Un intenso pomeriggio in soccorso degli archetipi napoletani che fanno buona parte dell’immagine dell’Italia nel mondo, convertiti in stereotipi dall’ingegneria sociale nazionale che da oltre un secolo e mezzo tiene la cultura meridionale al guinzaglio.
E se il piemontese Umberto Eco, riferendosi al militarismo sabaudo che conquistò il Paese, ebbe a dire che “senza l’Italia Torino sarebbe più o meno la stessa, ma senza Torino l’Italia sarebbe molto diversa”, i napoletani possono parafrasarne il paradosso dal punto di vista culturale e affermare, a buona ragione, che senza l’Italia Napoli sarebbe sempre Napoli, ma senza Napoli l’Italia non sarebbe la stessa.
Grazie ai davvero preziosissimi interventi di Marino Niola, Alfonso Pecoraro Scanio e Antonio Pace. E grazie ai presenti, ma di cuore.
Napoli non sarà mai un luogo comune!
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Doppio appuntamento venerdì 22
Angelo Forgione – Venerdì 22 marzo doppio appuntamento tra il centro di Napoli e la zona flegrea con la mia saggistica.
Si comincia nel cuore della città, alle ore 18, con la presentazione de il Re di Napoli al megastore la Feltrinelli di Chiaia. Ne parlerò in compagnia del presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, promotore con successo della petizione #PizzaUnesco, dell’antropologo della contemporaneità Marino Niola e del presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana Antonio Pace.
Alle 20.30 la location sarà invece quella de Le Matiz Event, presso la caffetteria ‘Fumo e Caffè’ di Villaricca (NA), in via Torino 34, per la presentazione di Dov’è la Vittoria, nell’ambito di un più ampio dibattito organizzato dal Club Napoli Azzurri Flegrei sulla passione azzurra, sulle due Italie nel calcio e sulla violenza verbale e fisica negli stadi, al quale prenderanno parte, tra gli altri, anche Antonella Leardi e Gianni Improta.
Pizza e Mandolino, da stereotipo ad archetipo del buon vivere
Angelo Forgione – Stereotipi e luoghi comuni li avverso da sempre. E mi ha sempre dato fastidio l’etichetta “pizza e mandolino”, perché siamo tanto altro… il Rinascimento, l’Illuminismo e tutto ciò che abbiamo offerto al mondo… e tutto è stato eclissato dietro un’accezione umiliante che si è data a due simboli di Napoli che sono stati svuotati dei loro messaggi e resi immagine stereotipata dell’Italia nel mondo.
Il cibo e la musica di Napoli sono parte di una cultura immensa e sommersa, ma in fase di riscoperta. Sono strumento di studio per capire la storia. Sono aspetti di un’identità che trascende la geografia e il linguaggio, e perciò divenuti universali senza che però se ne conoscano davvero i significati che si portano appresso.
Altro che stereotipo, pizza e mandolino sono prima di ogni cosa archetipo napoletano del buon vivere, e in un mondo che smarrisce il vero piacere di vivere meritano di essere disincagliati dallo sterotipo imposto, insieme a tutto il resto dell’eccellenza napoletana.
Ne parliamo lunedì 4 giugno, alle ore 18, nell’Area Ospitalità del Pizza Village (ingresso libero), sullo splendido lungomare di Napoli, tra una mandolinata e l’altra. Un convegno a più voci da me moderato, per celebrare l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano patrimonio dell’Umanità UNESCO e per aprire un dibattito concreto su quel che c’è da fare per tirare fuori la napoletanità dal cono d’ombra della banalizzazione.