Angelo Forgione – Nel contrasto alle complicanze da covid-19, è partita oggi la sperimentazione nazionale del Tocilizumab protocollata dall’AIFA su redazione della task force Cotugno-Pascale di Napoli. E oggi, proprio a Napoli, dove il farmaco anti-artrite reumatoide è stato già da tempo somministrato nelle terapie intensive, sono stati estubati due pazienti gravi: un 63enne, al quale il Tocilizumab era stato somministrato il 7 marzo, e un 48enne, la cui cura era iniziata il 10 marzo. Erano entrambi in rianimazione, intubati con una polmonite avanzata da coronavirus e con prognosi riservata. Ora in ventilazione assistita; se i livelli di respirazione non peggioreranno, lasceranno liberi i loro posti preziosi in Rianimazione.
Cauto ottimismo, dunque, ma segnali incoraggianti alla terapia in cui i medici napoletani credono fortemente, e per la quale stanno procedendo speditamente, rompendo gli schemi e le regole della ricerca biomedica.
Tutt’altra situazione è quella lombarda, dove i medici sembrano incagliati in una preocccupante impasse. Lì non c’è convinzione sull’efficacia del Tocilizumab, anzi. Il professor Massimo Galli, in una delle sue apparizioni televisive, dice che «se n’è parlato troppo» e sulla sua somministrazione «bisogna aggiustare il tiro». E allora, in attesa di essere preciso, studia anche altre soluzioni, verificando gli effetti della Corochina e del Kaletra, mentre sta per partire la sperimentazione del Redemdesivir, un farmaco antivirale efficace contro l’ebola. Così, mentre studiano e analizzano i dati, i ricercatori lombardi si arrendono all’inutilità del medicinale fin qui somministrato, il Lopinavir/Ritonavir, un anti-retrovirale assai potente contro i virus comuni. Galli alza bandiera bianca ai microfoni del Tg3: «Temo che ci si dovrà rassegnare a dichiarare che non serve a molto».
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Intanto è scattata la macchina del fango su Paolo Ascierto dopo l’attacco rivoltogli da Massimo Galli a Cartabianca. Striscia la Notizia ha deriso volgarmente l’oncologo ricercatore napoletano, come se fosse un fessacchiotto allo sbaraglio e forse non sapendo che si tratta di un oncologo al top nel mondo secondo la comunità scientifica, come testimonia il sito specializzato Expertscape.com. Fa tutto parte di una dinamica sociale ben consolidata in Italia, quella che vuole il Nord sempre avanti e il Sud sempre dietro. Indecenti questi meridionali che lasciano il Nord per andare a infettare i parenti al Sud, come se i settentrionali non fossero andati via, magari a sciare o a riempire le case al mare; ignominiosi i medici napoletani che si danno alla macchia, salvo poi scoprire che non è proprio così; ridicolo il provinciale ricercatore napoletano che ha scippato una scoperta alla ricerca milanese, che dice di essere arrivata prima. Ma se è arrivata prima, perché non ha comunicato e redatto un protocollo per l’AIFA affinché tutti potessero beneficiarne, a partire proprio dalla Lombardia che è in stato di crisi sanitaria?
Da questa domanda essenziale, ascoltando gli interventi dei due luminari nelle varie rubriche televisive e consultando alcuni ricercatori, qualcosa l’ho messa a fuoco. Partiamo da un’evidenza che può tradursi in assunto:
Galli e la comunità scientifica di Milano non credono fortemente al Tocilizumab.
Ascierto e la comunità scientifica di Napoli credono fortemente al Tocilizumab.
Da ciò nascono due atteggiamenti rispetto alla sperimentazione:
Galli e la comunità scientifica di Milano stanno lavorando su diverse strade, il che comporta lentezza di risoluzione delle complicazioni causate dal Coronavirus.
Ascierto e la comunità scientifica di Napoli stanno puntando (e rischiando) sul Tocilizumab, accelerando per la risoluzione delle complicazioni causate dal Coronavirus.
E questo è il motivo per cui, pur essendo entrambi a conoscenza dell’esperienza cinese circa il medicinale su 21 pazienti, Galli si è opposto ferocemente ad Ascierto.
La polemica tra Galli e Ascierto nasce da una diversa concezione del rapporto scienza-collettività: lo scienziato si isola da ciò che avviene fuori il suo laboratorio, sperimenta e divulga solo dati certi, partendo dalle pubblicazioni scientifiche, alle quali si devono rifare i giornalisti. Questo è il percorso.
Ascierto e il suo team hanno invece rotto questo protocollo scientifico. Hanno intuito l’utilità del Tocilizumab, si sono consultati con il cinese Ming con cui hanno una collaborazione e hanno avuto conforto. Quindi hanno immediatamente somministrato il farmaco a Napoli e comunicato ai giornalisti i primi esiti della somministrazione. Niente pubblicazioni scientifiche, niente razionalità ma informazione di massa immediata e velocità di produzione di un protocollo per L’AIFA in un momento di crisi sanitaria globale, con tutti i rischi del caso in termini di speranze e illusioni. È questo che ha fatto irritare Galli e i suoi. È questo il motivo per cui Ascierto non ha risposto a Galli, limitandosi a vantare la redazione del protocollo approvato dall’AIFA. Il luminare napoletano sa di aver aggirato l’etica scientifica per abbracciare un’etica umanistica. Potremmo metterla sul piano dello stereotipo, del Nord obbediente e del Sud anarchico, che in un contesto tragico come quello che viviamo può rendere uno scienziato meridionale più umano di uno scienziato settentrionale. Siamo di fronte a due concezioni diverse influenzate da due convinzioni diverse:
Ascierto, che crede fortemente nel Tocilizumab, mette al centro le vite umane, e accelera.
Galli, che non crede fortemente nel Tocilizumab, mette al centro le regole rigide della comunità scientifica, e frena.
Rischiano entrambi, uno sulla propria carriera e l’altro sulla pelle delle cittadini, perché mentre il medico studia il malato muore. Alla fine vedremo chi avrà avuto ragione. Si tratta di scegliere con chi stare. Io, da profano, scelgo Ascierto, e non perché napoletano di cittadinanza come lui ma perché non c’è regola alcuna che valga la vita umana, e di fronte alla morte mi sento anch’io profondamente anarchico.
Al momento, l’azione decisa di Napoli inizia a dare i primi incoraggianti frutti, mentre le ricerche macchinose di Milano risultano sterili. Studia e pensa, il professor Massimo Galli, tra una comparsata televisiva e l’altra. Vuole capire meglio come poter “aggiustare il tiro” delle sue improbabili cure, per sua stessa ammissione inutili, mentre i morti nella sola Lombardia hanno superato abbondantemente quota 2mila su 20mila contagiati. Tutt’altro scenario aveva prospettato il 10 febbraio, due settimane prima dell’esplosione del Covid-19 al Nord, quando azzardò che la malattia difficilmente avrebbe potuto diffondersi alle nostre latitudini, e ora avanza inesorabile anche su Milano, dove i contagi vanno verso quota 2mila. Striscia la Notizia ne avrebbe di materiale per fare satira sull’assoluto protagonista dei palinsesti televisivi di questi giorni, invece di deridere volgarmente chi sta provando con decisione a salvare vite umane (e pare ci stia pure riuscendo), e su cui, allo stato delle cose, sono riposte le uniche speranze.
Usa cautela nelle cure ma non nel prospettare gli scenari epidemiologici il notissimo infettivologo, che ora dovrà “aggiustare il tiro” anche delle sue incaute e sbagliate previsioni della vigilia.
Che quel tiro sia aggiustato presto, e che da Milano o da Napoli arrivi la soluzione tampone. Bisogna fare presto, soprattutto in Lombardia, perché i decessi stanno decimando drammaticamente alcune comunità, e non c’è più tempo per aggiustare il tiro.