Franceschini: «Campania unica al mondo per patrimonio culturale»

Angelo ForgioneTre anni fa si era concentrato sulle potenzialità inespresse di Napoli, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini:

«Se investe in cultura, Napoli è destinata a tornare una delle capitali mondiali del turismo, con tutto il patrimonio che ha».

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Ora, dal palco del Teatrino di corte al Palazzo Reale di Napoli, in occasione degli Stati Generali della Cultura, il ministro ha allargato l’encomio all’intera regione Campania.

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«Non c’è regione al mondo, e dico al mondo non solo in Italia, che ha la stessa potenza cultuale della Campania. Con arte, paesaggio, bellezza, archeologia, mare, creatività, teatro, storia, borghi, città d’arte, cinema, musica, sole, non c’è un posto al mondo che abbia questo patrimonio. Se si investe qua tutto diventa possibile. Il Ministero e il Governo saranno al fianco della Campania se come sistema economico e istituzionale investirà su se stessa, sulle proprie eccellenze».

Inconfutabili parole, ma è ormai necessario fare.

 

Alessandro Gassman: «Napoli faro di cultura per il Paese. Mi dà energia.»

Angelo Forgione È cosa normale che, in occasione di cerimonie di conferimento di cittadinanze onorarie, si spendano belle parole per il luogo che ti tributa un simile onore. Quando però ascolti Alessandro Gassman, nuovo cittadino onorario di Napoli, dire che i napoletani gli danno energia e che quando rientra nella sua Roma, i suoi concittadini gli sembrano «tristi, lenti, spenti», capisci che sta andando oltre le parole di circostanza, perché un conto è omaggiare chi ti omaggia e un altro è farlo a detrimento di chi ti ha dato i natali.

‘Napoli Capitale Morale’ al Premio Troisi

Mercoledì 11 ottobre, alle ore 18,00, presso la biblioteca di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano (NA), nell’ambito della rassegna letteraria della XVII edizione Premio Massimo Troisi diretta da Paolo Caiazzo, sarà presentato il libro Napoli Capitale Morale.  Con l’autore, Angelo Forgione, sarà presente Marco Esposito, giornalista de Il Mattino.L’evento è aperto al pubblico con ingresso gratuito.

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Congresso di Capodimonte: riaccendere la cultura di Napoli

Sabato 8 aprile, presso l’auditorium del Museo di Capodimonte, in cui prendeva il via la mostra dedicata al grande pittore Picasso relativa anche al suo rapporto con Napoli, si è tenuto il primo Congresso Culturale Meridionalista organizzato dalla Compagnia dell’Aquila Bianca.
Il congresso si è aperto con la proiezione di un video in cui l’attore Patrizio Rispo ha letto la poesia di Raffaele Moccia Io sono napoletano, che è stata presentata ufficialmente alla stampa ed al pubblico. Il pittore Gennaro Regina ha inoltre realizzato un quadro che raffigura un Vesuvio da cui escono le parole dell’opera di Moccia ed a tutti i presenti sono state distribuite cartoline che riprendevano il quadro.
Simona Buonaura, moderatrice del congresso, ha intervistato Moccia, facendosi raccontare come è nata la poesia. L’autore, visibilmente emozionato, ha raccontato il sentimento di fierezza e di rivalsa verso i luoghi comuni che ci sono intorno a Napoli che hanno accompagnato la stesura dell’opera, che ultimamente è stata tradotta anche in giapponese. Ma questa è un’altra storia!
Roberto Cinquegrana, presidente de La compagnia dell’Aquila Bianca e motore del congresso, nel dare il benvenuto ai presenti, ha voluto illustrare l’obiettivo dell’incontro, ovvero far trasparire il forte senso di appartenenza Meridionale con una politica del “fare” anche perché partendo dal basso, e quindi dall’associazionismo, dal quale possono arrivare progetti importanti per “aiutare” le Istituzioni a competere sul territorio. Non solo folclore dunque ma voglia di andare avanti e proporre azioni concrete.
A prendere poi la parola, il padrone di casa il Direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger, che si è detto felice di ospitare un evento del genere e, rimeggiando alcuni versi di Io sono napoletano, ha detto che anche lui, una volta fantasma, vorrà aleggiare come Andersen per le vie della città. Ha raccontato che al suo arrivo Capodimonte versava in condizioni quasi di abbandono, con ragazzi che giocavano al pallone nei giardini esterni al Museo. Quando ha deciso di cambiare tutto, ancor prima di farlo, ha stabilito però di offrire un’alternativa ai giovani che giocavano a pallone. Non solo privarli del Real giardinetto!
Il direttore del Mann Paolo Giulierini si è invece soffermato sulla rete virtuosa che si è creata tra i vari Musei, in particolare tra il Mann e quello di Capodimonte anche per una questione logistica e di vicinanza. Il fatto che il Mann sia in una posizione strategica e centrale aiuta ma alla base c’è sicuramente la volontà di creare momenti aggregativi ed eventi che avvicinino i visitatori. Il suo incarico lo porta inoltre spesso fuori Italia ed ha potuto appurare che all’Estero i direttori di Museo sono 32enni ma non per questo meno preparati. Dunque, dare più spazio ai giovani da una parte e dall’altra a chi ha veramente le competenze per essere competitivi. Meglio se entrambe. Dal punto di vista dell’internazionalizzazione c’è ancora da fare ovvero ottimizzare i mezzi pubblici e tutto l’indotto che ruota attorno alla cultura ma si sta lavorando molto anche con le istituzioni.
A rappresentarle, l’Assessore Nino Daniele, che ha portato i saluti anche del sindaco De Magistris ed ha sottolineato come le diversità siano una ricchezza ed ha dunque giocato sul fatto che il suo assessorato vorrebbe denominarlo “delle Culture”. “La memoria e l’identità – ha inoltre aggiunto – sono un presupposto dell’amministrazione che da subito ha professato questa tendenza”.
Il giornalista e scrittore Gigi di Fiore ha rimarcato che a Napoli non hanno aiutato le etichette che aleggiavano dal dopo unità e dunque, a suo avviso, psicologicamente ha giocato a sfavore del meridionale, che si è sentito in inferiorità culturale. Il mezzo per far cambiare le cose è la buona comunicazione, come ha dimostrato Pietrarsa, da poco inaugurata con una narrazione corrispondente alla verità storica del luogo.
Angelo Forgione ha stimolato la riattivazione dei simboli culturali della città affinché sia riportata al centro della cultura europea, e ha definito i contorni dell’identità napoletana, riconosciuta come unica dall’Unesco e dall’Icomos, sulla quale basare una reazione alla volontà di oscurarne le eccellenze. Per lo scrittore, emerge il bisogno di raccontare per bene Napoli all’estero, in tutte le fiere internazionali del turismo e diffondendo informazioni positive sul web, per far sì che venga percepita meritevolmente come città d’arte oltre che come città peculiare, in modo da attrarre inglesi e tedeschi, che, a differenza dei francesi, continuano ancora a considerarla di passaggio.
Ha poi preso la parola Vincenzo Laneri, responsabile dei rapporti con le istituzioni della Compagnia dell’Aquila Bianca, che nel suo intervento, al termine di tante tesi, ha proposto la realizzazione di un’Agenzia istituzionale strutturata che possa in qualche modo superare le lungaggini burocratiche che allontanano anche gli imprenditori che vogliono investire. Un filtro tra associazioni ed enti ed istituzioni preposte. Il moltiplicatore economico sul territorio può essere attivato, dunque, avendo una camera di regia unica in cui convergono tutti gli attori protagonisti di questo risveglio: le associazioni, gli artigiani, gli albergatori, i ristoratori che possono confluire poi in maggiore e sano turismo e quindi poi creare occupazione.
Sono poi intervenuti il segretario di Casartigiani Fabrizio Luongo che ha proposto di creare questa agenzia proprio presso la Camera di Commercio di Napoli quando tra due mesi si insedierà il nuovo direttivo e qualora non riuscisse in questo modo ha offerto l’appoggio della confederazione che rappresenta. Va da sé che durante un congresso meridionalista non si poteva non chiedere ad un interlocutore del genere di far rimuovere, una volta per tutte, il busto di Cialdini dall’ingresso della Camera di Commercio con scroscianti applausi di assenso. Alessandro Caramiello e Giovanni Erra invece hanno parlato dell’importante progetto del galoppatoio coperto di Portici, da poco restaurato ma non ancora inaugurato, che insieme a Cinquegrana hanno progetti molto interessanti per la città.

‘Dov’è la Vittoria’ ad Underground

Tratto dalla trasmissione Underground in onda sull’emittente campana Italia Mia, il racconto della presentazione di Dov’è la Vittoria al Salotto Culturale dello scultore Domenico Sepe ad Afragola (NA).

Lo scultore Domenico Sepe intervista Angelo Forgione

sepe_forgioneAngelo Forgione, scrittore napoletano, giornalista e grafico pubblicitario, opinionista, storicista, meridionalista e culturalmente unitarista. Curatore del blog sulla Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio (V.A.N.T.O.), su cui si legge il suo aforisma più noto: “Baciata da Dio, stuprata dall’uomo. È Napoli, sulla cui vita indago per parlare del mondo.”

Angelo, cosa rappresenta per te questa frase e qual è il suo significato? Raccontaci come nascono V.A.N.T.O. e il tuo blog.
V.A.N.T.O. era qualcosa già dentro di me negli anni dell’adolescenza, ed è venuto fuori spontaneamente. Napoli è una città di difficilissima decifrazione e per capirla bisogna sperimentarla. È un esercizio mentale e culturale non adatto a tutti, ma solo a chi ama la cultura e la storia, ed ha un approccio corretto nei confronti di una città unica, ma unica davvero. Lo dice l’ICOMOS, il cui scopo è promuovere la conservazione e la valorizzazione dei monumenti e dei siti di interesse culturale nel mondo, attraverso il contributo di oltre settemila tra architetti, archeologi, storici dell’arte, antropologi, urbanisti, geografi e storici di diversi paesi. Questa folta equipe studia le caratteristiche dei luoghi e presenta delle accurate relazioni all’UNESCO affinché ne decida l’eventuale inclusione nella lista dei patrimoni dell’umanità. Ebbene, la valutazione ICOMOS del centro storico di Napoli le assegna il valore dell’unicità, e la distingue per bellezza e cultura pure dalle più somiglianti Barcellona e Marsiglia. Purtroppo questo cuore pulsante di cultura occidentale è stato umiliato dalla storia e continua ad esserlo nel presente, stuprato come una bella donna assediata, dai una parte di napoletani e da una parte degli italiani. Io mi impegno sotto il profilo culturale per recuperare storie ed eccellenze nascoste, per raccontare una storia diversa e per fornire degli strumenti di conoscenza che possano ridestare un orgoglio di testa e non di pancia, pur non evitando mai di denunciare i guasti della città stuprata.

Come vedi la Napoli contemporanea e quale scenario prevedi per il suo futuro immediato.
La vedo meglio di qualche anno fa. Abbiamo attraversato periodi disastrosi, e i danni sono stati fatti. Ora si tratta di ricostruire, e la cosa più semplice è quella di partire dall’immagine, che è comunque distorta ed è la cosa più danneggiata. Chi si reca a Napoli scopre qualcosa di completamente diverso da ciò che immaginava alla vigilia, e scopre l’universalità e l’unicità di cui parlavo. Ma molto c’è da fare anche sotto questo aspetto per ottimizzare i flussi turistici e accoglierli al meglio. Poi ci sono questioni annose cui bisogna mettere mano con urgenza e risolutezza, una volta e per sempre. Ad esempio, non possiamo più consentirci di lasciare Bagnoli in certe condizioni, senza operare. Per circa 25 anni sono state fatte solo chiacchiere e sprecati soldi inutilmente. Quello è un paradiso che nessuna città può vantare, ma oggi come oggi non può vantarlo neanche Napoli. È la scommessa su cui si gioca la partita per il futuro turistico di Napoli.

Perché hai voluto scrivere “Made In Naples – come Napoli ha civilizzato l’Europa”?
Perché l’UNESCO ne protegge la storia millenaria, e ne protegge il centro storico, che conserva tracce di preziose tradizioni e di incomparabili fermenti artistici che hanno sviluppato una cultura unica… e ci risiamo… che ha influenzato e plasmato l’Europa e oltre. Tutti sanno che Napoli è nella lista dei patrimoni dell’umanità, ma nessuno sa perché. Capire Napoli, ripeto, è difficile. Conoscere la sua cultura per intero, è ancor più difficile. Io ho esplorato, e ho voluto condividere quello che ho studiato e scoperto, spiegandolo con chiarezza e nel dettaglio.

Made in Naples vuole essere una risposta a “Gomorra”?
In qualche modo, lo è automaticamente. Di libri che diffondono le ombre di Napoli ce ne sono tanti e fanno il giro del mondo, deformando i connotati della città. Io mi sono occupato della Napoli luminosa, culla della cultura d’occidente, pur non evitando di analizzare i suoi problemi di oggi, ma trovandovi delle cause e proponendo delle soluzioni. È un libro che tutti i napoletani dovrebbero leggere, perché ridefinisce tutto il pianeta partenopeo, e non si concentra solo su un problema che tanto fa presa sull’immaginario collettivo.

“Dov’è la vittoria” – le due Italie nel pallone (aspetti sportivi della malaunità politico-economica)”. Ci racconti il tuo ultimo libro?
È anche questo un libro mai scritto prima, ma diverso per impostazione. Dov’è la Vittoria è una fotografia del Calcio italiano che illustra con completezza un aspetto poco dibattuto dell’annosa “Questione meridionale”: quello sportivo. È un’indagine che spiega le cause delle differenti performance sportive delle squadre del Nord e del Sud Italia. Sono partito dai freddi numeri, dai soli 8 scudetti delle squadre del Sud contro i 103 delle squadre del nord, e con questo lavoro spiego questo divario che è figlio diretto di quello creato con l’Unità d’Italia. Del resto è impensabile che il fenomeno Calcio, che investe la finanza e la politica, sia slegato da ciò che è la società. Inoltre c’è tutta una parte che riguarda la sociologia, tra scelte di fede dei tifosi e discriminazione territoriale, e pure una corposa parte del libro in cui descrivo e analizzo accuratamente tutti gli scandali del nostro campionato. Insomma, veramente uno dei pochi libri che ci fanno conoscere l’Italia e il Calcio italiano, l’una attraverso l’altro. Del resto, Oliviero Beha, non uno qualsiasi, scrive nella prefazione che “è un libro che ha diritto di cittadinanza tra quelli che finora raramente sono stati capaci di intrecciare il Calcio con la società che lo contiene e di cui è espressione macroscopica”. Meglio di così non potrei presentare il mio lavoro.

Angelo, condividiamo un bellissimo ricordo nella mia bottega d’arte, dove abbiamo raccontato Angelo Forgione. Ci racconti brevemente quali sono state le sensazioni e le atmosfere di quella serata?
Sì, davvero un ricordo bellissimo. Un’atmosfera particolare, dove ho respirato arte e dove tutti erano catturati dalle mie parole sulla cultura napoletana. La protagonista era lei, non io. C’è bisogno di più luoghi e più appuntamenti del genere sul nostro territorio. Complimenti!

Un saluto e un augurio in vista delle festività natalizie.
Auguro a tutti i lettori quattro cose: salute, sicurezza economica, sicurezza affettiva e cultura. La ricetta della felicità è tutta qui. Per i primi tre ingredienti ci pensa Dio, e l’augurio è doveroso per questo. Per il quarto ci dovete pensare voi. Magari regalandovi e regalando buoni libri. Magari i miei. Ve li consiglio.

La cultura invade l’anima: la difesa meridionale

Il “Salotto culturale” dello scultore Domenico Sepe è pronto per l’appuntamento di Venerdì 30 maggio alle ore 21,00 presso la bottega d’arte dell’artista ad Afragola. Ospite d’onore Angelo Forgione, che presenterà la sua creatura Made in Naples.
“La cultura invade l’anima – tema: la difesa meridionale”.
Via Saggese V trav. n 1 Afragola (NA) – Ingresso libero

salotto_culturale

Presentazione “Made in Naples” a Ercolano

oro_del_miglioSabato 11 Gennaio appuntamento alle ore 18.30 presso Villa Maiuri a Ercolano per la presentazione dell’associazione-culturale “L’Oro del Miglio“.
Ospiti d’onore saranno Angelo Forgione, autore del grande successo Made in Naples, libro che sarà presentato durante la serata, e Giuseppe Maggi, grande archeologo e cittadino onorario di Ercolano. E poi altri ospiti e speciali sorprese all’insegna della valorizzazione del territorio vesuviano.

La fame di cultura del Sud

Angelo Forgione – Chiari segni della fame di cultura meridionale. L’iniziativa nazionale “Una notte al Museo” del 28 dicembre è stato un successo, con il 45% in più rispetto all’edizione del 28 settembre scorso, anche in quell’occasione con ingresso gratuito. E tra i musei più visitati, complice anche la buona presenza di turisti a Napoli tra Natale e Capodanno, spicca la Reggia di Caserta con 6.394 visitatori, seguito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli con 4.137, Palazzo Reale di Napoli con 3.594 e il Museo di Capodimonte con 2.800. Lunghe file anche al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, per ammirare i Bronzi di Riace, con 2454 ingressi dopo le 20.
Il risveglio culturale è in atto e non deve arrestarsi. Per ovvie ragioni, salto di gioia per questi dati pubblicati dal Ministero dei Beni Culturali, che confermano quanto siano importanti le energie profuse per la valorizzazione del patrimonio culturale e monumentale di Napoli, Caserta e del Mezzogiorno. Oggi, durante il programma radiofonico “La Radiazza” di Gianni Simioli su Radio Marte, di cui sono stato ospite in studio, ho fatto i miei auguri alla Campania ricordando Tommaso Cestrone, l’angelo di Carditello, auspicando che il ministro Bray faccia il possibile per onorare la promessa fattagli e restituire la Real Tenuta di Carditello alla collettività. Sarebbe il più bel regalo per il 2014 in arrivo.

Benitez: «le bellezze di Napoli meritano promozione»

Dopo aver girovagato per i luoghi più emblematici del turismo culturale nei dintorni di Napoli, da Pompei alla Reggia di Caserta, dal Palazzo Reale di Napoli al teatro San Carlo, passando per la Cappella Sansevero, ed esserne rimasto fortemente impressionato, Rafa Benitez ha sentenziato la cosa più condivisibile di questo mondo all’indirizzo delle istituzioni: «Le bellezze di Napoli e della Campania sono straordinarie ma si potrebbe fare di più per la loro valorizzazione dal punto di vista del marketing. Quando ho firmato per il Napoli – ha raccontato l’allenatore del Napoli – ho chiesto ai tifosi su internet quali luoghi avrei dovuto visitare e ho una lista di dieci posti. Me ne manca ancora qualcuno ma posso dire che le bellezze di questo territorio mi hanno impressionato. Certo si può migliorare, magari imparando da quello che fanno in altri luoghi del mondo per valorizzare le bellezze. Luoghi come Palazzo Reale, il Cristo Velato in un altro paese, con un altro tipo di marketing sarebbero sicuramente vendutì di più. Penso a Pompei, che è un luogo bellissimo ma si può vendere meglio e questo porterebbe anche lavoro e soldi al territorio. Io non sono nessuno nel settore ma mi sembra che il marketing sia importante».
Inutile commentare frasi che si sposano perfettamente con argomenti affrontati quasi quotidianamente in questo blog e sviscerari nel libro Made in Naples, da cui è estratto il seguente stralcio:

Nonostante gli scavi pompeiani rappresentino uno dei siti archeologici più visitati al mondo e il secondo sito turistico italiano dopo i Musei Vaticani, in buona compagnia di quelli di Ercolano, della magnifica Reggia di Caserta, degli impareggiabili Museo Archeologico Nazionale e Museo di Capodimonte di Napoli, la città d’arte meta del Grand Tour, col centro storico UNESCO più vasto d’Europa e con la maggiore concentrazione d’arte, ricca di tesori e attrattive monumentali, paesaggistiche e enogastronomiche, al centro di una macro-zona turistica senza rivali al mondo, non riesce ad attrarre come potrebbe e come riuscì a fare quando creò nuova ricchezza culturale per tutto il mondo. Uno spreco umiliante per una storia che racconta della capacità napoletana di inventare nuovi itinerari alternativi a quelli già affermati, intercettando i viaggiatori, prolungandone il percorso e divenendone protagonista. A quel tempo – è fondamentale sottolinearlo ancora – si viaggiava per cultura.
(Made in Naples, Magenes 2013 – capitolo “L’attrattiva Turistica”)

Identità turistica di Napoli e ricchezza non sfruttata (approfondimento)