Angelo Forgione – La pizza Guinness dei Primati, la margherita più lunga del mondo, è stata sfornata sul Lungomare di Napoli. 1.853,88 metri di prodotto cotto a legna che hanno scalzato la pizza cotta elettricamente di 1.595,45 realizzata appena un anno fa a Milano, durante l’Expo. 250 pizzaiuoli si sono dati appuntamento per l’evento “L’Unione fa… la pizza più lunga del mondo”, coprendo circa due chilometri di tavolo allestiti per l’occasione sulla splendida cornice del Lungomare di via Caracciolo e via Partenope. Dopo sei ore e undici minuti, il risultato è stato certificato dai giudici dei Guinness World Record. 100 metri all’ora la portata di cottura di ognuno dei cinque forni a legna mossi da motori elettrici che, oltre ai prodotti campani doc, hanno garantito il rispetto del disciplinare del prodotto STG.
Record e sorrisi, ma anche proteste per lo spreco alimentare e per i disagi cittadini in un giorno feriale, dopo il rinvio di domenica per maltempo. Spreco indubbio: 2 tonnellate di farina e altrettante di fiordilatte, 1,6 tonnellate di pomodoro, 30 chilogrammi di basilico e 200 litri d’olio, al netto della legna da forno. Solo un quarto del prodotto è finito in beneficenza e a tarda sera tanta era la pizza rimasta sul chilometrico banchetto per motivi igienici e pratici. Ma è chiaro che si sia trattato di un evento promozionale, finalizzato al ritorno d’immagine in termini mediatici per un piatto tipico che mira all’Unesco. Con il record in tasca, la sfida si sposta a Parigi, dove è in gioco la candidatura della “Arte dei Pizzaiuoli Napoletani” alla lista dei patrimoni immateriali dell’umanità. Ritorno anche in termini turistici per una città in pieno slancio ricettivo. Sprecare cibo è immorale ma è anche vero che l’immagine e il turismo necessitano di investimenti e sacrifici per comunicare al mondo. Soprattutto dopo l’Expo milanese, in cui, peraltro, l’analoga performance non aveva incontrato alcuna polemica ma solo esposizione mediatica (come nei precedenti record). Il risultato è che l’immagine della lingua di pizza sul mare del golfo più bello del mondo, nella città dell’intramontabile tradizione gastronomica e della pizza stessa, sta facendo il giro del globo.
Scrivo in uno dei miei libri: “A impattare, oggi, sono le ombre, quelle che proprio certi napoletani, bravissimi a vendere e non a vendersi, sono pronti a reclamizzare con ineffabile autolesionismo, per la gioia dei forestieri, cui non pare vero di poterle sdoganare in ogni dove”. La vicenda pizza-record è paradigmatica. Se i napoletani tutti non capiranno che i soldi spesi per generare soldi non sono mai sprecati, e che loro stessi devono sapersi vendere, non riavranno mai i flussi turistici che le miserie della guerra prima e le leggende sul colera poi, complici le deformi narrazioni dei media, gli hanno sottratto.
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Spot IKEA, la notizia anche sul “The Telegraph”
Spot IKEA, la notizia anche sul “The Telegraph”
anche la stampa internazionale sulla “querelle”
Mentre il “Giurì” della pubblicità esamina la nostra istanza e il sondaggio del Corriere del Mezzogiorno dice che per il 71,5% dei 1360 votanti lo spot IKEA è contro il Meridione, THE TELEGRAPH (una delle testate più note al mondo) riporta la “querelle” con un articolo a firma del corrispondente da Roma Philip Willan. vai all’articolo
Traduzione:
Ikea scatena una bufera con lo spot sui mafiosi
Ikea accusata di abuso di offensivi stereotipi in una pubblicità per promuovere una nuova linea di cucine e chiede scusa.
La pubblicità mostra in televisione e internet le tipiche figure gangster che parlano con accenti siciliani e napoletani e dispongono di un grande sacchetto nero dei rifiuti sospetto.
Si scopre che gli apparenti mafiosi sono semplicemente un gruppo di amici ecologicamente consapevoli in un post-pranzo, il cui comportamento si chiarisce come lo slogan: “. Comportarsi bene in una cucina Ikea é più naturale”.
La campagna pubblicitaria è stata avviata all’inizio di aprile e ha già scatenato l’indignazione diffusa tra la gente del sud-Italia, che ritiene di essere stereotipata.
Tra coloro che hanno acceso la protesta on-line c’è Angelo Forgione, che ha detto: “È un vergognoso spot pieno zeppo di stereotipi sui meridionali. Anch’io non compro più da Ikea.”
Fabrizio Concas, Ikea Marketing Manager, si è detto sorpreso dalla reazione e ha voluto chiedere scusa a tutti i meridionali che si sono sentiti offesi dalla pubblicità.