Giovedì 25 evento all’esterno dello stadio per ricordare Maradona

“D10S”, la statua del popolo donata dal maestro Domenico Sepe ai napoletani, sarà inaugurata giovedì 25 alle ore 13,30 all’esterno dello stadio “Maradona”.
Un dono alla città di Napoli e al suo campione più amato nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa. Nel piazzale antistante i varchi d’ingresso del settore Distinti dello stadio a lui intitolato verrà posizionata la statua che ritrae il fuoriclasse argentino. L’opera resterà visibile fino alle ore 22 dello stesso giorno, in attesa della sua definitiva collocazione nel medesimo posto, che sarà effettuata nelle prossime settimane. Oltre all’inaugurazione della statua, il Comune, rappresentato dall’assessore allo sport Emanuela Ferrante, dall’assessore alla Mobilità Edoardo Cosenza e dall’assessore alla Legalità Antonio De Iesu, omaggerà la memoria della leggenda azzurra con una composizione floreale raffigurante il mitico numero dieci. All’evento commemorativo saranno presenti, oltre ai rappresentanti delle istituzioni cittadine, alcuni ex compagni di squadra di Maradona e Diego Armando Maradona junior.

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Maradona e la cucina napoletana, amore al primo assaggio

Angelo Forgione La governante napoletana di Diego Maradona rivelò che lui le chiedeva spesso di preparargli i capellini in bianco con scaglie di parmigiano. Mary Bruscolotti disse che una sera gli preparò spaghetti aglio, olio e peperoncino, e da allora divenne il suo primo piatto preferito. Confermato dal D10S in persona a Gigi D’Alessio, qualche anno fa in visita al fuoriclasse argentino nella sua casa di Dubai per un programma televisivo.

Tributo a Maradona

Un mio ritratto a matita in grafite di D10S. È il Maradona cittì dell’Argentina, con lo sguardo fiero del leader. Anno 2010, alla soglia dei 50 anni, disintossicato, non l’uomo accompagnato dal mostro, della droga prima e dell’alcol poi. Ho scelto di ritrarre un Diego in buona salute, come lo vorremmo oggi.

Dal Sole a San Paolo fino a Maradona

Angelo Forgione Domenica 6 dicembre saranno trascorsi esattamente 61 anni dall’inaugurazione dello stadio di Fuorigrotta, in occasione di uno storico Napoli-Juventus (2-1). Era stato chiamato “Stadio del Sole”, ma proprio nella primavera del ’61, in occasione del diciannovesimo centenario dell’approdo a Puteoli, attuale Pozzuoli, di san Paolo di Tarso nel suo viaggio da Oriente verso Roma, fu firmata la delibera dell’intitolazione all’apostolo che aveva percorso la via che dalla zona flegrea portava alla Città Eterna, compiendo i suoi passi nelle vicinanze del luogo dove era stato costruito lo stadio, ovvero l’attuale via Terracina, in cui ancora oggi sono visibili dei significativi scavi archeologici. A san Paolo sarebbero stati poi dedicati nelle vicinanze anche un parco residenziale e l’ospedale.

Il numero 61 ricorre continuamente in questa storia. Anno 61, anno 1961, i 61 anni dello stadio e pure il 61esimo anno di vita appena iniziato in cui è spirato Maradona, cui venerdì sarà ufficialmente intitolato lo stadio dalla Giunta Comunale e dal sindaco De Magistris. Un atto doveroso perché in quello stadio sono state scritte pagine importantissime della storia del calciatore più grande di sempre fattosi mito con la sua scomparsa.

Don Tonino Palmese, docente di Teologia e di Pedagogia, chiede al Prefetto di Napoli di conservare la vecchia denominazione dello stadio e sposarla alla nuova (“San Paolo – Maradona”), mentre la diocesi di Pozzuoli, competente per il quartiere di Fuorigrotta, ha invece già “abdicato”:

La memoria di un popolo, il nostro, aperto per sua natura alla cultura dell’incontro, si è mantenuta viva per molto tempo prima che lo stadio venisse costruito, e si manterrà viva ancora dopo. È nel cuore, nella coscienza, di ogni abitante di questa terra che essa vive. Ci sembra invece che intitolare lo stadio a Diego Armando Maradona possa oggi essere un segno di richiamo ai valori fondanti lo sport, facendo riferimento a uno dei suoi più grandi rappresentanti, e a una passione che dall’ambito puramente sportivo deve diffondersi in tutto il tessuto sociale, politico, economico della nostra terra flegrea, con particolare attenzione ai più bisognosi secondo quella generosità che fu anche del giocatore argentino.Ben venga, dunque, l’intitolazione a Diego Armando Maradona del principale impianto sportivo della nostra città, se questo aiuterà la crescita umana e sociale della nostra terra purché non si perda la memoria delle nostre radici e ci siano iniziative culturali significative che mettano in evidenza i fondamenti greco-romani e cristiani della storia del nostro territorio. Senza radici profonde dove andiamo?”

San Paolo portò l’evangelizzazione in Occidente e dalle sponde flegree iniziò la sua diffusione. Il problema, dunque, è studiarla la storia, e chissà quante persone, fino ad oggi, abbiano approfondito il perché lo stadio di Fuorigrotta fosse stato intitolato a san Paolo.

Ne abbiamo chiacchierato a La Radiazza di Gianni Simioli (Radio Marte) con monsignor Gennaro Matino, docente di Teologia pastorale e scrittore.