––– scrittore e giornalista, opinionista, storicista, meridionalista, culturalmente unitarista ––– "Baciata da Dio, stuprata dall'uomo. È Napoli, sulla cui vita indago per parlare del mondo."
Angelo Forgione –Si è riunito stamane il nuovo Consiglio Metropolitano di Napoli, presieduto dal sindaco della città capoluogo Luigi De Magistris. All’ordine del giorno, anche la discussione sul “Concorso di idee per l’ideazione di un’immagine-logo della Città Metropolitana di Napoli”, per il quale non è stata vincolata l’immagine del “Corsiero del Sole”, il cavallo imbizzarrito che rappresenta l’indomito popolo partenopeo dal XIII secolo, ma solo di usare dal 1 gennaio, in fase transitoria, il vecchio logo della Provincia (guarda il video). Ciò, nonostante nei giorni scorsi la stampa (Corriere del Mezzogiorno, La Repubblica e diversi siti di informaziona locale) abbiano raccolto l’allarme lanciato da questo blog.
Angelo Forgione –Il Consiglio Metropolitano di Napoli, assemblea presieduta dal Sindaco Luigi de Magistris, si prepara a lanciare un “Concorso di idee per l’ideazione di un’immagine logo della Città Metropolitana di Napoli”. Interessante atto di indirizzo, ma in fase di proposta e scelta non si potrà dimenticare che l’area metropolitana di Napoli il suo simbolo ce l’ha già, è scolpito nella Storia. Si tratta dal “Corsiero del Sole”, il cavallo imbizzarrito che dal XIII secolo identifica Napoli e, soprattutto, l’indomito e fiero popolo napoletano. La storia è leggendaria e risale al 1253, alla conquista della città da parte di Corrado IV di Hohenstaufen, figlio di Federico II. I napoletani si opposero strenuamente trincerandosi dentro le mura e lo svevo dovette aprirsi un varco sotterraneo. Entrò, vinse e volle dimostrare di aver domato il popolo partenopeo facendo mettere un morso in bocca alla colossale statua del “Corsiero del Sole”, un cavallo imbizzarrito di bronzo posto su un alto piedistallo marmoreo. Il manufatto, purtroppo, fu poi fuso nel 1322 perché si credeva portatore di stregoneria, ma il cavallo inalberato rimase per secoli il simbolo della città e dell’intero suo Regno, fino all’Unità. Lo troviamo ancora oggi nelle decorazioni delle regge (basta alzare gli occhi nelle stanze reali della Reggia di Caserta così come nello scalone di Palazzo Reale) e pure nelle Chiavi della Città, a Palazzo San Giacomo. Il Regno d’Italia ne decretò il declassamento a emblema dell’ente della Provincia di Napoli, oggi soppressa dalla riforma degli enti locali. Ora potrebbe e dovrebbe lasciare il piccolo recinto per tornare a galoppare in uno spazio più adeguato.
Non c’è altro simbolo che possa rappresentare la resistenza dei napoletani. Non c’è altro emblema che possa essere adottato, in chiave sia pur stilisticamente moderna, per la Città Metropolitana di Napoli. Il bando del concorso non potrà non fissarlo come coditio sine qua non.