––– scrittore e giornalista, opinionista, storicista, meridionalista, culturalmente unitarista ––– "Baciata da Dio, stuprata dall'uomo. È Napoli, sulla cui vita indago per parlare del mondo."
Angelo Forgione –I dati forniti al Sole 24 Ore dal Ministero dell’Interno circa i reati denunciati nel nostro Paese nel 2013 dicono di nuovo che vi è un incremento dopo tre anni di flessione, il che non significa necessariamente che siano aumentati i reati (potrebbero essere aumentate le denunce; ndr), ma poi nessuna novità, nel senso che Milano si confa la provincia che subisce la pressione del crimine più alta. Via via, nell’ordine, Rimini, Bologna, Torino, Roma, Ravenna, Genova e Firenze. Sia pure in ordine sparso, sempre le stesse degli anni scorsi.
E Napoli? C’è poco da stare allegri, ma si conferma fuori dalle quaranta città più insicure, e anche questa non è una novità (guarda video del 2011), nonostante la faccia da padrona incontrastata in rapine e sia seconda in quanto a scippi alla sola Catania; ma se la “cava” in borseggi, furti di appartamento e altre classifiche specifiche, che, una volta sommate, dicono che vi sono tante altre città decisamente più insicure, e che al Sud va meglio che al Nord. Eppure il raffronto con il riferimento napoletano (sbagliato) è sempre il primo a saltare in mente ai titolisti dello Stivale, a ulteriore conferma che certi stereotipi sono più radicati di certi alberi secolari: “È peggio di Napoli”, si stampa ad ogni latitudine e nella testa dei lettori, ma se Partenope non è in testa va da sé che siano automaticamente molte a fare peggio.
nuovo attacco alla città senza colpevoli… per mistificare i dati?
Angelo Forgione – Monta su internet la rabbia dei napoletani per il “decalogo per sopravvivere a Napoli” che sarebbe stato diffuso via email dall’Ambasciata americana ai cittadini di nazionalità statunitense intenzionati a godersi le World Series dell’America’s Cup nella città partenopea. Un vademecum pieno di luoghi comuni che fanno a pezzi i partenopei, diffuso da Mediaset attraversoTgcom che parla di “opuscolo”, non di email. Un caso, un mistero, poichè la stessa Ambasciata ha smentito così: “L’avviso pubblicato sul sito dell’ambasciata americana in Italia ha riguardato le disposizioni sul traffico nella zona intorno al Consolato e la disponibilità alberghiera. In recenti interviste rilasciate alla stampa locale, il console generale Moore ha più volte ribadito che l’America’s Cup rappresenta un’ottima opportunità per Napoli e che la città potrà dimostrare di essere il luogo adatto a ospitare importanti eventi” . Lo stesso Console Moore, durante una conferenza stampa, ha precisato: “Quello che abbiamo pubblicato sul sito ufficiale in relazione all’America’s Cup riguarda solo le nuove disposizioni di traffico e la disponibilità alberghiera. Annualmente produciamo dei rapporti sulla sicurezza di tutti i paesi del mondo perché la protezione dei cittadini americani è la nostra primaria responsabilità, ma questo non è in alcun modo da mettere in relazione con l’America’s Cup. Ribadisco dunque la nostra opinione: la grande competizione velica sarà un’ottima opportunità per dimostrare che Napoli è una città internazionale”. E del resto i rapporti antichissimi tra le Due Sicilie e gli States sono staticelebrati recentemente dall’Ambasciatore Thorne.
Intanto “Il Mattino” ha rincarato la dose, pubblicando una presuntacopia della mail originalee alimentando il fuoco, dalla quale però non si evince neanche che lo scritto si riferisca alla Coppa America. Dov’è la verità? Decalogo o no, il Dipartimento di Stato americano avverte i suoi viaggiatori dei pericoli di ogni paese. E, rispetto all’Italia, gli avvisi generici si riferiscono a diverse città e non alla sola Napoli. Il problema è che, se questa mail è “sfuggita” a qualche buontempone, colpisce specificatamente e ancora una volta una città che cerca di rifarsi un’immagine agli occhi del mondo dopo lo scandalo dei rifiuti. Il dolo c’è ed è innegabile, ed è facile pensare che a qualcuno l’evento internazionale velico nel golfo più bello del mondo dia fastidio a tal punto da voler creare un nuovo caso Napoli pur sapendo che in occasione di eventi internazionali del genere ci pensano i piani di sicurezza a garantire la serenità ai turisti. In questi giorni i maggiori telegiornali irradiano servizi sulle destinazioni turistiche di Pasqua evinte dalle prenotazioni sul sito expedia, quindi relative, e nessuno cita Napoli nonostante le ottime previsioni (alberghi pieni al 90%) a ridosso di un evento come la Coppa America che già di per sè stesso dovrebbe far parlare di se. La strada è in qualche modo “forzatamente” in salita, ed è fondato il sospetto che qualcuno voglia “occultare” idati del Ministero degli Interni sulla criminalità del 2011che dimostrano come Napoli non sia la capitale del crimine e che altre metropoli e città medio-grandi italiane se la passano peggio. Ma di questo, come al solito, nessuno ne parla.
Roma e le città del nord in trend negativo, per Napoli positivo
Angelo Forgione – Statistiche e dati del Ministero degli Interni parlano chiaro: Napoli non è la capitale del crimine. Non può e non deve costituire motivo per supporre che Napoli sia una città serena, ma è sicuramente la conferma che i nodi stanno venendo al pettine. La povertà e l’indigenza stanno risalendo il paese e non sono più esclusiva prerogativa del meridione, e va da sé che micro e macro criminalità si stiano spalmando ormai lungo tutto lo stivale. Per anni Napoli è stata messa sotto i riflettori più di altre realtà che condividevano con essa eventi di cronaca nera, pagando in termini di immagine rispetto alle certezze dogmatiche dell’opinione pubblica sempre pronta a dipingere Napoli come inferno in terra. Ma da qualche anno si registra un’inversione di tendenza che sta restituendo alla percezione collettiva la reale dimensione del fenomeno criminale napoletano e di quello più complessivamente nazionale. Mentre le altre due metropoli Roma e Milano registrano un’impennata dei fenomeni nell’ordine dell’8% circa, e più o meno lo stesso accade per Genova, Bologna e Firenze, Napoli fa segnare un sensibile miglioramento intorno al7%, chiudendo l’anno al 23° posto per reati complessivi e al 91° per i cosiddetti “reati predatori”, cioè quegli scippi e rapine per cui Napoli è stata sdoganata e infangata nel mondo dai media e dall’opinione pubblica nazionali. Ma intanto il sindaco di RomaAlemanno dice che la sua città non è Napoli o Palermo. Una fotografia scattata in controtendenza rispetto alla congiuntura economica che sfavorisce ulteriormente Napoli e il Sud. Se a livello nazionale il Pil nel 2011 è cresciuto dello 0,6 per cento, in Campania si registra un -0,2 per cento che fa chiudere le aziende e fa aumentare la disoccupazione, con il 23% delle famiglie campane che vivono con poco più di 940 euro al mese, ovvero al di sotto della soglia di povertà. E anche in questo frangente, gli errori degli organi di informazione nazionale si ripetono perchè, mentre tutti si affannano inevitabilmente ad evidenziare la recrudescenza del fenomeno romano dimenticando quello di altre città meno importanti ma con gli stessi problemi (come evidenziato dal sindaco di Genova Marta Vincenzi), nessuno dà risalto al miglioramento napoletano, trattato solo nei confini regionali. Quel che puntualmente è stato tolto, puntualmente non viene restituito.
Reati in calo rispetto al 2010
• Provincia – 6.74 %
• Napoli – 6.79 % • Totale reati in Italia: 23° posto
• Scippi rapine e borseggi: 91° posto I numeri sfatano i luoghi comuni: Napoli registra meno reati di città come Milano o Genova
Nel 2012 in funzione la videosorveglianza
• 117 telecamere
• 287 lettori ottici Nei luoghi più esposti, come le aree turistiche, verrà intensificata la videosorveglianza
Percezione del rischio a Napoli condizionato dai media
Angelo Forgione – È purtroppo deceduta una donna vittima di una rapina a Novara. Episodio triste e luttuoso di cui difficilmente sentiremo parlare per giorni interi e su tutti i telegiornali e quotidiani perchè non si tratta di una fidanzata di un calciatore, per giunta del Napoli. E purtroppo la vittima novarese non potrà mai dire “Novara città di m…”, così come non l’ha potuto dire il pensionato romano deceduto dopo aver difeso la moglie dai rapinatori a Settembre. Tutto questo conferma la pericolosità dell’intero territorio nazionale ormai consegnato al crimine dopo i tagli alle forze dell’ordine.
Ieri, operando su wikipedia, notavo che nella pagina di Napoli c’era una sezione dedicata alla “problematiche del territorio” con dovizia di informazioni sui mali della città. Giusto, ma informazioni che non riscontravo per le pagine di Roma, Milano e Torino nonostante l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia abbia da poco divulgato che precedano Napoli nella classifica dei reati del 2010 (situazione peggiore per Roma nel 2011 ancora in corso). Ecco perchè poi qualche giornalista tendenzioso si consente di strumentalizzare e mistificare la realtà sapendo di farlo. Ecco perchè i media, anche quelli moderni più consultati dalle nuove generazioni, sono responsabili di una gonfiamento programmato dei problemi reali di Napoli. Da ieri, le informazioni sulle altre metropoli italiane ci sono (per iniziativa del sottoscritto), con tanto di documentazione mediatica richiesta per “vidimare” le voci dell’enciclopedia sul web. Ripropongo oggi un articolo scritto un anno fa (in basso) che rafforzo e confermo alla luce degli avvenimenti di questi giorni. Basta osservare la tabella allegata per comprendere la reale pericolosità del nostro territorio, e per riflettere sulla percezione del rischio deformato dalla proiezione della nostra realtà da parte dei mass-media. Questo non cancella e minimizza il problema della criminalità che è forte e concreto a Napoli e al Sud, e non più solo al Sud, ma gli da l’esatta dimensione nel contesto sociale. Del resto, si sa, il crimine organizzato, per la sua spietatezza, vende più di ogni reato. Anche se non è la sola voce di rischio della società. Quello che non tutti riescono a comprendere invece è che l’accanimento contro Napoli non è “piagnisteo” meridionalista ma dinamica sociale reale. Paolo Mieli docet!