Il comandante affonda con la nave, metafora del paese

Il comandante affonda con la nave, metafora del paese

le colpe, la gogna, la strumentalizzazione

Angelo Forgione – Che disastro, Francesco Schettino! Non tocca a noi giudicare il suo comportamento sulla “Concordia” prima della tragedia dell’isola del Giglio, ma sicuramente possiamo farci un’idea della sua condotta nel momento dell’apocalisse sulla scorta dell’ormai famosissima telefonata intercorsa col Capitano di fregata Gregorio De Falco che lo scuoteva e lo richiamava ai suoi doveri disattesi.
Di certo il Comandante più detestato e famoso del mondo ha tutto il diritto di farsi giudicare in un’aula di tribunale ma la realtà è che il mostro è stato sbattuto in prima pagina e per lui sembra che il processo sia finito ancor prima di iniziare. Abbandonare la nave e non risalirci su è il dato oggettivo per cui Schettino è colpevole, e questo è chiaro a tutti, ma per tanti è anche uno sbruffone, un buono a nulla, e persino un soggetto pericoloso e spavaldo della cui minacciosa personalità bisognava accorgersi prima. È questa l’aberrazione che indicava un servizio del TG5 delle 20:00 del 17 Gennaio (minuto 6.23) in cui delle immagini tratte da Youtube che ritraggono Schettino sulla “Concordia” in atteggiamenti normali per un comandante di una nave da divertimento sono state commentate però come se si trattasse di condotte sopra le righe di una star. E addirittura un riferimento ai suoi tratti somatici, utili alle teorie razziste-risorgimentali di Cesare Lombroso che avrebbero potuto essere applicate sul personaggio, tirate fuori dal giornalista Carmelo Sardo, siciliano d’origine.
Schettino sembra proprio essere colpevole, e dovrà pagare quando il processo lo dichiarerà tale, ma l’analisi dell’uomo prima del regolare giudizio non piace a tutti. E non è  l’unico colpevole perchè non si diventa comandanti di crociera dalla sera alla mattina, e se Schettino è divenuto tale è perchè qualcuno deve averlo ritenuto idoneo per il ruolo delicato da ricoprire. Nell’interrogatorio di garanzia si è definito “un bravo comandante” e per questo il GIP non gli ha concesso la libertà perchè ha capito che il personaggio non si rende conto della realtà; dunque, chi ha stabilito, in seno alla compagnia di navigazione, che fosse in grado di assumersi la responsabilità di sovraintendere alla sicurezza di migliaia di persone? La Costa crociere, sul blog ufficiale, decantava nel Settembre 2010 il cosiddetto inchino della “Concordia” all’isola di Procida (video) e ringraziava il comandante, salvo poi prenderne le distanze all’indomani della sciagura. La pratica non era sporadica e la ripetevano anche altre compagnie in ogni posto suggestivo, come di fianco ai faraglioni di Capri. Come non pensare poi che se ha cambiato la rotta è perchè tale manovra, seppur da fare in assoluta sicurezza, gli era consentita dalle norme della navigazione? Forse anche le norme vanno riviste.
È triste poi dover constatare che il comandante campano sia diventato lo strumento per uno squallido giudizio sulle sue origini napoletane. Leghisti e non, da più parti, attaccano la comunità napoletana capace di generare personaggi del genere, levantini e incapaci di assumersi delle responsabilità. La sottocultura italiana del dito sempre puntato è venuta a galla mentre la nave era ormai ripiegata su se stessa. Schettino è figlio della cultura marinara di Meta di Sorrento, cittadina che affaccia sul mare e quell’orizzonte lo scruta ogni giorno. Una cultura prima imparata nella sua formazione marittima e poi tradita in una notte di follia e terrore, ma pur sempre una cultura che ha dato e da tanto all’Italia. La stessa cultura del Capitano di fregata Gregorio De Falco da Sant’Angelo di Ischia, da tutti indicato come l’uomo che ha dimostrato polso fermo e sangue freddo ma che non era al posto scomodo di Schettino. Il colloquio telefonico tra i due era a Livorno ma sembrava svolgersi a Napoli. Due rovesci della stessa medaglia.
Certamente l’impatto emotivo è fortissimo perchè si tratta di un caso rarissimo di affondamento di una nave da crociera, che a maggior ragione poteva diventare una vera carneficina visto il numero dei passeggeri che equivaleva a quello di una piccola città, e ora è facile ironizzare su una presunta mentalità irresponsabilmente meridionale di Schettino; ma la memoria corta di una certa becera sottocultura italiana fa dimenticare che nel 2001 una tragedia ben più grave ma meno “cervellotica” vide due aerei scontrarsi a terra sulla pista di Linate con ben 118 morti, e le condanne colpirono Sandro Gualano, Paolo Zucchetti, Antonio Cavanna e Giovanni Lorenzo Grecchi; un torinese, due milanesi e un pavese ritenuti responsabili di gravi omissioni e negligenze procedurali.
Gli errori e le esuberanze fanno parte degli uomini, e quando ne fanno le spese delle vite umane bisognerebbe avere rispetto del dolore dei familiari invece di accendere i toni con polemiche soverchie. Schettino è oggi l’immagine della codardia alla quale si contrappone quella incancellabile del coraggio impavido che risponde al nome del carabiniere napoletano Salvo D’Acquisto, colui che nel 1943, a soli 23 anni, sacrificò la sua vita per salvare 22 prigionieri italiani dalla fucilazione delle SS naziste. Medaglia d’Oro al valore lui come la stessa città di Napoli il cui popolo, cacciando da solo dal proprio suolo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce rappresaglia, indicò a tutti gli italiani la via della salvezza. Non lo si dimentichi!

Cruciani insultato in diretta. Napoli è contro la volgarità!

Cruciani insultato in diretta. Napoli è contro la volgarità!
l’insulto equivale alla sirena, ognuno a suo modo fa male a Napoli

In relazione ai volgari insulti ricevuti da Giuseppe Cruciani in diretta da parte di un telespettatore in collegamento telefonico da Pozzuoli (NA), è da stigmatizzare l’atteggiamento dello stesso che non rappresenta assolutamente i Napoletani civili.
Già da questo movimento in passato sono state stigmatizzate alcune esternazioni su Napoli e il Napoli intrise di prevenzione e incultura da parte del Cruciani sia in ambito sportivo (da “Controcampo” di Mediaset) che in ambito storico e più ampiamente sociale (da “La Zanzara” su Radio 24). Ma non è con la maleducazione che si ottiene il rispetto. Con l’aggressione verbale, un qualsiasi concetto evidente finisce per non essere affermato affatto. Anzi!
Il malcostume procura solo danno, a chi ha torto ma anche a chi ha delle ragioni da esprime e che invece non le esprime affatto. E in virtù di ciò, il suono della sirena insistente che zittisce chi parla (e dice cose certificate dai documenti degli archivi storici) denigrando la storia di un intero popolo non è assai meno volgare di un insulto.
Non solo i Napoletani veri ma ogni uomo non può non dissociarsi dai modi del signor Schettino da Pozzuoli. Le scuse competono al colpevole dell’errore, a noi non resta che dissociarci. Ma le vogliamo porgere ugualmente, come non ha fatto Cruciani quando ha offeso la grande storia di Napoli approfittando della sua posizione di forza dai microfoni di Radio 24, evitando il contraddittorio e rincarando la dose dopo proteste e richieste di confronto ignorate. Sia Cruciani che il telespettatore Schettino fanno male a Napoli, chi rendendosene conto e chi no.

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O.

Approfondimento sulla Napoli fannullona che non c’è

Approfondimento sulla Napoli fannullona che non c’è
per il Social Network Badoo, Napoli città più notturna d’Italia

Angelo Forgione – Vale la pena ritornare sulla questione “Napoletani e il lavoro“, nata dall’analisi dello spot Red Bull e sulle esternazioni di Calderoli, per approfondire il discorso con ulteriori elementi rafforzativi della teoria di demolizione di un luogo comune antipatico. Tanti lo sapranno bene ma forse a qualcuno sfugge che la città partenopea è una città nottambula, popolata di gente anche nelle ore buie. Probabilmente molto più delle altre città italiane. Lo sottolinea la guida turistica online 10cose.it che, tra le dieci cose da vedere e fare assolutamente a Napoli, elenca al punto nove “Uscire la sera a Napoli“. Lo conferma in qualche modo la singolare classifica delle città più notturne del mondo compilata sui dati forniti dai 122 milioni di utenti in 180 paesi iscritti al social network Badoo che hanno inconsapevolmente procurato degli indici di misurazione dei picchi di conversazioni online nell’arco delle 24 ore; Napoli risulta la “città più notturna d’Italia”, davanti a Torino, Milano, Firenze, Catania e Roma; 23esima al mondo, anche più tiratardi di New York.
Certo, stare davanti ad un computer non significa godersi la città, e spesso simili classifiche non indicano appieno il risultato annunciato, ma la statistica specifica comunque un’abitudine a prender sonno più tardi che altrove, con tutti gli annessi e connessi. Alzi la mano chi, girando per Napoli a tarda sera, non vede in più zone la città animata da gente che socializza consumando drink fuori qualche locale e, perchè no, mangia anche ad ora tarda. Si, perchè a Napoli si può entrare nei ristoranti a qualsiasi ora del giorno e della notte senza il timore che qualcuno ti chiuda la porta in faccia o ti maltratti al tavolo con la frase “la cucina sta chiudendo” come accade altrove. Per non parlare della Domenica in cui, se il frigorifero è vuoto, non è che sia un problema riempirlo.
Altri aspetti della laboriosità e dell’applicazione degli esercenti napoletani. E allora è il caso di proporre uno spezzone dello spettacolo di Simone Schettino “Dicette ‘o Pappece vicino a’ Noce…” (2004) che rafforza i temi già trattati e in cui aspetti e risvolti del rapporto tra i Napoletani e il lavoro vengono proposti con un misto di ironia e concretezza drammatica rimarcabile.

Intervista esclusiva a Simone Schettino. L’artista: «Nessun sostegno ai candidati sindaci»

a colloquio con Simone Schettino
L’artista: «Nessun sostegno ai candidati sindaci.
Per Napoli ci vuole orgoglio!»

per il sito del PDL Campania è a sostegno di Lettieri ma per par condicio si esibirà per De Magistris

di Angelo Forgione

Giorni caldi per la campagna elettorale pre-ballottaggio. Nel monitoraggio della situazione, ieri ho spulciato nei siti delle sezioni regionali dei due partiti di riferimento dei due candidati. Sul sito del PDL Campania ho trovato una notizia interessante: Simone Schettino ed altri artisti, oltre a calciatori dei Napoli, saranno protagonisti di una serie di appuntamenti dal 23 al 26 maggio nelle piazze della città a sostegno della candidatura di Gianni Lettieri con lo slogan “Noi siamo con Gianni Lettieri perche’ Napoli vuole sorridere”. (vai alla notizia)

L’amicizia e la profonda Napoletanità che mi legano a Simone Schettino mi hanno spinto a chiedergli le motivazioni di questa scelta di campo, ritenendo che fosse interessante per i Napoletani sapere perchè un artista fortemente legato al territorio sponsorizzasse uno dei due candidati. E, sorpresa, ho appreso che la notizia è frutto di un equivoco.

Ecco quindi il mio confronto con Simone Schettino che coglie l’occasione per smentire la notizia e che consiglio di leggere soprattutto nell’ultima risposta.

A.F.: Simone, leggo sul sito del PDL Campania che, insieme ad altri artisti e ad alcuni calciatori del Napoli, sosterrai la candidatura a Sindaco di Gianni Lettieri. Come mai questa scelta?

S.S.: Vorrei tanto poterla motivare se fosse vera, ed invece ecco la risposta che non ti aspetti: mai scelto di sostenere la candidatura di qualcuno, ne in passato ne tantomeno oggi. E mi riferisco a qualsiasi colore, che sia blu, giallo, rosso o nero  per intenderci. Pensa che in passato amici o parenti candidati mi hanno chiesto personalmente un appoggio, un sostegno elettorale, e neanche allora mi sono esposto. È una scelta che ho fatto sin dall’inizio della mia carriera, e fino ad ora è stata sempre rispettata.

A.F.: E allora, chi ti ha inserito nel cartellone degli spettacoli a sostegno del candidato del PDL?

S.S.: Bella domanda… piuttosto che indagare faccio prima a smentire, poi chi sia stato o meno per me è relativo. Tra l’altro penso che ci sia stato un equivoco in buona fede, anche perchè è stato chiarito con molta tranquillità. Tutto è nato dal fatto che mi erano state comunicate delle date di spettacoli comici da fare, e fin qui tutto normale, è il mio mestiere. Poi dai giornali apprendo che si trattava di campagne elettorali dove io venivo coinvolto in prima persona ed in più sostenevo delle candidature. Fermi tutti. Ritengo che il mio campo appartenga esclusivamente al mondo dello spettacolo, c’è qualcosa che non va.  Non ho mai espresso la volontà di sostenere qualcuno politicamente di qualsiasi orientamento, ripeto ne ora ne in passato, ed in questo caso essendo il diretto interessato, penso che il mio assenso era fondamentale. Nulla di personale contro la politica, anzi la ritengo fondamentale per la società e mi interessa molto, ma l’interesse per la politica è una cosa ben diversa dall’interesse nel fare politica. Ecco, è proprio quest’ultimo che non mi appartiene (personalmente ritengo che sostenere o appoggiare qualcuno già significa fare politica). Ragion per cui anche in passato non ho mai sostenuto una candidatura, parenti stretti compresi, a costo come si dice a Napoli ” …’e sfascià ‘na famiglia”. 

A.F.: Certo che però per un parente uno strappo alla regola lo potevi fare…

S.S.: Zittt…..chi sà comm se l’hanno scurdato!!! Ma allora si’ tu ca’ vuò sfascià ‘a famiglia?? Battute a parte, la verità è che in politica spesso si usa un linguaggio forte, dai toni aspri, credo a volte anche inconsciamente, ed io per questo credimi, non sono per nulla portato, risulterei poco credibile. Una cosa però è certa: se un domani dovessi cambiare idea in merito, lo farei in prima persona. Come si suol dire, se proprio devo sostenere qualcuno, sostengo le mie idee. Altrimenti se pijano collera…

A.F.: Quindi agli spettacoli non ci sarai?

S.S.: Beh, a meno che mezz’ora prima di questo nostro colloquio non mi sia scolato due litri di Gragnano (tra l’altro ottimo vino) e fra due minuti rinnego tutto ciò che ho detto, certo che no. Ripeto, non sono adatto per le campagne elettorali, anche se ritengo fondamentale che i giovani si interessino di politica. A testimonianza della buona fede, una volta chiarito l’equivoco, ho accettato l’invito di esibirmi per De Magistris alla Rotonda Diaz Venerdì per par condicio, a presenziare qualche minuto sul palco con la mia comicità, senza alcun accenno alla politica. Lunedì scorso ho affiancato Lettieri, per qualche minuto, a Miano. Anche lì sono andato senza sapere che si trattava di una serata politica. I miei agenti non me l’avevano detto, e per non deludere il pubblico mi sono limitato a un saluto. Alle prossime elezioni per evitare qualsiasi ulteriore equivoco sarò costretto in quel periodo ad andare due settimane a Cuba o in Brasile. Se gentilmente lo accennate voi a mia moglie, può darsi che si convince che è per il mio bene.

A.F.: Cì tenteremo, a patto che compri i biglietti anche per noi. Basta così, è chiaro che sei un artista che non fa campagne elettorali e che per quanto riguarda la politica sei piuttosto ermetico. Ma un’ultima domanda te la devo fare: secondo te di cosa hanno bisogno Napoli e la sua provincia per vedere una soluzione dei problemi più gravi?

S.S.: Penso che il primo passo fondamentale sia riacquistare l’orgoglio delle proprie origini. Io sono di Castellammare di Stabia ed amo Napoli quanto la mia città, la considero la mia terra. Noto che negli ultimi tempi a furia di descriverci su alcuni giornali ed in alcune trasmissioni televisive come una terra di sola monnezza, sempre più persone proprio a Napoli si stanno convincendo che è realmente così. Attenzione a non farsi fregare: sappiamo benissimo che quella è una delle mille realtà della nostra terra, ma ne esistono tante altre, di brutte altrettanto, ma  anche di meravigliose. A queste ultime appartiene ad esempio la forza di reagire, e questo non lo dico io, basta conoscere la storia, è una delle tante qualità per cui siamo famosi. Però se anche noi non ci crediamo più, se viene meno questa straordinaria forza che ha sempre avuto  il popolo Napoletano, allora si che la fine è prossima. Lo dobbiamo a questa città, che ha sempre accolto tutti a braccia aperte, lo dobbiamo ai nostri antenati, che hanno contribuito a renderla bella e famosa nel mondo, lo dobbiamo ai nostri eredi, affinchè possano godersi lo splendore della nostra terra. Che la lega ci vomiti il suo odio addosso ci può stare, fa parte del gioco e soprattutto non ce ne può fregar de meno; ma che un Napoletano dica “Mi vergogno di essere Napoletano” questo si che è un crimine, lo ritengo inaccettabile. E’ una frase che qualche volta ho sentito, ma non voglio sentirlà mai più.

A.F.: Ci troviamo in perfetta sintonia.

S.S.: Tra veri Napoletani…