A Napoli muoiono i partiti e gli elettori. De Magistris non faccia ammazzare il porto e il turismo.

Angelo Forgione De Magistris bis! Vittoria schiacciante, ed era ampiamente prevista. Ribadita la vittoria di cinque anni fa, quando già l’astensionismo aveva connotato il ballottaggio d’andata con Lettieri. Allora votò il 50% dei napoletani, dieci punti sotto la media nazionale. Al ritorno, cinque anni dopo, la percentuale è drammatica: neanche il 36% è andato alle urne, e ciò significa che il sindaco confermato è espressione di un napoletano su quattro. Non si può non rilevare che De Magistris ha perso circa ottantamila voti rispetto a cinque anni fa, quando a dargli la preferenza furono in 264.730 elettori, contro i 185.907 di oggi. Nulla toglie al vincitore, e però la città dimostra di essere non solo indolente e disinteressata ma sempre più sfiduciata e incapace di riscontrare nelle figure in competizione un’idea di amministrazione. Molto ha contato anche una compagna elettorale avvelenata e priva di contenuti, sfociata nella mancanza di confronto, di cui invece la cittadinanza avrebbe avuto assoluto bisogno per un coinvolgimento collettivo, smorzato anche dalle reti nazionali, che a Napoli hanno dedicato un posto di secondo piano, talvolta cancellandola.
De Magistris ha doppiato Lettieri per manifesta inconsistenza dello sfidante e di quelli che lo hanno affrontato al primo turno, e ci è riuscito per diversi motivi. Tre i più incisivi. Punto uno: il sindaco ha saputo raccogliere il sentimento identitario e autonomista crescente. Punto due: nel centro di Napoli è sparita la grande immondizia. Punto tre: a Napoli stanno tornando i turisti. Tanto è bastato per ribadire la supremazia sugli avversari, ma non per il rilancio della città, che è ancora lontano, e resta anche un’incognita sotto lo scontro con il Governo nazionale. Ed è proprio qui che l’ex magistrato si gioca il secondo tempo della sua partita locale, perché tre importanti nodi urbanistici vanno sciolti velocemente, e passano proprio per Palazzo Chigi. Il porto, Bagnoli e Napoli Est. Il porto prima di tutto, il primo per le merci d’Italia e uno dei principali per passeggeri, la prima azienda della Campania, un fulcro di sviluppo della città, che però perde terreno e traffici rispetto agli altri scali italiani e quelli del Nord-Africa a causa del mancato dragaggio dei fondali, ovvero la rimozione dei fanghi che non consentono l’approdo delle più grandi navi merci, ma anche della mancanza di raccordo con la rete ferroviaria nazionale per lo smistamento su ferro. Per non parlare della mancanza di elettrificazione, che costringe le imbarcazioni pesanti a tenere i motori accesi durante l’ormeggio e a inquinare l’area urbana a ridosso. Se non si porrà presto rimedio al problema della profondità dello scalo portuale si andrà incontro anche alla perdita delle navi da crociera. Bagnoli e Napoli Est poi, aree di ruderi industriali interessate da una riconversione ferma anch’essa al palo da decenni. Insomma, un immobilismo che sta paralizzando l’economia della città, al quale De Magistris dovrà provare a richiedere soluzione veloce pur nel suo conflitto in atto contro il premier Renzi e quello annunciato contro le tecnocrazie, le oligarchie e i poteri forti d’Europa. Tocca a lui sbattere i pugni sul tavolo per sollecitare Roma a sbloccare le situazioni. E poi bisognerà mettere mano al recupero monumentale e architettonico. Il piano per il Centro Storico Unesco, prima di tutto, con gli stanziamenti rimasti nel cassetto e riprogrammati. La restituzione alla città della Galleria Umberto, abbandonata e degradata, cui dare il decoro che Milano riesce a garantire, accelerando coi restauri (di tutti i monumenti cittadini) col freno al mano tirato, e studiando un regolamento per l’omogeneità delle insegne degli esercizi commerciali, come nel caso esemplare del capoluogo lombardo. Il recupero della Villa Comunale e della Riviera di Chiaja, spazio preso in ostaggio da una discutibile linea metropolitana che ha sfigurato i luoghi e anche qualche storico palazzo. Il restyling del lungomare pedonalizzato, che necessita di una risistemazione turistica. L’incremento del turismo e il miglioramento dell’accoglienza dovrà essere il vero obiettivo del primo cittadino, perché è quella la vera risorsa di Napoli. Complici i timori internazionali, i flussi turistici verso il Vesuvio sono in crescita. La città ha raddoppiato gli incassi della tassa di soggiorno versata dai turisti, che però non vengono reinvestiti interamente per il miglioramento dei servizi turistici della città, come avviene altrove. Con il solo 30%, il Comune di Napoli è all’ultimo posto nella classifica italiana per reinvestimento dei ricavi turistici. Nelle casse di Palazzo San Giacomo ci sono circa 4,5 milioni di euro che il sindaco deve reindirizzare in buona parte sul settore dal quale provengono, anche perché l’offerta alberghiera della città è quasi satura e si prospetta la necessità di creare nuove strutture ricettive. Non meno importante, il potenziamento della comunicazione, davvero carente per una città che non riesce a dire al mondo che i suoi musei sono tra i più ricchi e importanti d’Europa, che in città ci sono tre dipinti di Caravaggio, la Collezione Farnese, il Tesoro di San Gennaro, tanto per dire, e un’offerta complessiva impareggiabile. E poi ci sono le periferie da attenzionare, troppo trascurate rispetto ai quartieri centrali, la raccolta differenziata da incrementare, la pulizia ordinaria delle strade, la sicurezza da migliorare, lo stadio da rifare, e diversi altri problemi cui mettere mano davvero. È questo il lavoro da fare, a testa bassa, in una città che vuol essere a suo modo autonoma e tornare artefice del suo cammino, ma che deve necessariamente fare i conti con un governo settentrionalista. Per ora Napoli si conferma capitale dell’astensionismo. È un dato allarmante che perde peso solo perché la città in cui risultano in coma i partiti e pure gli elettori non è ritenuta prioritaria nel panorama politico nazionale. Riuscirà il sindaco autonomista a ridarle centralità? A proposito, il PD si salva a Milano e a Bologna, ma perde la prima, la terza e la quarta città d’Italia, di fatto in mano all’antipartitismo. Il partito della rottamazione sembra avviarsi, con tutta la vecchia politica, allo sfasciacarrozze. Una bella soddisfazione per De Magistris, sulle cui minacce di incontinenza in molti hanno forse troppo ironizzato.

Una serata da ricordare a Orta di Atella

Una serata da ricordare a Orta di Atella

uscito il terno: Atellana, V.A.N.T.O. e il Napoli… tre vittorie!

Sport e Cultura, Sabato sera sono andati a braccetto al Palazzetto del Sport F.lli Lettieri di Orta di Atella. Una serata indimenticabile, con una bella vittoria dell’USCAtellana sul Fasano che ha divertito il pubblico presente, l’incontro con Angelo Forgione del Movimento V.A.N.T.O. e Gennaro De Crescenzo del Movimento Neoborbonico che hanno presentato il libro MALAUNITA’ ad un pubblico rapito dalle verità storiche e dall’orgoglio napoletano, e la partita vincente del Napoli sul maxischermo.
Complimenti ai dirigenti della bella realtà sportiva del comune casertano, meritevoli di aver creato un punto di riferimento per i tanti giovani del posto.

“Malaunità” a Orta di Atella

“Malaunità” a Orta di Atella

Sabato 3 Dicembre al Palasport “F.lli Lettieri”

Incontro-presentazione del libro “Malaunità” nel dopopartita dell’incontro di pallamano del campionato nazionale di Serie A2 USCA Atellana vs Handball Fasano.

Angelo Forgione (orgoglio e Napoletanità), Gennaro De Crescenzo  (elementi storici circa i primati del Regno delle Due Sicilie) e Eddy Napoli (spiegazione e proiezione dei videoclip dei brani scritto e cantati per il libro) interverranno sui temi del meridionalismo.

Al termine del dialogo sarà offerto un buffet offerto dall’USCA Atellana con alcuni preparazioni tipiche del territorio (Salcicce e Fiariellli, Tortano e Dolci della tradizione).

E al termine… tutti insieme a tifare per il nostro Napoli sul maxischermo!

VANTO e USCA ATELLANA Handball insieme

VANTO e USCA ATELLANA HANDBALL insieme
esordio della sponsorizzazione contro l’Interscafati

V.A.N.T.O. è lieto di annunciare di aver stretto un accordo di sponsorizzazione con la “Unione Sportiva Culturale ATELLANA Handball” militante nel Campionato Nazionale di Serie A2 di Pallamano Maschile, nel segno della diffusione tra i più giovani, e attraverso lo sport, dei valori della Napoletanità e della nostra storia.
Il logo di V.A.N.T.O. esordirà sulle maglie dell’USCA ATELLANA Sabato 15 Ottobre, al palazzetto dello sport “F.lli Lettieri” di Orta di Atella, per l’incontro previsto alle 17:45 contro la Pallamano Interscafati.
La USCA ATELLANA Handball, nella cui squadra femminile milita Martina Franova (moglie di Marek Hamsik), ricorda che sono aperte le iscrizioni al centro avviamento allo sport, tutti i Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 17 alle 19 presso il palazzetto di Orta di Atella (info: 348.2774934 – 392.5957026 – 340.6552330)


 

Caro De Magistris, ora vai a sud! (?)

Caro De Magistris, ora vai a sud!
il nuovo sindaco faccia l’opposto del suo predecessore

di Angelo Forgione (Movimento V.A.N.T.O.)

Esce per sempre di scena la Iervolino senza lasciare un solo rimpianto che sia uno in città. Il peggior sindaco della storia, ormai da mesi un simulacro errante, e nemmeno tanto errante, che ha lasciato la città in balia delle sue dinamiche perverse e delle sue derive peggiori. Ieri, sotto Palazzo San Giacomo, l’antico palazzo dei ministeri borbonici, c’erano tantissimi giovani e questo la dice lunga sul sentimento di liberazione e sulle speranze che la gioventù partenopea nutre nel nuovo arrivato Luigi De Magistris. Tra quelli che mi salutavano c’era qualcuno che mi diceva «Auguri», a simboleggiare un capodanno napoletano accompagnato anche dai fuochi d’artificio. Un benvenuto a lui, uomo che ha saputo portare avanti una campagna elettorale quasi impeccabile sfruttando proprio l’insoddisfazione dei giovani e le incertezze del vento berlusconiano sempre più debole, a tal punto che lo stesso Lettieri aveva provato all’inizio a presentarsi senza il simbolo del PDL ma con un’immagine quasi neutra per poi sfociare nel populismo, nel nervosismo e nella rissa dell’ultima settimana pre-ballottaggio quando ha capito che le cose si erano messe male.
Una serie di autogoal, suoi e del suo leader, lo hanno messo fuori gioco. Partendo dalle accuse a Realfonzo, passando per quelle al rivale dopo il rogo del proprio comitato elettorale, arrivando alla squallida strumentalizzazione sportiva targata Hamsik e stadio San Paolo. La verità è che De Magistris questi autogol non li ha fatti, mettendo a segno il goal più importante attraendo la vera forza di questa città, quello strato spesso di giovani che verso Lettieri non sono mai andati se non in minima parte per prendersi la musica di Gigi D’Alessio.
Ora, per l’ex magistrato tocca un compito gravoso e comincia il difficile. La vittoria elettorale è solo il trampolino di lancio verso quel mare di problemi per cui una città intera chiede soluzioni. Quell’energia che ha saputo catalizzare non va dispersa ed è questa la principale responsabilità: canalizzarla e indirizzarla in direzione di uscita da ogni depressione, per non tradire il suo elettorato che non è stato titubante ma convinto e deciso. Il Comune di Napoli non è un approdo comodo ma una valle di lacrime, un’azienda da strappare al fallimento che necessita di una cambio di direzione, e appena Luigi comincerà a metterci mano avrà di che mettersi le mani nei capelli, anche se lui ha già cognizione di tutto avendo avuto già consigli dallo stesso Realfonzo. Aggiungiamoci poi che avrà molti bastoni tra le ruote.
Noi cittadini, quella parte sana che ha a cuore le sorti di questa città, siamo ora chiamati non solo a sostenere i propositi della vigilia del nuovo sindaco ma ad incalzarlo fino ad annoiarlo. Ha voluto la bicicletta e ora è giusto che pedali forte. De Magistris ha parlato tanto di un Palazzo San Giacomo trasparente e aperto, di coinvolgimento di tutte le forze sane della città, compresi i movimenti e ogni forma di cittadinanza attiva. Noi di V.A.N.T.O. che facciamo anche questo e con molto vigore, abbiamo captato questo segnale ed è per questo che io stesso mi sono presentato al nuovo sindaco qualche settimana fa al cinema “Modernissimo”, per metterlo già da subito di fronte alle responsabilità che stava caricando su di se con le sue parole-contratti verbali. Avevo capito già da allora, quando in pochi credevano in lui, che sarebbe diventato sindaco, perchè questo vuole Napoli: essere guidata per poter partecipare. La Iervolino non solo ha sbarrato Palazzo San Giacomo facendolo diventare un nuovo Vaticano ma ha anche evitato di guidare la città che inevitabilmente ha sbandato accartocciandosi.
Forse qualcuno non si aspettava una mia presa di posizione e ha sbagliato. Qualcun altro ha sperato che sostenessi l’altra corrente avendo contestato aspramente l’amministrazione uscente. Errore, perchè per me conta Napoli, non gli uomini che sono chiamati a guidarla. Chi si occupa della città e la ama non può non interpretarne i segnali e captarne i sentimenti. E quando un mese fa qualcuno vedeva Morcone vincente su De Magistris e perdente su Lettieri già ero convinto che invece Luigi avrebbe stupito tutti prendendosi la poltrona di primo cittadino. Già al primo turno avevo indicato il voto disgiunto per un nuovo modo di fare politica (vai al post del 14 Maggio) che oggi lo stesso De Magistris celebra, e proprio il voto disgiunto ha consentito la prima parziale affermazione dell’outsider. Li la gente ha capito il vento e in tanti, quelli che il nuovo sindaco chiama “quelli della seconda, terza e quarta ora” hanno rafforzato l’elettorato “arancione”.
Ora la partita è finita e lo scenario si trasforma. C’è un nuovo uomo a cui riferirmi, che se vorrà mantener fede alle sue parole potrà avvalersi dell’appoggio e confronto costruttivo nostro e di tutti gli altri movimenti attivi. Viceversa andrebbe come con la Iervolino che prima ho votato e poi ho combattuto con tutte le mie forze una volta avvertito il tradimento e il raggiro totale.
Un’ultima considerazione la faccio da meridionalista, che è uno stadio diverso da quello di uomo di denuncia e di attivismo. Napoli è morta prima per un regime straniero che l’ha colonizzata e poi per colpa della politica che l’ha tenuta in scacco servendosi della camorra per ovvi interessi. Se Napoli oggi è in ginocchio è colpa della politica! De Magistris è entrato in politica ed è a tutti gli effetti un politico. Ma se vuole dare una mano a Napoli sappia essere uomo del popolo perché Napoli (e tutto il sud) può risollevarsi davvero solo con delle dinamiche protezionistiche e attente ad un territorio fino ad oggi e da 150 anni colpito da inerzie nazionali fortemente squilibrate verso il nord. Solo così si potrà eliminare il bubbone della spazzatura, migliorare l’offerta di lavoro per evitare che i giovani impoveriscano il meridione a vantaggio del settentrione, e restituire ai Napoletani l’orgoglio di esserlo rispolverando e riconsacrando quella grande storia che ha fatto di Napoli la matrice della moderna società europea. Questo lo si fa ridando vita alla città con le forme di cultura di cui è capace per tradizione, e restituendo le strade alla gente aumentando la sicurezza. Senza andare a Sud non si va da nessuna parte!

Una campagna elettorale giocata su un campo di calcio

Una campagna elettorale giocata su un campo di calcio
Berlusconi scende a Napoli e la tratta da colonia

Angelo Forgione (Movimento V.A.N.T.O.)

Sia chiaro, ognuno poteva scegliere dove stare la sera della chiusura della campagna elettorale. Io sono stato in entrambe le piazze per tastare il polso del clima pre-elettorale perchè, pur avendo la mia idea, quello che più mi interessa è la città e il suo popolo. Niente dono dell’ubiquità, la chiusura degli interventi politici alla Rotonda Diaz ha coinciso con l’arrivo di Berlusconi a Piazza Plebiscito, momento in cui la vergogna è venuta fuori con il premier che ha trattato i Napoletani come fanno tutti da 150 anni: colonizzati!
Ma perchè Berlusconi è sceso a Napoli direttamente dal G8 francese? Presto detto. Tutto nasce dal Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che al teatrino di corte di Palazzo Reale, alla vigilia delle prime votazioni, dichiara la sua simpatia per Lettieri. Ma ad inizio settimana, la Gazzetta dello Sport, quotidiano milanese, diffonde l’interesse di Berlusconi per Hamsik. De Laurentiis non gradisce lo sgarbo e incontra De Magistris per parlare dello stadio San Paolo, uno degli stadi più grandi e più fatiscenti d’Europa che la sinistra iervoliniana ha dato in concessione gratuita alla SSC Napoli. Berlusconi capisce l’autogol elettorale e intuisce che l’unica cosa da fare per riparare al danno è andare a Napoli non per parlare di programmi e soluzioni ai problemi ma per dichiarare che non compra Hamsik.
Nota a margine, nella notte seguente appaiono al centro storico e in alcune periferie manifesti contro De Magistris raffiguranti lo stadio San Paolo sbarrato.
Sono li, incredulo di quanto sto ascoltando. Mi dico “Ma come? Qui si decide il futuro di una città in cui l’immondizia invade le strade e i turisti muoiono appena scesi dalle navi, e l’uomo politico con più potere d’Italia, uno degli otto più importanti della terra sulla carta (se ne è vantato davanti la platea), viene nella piazza della grande storia borbonica a parlarci di Hamsik e a cantare ‘o surdato nnammurato?”
È quel punto chiaro che a sostenere Lettieri è il Presidente del Milan, non quello del Consiglio dei Ministri. 
Quando sento quel proclama lancio un “epiteto” sperando di non essere il solo. Probabilmente non lo sono, ma purtroppo, sotto al palco, molti napoletani esplodono giubilanti all’elemosina del Presidente rossonero. A quella carità per una colonia chiamata Napoli, un popolo dritto avrebbe fischiato sonoramente. E invece urla di gioia e bandiere al vento! Dimenticando che quell’uomo sul palco è lo stesso che la mattina di Milan-Napoli, all’Unione del Commercio di Milano (e sottolineo all’Unione del Commercio di Milano), arrembò contro il meridione tutto (non solo Napoli) dicendo “andiamo a battere il Sud”. E anche lo stesso uomo che ha festeggiato con la Lega Nord in parlamento, tra bandiere leghiste e con fazzoletto verde nel taschino, per il federalismo municipale che drena i soldi dei meridionali verso i comuni del nord (leggi).
Qui la politica non c’entra niente. Qui c’entra il populismo politico e la vergogna di un popolo che non riesce e ritrovare se stesso, la propria dignità e la propria consapevolezza. Le mani nei capelli ce le dovremmo mettere noi, non Hamsik. E per disperazione.

p.s.: Hamsik si vende se decide di andarsene e se De Laurentiis decide di venderlo, non se Berlusconi decide di comprarlo.

Morto il turista scippato al porto di Napoli

Lettieri e De Magistris, mentre voi “festeggiate”…
morto il turista scippato al porto di Napoli

Cari candidati sindaci,
a noi non interessa nulla dei cantanti e degli artisti che si esibiranno sui vostri palchi. A noi non interessano le offese reciproche. A noi interessa solamente che in questa bellissima e martoriata città non accada più che un turista scenda da una nave da crociera e trovi la morte per un orologio da difendere.
Antonio Oscar Mendoza è deceduto stamane senza mai aver ripreso conoscenza, e non si conoscono neanche gli autori di questo gesto che devasta la reputazione di un intero popolo.
Chi di voi, cari Lettieri e De Magistris, dai palchi festanti di stasera gli dedicherà un pensiero e un momento di silenzio?
Una città che non sa accogliere i suoi visitatori è una città inospitale. Se li uccide, è una città morta.
Che dolore infinito questa notizia!

Angelo Forgione 

Intervista esclusiva a Simone Schettino. L’artista: «Nessun sostegno ai candidati sindaci»

a colloquio con Simone Schettino
L’artista: «Nessun sostegno ai candidati sindaci.
Per Napoli ci vuole orgoglio!»

per il sito del PDL Campania è a sostegno di Lettieri ma per par condicio si esibirà per De Magistris

di Angelo Forgione

Giorni caldi per la campagna elettorale pre-ballottaggio. Nel monitoraggio della situazione, ieri ho spulciato nei siti delle sezioni regionali dei due partiti di riferimento dei due candidati. Sul sito del PDL Campania ho trovato una notizia interessante: Simone Schettino ed altri artisti, oltre a calciatori dei Napoli, saranno protagonisti di una serie di appuntamenti dal 23 al 26 maggio nelle piazze della città a sostegno della candidatura di Gianni Lettieri con lo slogan “Noi siamo con Gianni Lettieri perche’ Napoli vuole sorridere”. (vai alla notizia)

L’amicizia e la profonda Napoletanità che mi legano a Simone Schettino mi hanno spinto a chiedergli le motivazioni di questa scelta di campo, ritenendo che fosse interessante per i Napoletani sapere perchè un artista fortemente legato al territorio sponsorizzasse uno dei due candidati. E, sorpresa, ho appreso che la notizia è frutto di un equivoco.

Ecco quindi il mio confronto con Simone Schettino che coglie l’occasione per smentire la notizia e che consiglio di leggere soprattutto nell’ultima risposta.

A.F.: Simone, leggo sul sito del PDL Campania che, insieme ad altri artisti e ad alcuni calciatori del Napoli, sosterrai la candidatura a Sindaco di Gianni Lettieri. Come mai questa scelta?

S.S.: Vorrei tanto poterla motivare se fosse vera, ed invece ecco la risposta che non ti aspetti: mai scelto di sostenere la candidatura di qualcuno, ne in passato ne tantomeno oggi. E mi riferisco a qualsiasi colore, che sia blu, giallo, rosso o nero  per intenderci. Pensa che in passato amici o parenti candidati mi hanno chiesto personalmente un appoggio, un sostegno elettorale, e neanche allora mi sono esposto. È una scelta che ho fatto sin dall’inizio della mia carriera, e fino ad ora è stata sempre rispettata.

A.F.: E allora, chi ti ha inserito nel cartellone degli spettacoli a sostegno del candidato del PDL?

S.S.: Bella domanda… piuttosto che indagare faccio prima a smentire, poi chi sia stato o meno per me è relativo. Tra l’altro penso che ci sia stato un equivoco in buona fede, anche perchè è stato chiarito con molta tranquillità. Tutto è nato dal fatto che mi erano state comunicate delle date di spettacoli comici da fare, e fin qui tutto normale, è il mio mestiere. Poi dai giornali apprendo che si trattava di campagne elettorali dove io venivo coinvolto in prima persona ed in più sostenevo delle candidature. Fermi tutti. Ritengo che il mio campo appartenga esclusivamente al mondo dello spettacolo, c’è qualcosa che non va.  Non ho mai espresso la volontà di sostenere qualcuno politicamente di qualsiasi orientamento, ripeto ne ora ne in passato, ed in questo caso essendo il diretto interessato, penso che il mio assenso era fondamentale. Nulla di personale contro la politica, anzi la ritengo fondamentale per la società e mi interessa molto, ma l’interesse per la politica è una cosa ben diversa dall’interesse nel fare politica. Ecco, è proprio quest’ultimo che non mi appartiene (personalmente ritengo che sostenere o appoggiare qualcuno già significa fare politica). Ragion per cui anche in passato non ho mai sostenuto una candidatura, parenti stretti compresi, a costo come si dice a Napoli ” …’e sfascià ‘na famiglia”. 

A.F.: Certo che però per un parente uno strappo alla regola lo potevi fare…

S.S.: Zittt…..chi sà comm se l’hanno scurdato!!! Ma allora si’ tu ca’ vuò sfascià ‘a famiglia?? Battute a parte, la verità è che in politica spesso si usa un linguaggio forte, dai toni aspri, credo a volte anche inconsciamente, ed io per questo credimi, non sono per nulla portato, risulterei poco credibile. Una cosa però è certa: se un domani dovessi cambiare idea in merito, lo farei in prima persona. Come si suol dire, se proprio devo sostenere qualcuno, sostengo le mie idee. Altrimenti se pijano collera…

A.F.: Quindi agli spettacoli non ci sarai?

S.S.: Beh, a meno che mezz’ora prima di questo nostro colloquio non mi sia scolato due litri di Gragnano (tra l’altro ottimo vino) e fra due minuti rinnego tutto ciò che ho detto, certo che no. Ripeto, non sono adatto per le campagne elettorali, anche se ritengo fondamentale che i giovani si interessino di politica. A testimonianza della buona fede, una volta chiarito l’equivoco, ho accettato l’invito di esibirmi per De Magistris alla Rotonda Diaz Venerdì per par condicio, a presenziare qualche minuto sul palco con la mia comicità, senza alcun accenno alla politica. Lunedì scorso ho affiancato Lettieri, per qualche minuto, a Miano. Anche lì sono andato senza sapere che si trattava di una serata politica. I miei agenti non me l’avevano detto, e per non deludere il pubblico mi sono limitato a un saluto. Alle prossime elezioni per evitare qualsiasi ulteriore equivoco sarò costretto in quel periodo ad andare due settimane a Cuba o in Brasile. Se gentilmente lo accennate voi a mia moglie, può darsi che si convince che è per il mio bene.

A.F.: Cì tenteremo, a patto che compri i biglietti anche per noi. Basta così, è chiaro che sei un artista che non fa campagne elettorali e che per quanto riguarda la politica sei piuttosto ermetico. Ma un’ultima domanda te la devo fare: secondo te di cosa hanno bisogno Napoli e la sua provincia per vedere una soluzione dei problemi più gravi?

S.S.: Penso che il primo passo fondamentale sia riacquistare l’orgoglio delle proprie origini. Io sono di Castellammare di Stabia ed amo Napoli quanto la mia città, la considero la mia terra. Noto che negli ultimi tempi a furia di descriverci su alcuni giornali ed in alcune trasmissioni televisive come una terra di sola monnezza, sempre più persone proprio a Napoli si stanno convincendo che è realmente così. Attenzione a non farsi fregare: sappiamo benissimo che quella è una delle mille realtà della nostra terra, ma ne esistono tante altre, di brutte altrettanto, ma  anche di meravigliose. A queste ultime appartiene ad esempio la forza di reagire, e questo non lo dico io, basta conoscere la storia, è una delle tante qualità per cui siamo famosi. Però se anche noi non ci crediamo più, se viene meno questa straordinaria forza che ha sempre avuto  il popolo Napoletano, allora si che la fine è prossima. Lo dobbiamo a questa città, che ha sempre accolto tutti a braccia aperte, lo dobbiamo ai nostri antenati, che hanno contribuito a renderla bella e famosa nel mondo, lo dobbiamo ai nostri eredi, affinchè possano godersi lo splendore della nostra terra. Che la lega ci vomiti il suo odio addosso ci può stare, fa parte del gioco e soprattutto non ce ne può fregar de meno; ma che un Napoletano dica “Mi vergogno di essere Napoletano” questo si che è un crimine, lo ritengo inaccettabile. E’ una frase che qualche volta ho sentito, ma non voglio sentirlà mai più.

A.F.: Ci troviamo in perfetta sintonia.

S.S.: Tra veri Napoletani…

Lettieri vs De Magistris, il boomerang Realfonzo

Lettieri vs De Magistris, il boomerang Realfonzo
Bertolaso, ancora tu?

Il confronto elettorale pre-ballottaggio tra Lettieri e De Magistris è entrato nella fase calda e continuiamo a seguirlo con grande interesse, vista la nostra massima attenzione per la città e per il suo futuro.
È chiaro che la politica ha abituato i cittadini a grandi illusioni e sappiamo bene, da meridionalisti convinti, che senza un’attenzione per le politiche meridionali da portare all’attenzione del governo, per Napoli e per il sud non ci sarebbe un futuro migliore dietro alle solite schermaglie elettorali a cui assistiamo. Lo sfascio Iervolino è sotto gli occhi del mondo intero.
Detto questo, è importante seguire quanto sta accadendo e monitorare la situazione per fornire indicazioni utili a chi è confuso dalle tante parole spese dai candidati, l’uno contro l’altro. Lo scontro si è spostato sulle compagnie, nel senso che De Magistris accusa Lettieri di farsi accompagnare da Cosentino e Bertolaso e Lettieri, di contro, accusa De Magistris di pensare ad una futura giunta comunale con assessori già al fianco della Iervolino, su tutti Riccardo Realfonzo.
Noi che abbiamo a cuore le vicende di Palazzo San Giacomo, che abbiamo accusato e attaccato l’amministrazione Iervolino come movimento civico ma anche raccontato i fatti in veste giornalistica, ci sentiamo in grado di poter fare chiarezza su un’accusa che può diventare un boomerang per Lettieri. Realfonzo, infatti, è un tecnico e nel 2009 ha sbattuto la porta dimettendosi dalla carica di Assessore al bilancio dopo aver accusato la Giunta, Sindaco compreso, di non averlo supportato nelle strategie di cambiamento per uscire dal dissesto e per abbattere quello che definì un sistema clientelare che bloccava la macchina comunale.
È verissimo, come dice Lettieri, che Realfonzo firmò l’aumento della TARSU dal 40 all’80 percento, ma va anche detto che lo stesso Realfonzo non ha fatto altro che applicare il decreto 61 varato nel 2007 dal Governo Prodi che introdusse per il 2008 l’obbligo per i Comuni della Campania di aumentare la tassa sui rifiuti fino a coprire integralmente il costo dello smaltimento. L’obbligo fu poi rinviato al 2009 dallo stesso Governo e Realfonzo ne chiese ulteriore rinvio o eventuale dilazione nel tempo al Governo Berlusconi da cui ricevette rifiuto, pena il commissariamento. Lo scandalo fu l’aver decretato l’aumento in se stesso, non chi lo ratificò. E semmai, a livello comunale, fu scandalo che l’aumento della TARSU scattò mentre il Comune di Napoli non predispose la raccolta differenziata, cosa che non competeva a Realfonzo.
Non esprimiamo giudizi sulla persona Realfonzo ma ci esponiamo semplicemente sul suo operato in Giunta Comunale, sapendo che è terminato spontaneamente per aver constatato di non riuscire a dare il proprio contributo nello svolgimento dell’attività nel rispetto della legalità.
Consigliamo pertanto a Lettieri di cambiare le armi perchè questo è un boomerang. Noi non inorridiamo al nome di Realfonzo e di chi come lui è contro l’illegalità e il clientelismo. Inorridiamo invece quando sentiamo il nome di Bertolaso (lasciando stare Cosentino) quale uomo a cui affidarsi per uscire dalla crisi dei rifiuti, già implicato nelle tristi vicende del recente passato, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Rompiballe” per traffico illecito di rifiuti e truffa ai danni dello Stato e capace di ridere e fare “ironia” sull’eruzione del Vesuvio.

Realfonzo nell’ambito del dissesto del Comune di Napoli nell’articolo per napoli.com: Comune di Napoli, una nave che va a fondo

Realfonzo parla della sua esperienza in Giunta e delle primarie del PD

Bertolaso “ironizza” sull’eruzione del Vesuvio

Napoli al voto. Diciamo basta alla vecchia politica!

Napoli al voto.
Diciamo basta a un vecchio modo di fare politica!

Dimostriamo una nuova coscienza,
sperando che arrivi una nuova politica.

Napoli si appresta a votare il nuovo sindaco nel momento in cui tocca il punto più basso della propria storia. Da più di dieci anni la città è senza una guida, e Palazzo San Giacomo è un bunker inaccessibile che non risponde alle richieste della gente. Dopo l’addio di Bassolino che per più di 15 anni ha tenuto le redini prima della città e poi anche dell’intera regione, ora è il turno del commiato del sindaco Iervolino, il peggior primo cittadino della storia di Napoli senza dubbio, incapace e inadeguata per dieci anni e due mandati, già da tempo defilata completamente. La città è stata negli ultimi mesi completamente “scoperta” e l’ultimo saluto è stato dato in perfetta sintonia con le uscite a cui siamo stati abituati negli ultimi due lustri, cioè definendo “incivile” il Cardinale Sepe che aveva a sua volta definito lo scandalo rifiuti “una vergogna”.

Ora è tempo di mettersi alle spalle questo periodo nero, buio e sperare di poter ripartire con speranza, quella che non deve mai mancare. Diciamolo subito: la politica nazionale dimostra da sempre di essere lontana dalla nostra città e di considerarla anzi un serbatoio da cui attingere anche in termini di voti e consensi da attrarre con le solite campagne elettorali intrise dei problemi di Napoli da risolvere e che nessuno hai mai mostrato di voler risolvere.
È dunque possibile una nuova politica? È possibile un nuovo voto? I Napoletani hanno una grossa responsabilità, qualora ci siano le condizioni e le opportunità per individuare un sindaco che davvero abbia a cuore le sorti della città.

Noi, in quanto attenti osservatori delle vicende della nostra città e soprattutto in quanto meridionalisti, non riponiamo alcuna fiducia nella politica nazionale che, pur essendo consapevole che Napoli è una grande risorsa del paese, la considera colonia insieme a tutto il meridione. Il segnale più forte sarebbe quello dell’astensionismo, ma non sarebbe corretto. E allora bisogna fare una scelta responsabile e di coscienza tenendo bene in mente alcune indicazioni: è necessario uscire dal partitismo sfrenato, ovvero dal bipolarismo di quella destra e quella sinistra che non sono altro che il rovescio della stessa medaglia. Nessuno dei due fronti ha fatto e farà il bene di Napoli, ne siamo più che certi. Pertanto, i candidati del PD e del PDL non avranno il nostro voto, pur nel rispetto di ogni espressione di voto che attiene alla coscienza individuale.

Dunque, è opportuno percorrere nuove strade, quantomeno per dare coerenza con gli atti alle nostre idee. Abbiamo trovato tracce di meridionalismo nella campagna elettorale e, pur consapevoli che di parole se ne fanno tante e di fatti nessuno per la nostra Napoli, non abbiamo la memoria corta e ci ricorderemo di chi ha parlato e come l’ha fatto.

Chiunque abbia preferenze per liste minori e ha perciò timore di disperdere la propria preferenza, sappia che esiste l’opportunità del voto disgiunto (esempio in basso). Basterà apporre una X sul simbolo della lista preferita e un’altra sul nome del candidato sindaco che si suppone possa avere più probabilità di arrivare al ballottaggio.

Diciamo basta a un vecchio modo di fare politica che ha fatto diventare una delle più belle città del mondo la più degradata d’Europa.
La faccia pulita della società civile Napoletana partorisca una nuova coscienza. Sperando che sia una nuova politica.

esempio di voto disgiunto contro il bipolarismo che ha affossato Napoli