Pisacane prima di scaricarlo perchè ormai scomodo per il sodalizio atalantino. No, De Sanctis lo difendiamo perchè è veramente al di sopra di ogni sospetto. Non si va davanti ad una telecamera a difendere l’onore di Napoli senza amarla davvero, senza avere carattere (dimostrato anche nell’episodio “incriminato”) e senza possedere integrità morale, contro l’accanimento di chi strumentalizzava rapine ai suoi compagni di squadra identiche a quelle capitate a tanti calciatori in tante altre città. Morgan l’ha fatto con voce quasi rotta da un sentimento autentico che l’ha reso poco lucido nel momento in cui cercava le parole per restituire alla città che l’ha adottato il rispetto che merita. Lui l’ha fatto, altri no!
Ecco perchè, nel torbido della nostra società e del nostro calcio, Pisacane e De Sanctis sono Napoletani puliti, di  nascita e d’adozione ma sempre “Napolitani” (con la i), gente da difendere senza offendere gli altri per nascondere se stessi. Noi non ne abbiamo bisogno. E a maggior ragione rilanciamo l’opzione di vedere presto la fascia di capitano sul braccio del portierone azzurro, supportando  la speranza con un gruppo su Facebook nel quale sono invitati in massa tutti coloro che ne condividono le motivazioni.
In genere si conferiscono cittadinanze onorarie, come quella che Doni ha tradito in quel di Bergamo. Ma la fascia di capitano, almeno per una partita (se non per sempre, opinione del redattore), sarebbe come assegnare a De Sanctis la “Napoletanità ad honorem”. Dopo il disgusto di queste ore, se lo merita.

De Sanctis para gli stereotipi su Napoli

De Sanctis para gli stereotipi su Napoli

e ora dategli la fascia di capitano

Angelo Forgione – L’estremo difensore, il portiere, quello che para dalle insidie portate dagli avversari. De Sanctis lo è in campo e anche fuori. Per carisma e esperienza è il vero capitano del Napoli, e l’ha dimostrato per l’ennesima volta. Ci manca solo che vada a chiedere agli arbitri la sospensione dei match in caso di cori razzisti contro i napoletani.
Nel dopopartita SKY di Napoli-Roma, il conduttore Giorgio Porrà ha fatto riferimento ai furti intorno all’ambiente Napoli. Il portiere azzurro, con toni sereni benché visibilmente emozionato per il fatto di doversi accollare una difesa delicata pur non essendo napoletano, ha spiegato al giornalista meglio di tanti napoletani che Napoli non è tanto peggio di altre città che però non godono di una cassa di risonanza minimamente paragonabile a quella partenopea (per motivi che noi illustriamo spesso).

A testimonianza di un tiro al bersaglio di prassi da parte dei media italiani, il fatto che Porrà non sapesse che tra i presenti in studio c’era Panucci che pochi giorni fa ha subito una rapina a mano armata nei pressi della sua villa nel romano. L’ex giocatore della Roma ha opportunamente confermato, per esperienza diretta, che certe cose accadano ovunque. Stessa opinione da parte di Roberto Sosa.
De Sanctis non è un letterato e neanche un sociologo, ma è un calciatore che ha girato l’Italia e non solo nella sua carriera. Ha vissuto a Pescara, Torino, Udine, Siviglia, Istanbul e Napoli. E hanno girovagato anche Panucci e Sosa. Qualcosa a Porrà gliel’avranno pure insegnata, e cioè che è vittima di un modo di fare giornalismo tutti italiano che non va a fondo ma che resta in superficie di ciò che fa piacere ai detrattori di una città nell’occhio del ciclone.

videoclip / La nobile Cenerentola (Champions League)

videoclip / La nobile Cenerentola

il Napoli smentisce tutti e approda tra le 16 big d’Europa

Angelo Forgione – Ad Agosto l’avevano dato per spacciato; il Napoli era praticamente già fuori dalla Champions League ancor prima di giocare nemmeno una partita. Le cassandre della vigilia lo definirono “la Cenerentola” del girone più duro che l’urna dell’UEFA abbia mai formulato nella storia della competizione. Il meglio del ranking europeo: Spagna, Inghilterra, Germania e Italia, con due favorite quantomeno per le semifinali. Tutti a dire che gli azzurri sarebbero usciti con zero punti, senza neanche la consolazione dell’Europa League. E invece a zero c’è rimasto il Villarreal e il Napoli di punti ne è ha fatti ben 11, più del ricco Manchester City ma anche più dell’Inter (10) e del Milan (9) negli loro gironi meno impegnativi. E senza dimenticare anche la difficoltà del calendario, col Bayern Monaco incrociato alla terza e quarta giornata, nel cuore del percorso, quando anche i bavaresi dovevano ancora sudarsi il passaggio del turno e mentre il City se la vedeva col quasi rassegnato Villarreal.
A Villarreal è sceso in campo Gianluca Grava, omaggiato idealmente per essere la memoria storica dell’inferno della Serie C, e non era poi tantissimo tempo fa. Incredibile Napoli!
Chiamatela pure “Cenerentola” ma chi ha occhi e cuore per guardare e attendere sa, e sapeva all’epoca, che la squadra di Napoli rispecchia l’anima di una nobile città scippata della sua corona, ma sempre consapevole del suo sangue blu che è la forza di un popolo capace di rialzarsi ogni volta.

video: «DECEEEEMPION»… il ruggito del San Paolo

video: «DECEEEEMPION»… il San Paolo ruggisce
il Sud ha già lasciato una traccia nell’Europa calcistica che conta

Dopo l’esordio casalingo col Villarreal, anche prima del match col Bayern Monaco i 65.000 del “San Paolo” hanno urlato “THE CHAMPIOOOOOONS”… ancora più forte.
È ormai un rito, un marchio di fabbrica, un “made in Naples” atteso anche dagli stessi calciatori del Napoli. 
Basti vedere lo sguardo compiaciuto di Lavezzi e Gargano che danno sfogo ad un sorriso più eloquente di mille parole.

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