Il bluff renziano dei 600 posti Apple a Napoli

Angelo Forgione Presentato in pompa magna da Matteo Renzi, il ‘Centro Apple’ di Napoli sembra sempre più un torso di mela. Il “segno tangibile” dell’attenzione del Governo per il Sud si sta rivelando un boomerang propagandistico, lasciando sulla sua scia i 600 posti di lavoro sbandierati dal premier e dalla sua pletora. Nessuna filiale europea, nessun posto di lavoro, ma una iOs Developer Academy, un’accademia formativa con borse di studio per studenti e laureati vogliosi di imparare i linguaggi di programmazione delle App.
Le prove per la selezione dei corsisti si sono svolte recentemente, senza file e ressa, di quelle che si vedono nei centri commerciali all’uscita dei nuovi modelli di iPhone. Su oltre 4000 domande accettate, si sono presentati  in poco più di 1000. In moltissimi hanno evidentemente compreso l’effettivo indirizzo dell’operazione, rinunciando. Prendono corpo i sospetti della vigilia sulla soluzione orchestrata dal Governo Renzi per sistemare con un bonus l’accordo scontato siglato da Apple con il fisco italiano per una corposa evasione fiscale sulle vendite in Italia.

post facebook del 22 gennaio 2016

Un reportage de La Gabbia Open (La7) ci aiuta a comprendere meglio la vicenda.

A Napoli il centro Apple europeo per le app

Angelo Forgione Apple investe in Italia con un Centro di Sviluppo App iOS a Napoli. Una scelta importante che punta i riflettori dell’innovazione tecnologica sul capoluogo partenopeo.
Tutti a chiedersi perché proprio Napoli, lontano dalla filiale milanese e dalle rete commerciale della multinazionale di Cupertino. Magari c’entra qualcosa l’accordo siglato da Apple con il fisco italiano per evasione fiscale di 880 milioni di Ires tra il 2008 e il 2013, per aver fatturato in Irlanda i profitti delle vendite fatte in Italia. La questione si è risolta in un accordo in base al quale Apple verserà 318 milioni al Fisco italiano. Meno noto è che l’Italia sia stato l’unico Paese europeo ad aver accettato un concordato fiscale con Apple, rinunciando all’intero credito, magari barattando la differenza di 562 milioni con un investimento. Scelta Napoli, terra di talenti enormi e di disoccupazione che offre forza lavoro di qualità a costo più basso.