Addio a Carla Fracci, amica di Napoli

Angelo Forgione Scompare ad 84 anni la più grande danzatrice contemporanea, l’étoile per eccellenza, la “prima ballerina assoluta” per il New York Times.
Festeggiò i suoi 80 anni al San Carlo di Napoli, non alla Scala di Milano, la sua città, che voleva semplicemente farla sedere in platea in occasione di una serata non a lei dedicata.

“A Milano ho dato molto, ma Milano è cambiata. Peccato. Napoli – disse la Fracci – è stata molto più generosa. Sono felicissima di essere a Napoli, una città piena di fantasia, energia, e con un grande cuore. È una città meravigliosa, con un’anima, una semplicità e una generosità che ho sempre saputo apprezzare. Io ho bisogno di calore, di stima, di verità per stare bene. E Napoli è un po’ come casa mia”.

Quella festa non ebbe la grancassa dei media, perché così funziona quando non si tratta della Scala di Milano, ma Carla fu intimamente felice di essere protagonista sul palco, per due sere, in quel teatro, il più bello, quello della prima scuola di ballo d’Europa (1812), che aveva diretto negli anni Ottanta e che ancora sfornava (e sforna) danzatrici, mentre si addolorava per la smobilitazione dei corpi di ballo nei teatri italiani:

“Non si fanno crescere i giovani, non si danno opportunità, e siamo sempre più spinti a reclutare grandi corpi di ballo dall’estero. Un paese senza i mezzi per fare cultura e arte – disse – è un Paese che si nega a un futuro vero, autentico e libero”.

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L’albero-bonsai di Piazza Vanvitelli

L’albero-bonsai di Piazza Vanvitelli

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di Angelo Forgione

Doveva essere il cavallo di battaglia della nuova politica ambientale del Comune di Napoli l’albero di Piazza Vanvitelli che ha sostituito la storica e centenaria palma, morta sotto i colpi del famigerato “Rhynchophorus Ferrugineus”, più comunemente detto “Punteruolo rosso”.
La scelta dell’arbusto fu fatta attraverso il sito del Comune di Napoli che a Gennaio scorso aveva proposto in collaborazione con Legambiente un sondaggio on-line per invitare i cittadini a scegliere, tra sette specie d’albero, quella da piantare nella piazza vomerese.
Un sondaggio mascherato di confronto e coinvolgimento della cittadinanza ma dietro si nascondevano le richieste di Assoutenti che chiedeva una nuova palma e quella del Movimento V.A.N.T.O. che proponeva una statua del grande architetto napoletano Luigi Vanvitelli di cui in città non c’è traccia, a differenza della vicina Caserta evidentemente più grata alla memoria del caposcuola del neoclassicismo. La proposta del busto fu accompagnata dall’avviso del pericolo di cadere in una “trappola”, un’iniziativa che di ambientalista aveva ben poco mentre una vera politica del verde avrebbe dovuto interessare un numero maggiore di piantumazioni in tutta la città e non un singolo esemplare che sarebbe servito a coprire le incapacità dell’amministrazione cittadina di mettere in campo delle misure di contrasto all’aggressione delle palme da parte dell’insetto assassino.
Il sondaggio premiò un “lauro canfora” che venne piantumato il 16 Aprile in pompa magna ma tra i subitanei mugugni di tutti i cittadini presenti delusi dalle dimensioni dell’alberello che si presentava molto diverso da come era stato proposto fotograficamente e testualmente sul sito del Comune dove una simulazione prefigurava almeno un bel colpo d’occhio. La descrizione informava testualmente che si trattava di “albero sempreverde di grandi dimensioni…”.
Una sorta di pubblicità ingannevole, altro che grosso albero! Al centro dell’importante piazza fu piantato un alberello-bonsai che ancora oggi è uno schiaffo all’intelligenza dei partecipanti al voto e allo stesso slargo centrale del quartiere collinare che merita ben altro decoro. Qualora l’alberello possa crescere e divenire come presentato, ci vorranno comunque molti anni. Altro che palma richiesta dai nostalgici, altro che statua di Vanvitelli richiesta da chi voleva valorizzare un po’ della grande cultura settecentesca della città!
Da Palazzo San Giacomo, l’Assessore all’Ambiente Rino Nasti ha lanciato recentemente la campagna “Napoli si albera” con cui si comunica la piantumazione di 1700 nuovi alberi per una città più verde. In attesa che ciò accada, c’è per il momento solo da chiedersi quale politica ecologista sia quella accostata al bonsai di Piazza Vanvitelli. Le tante tecniche di contrasto al “Punteruolo rosso” a Napoli non sono neanche state sperimentate e le palme sono sostanzialmente scomparse dalla città. Basta spostarsi alla vicina Piazza degli Artisti per vedere tronchi di palme segati e neanche sostituiti da nuovi alberi, come in tutto il resto della città.
A poca distanza c’è Piazza dell’Immacolata laddove da alcune settimane giacciono nell’abbandono assoluto degli alberi sradicati e collassati. Nessuno si fa carico di rimuoverli, figuriamoci poi se si tratterà di sostituirli.
E se questo è il Vomero, al centro non va meglio. Del resto le fioriere di Via Toledo installate anni fa nel tratto pedonalizzato “riqualificato” non hanno mai visto piante e fiori, finendo per essere giustamente rimosse di recente perché scambiate dei cittadini per grossi vasi portarifiuti.