Angelo Forgione – Il cambio di sponsor tecnico porta alla S.S.C. Napoli una “nuova” ventata di storia. Kappa, per ironia della sorte marchio torinese del gruppo Basicnet S.p.A., azienda dell’altrettanto torinese Marco Boglione, ha lanciato da qualche giorno delle nuove t-shirt dedicate al club azzurro con riferimenti storico-identitari. Fa certamente piacere vedere l’incontro tra l’effigie del Regno delle Due Sicilie e lo stemma del Napoli, ma anche la riproposizione del Corsiero del Sole, il cavallo sfrenato che rappresenta la città capitale e l’indomito popolo napoletano da secoli, adottato dalla nascente squadra partenopea nel 1926. Segnali di una storia evidentemente restituita ai suoi significati negli ultimi anni, grazie alla diffusione di chi si è speso per rivisitare le vicende unitarie che hanno visto Napoli comunque protagonista. A vestire di storia ci aveva già pensato da qualche tempo il giovane staff tutto napoletano di Napoli Tà-Ttà, con una serie di proposte di abbigliamento giovanile fortemente identitario. Ora arriva anche la grande azienda di Torino a veicolare col seguitissimo simbolo sportivo della città l’identità storica dei suoi tifosi, molti dei quali già orgogliosi di sbandierare il vessillo dall’antico Stato al seguito degli azzurri. È bastato vedere quante bandiere storiche sono apparse – sempre più numerose – sugli spalti del ‘San Paolo’ in epoca recente per trovare il tema creativo.
Il ritorno alle origini è operazione di divulgazione che ha interessato anche la rivista Focus Storia, il mensile interamente dedicato alle vicende, ai personaggi e alle curiosità che hanno caratterizzato i secoli passati. Nel numero 108 in edicola in questo mese, non a caso incentrato sulle differenze delle tre (e più) Italie, Roberto Graziosi, pescarese, ha realizzato un dossier sulle maglie storiche delle squadre italiane di Calcio, riconducendo l’azzurro vestito da Maradona alle eredità borboniche. Nella ricostruzione si legge però che il Napoli è frutto della fusione operata nel 1926 tra l’Internazionale e il Naples (nato nel 1904 e non nel 1903). In realtà tale fusione si compì già nel 1922, vero anno di nascita del club contemporaneo, che quattro anni dopo cambiò semplicemente la denominazione inglese per darsene una italiana e “accontentare” il regime fascista (grazie al quale le squadre del Nord furono costrette a confrontarsi con quelle del Sud), il quale non gradiva affatto gli inglesismi e ancora meno il termine “internazionale”.
Soffia forte sul ‘San Paolo’ il vento dell’identità
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