Angelo Forgione – Napoli ai preliminari di Champions League. Così impone la classifica a una squadra che ha sgretolato tutti i suoi record, e non solo i suoi. Inutile snocciolarli, valga per tutti il punteggio in classifica: 86 punti. È stato il Napoli più produttivo della storia, con una media punti di 2.26 a partita, la più alta di sempre, superiore anche a quella del Napoli scudettato 1989/90, a quota 2.11 nella conversione dei tre punti per vittoria, e a quello del 1986/87 (1.90), ma anche al primissimo Napoli di Sarri (2.15).
Al traguardo, il Napoli degli 86 punti e della grande bellezza non ha vinto il tricolore, non la Coppa Italia, e neanche ha centrato la qualificazione diretta in Champions. Ma non si può non evidenziare che la prima Juventus di Conte, nel 2012, ha fatto bingo con 84 punti, il Milan di Allegri, l’anno prima, con 82, come l’Inter del triplete di Mourinho. Ad alzare la quota scudetto, evidentemente, è stata la fame dell’ambiziosissimo Andrea Agnelli, voglioso di dimostrare ai cugini Elkann di essere manager all’altezza (e loro replicano ora con la Ferrari) e assatanato nel voler cancellare ogni concorrenza, nel voler battere il record di tricolori consecutivi, compreso quello conseguito dal nonno Edoardo. Sì, la Juventus ha messo in bacheca l’ennesimo tricolore e la Roma ha tamponato, di riffa o di raffa, la rincorsa azzurra. E tutti a chiedere a Sarri e ai suoi cosa sia mancato al Napoli. È mancato in autunno l’assetto trovato in inverno. È mancato qualche punto delittuosamente perso per strada. È mancata la forza economica della Exor e forse anche il debito che la Roma, assai spinta dagli arbitri lungo tutta la stagione, ha con Goldman Sachs. Ma il gruppo napoletano sente di non essere inferiore a nessuno, e vuole riprovarci dall’inizio, ripartendo da dove è rimasto, con gli equilibri trovati, per giocarsi lo scudetto davvero.
L’Olanda di Crujiff insegna che non è necessario essere vincenti per lasciare il segno nel football. Questo Napoli, la grande bellezza del calcio italiano, un segno lo sta lasciando. «È la squadra che gioca il miglior calcio d’Italia, tra le più spettacolari d’Europa», dicono i più titolati, da Guardiola a Capello. Ma alla banda-Sarri il bollino HQ non basta più.
Intanto cala il sipario su una stagione iniziata col grande tradimento, mitigato dall’immediato impatto di Milik. Una quadratura subito trovata e presto persa, con la necessita di trovare rimedio al traumatico infortunio del polacco in nazionale. Gabbiadini dentro, a Crotone, ma immediatamente espulso per una follia a centrocampo. Opportunità fallita, e Sarri convinto che la soluzione non poteva essere il poco sereno attaccante in cui non credeva. C’era Mertens a scalpitare, che già dalla primissima doppietta di Pescara aveva lanciato sguardi fulminanti al mister. Un po’ di rodaggio, con la squadra ad applicarsi attorno al suo tecnico, e poi il sangue si è sciolto: da Gennaio in poi, il Napoli ha iniziato a crescere, fino a diventare una vera e propria macchina da guerra. Milik, uscito da indispensabile a ottobre, è rientrato da comparsa a febbraio.
Gioco spumeggiante e meccanismi perfetti, palla nascosta a occhi chiusi, goal a raffica a rendere meno gravi quelli subiti di troppo, e Mertens, il rimedio, più goleador di Higuain in bianconero. Quasi tutti gli avversari asfaltati e Napoli campione di primavera, cioè primissimo nel girone di ritorno, coperto di complimenti e consensi. Ma non può finire qui.
Per il sodalizio azzurro si tratta pur sempre del diciassettesimo podio della sua vita sportiva, il quinto nelle ultime sette stagioni, che vale l’ottava partecipazione consecutiva alle competizioni europee, record nazionale in fieri. Si tratta di un club ben assestato nell’élite del calcio italiano ma anche in quello europeo, molto più saldamente del Napoli di Ferlaino sotto il profilo finanziario. Eppure la piazza è divisa, in una sterile diatriba oppositiva nei confronti di uno scorbutico presidente che opera in un territorio in cui è improbo fare impresa ad alti livelli, un imprenditore tronfio proprio perché consapevole di cosa voglia dire fare Calcio d’alto livello al Sud. Una parte della tifoseria pretende di più, nella convinzione che siano solo la passione e l’ampiezza di seguito a determinare le opportunità di un club e non le condizioni territoriali, che invece generano i più importanti vantaggi e limiti, a seconda di dove si operi. Un altro presidente, quello degli scudetti nati da sacrifici insostenibili, sollecita il rischio d’impresa, quello stesso rischio che egli prese non sulla sua pelle ma su quella di un club e di una tifoseria che avrebbero poi pagato i trionfi con tre lustri di anonimato e un doloroso fallimento. Provare a vincere è intento nobile per un club del Sud, ma è giusto provarci con la certezza di non uscire mai dal Calcio che conta. Il Napoli di De Laurentiis vi è entrato di prepotenza, vi resterà senza rischi, e ora si è messo pure in testa di trionfare.
Se dipendesse dalla banda-Sarri, il campionato potrebbe cominciare domenica prossima. Bisognerà invece attendere agosto per dare il via alla nuova stagione, difficile e stimolante. Altro giro, altra corsa. Ci sarà da sabotare il potere, da inceppare il meccanismo sportivo-finanziario che regola la Serie A. La torta è davvero dolcissima. Manca la ciliegina. Il meglio deve ancora venire.
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Razzismo anti-Napoli negli stadi a “il Settimanale” della TGR
Per la rubrica “Il Settimanale” della redazione RAI di Napoli, all’interno dello speciale sulla stagione degli azzurri, Cecilia Donadio ascolta Angelo Forgione all’esterno dello stadio San Paolo sul razzismo anti-napoletani negli stadi italiani combattuto nel silenzio delle istituzioni calcistiche, con ironia, orgoglio e vittorie.
Il destino comune dei portieri azzurri… o quasi
Il destino comune dei portieri azzurri… o quasi
stesse reazioni, reazioni diverse
C’è un portiere, professionista esigente, che in Napoli-Lecce dello scorso Gennaio si era sfogato dopo un goal di un proprio compagno di squadra che aveva messo fine ad una partita da chiudere molto prima, e fu crocifisso. Anche a Parma, due mesi dopo, quel portiere non reagì con gioia al goal di Cavani scaturito da un rigore fallito, scuotendo la testa e sbuffando, dimostrando anche in quella occasione di pretendere minori sofferenze. C’è un altro portiere che si è infuriato ben più platealmente per lo stesso motivo dopo Italia-Germania dimostrando il suo disappunto, ironia della sorte, proprio all’indirizzo del protagonista del primo episodio. E nessuno ha sollevato dubbi e polemiche.
Inutile sottolineare che l’errore non è nel secondo caso ma nel primo; e per dimostrarlo era partito da qui un contributo che fece cervelloticamente impuntare la società del secondo portiere.
Premio Fair-Play “Fortunato” a De Sanctis e Pisacane
Premio Fair-Play “Fortunato” a De Sanctis e Pisacane
la consacrazione di due esempi “difesi” da V.A.N.T.O.
Si è svolto Lunedì 27 Febbraio a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, il IV premio “Andrea Fortunato” – Lo sport è vita, organizzato dall’Associazione Sportiva Fioravante Polito Onlus di S.Maria di Castellabate (Sa), promotrice della Biblioteca e del Museo del calcio Andrea Fortunato.
È stata l’occasione per premiare tra gli altri i calciatori Morgan De Sanctis e Fabio Pisacane con dei riconoscimenti per il Fair Play dimostrato. Candido Fortunato, fratello dello sfortunato calciatore Andrea ed organizzatore della kermesse, ha detto che: «era giusto premiare Pisacane, perché è stato il primo ad avviare questa nuova opera di ‘pulizia’ del calcio, essendo stato il primo a denunciare la corruzione. Morgan, oltre ad essere un campione dello Sport, lo è anche nella vita, come dimostrano tutti i suoi gesti di solidarietà. Nella vita ha un carattere schivo e poco avvezzo a pubblicizzarsi davanti alle telecamere, ma è veramente una bella persona».
Due esempi: un calciatore napoletano, primo vero sabotatore del calcioscommesse snobbato come non altri, e un altro del Napoli ferocemente infangato insieme a tutto l’ambiente partenopeo da sospetti privi di fondamento.
A sostenerli dalla prima ora V.A.N.T.O. c’era. E ora si rallegra con piena soddisfazione per aver sensibilizzato su Pisacane nell’ambito delle offese bergamasche e per aver sostenuto De Sanctis dando qualche noia a Juventus e Cesena (caso Rodriguez).
videoclip: MATADOR CAVANI
videoclip: MATADOR CAVANI
tributo al bomber del Napoli
Proprio mentre sta per avviarsi la nuova avventura del Napoli, ho pensato di chiudere il ramo dedicato agli azzurri di questa intensa stagione di orgogliosa produzione multimediale pro-Napoli con un meritatissimo e richiestissimo tributo al protagonista del campionato che ha portato la banda Mazzarri in Champions League.
Un videoclip interamente dedicato al “Matador” Cavani e diviso in due parti. Nella prima, un mix di goal del bomber azzurro a ritmo latino-americano. Nella seconda, un concentrato di emozioni raccontato da tutte le più famose voci del San Paolo.
Buona visione!
ATTENZIONE: il video non è disponibile in molti paesi esteri per questione di diritti.
Per vederlo, inserire il ink http://www.youtube.com/watch?v=0p4tDBk5P7g sul sito http://hidemyass.com/
videoclip: “RISPETTO (quando segna un goal Cavani)”
videoclip: “RISPETTO (quando segna un goal Cavani)”
da un lavoro musicale di Danilo Belsino su V.A.N.T.O.
Angelo Forgione – Quando qualche settimana fa Danilo Belsino, un giovane sperimentatore musicale di Ercolano, mi contattò per comunicarmi di aver composto un brano ispirato dalle tematiche sociali della Napoletanità da me trattate e spesso accostate agli aspetti sportivi, ne ebbi gran piacere perchè era un’ulteriore testimonianza di come il messaggio di V.A.N.T.O. attecchisse e potesse interessare su vari livelli la nostra comunità.
Ascoltando il pezzo mi accorsi che era anche decisamente valido non solo nelle sonorità ma anche ben corrispondente a quella parte del “v.a.n.t.o.-pensiero” che intende la passione sportiva napoletana come potentissimo veicolo di orgoglio e riscatto pro-attivo e mai passivo dei Napoletani, tifosi di Napoli prima ancora che del Napoli.
Una città stupenda, ricca di storia, che ha posto le basi della moderna civiltà europea, non deve essere difesa solo allo stadio ma anche fuori di esso, con il comportamento civile e responsabile di ognuno di noi. Il rispetto si guadagna riappropriandoci della nostra migliore identità, appannata da decenni di educazione alla minorità che hanno causato un atteggiamento lassista e fin troppo tollerante verso chi ha devastato la nostra terra, napoletani compresi.
La spia del nostro orgoglio si accende allo stadio, ma potrebbe e dovrebbe farlo anche nella vita di tutti i giorni; perchè ciò accada basterebbe riscoprire e recuperare la nostra identità e la nostra storia seconda a nessuno. Ma intanto, quando il nostro Napoli vince offre a tutti noi la rivalsa verso chi ci denigra e chi, magari, è più abituato al sapore della vittoria e ne fa un ulteriore motivo di presunta superiorità di etnia che però non trova riscontro nella storia… anzi!
Il brano “RISPETTO, Quando segna un goal Cavani” di Danilo Belsino racchiude il messaggio e tira in ballo, come detto, alcune tematiche di V.A.N.T.O.: il valore sociale del Napoli per i napoletani, il razzismo verso di essi negli stadi (e fuori) mai combattuto dagli organi preposti, i luoghi comuni contro Napoli frutto dell’ignoranza più becera, gli attacchi alla città da parte di presunti intellettuali (Bocca su tutti) e personaggi televisivi più volte denunciati in “Ammazziamo Pulcinella”, le parole di Goethe in “Viaggio in Italia” che descrivono la meraviglia di Napoli nel 1786 (nel video “Napoli sei tu!”).
Il buon lavoro di Belsino necessitava di un videoclip su misura, capace di accompagnare con le giuste immagini un brano in cui Cavani diventa quello che oggi è per i tifosi: il paladino dell’orgoglio, a patto che questo lo si dimostri davvero rispettando la nostra città. RISPETTO, quello che tutti gli italiani devono a Napoli, Napoletani compresi. Se ne saremo capaci, vinceremo la partita per il nostro riscatto.
RISPETTO
(quando segna un goal Cavani)
musica e testo: D. Belsino
Non e’ questione di maglia o di inno,
non e’ questione di bandiere che di “volta” ce ne stanno troppi,
è il mio orgoglio che e’ in ballo,
è per questo che io godo quando segnano.
È la rivincita, perche’ lo sai e’ sempre lo stesso da tempo,
mi odia un poco tutta l’italia
ma una questione calcistica conduce alla pessima etica
dell’italiano che nasconde la faccia sotto la maglia
è l’asino che raglia,
sputa fuori tutta l’imbecillità
cori e offese razziste come se…
come se lo stadio fosse un arena di battaglia.
IO DIFENDO I MIEI COLORI
LI STRAPPO DALLE MANI DEI DETRATTORI E PRETENDO RISPETTO
MENTRE TUTTI QUANTI ME LO TOLGONO
È PER QUESTO CHE IO GODO QUANDO SEGNANO.
È LA DIFESA DELL’ORGOGLIO, UNA PICCOLA RIVINCITA
MENTRE L’ITALIA MORTIFICA
NASCONDENDOSI DIETRO LUOGHI COMUNI…
È PER QUESTO CHE GODO QUANDO SEGNA UN GOL CAVANI.
Il piu’ bello dei sogni non e’ immenso quanto te.
Tu che ci illudi e ci stanchi, tu che ci incanti, dai non mollare…
e come quando sei sotto di due goal e la partita s’é messa male,
tocca lottare, difendere l’area, poi ripartire,
pressare, alzare il baricentro, ringhiare su ogni pallone.
L’energia dei settantamila
e la sfida, come nella vita, ha bisogno di pazzia… fantasia…
il mio popolo e’ magia pura… e lo stadio si colora e canta….
IO DIFENDO I MIEI COLORI
LI STRAPPO DALLE MANI DEI DETRATTORI E PRETENDO RISPETTO
MENTRE TUTTI QUANTI ME LO TOLGONO
È PER QUESTO CHE IO GODO QUANDO SEGNANO.
È LA DIFESA DELL’ORGOGLIO, UNA PICCOLA RIVINCITA
MENTRE L’ITALIA MORTIFICA
NASCONDENDOSI DIETRO LUOGHI COMUNI…
È PER QUESTO CHE GODO QUANDO SEGNA UN GOL CAVANI.
Come un tunnel senza uscita, pare che non ci sia speranza per la mia citta’… ‘ha detto pure Bocca!
“Queste rive, golfi, insenature, il vesuvio, la citta’ coi suoi dintorni, i castelli, le ville…
siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno.
Se nessun napoletano vuole andarsene dalla sua città,
se i poeti celebrano in grandiose iperboli l’incanto di questi siti,
non si può fargliene carico… qui non si riesce davvero a rimpiangere Roma.
Confrontata con questa grande apertura di cielo, la capitale del mondo nella bassura del tevere
appare come un vecchio convento in posizione sfavorevole”… Goethe
IO DIFENDO I MIEI COLORI
LI STRAPPO DALLE MANI DEI DETRATTORI E PRETENDO RISPETTO
MENTRE TUTTI QUANTI ME LO TOLGONO
È PER QUESTO CHE IO GODO QUANDO SEGNANO.
È LA DIFESA DELL’ORGOGLIO, UNA PICCOLA RIVINCITA
MENTRE L’ITALIA MORTIFICA
NASCONDENDOSI DIETRO LUOGHI COMUNI…
È PER QUESTO CHE GODO QUANDO SEGNA UN GOL CAVANI.
Impara a rispettare il mio popolo, fratello… che hai tanto da imparare.
E poi… e poi non.. non cacciate nessun inno… (‘sto Gigi D’Alessio)
che noi già ce l’abbiamo.
Lasciate perdere, va… bis!
Forgione: «No agli attacchi laziali e saluti a Reja»
Forgione: «No agli attacchi laziali e saluti a Reja»
intervista a Radio Incontro Roma
Dopo la magnifica vittoria del Napoli sulla Lazio per 4-3 seguita da polemiche arbitrali e rimproveri della stampa laziale a Edy Reja per il suo legame con Napoli, Angelo Forgione commenta gli attacchi dell’ambiente laziale a “Napoli nel cuore” su Radio Incontro Roma.
Il Presidente Lotito, un pluri-intercettato la cui squadra è stata salvata dal fallimento “a rate” per motivi di ordine pubblico, ha invocato una task-force per vigilare sulla regolarità del campionato. E come non ricordare Lazio-Inter del 2010 del famoso “scansamoce”?
“DECIBEL AZZURRI”, il nuovo videoclip
“DECIBEL AZZURRI”
il videoclip che catapulta nel “San Paolo” virtuale
3 minuti intensi di stadio virtuale: i suoni, le bandiere, le sciarpe, i cori, le esultanze, il canto di Napoli. L’esperienza del catino di Fuorigrotta con pochi paragoni da rivivere velocemente in maniera multimediale. I decibel del popolo azzurro ai picchi più alti sulla scia dello speaker Daniele “Decibel” Bellini.
LA BANDIERA DELLA NOSTRA STORIA AL “SAN PAOLO” (Napoli vs Catania)
LA BANDIERA DELLA NOSTRA STORIA AL “SAN PAOLO”
Napoli vs Catania, 20 Gennaio ore 21:00
Durante la partita di campionato Napoli – Catania del 20 Febbraio, nel settore distinti (versante curva A) dello stadio San Paolo, numerosi gruppi meridionalisti raduneranno i propri iscritti muniti di bandiere dell’antico regno del Sud per lanciare un forte messaggio identitario ai tanti giovani che gremiscono il catino di Fuorigrotta, affinchè vi sia un maggiore approfondimento della nostra storia sotterrata e una maturazione interiore di un’autoconsapevolezza più diffusa circa un popolo grande ma poi educato alla minorità.
L’iniziativa non avrà alcun carattere politico ma, come detto, sarà improntata alla diffusione della cultura, della storia e all’attivismo pro-attivo a favore del nostro popolo e della nostra terra. Qualsiasi utilizzo di emblemi diversi dalla bandiera della nostra antica Nazione sarà ritenuto strumentale.
Per acquistare la bandiera al prezzo di € 5,00 (110 x 50 cm stampa a sublimazione), basterà fissare preventivamente un appuntamento chiamando al 333 22 05 108 (Stefano) e recarsi poi in Via Belvedere 111 al Vomero (nei pressi della piazzetta)
gruppo Facebook:
http://www.facebook.com/home.php?sk=group_155306377851438&ref=ts
Carlo Alvino e Angelo Forgione:
«PORTIAMO LA BANDIERA DELLE DUE SICILIE AL “SAN PAOLO”!»
CAVANI, ALTRO CHE COLPO DELLO SCORPIONE… È SOLO ILLUSIONE OTTICA.
CAVANI, ALTRO CHE COLPO DELLO SCORPIONE… È SOLO ILLUSIONE OTTICA.
lo splendido “triplete” di Cavani porta in dote un “giallo”. A distanza di qualche ora viene fuori la notizia che si tratti di goal di tacco, ma non è affatto così.
Si tratta di illusione ottica dovuta alla prospettiva schiacciata di una particolare inquadratura. Ma un’analisi dei frame (nel video) conferma che il goal è di testa, e che ad indurre in errore è il movimento sincrono della gamba destra che induce a credere ad una magia. Nel cerchio in giallo è visibile il pallone dietro la testa di Cavani (palla che quindi mai avrebbe potuto attraversare il corpo del giocatore per finirgli sul tallone). Il colpo dello scorpione è rimandato. Cavani è un campione anche senza.