––– scrittore e giornalista, opinionista, storicista, meridionalista, culturalmente unitarista ––– "Baciata da Dio, stuprata dall'uomo. È Napoli, sulla cui vita indago per parlare del mondo."
Angelo Forgione – Al Real Conservatorio di San Pietro a Majella, Riccardo Muti ha ricevuto le Chiavi della Città di Napoli dal sindaco De Magistris. Applausi non solo per l’esecuzione del concerto ma anche e soprattutto per il discorso al pubblico del Maestro, che ha raccontato i suoi natali napoletani e, purtroppo, un’Italia che umilia la cultura: «L’Italia è il Paese della Musica ma non insegna la Musica. Dobbiamo smetterla di parlare di Cultura se poi non la facciamo più».
La chiusura è un classico del grande Maestro: «Mia madre volle partorire me e i miei fratelli a Napoli perché se un giorno avessimo girato il mondo saremmo stati rispettati». Se oggi è ancora così e grazie a persone come Muti.
Angelo Forgione –Il Consiglio Metropolitano di Napoli, assemblea presieduta dal Sindaco Luigi de Magistris, si prepara a lanciare un “Concorso di idee per l’ideazione di un’immagine logo della Città Metropolitana di Napoli”. Interessante atto di indirizzo, ma in fase di proposta e scelta non si potrà dimenticare che l’area metropolitana di Napoli il suo simbolo ce l’ha già, è scolpito nella Storia. Si tratta dal “Corsiero del Sole”, il cavallo imbizzarrito che dal XIII secolo identifica Napoli e, soprattutto, l’indomito e fiero popolo napoletano. La storia è leggendaria e risale al 1253, alla conquista della città da parte di Corrado IV di Hohenstaufen, figlio di Federico II. I napoletani si opposero strenuamente trincerandosi dentro le mura e lo svevo dovette aprirsi un varco sotterraneo. Entrò, vinse e volle dimostrare di aver domato il popolo partenopeo facendo mettere un morso in bocca alla colossale statua del “Corsiero del Sole”, un cavallo imbizzarrito di bronzo posto su un alto piedistallo marmoreo. Il manufatto, purtroppo, fu poi fuso nel 1322 perché si credeva portatore di stregoneria, ma il cavallo inalberato rimase per secoli il simbolo della città e dell’intero suo Regno, fino all’Unità. Lo troviamo ancora oggi nelle decorazioni delle regge (basta alzare gli occhi nelle stanze reali della Reggia di Caserta così come nello scalone di Palazzo Reale) e pure nelle Chiavi della Città, a Palazzo San Giacomo. Il Regno d’Italia ne decretò il declassamento a emblema dell’ente della Provincia di Napoli, oggi soppressa dalla riforma degli enti locali. Ora potrebbe e dovrebbe lasciare il piccolo recinto per tornare a galoppare in uno spazio più adeguato.
Non c’è altro simbolo che possa rappresentare la resistenza dei napoletani. Non c’è altro emblema che possa essere adottato, in chiave sia pur stilisticamente moderna, per la Città Metropolitana di Napoli. Il bando del concorso non potrà non fissarlo come coditio sine qua non.
Angelo Forgione – Consegnate al Ministero dei Beni Culturali le chiavi della Real Tenuta di Carditello, a tutti gli effetti sotto responsabilità dello Stato. 15 custodi del MiBAC dovrebbero provvedere alla vigilanza del sito. Oggi, nella palazzina reale, sono state issate le bandiera d’Italia e d’Europa. Per rivedere la reggia fruibile bisognerà comunque attendere molto tempo.
Ieri, l’ormai ex custode giudiziario Luigi Meinardi ha lanciato un’atto d’accusa contro gli enti locali, responsabili di non aver risolto il vero nodo che ha bloccato la vendita: la presenza nei paraggi della mega-discarica di Marruzzella, che ha allontanato rappresentanti di cordate fuggite dopo aver appreso della situazione ambientale attorno alla Reggia.
Al secondo piano di Palazzo San Giacomo, antico palazzo dei ministeri borbonici, in un quadro-medagliere, sono esposte e custodite le simboliche chiavi della città di Napoli, risalenti alla prima metà dell’Ottocento. Spicca il bassorilievo del “cavallo sfrenato”, simbolo della capitale e di tutti i territori “al di qua del faro” durante il Regno delle Due Sicilie, racchiuso nell’anello di ciascuna delle chiavi e delimitato da una ghirlanda di foglie di quercia e di alloro, su cui troneggia una corona reale. L’attaccatura dell’anello al gambo è a forma di scudo, sul quale è inciso, in lettere corsive intrecciare, il monogramma CDN (Città di Napoli).