LAZIO-NAPOLI, ANCORA CORI RAZZISTI ALL’OLIMPICO DI ROMA

COMUNICATO STAMPA
ANCORA CORI RAZZISTI ALL’OLIMPICO DI ROMA
 

Anche in occasione del match Lazio-Napoli del 14 Novembre 2010 si è potuto chiaramente ascoltare più volte il coro razzista “VESUVIO, LAVALI COL FUOCO” proveniente dai settori occupati dai tifosi laziali all’indirizzo dei Napoletani presenti alla stadio, oltre che ai giocatori della squadra partenopea.

Nonostante ciò, il direttore di gara Sig. Bergonzi non ha ravvisato gli estremi per la sospensione temporanea della gara. E ancora una volta, il Capitano del Napoli, nella fattispecie Paolo Cannavaro, a cui spetta il compito di richiedere all’arbitro la sospensione della gara in simili situazioni, ha perso un’altra opportunità per sottolineare questa vergognosa manifestazione di sottocultura di campanile tutta italiana e cominciare ad arginarla.

È dunque il caso di ricordare cosa riporta la nuova norma della F.I.G.C. che regola le “Responsabilità per comportamenti Discriminatori”, introdotta su pressione del Ministro degli interni Maroni:

Le società sono responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei propri sostenitori di disegni, scritte, simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione. Esse sono altresì responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione che comporti offesa, denigrazione, incitamento all’odio o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.
In caso di manifestazioni e cori razzisti, l’arbitro ha la facoltà di sospendere temporaneamente la partita in corso e, nel caso di atteggiamento razzista prolungato, anche la discrezione di fischiare la conclusione anticipata della gara.

È inconfutabilmente denigrazione l’invocazione al Vesuvio, e quindi ad una catastrofe naturale, come risolutore dei problemi di pulizia (etnica e non igienica) della comunità Napoletana.
Analogo  discorso per il datato ma sempre di moda “senti che puzza… voi col sapone non vi siete mai lavati…”

Dunque, la domanda è: siamo di fronte a delle regole serie o ad una pantomima per difendere i giocatori di colore dell’Inter (Balotelli prima ed Eto’o poi)? Ricordiamo che furono proprio Moratti e l’allora allenatore dell’Inter Mancini a definire semplici sfottò i cori e gli striscioni razzisti riservati ai Napoletani durante il match Inter-Napoli del 7 Ottobre 2007.

La stessa UEFA ha avviato una lotta decisa al razzismo negli stadi sponsorizzando più volte la FARE, “Football Against Racism in Europe”, il cui slogan è: Ignorare il razzismo significa accettare il razzismo – prendete posizione.

Si ribadisce ancora una volta l’invito al Capitano del Napoli affinché prenda posizione e non ignori il razzismo verso la sua stessa comunità.

Dall’inizio della stagione abbiamo già dovuto subire vero e proprio razzismo a Cesena, Brescia, Liverpool, Cagliari e Roma. Ora basta!

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O.

 

Fabio Quagliarella “core ‘ngrato”

Fabio Quagliarella “core ‘ngrato”

Dopo aver voluto la squadra del cuore, Quagliarella passa alla Juventus nella maniera peggiore. Colpevole di non aver dedicato un saluto alla gente che lo ha amato e sostenuto. Le scelte sono scelte e vanno sempre rispettate, ma in ogni storia d’amore chi lascia deve farlo con stile e mai girando le spalle senza un addio.

Una separazione avvenuta con le modalità della fuga che il popolo napoletano ha codificato come tradimento. Quagliarella è andato a Torino passando per la scandinavia, senza salutare la sua gente.

Una sera lo si è visto con la maglia azzurra nella formazione anti-Elfsborg e la mattina seguente con la maglia bianconera, quella più detestata. È questo che ha ferito i Napoletani, gente di cuore che sa accettare le scelte quando c’è rispetto.

Una separazione avvenuta con le modalità della fuga che il popolo napoletano ha codificato come tradimento. Quagliarella è andato a Torino passando per la scandinavia, senza salutare la gente che lo ha amato.
Una sera lo si è visto con la maglia azzurra nella formazione anti-Elfsborg e la mattina seguente con la maglia bianconera, quella più detestata. È questo che ha ferito i Napoletani, gente di cuore che sa accettare le scelte quando c’è rispetto.

Leggi l’articolo sul caso Quagliarella

BRIGNANO E LA DENIGRAZIONE DI NAPOLI “IN MASCHERA”

BRIGNANO E LA DENIGRAZIONE DI NAPOLI “IN MASCHERA”

Nel video è analizzato un certo modo pericoloso di fare spettacolo nel nostro paese in funzione della formazione culturale dell’intera nazione che infanga gratuitamente Napoli e il meridione tutto anche quando non ce n’è bisogno. Enrico Brignano da dimostrazione di grande bravura, ma quando tocca l’argomento “Napoli” scade nel più stantio uso di luoghi comuni. Eppure il suo maestro gli ha insegnato ben altro.