Addio al pioniere delle tivù private

gregorio

Angelo Forgione – Io l’ho conosciuto Pietrangelo Gregorio, l’uomo che nel 1966 inventò la tivù privata dal nulla, stendendo cavi e ripetitori di segnale su tutti i terrazzi del centro di Napoli. Aveva 85 anni quando lesse il capitolo che gli avevo dedicato in Made in Naples, e mi volle incontrare per dirmi personalmente che non aveva mai letto un approfondimento della sua storia così completo. Non se ne capacitava, perché non lo avevo mai interpellato, non gli avevo fatto neanche una domanda per scriverla. Era tutta ricerca. Io mi stupii invece di conoscere un ottuagenario così lucido, pronto, brillante di testa. Lui continuava a sperimentare e mi mostrò il suo studio in via Foria. Non era mica uno che se ne stava a casa a leggere il giornale o al parco a chiacchierare con i coetanei.
Ogni tanto mi chiamava per informarmi delle sue vicende, sempre con un garbo piacevolissimo. «Come state, dottore?», sempre a darmi del nobilissimo Voi.
Pietrangelo Gregorio portò il colore a Napoli quando la RAI nazionale trasmetteva ancora in bianco e nero, e fu ostacolato dal Governo per la sua scomoda modernità. Era un uomo davvero semplice, senza agganci in una città debole, e dovette assistere impotente all’ascesa dirompente di un imprenditore di Milano con fortissimi appoggi. A 90 anni ha chiuso la sua vicenda in terra, assai complessa e significativa quantunque poco nota. Una storia oscurata che parla di un primato tecnologico tutto partenopeo e di un Signore che merita il giusto tributo dai napoletani e non.
I miei rispetti, Ingegnere.

Presentata la Prima Mostra d’Arte Tridimensionale al mondo

Angelo Forgione – Si è svolta venerdì 23 maggio, al Maschio Angioino, la conferenza di presentazione della prima mostra d’arte tridimensionale al mondo, curata da Pietrangelo Gregorio. In futuro, l’esposizione girerà l’Italia e mostrerà lo stato dell’arte in tema di 3D e tecnologia anaglifica al servizio della valorizzazione dei beni culturali.
Intanto, dopo la sperimentazione delle trasmissioni su Telecapri, è stato sancito con l’emittente NapoliTivù l’accordo per l’avvio imminente della regolare programmazione tridimensionale per DGTV. Napoli è da oggi detentrice di un nuovo primato che, nonostante il poco clamore suscitato, sarà compreso in futuro.

da Pupia Campania

Al Maschio Angioino la primissima Mostra dell’Arte Tridimensionale

Napoli precede Parigi, dove un allestimento simile è in fase di studio al Louvre

Angelo Forgione – L’ingegner Pietrangelo Gregorio è il protagonista di un capitolo di Made in Naples, libro della Napoli che crea da almeno quattro secoli. Grande genio cui si debbono numerose invenzioni (oltre 300 brevetti), alcune delle quali tradotte in primati napoletani, e già creatore della prima emittente televisiva privata d’Italia via cavo (Telediffusione Italiana – Telenapoli) negli anni Settanta, è oggi, a 86 anni, protagonista della sperimentazione del primo sistema di ripresa e di riproduzione televisiva in 3D per il digitale terrestre, col quale sta cercando di abbattere il monopolio delle costose piattaforme satellitari a pagamento. Dopo il giusto spazio assegnatogli in Made in Naples è ora il Comune di Napoli a tributare all’inventore i giusti meriti e ad annunciare un nuovo primato napoletano, ospitando una mostra d’arte tridimensionale nel museo del Maschio Angioino che si inaugurerà venerdì 23 maggio alle ore 11.00 nella Torre del Beverello.
La mostra sarà visitabile fino al 30 settembre 2014. Orari di accesso al pubblico: ogni giorno dalle ore 10.30 alle 16.30 (escluso la domenica).

Un nuovo primato napoletano: La prima Mostra dell’Arte Tridimensionale nel complesso monumentale di Castel Nuovo

Il 23/05/2014 verrà inaugurata a Napoli nella Torre del Beverello, in Castel Nuovo, la prima mostra dell’arte tridimensionale. Un evento di particolare interesse scientifico, relativo all’applicazione della tecnologia anaglifica ai processi di promozione dell’arte e della valorizzazione dei beni culturali.
Vero è che, per anni, si è sempre discusso sulla possibilità di diffondere la stereoscopia e il tridimensionale, partendo dai musei, col semplice mezzo anaglifico (visione con occhiali bicolori), senza dover ricorrere a sofisticate tecnologie, cinematografiche o televisive. Avvalendosi di esperti stereografi si sono infatti organizzate, in passato, mostre tridimensionali nelle metropoli di Los Angeles, Parigi, Francoforte, Montreaux, dove le immagini presentate, di piccole dimensoni (30×40 cm.) e con un rilievo limitato, non destarono tuttavia alcun interesse da parte dei visitatori. Ragion per cui le mostre tridimensionali furono abbandonate.
In Italia le ricerche continuarono, seguendo le originali teorie ed innovazioni stereoscopiche del sistema “Stereogregor”, ideate dal ricercatore napoletano Pietrangelo Gregorio (noto per essere il pioniere della televisione libera italiana) che consentivano numerose nuove possibilità: basti ricordare lo schermo tridimensionale più grande del mondo (60 metri di lunghezza, primato ancora imbattuto!) realizzato nella sala Plinio a Pompei, nel 1994, sul quale 48 proiettori tridimensionali sincronizzati proiettarono, per oltre un anno, le più suggestive immagini degli scavi di Pompei, come ampiamente riportato dai mass media dell’epoca.
Sempre seguendo questo sistema, Geppino Gregorio, figlio del celebre inventore, e gli ingegneri Zipoli, Di Febbraro e Caputo hanno dato vita al “Centro Ricerche Scientifiche” con lo scopo di rielaborare il sistema
anaglifico, riuscendo ad ottenere immagini tridimensionali di grande formato, riducendo così, notevolmente, i difetti dell’anaglifo e mostrando una notevole profondità di rilievo con un effetto gradevole e stupefacente.
Si è così potuta realizzare la prima Mostra dell’ Arte Tridimensionale, esposta nella Torre del Beverello, in Castel Nuovo. Napoli è dunque la prima città a presentare una mostra di Arte Tridimensionale, mentre al museo del Louvre di Parigi è ancora, da anni, in fase di studio, una “mostra stereoscopica anaglifica”.
Le opere esposte
Questa prima mostra comprende 12 opere su tela pittorica in formato 100 x 140 cm., concernenti opere d’arte del Museo Archeologico di Napoli (Agrippina, Divinità fluviale, i Corridori), fontane monumentali partenopee (fontane del “Nettuno”, degli “Innamorati”, del “Carciofo”), Castel Nuovo con il suo Arco di Trionfo (con un eccezionale percezione del rilievo), Castel dell’Ovo, Chiostro grande di San Martino, Palazzo Reale, Basilica di San Francesco da Paola, ed infine, la nuova Piazza Bovio.
Per ogni opera è stata curata la particolare ripresa 3D, molto diversa da quella abituale, per stabilire le migliori convergenze e le varie parallassi con le relative distanze stereoscopiche. La tecnica “italiana” Stereogregor, utilizzata da Geppino Gregorio, che ha curato le riprese e le configurazioni 3D, offre una gradevole e suggestiva percezione della terza dimensione, al punto da rendere necessaria al visitatore un’ampia sosta davanti ogni opera e, per consentirne la visione contemporanea al vasto pubblico, si è scelto di aumentare il numero dei visori con l’ausilio di uno speciale strumento predisposto per meglio apprezzare tutti i particolari delle riproduzioni.

Tempo di Pastiera, tempo di profumi e sorrisi.

Angelo Forgione – Tempo di Pastiera, tempo di profumo nell’aria di Napoli… e di sorrisi.
Il dolce pasquale napoletano è una vera sfida tra massaie a chi la fa più buona, vantando la custodia e il rispetto della vera ricetta. C’è chi, alla ricotta, mescola le uova sbattute; c’è chi invece sostituisce l’aggiunta con crema pasticcera. Ma il giudizio non è mai unanime. L’unica certezza è che la pastiera va preparata il Giovedì Santo, al massimo il Venerdì, per consentire l’esaltazione degli aromi. Il resto è rito.
Le primissime versioni della Pastiera risalirebbero addirittura alla Neapolis romana, accompagnanti le feste pagane per la celebrazione dell’ingresso della primavera. Così come la conosciamo oggi, nasce nei monasteri dei decumani, per mano delle suore che ne simboleggiarono la Resurrezione di Cristo. Quelle del convento di San Gregorio Armeno erano considerate vere e proprie maestre nella sua preparazione, ricca di profumo e sapore che significano la Primavera. Il grano cotto, l’acqua di fiori d’arancio, il limone, il cedro e l’arancia candita, la cannella e la vaniglia. Cosa c’è di più profumato al mondo? Provate ad entrare in una casa napoletana nei giorni che precedono la Pasqua, e ve ne renderete conto.
L’esplosione dolciaria al tempo dei Borbone diede ancora più slancio all’ormai nobile dolce. Pare che la regina Maria Cristina di Savoia, la “Regina Santa” di cui si diceva che non sorridesse mai, cedette alle insistenze del marito Ferdinando II, ghiotto del dolce pasquale. Ne assaggiò una fetta e sorrise. Il re esclamò: «Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo».

Il pioniere della TV privata prova “Made in Naples” in 3D

gregorioAngelo Forgione – L’ingegner Pietrangelo Gregorio, primissimo pioniere dell’emittenza privata in Italia, ha dedicato a Made in Naples una prova tecnica di trasmissione tridimensionale del sistema Stereoglobal/G da lui inventato per consentire la trasmissione e la visione di programmi in 3D senza l’ausilio della banda larga, ovverso su comuni canali del digitale terrestre.
Alla storia di Pietrangelo Gregorio, osso duro per Berlusconi negli anni Ottanta e da sempre mente lucida del territorio campano, ho dedicato un intero capitolo sul mio libro, descrivendone le vicende e il ruolo primario nella storia dell’emittenza televisiva nazionale e anche europea. L’uomo dalle tante invenzioni sta sperimentando su TeleCapri e TeleCapriNews la tecnologia “low-cost” da lui creata, basata sulle convergenza oculare e sulla stereopsi composita, e si prepara all’ormai prossima inagurazione con cui Napoli, a tutti gli effetti, conseguirà ufficialmente un nuovo primato, stavolta in ambito tecnologico.

la visione del video in 3D, comunque non ottimale a causa della qualità compressa del video sul web, richiede l’uso di comuni occhialini con cromia rossa e azzurra.

La statua più bella del mondo? Scolpita da un presepista.

Brevissima storia del Presepe napoletano a “la Radiazza” di Gianni Simioli su Radio Marte.

Con “Illuminapoli” il via al Natale

ma nella strada dei pastorai di San Gregorio Armeno è polemica

illuminapoliAngelo Forgione per napoli.com – Inaugurate sabato 30 novembre, in anticipo rispetto al tradizionale week-end dell’Immacolata, le luminarie natalizie targate “Illuminapoli”. Cerimonia in piazza del Plebiscito col sindaco De Magistris, il vicesindaco Sodano, il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni e il direttore operativo della Citelum Acea Napoli Pasquale Gerardo Franco Citro.
Installazioni tridimensionali e luci di ultima generazione a basso consumo con giochi luminosi in diversi punti della città, tra i quali: piazza Vanvitelli, via Kerbaker, via Solimena, via Luca Giordano, via Massimo Stanzione, via Scarlatti, via Morghen, via Bernini, via Alvino, piazza dei Martiri, piazza Vittoria, via Morelli, via Calabritto, via S. Caterina a Filangieri, via dei Mille, via Chiaia, via Colonna, piazza Municipio, via Cervantes, via Incoronata, via del Carretto, via Guantai Nuovi, via Pessina, piazza Dante, via Toledo, piazza Trieste e Trento, piazza Plebiscito, Galleria Umberto I, via Duomo, corso Umberto, corso Garibaldi. Sulla rete è stato avviato anche un sito internet dove si potranno inviare le fotografie personalizzate e vedere quelle più belle.
Resta lo spinoso problema di San Gregorio Armeno, la strada dei pastori famosa nel mondo che attrae milioni di visitatori. Il gemellaggio sancito con le “luci d’artista” di Salerno nello scorso anno è saltato a causa di lungaggini burocratiche ma la Camera di Commercio assicura che dei decori luminosi arriveranno entro la festa dell’Immacolata anche ai Decumani. E così, mentre a Piazza Plebiscito si sono accese le luci, nell’antica Neapolis è stata inaugurata la 141esima edizione della “Fiera di Natale ai Decumani” con lo spegnimento simbolico delle luci delle botteghe artigiane di San Gregorio Armeno per dieci minuti, a partire dalle ore 18.
I presepi napoletani avranno i loro prosceni anche fuori città: a Milano, dove domenica 1 dicembre si inaugurerà la mostra di arte presepiale promossa dall’Associazione Corpo di Napoli e al Vaticano di Roma, dove lunedì 2 partirà l’allestimento di una grande Natività sotto l’Obelisco in piazza San Pietro.

Napoli non solo ombre, alberghi pieni a Natale

Natale a Napoli, pochi soldi ma tanti turisti in arrivo. Inutile dirlo, da gran richiamo fa San Gregorio Armeno con la sua tradizione presepiale. Anche il Comune di Napoli, nel gran clima di totale austerity, ha approntato un programma di eventi consultabile sul sito istituzionale che prevede mostre nei musei, presepi viventi, fiere e mercatini, visite guidate e spettacoli. Previsto il tutto esaurito negli alberghi di una città che fa perno sulla sua cultura per richiamare visitatori senza troppi “strilli” e per annullare la cattiva pubblicità derivante da eventi tristi e talvolta luttuosi che spesso condizionano più la percezione di troppi napoletani che non quella di chi ha voglia di scoprire e toccare con mano la città del Natale d’occidente. A partire dalla notte tra il 7 e l’8 che vedrà andare in scena “la Notte di Benino”, una nottata dedicata soprattutto a chi deve completare gli acquisti per la realizzazione del presepio casalingo che troverà aperte le botteghe artigiane presepiali del centro Antico usufruendo di uno sconto del 10% sui prodotti acquistati. Sabato 8, dalle ore 10:30 e fino alle ore 18:30, Via Duomo diventerà anche la strada della Storia grazie all’Associazione “Compagnia d’Arme la Rosa e la Spada” che farà rivivere ai Napoletani ed ai turisti il Medioevo ed il Rinascimento meridionale con spettacolari esibizioni di scherma medievale.

Gemellaggio campano: “Luci d’Artista” a Napoli, Tradizione napoletana a Salerno

Vantaggi per entrambe le città ma De Luca si prende il proscenio

“Luci d’Artista” salernitane a San Gregorio Armeno. Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, dopo aver inaugurato le installazioni di Salerno, accenderà anche il Natale dei decumani con un taglio del nastro previsto per Sabato 10 Novembre alle 17 in piazza San Gaetano che segnerà l’apertura ufficiale del “Natale lungo a Napoli” e della 140esima Fiera di Natale ai Decumani.
Una tranche delle bellissime luci viste negli anni scorsi a Salerno, una ventina di opere, sono state installate nei decumani nell’ambito di uno scambio culturale con l’associazione “Corpo di Napoli” e gli artigiani di San Gregorio Armeno coaudiuvati da “Napoli Sotterranea” e dalla IV Municipalità che prevede l’installazione nella Basilica di Santa Restituta del Duomo di Napoli di una copia della scena centrale del presepe dipinto realizzato dal maestro salernitano Mario Carotenuto. Tantissime le iniziative che avranno come colonna sonora la musica popolare del gruppo “Ars Nova” e degli “Zampognari dell’Alto Casertano” che sfileranno per i Decumani. Altre luminarie nelle strade più importanti della città saranno inoltre assicurate, come negli anni scorsi, della Camera di Commercio di Napoli.
Salerno aiuta Napoli e Napoli aiuta Salerno che potrà offrire nientepopodimeno che l’eredità della rinomata Tradizione presepiale del Settecento Napoletano. Dal 1 Dicembre, infatti, negli spazi del Tempio di Pomona a Salerno, sarà allestita la mostra di arte presepiale dedicata ai celebri presepisti di San Gregorio Armeno: D’Auria, Sciuscià, Petrucciani, Maddaloni, Onofrio, Fusco, Cesarini, Di Virgilio, Il Mondo dei Pastori, Fratelli Gambardella, Gambardella Pastori, Originalità di Pulcinella, Pepe, Alpa, Buonincontro, Gambardella Presepi e Cosmos. E poi una Natività realizzata dalla Bottega Giuseppe e Marco Ferrigno, oltre alle maschere di Riccardo Ruggiano, ai fiori finti di Lucio Ferrigno ed agli strumenti musicali tradizionali popolari dell’Officina della Tammorra. A costo zero per le istituzioni napoletane perchè sarà “Corpo di Napoli” ad accollarsi le spese di trasporto e di allestimento dei presepi a Salerno.
Insomma, De Luca accetta di riciclare a San Gregorio Armeno parte delle luci che hanno portato turismo a Salerno negli anni scorsi, e avrebbe potuto anche rifiutare la richiesta partita da Napoli. Ma, leggendo qua e la, sembra che stia salvando il capoluogo di regione tanto da meritarsi di finire sul presepe con una statuina realizzata da Ferrigno e il proscenio dell’inaugurazione nella famosissima strada dei presepi. Non è esattamente così perchè il sindaco di Salerno sa di portare a casa un po’ di quella grande Tradizione che porta turisti a Napoli da secoli. San Gregorio Armeno si illumina a festa e Salerno guadagna una succursale della stessa San Gregorio.
Riconoscenza e dignità! Sbagliato far passare l’operazione come un atto di carità di De Luca. Vietato cascare nella trappola della ribalta che il sindaco di Salerno si prenderà Sabato a San Gregorio mentre De Magistris è alle prese con le casse vuote di un Comune che peraltro non paga bollette dell’illuminazione pubblica e rischia di lasciare la città al buio proprio mentre San Gregorio finalmente si illumina. Napoli e Salerno sono città importanti che fanno benissimo a scambiarsi rispettive competenze e disponibilità per ingrossare il turismo natalizio della Campania, senza entrare in competizione e senza prestare il fianco ai personalismi. Perchè è indubbio che “Luci d’Artista” sono De Luca mentre il presepe è Napoli.
Fin qui è tutto “luminoso” o quasi. Ma dietro le luci non tutto risplende. Se a Napoli l’attrattiva presepiale non ha costi che ricadono sulla comunità ed è una vera e propria economia legata alla cultura che semmai risente da anni della scarsa valorizzazione da parte del Comune di Napoli, l’attrattiva luminaria salernitana creata da De Luca ha dei costi enormi che non accontentano tutti i salernitani. Bisogna partire dal presupposto che “Luci d’Artista” è un evento nato a Torino nel 1998 e mutuato da Salerno nel 2006 dopo averne apprezzato i risultati. Ne è nato un gemellaggio con uno scambio di installazioni realizzate da ditte torinesi che sono le vere “vincitrici” dell’operazione.
La ricaduta sul commercio e sulle presenze turistiche a Salerno e dintorni sono enormi e i costi vanno sempre rapportati ai ricavi. Ma va detto che, a quanto pare, le luminarie artistiche costano il triplo rispetto a Torino: 2,5 milioni a fronte di 830mila euro. Nel capoluogo piemontese l’intervento del Comune si limita alla cifra di 130.000 euro mentre altri 700.000 sono coperti dagli sponsor (senza contare il fatturato delle ditte realizzatrici). A Salerno il Comune copre invece ben 2,2 milioni di euro e i restanti 300mila li mette la Camera di Commercio con qualche sponsor. Sempre meglio dei 3 milioni spesi negli anni scorsi. E sempre meglio dello stallo napoletano.

Il comandante affonda con la nave, metafora del paese

Il comandante affonda con la nave, metafora del paese

le colpe, la gogna, la strumentalizzazione

Angelo Forgione – Che disastro, Francesco Schettino! Non tocca a noi giudicare il suo comportamento sulla “Concordia” prima della tragedia dell’isola del Giglio, ma sicuramente possiamo farci un’idea della sua condotta nel momento dell’apocalisse sulla scorta dell’ormai famosissima telefonata intercorsa col Capitano di fregata Gregorio De Falco che lo scuoteva e lo richiamava ai suoi doveri disattesi.
Di certo il Comandante più detestato e famoso del mondo ha tutto il diritto di farsi giudicare in un’aula di tribunale ma la realtà è che il mostro è stato sbattuto in prima pagina e per lui sembra che il processo sia finito ancor prima di iniziare. Abbandonare la nave e non risalirci su è il dato oggettivo per cui Schettino è colpevole, e questo è chiaro a tutti, ma per tanti è anche uno sbruffone, un buono a nulla, e persino un soggetto pericoloso e spavaldo della cui minacciosa personalità bisognava accorgersi prima. È questa l’aberrazione che indicava un servizio del TG5 delle 20:00 del 17 Gennaio (minuto 6.23) in cui delle immagini tratte da Youtube che ritraggono Schettino sulla “Concordia” in atteggiamenti normali per un comandante di una nave da divertimento sono state commentate però come se si trattasse di condotte sopra le righe di una star. E addirittura un riferimento ai suoi tratti somatici, utili alle teorie razziste-risorgimentali di Cesare Lombroso che avrebbero potuto essere applicate sul personaggio, tirate fuori dal giornalista Carmelo Sardo, siciliano d’origine.
Schettino sembra proprio essere colpevole, e dovrà pagare quando il processo lo dichiarerà tale, ma l’analisi dell’uomo prima del regolare giudizio non piace a tutti. E non è  l’unico colpevole perchè non si diventa comandanti di crociera dalla sera alla mattina, e se Schettino è divenuto tale è perchè qualcuno deve averlo ritenuto idoneo per il ruolo delicato da ricoprire. Nell’interrogatorio di garanzia si è definito “un bravo comandante” e per questo il GIP non gli ha concesso la libertà perchè ha capito che il personaggio non si rende conto della realtà; dunque, chi ha stabilito, in seno alla compagnia di navigazione, che fosse in grado di assumersi la responsabilità di sovraintendere alla sicurezza di migliaia di persone? La Costa crociere, sul blog ufficiale, decantava nel Settembre 2010 il cosiddetto inchino della “Concordia” all’isola di Procida (video) e ringraziava il comandante, salvo poi prenderne le distanze all’indomani della sciagura. La pratica non era sporadica e la ripetevano anche altre compagnie in ogni posto suggestivo, come di fianco ai faraglioni di Capri. Come non pensare poi che se ha cambiato la rotta è perchè tale manovra, seppur da fare in assoluta sicurezza, gli era consentita dalle norme della navigazione? Forse anche le norme vanno riviste.
È triste poi dover constatare che il comandante campano sia diventato lo strumento per uno squallido giudizio sulle sue origini napoletane. Leghisti e non, da più parti, attaccano la comunità napoletana capace di generare personaggi del genere, levantini e incapaci di assumersi delle responsabilità. La sottocultura italiana del dito sempre puntato è venuta a galla mentre la nave era ormai ripiegata su se stessa. Schettino è figlio della cultura marinara di Meta di Sorrento, cittadina che affaccia sul mare e quell’orizzonte lo scruta ogni giorno. Una cultura prima imparata nella sua formazione marittima e poi tradita in una notte di follia e terrore, ma pur sempre una cultura che ha dato e da tanto all’Italia. La stessa cultura del Capitano di fregata Gregorio De Falco da Sant’Angelo di Ischia, da tutti indicato come l’uomo che ha dimostrato polso fermo e sangue freddo ma che non era al posto scomodo di Schettino. Il colloquio telefonico tra i due era a Livorno ma sembrava svolgersi a Napoli. Due rovesci della stessa medaglia.
Certamente l’impatto emotivo è fortissimo perchè si tratta di un caso rarissimo di affondamento di una nave da crociera, che a maggior ragione poteva diventare una vera carneficina visto il numero dei passeggeri che equivaleva a quello di una piccola città, e ora è facile ironizzare su una presunta mentalità irresponsabilmente meridionale di Schettino; ma la memoria corta di una certa becera sottocultura italiana fa dimenticare che nel 2001 una tragedia ben più grave ma meno “cervellotica” vide due aerei scontrarsi a terra sulla pista di Linate con ben 118 morti, e le condanne colpirono Sandro Gualano, Paolo Zucchetti, Antonio Cavanna e Giovanni Lorenzo Grecchi; un torinese, due milanesi e un pavese ritenuti responsabili di gravi omissioni e negligenze procedurali.
Gli errori e le esuberanze fanno parte degli uomini, e quando ne fanno le spese delle vite umane bisognerebbe avere rispetto del dolore dei familiari invece di accendere i toni con polemiche soverchie. Schettino è oggi l’immagine della codardia alla quale si contrappone quella incancellabile del coraggio impavido che risponde al nome del carabiniere napoletano Salvo D’Acquisto, colui che nel 1943, a soli 23 anni, sacrificò la sua vita per salvare 22 prigionieri italiani dalla fucilazione delle SS naziste. Medaglia d’Oro al valore lui come la stessa città di Napoli il cui popolo, cacciando da solo dal proprio suolo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce rappresaglia, indicò a tutti gli italiani la via della salvezza. Non lo si dimentichi!