Il ponte sullo stretto che ammazza la cultura (e le Regge Napoletane)

Il ponte sullo stretto che ammazza la cultura (e le Regge Napoletane)

“Grandi opere”, che di grande hanno il costo e lo scopo propagandistico.

Prima fra tutte, il ponte sullo stretto di Messina, un’opera costosissima e pericolosa che produrrà un debito per le prossime generazioni e ruba già adesso risorse alla cultura.
Ed è per questo che i monumenti e le aree archeologiche d’Italia versano in condizioni disastrose. Con qualche eccezione, che però chiude un cerchio.

«In Italia viene ritenuto prioritario il ponte sullo Stretto di Messina. Ma vuol dire anche che per realizzare il ponte non si salva Caserta».
(Philippe Daverio)
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Paradossale! Il Comune di Napoli “compra” il “Piano di Gestione” Unesco

Paradossale! Il Comune di Napoli “compra” il “Piano di Gestione” Unesco

unesco
COMUNICATO STAMPA
La manifestazione del 24 Settembre di V.A.N.T.O. e “Portosalvo”, insieme alle altre associazioni e all’artista Eddy Napoli, comincia a dare i suoi frutti e a far chiarezza sulla questione UNESCO. Ed emergono particolari importanti.
Il Comune di Napoli verserà un totale di 200.000 euro
per la redazione del “Piano di Gestione” che l’Unesco stesso chiede con insistenza come requisito fondamentale per non escludere Napoli. Vale a dire che l’Unesco lo chiede e, dal momento che non lo ottiene, se lo scriverà da solo previo compenso. 150.000 euro serviranno per pagare gli esperti dell’Unesco mentre altri 50.000 euro andranno ad una società piemontese che si occuperà dell’organizzazione dei lavori.
Cittadini quindi sin qui all’oscuro della situazione, ma una volta che la nostra protesta ha portato a conoscenza del problema, si è scoperto che i soldi pubblici finiranno in gran parte allo stesso ente internazionale che lo richiede che provvederà quindi a fare il lavoro che competerebbe ai tecnici del Comune di Napoli.
In qualità di Presidente del Movimento V.A.N.T.O., organizzatore insieme al Comitato civico di Portosalvo della protesta delle associazioni unite, esprimo il totale disappunto per lo sperpero di soldi che si sarebbero risparmiati se l’amministrazione si fosse mossa per tempo e nelle modalità indicate.
Altresì, in qualità di rappresentante per la città di Napoli del Parlamento delle Due Sicilie, ritengo grave che una parte di questi soldi prendano la via del Piemonte.

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O.

ARTICOLO SU NAPOLI.COM
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Venerdì 24 Settembre ci pensò la protesta del Movimento V.A.N.T.O. e del Comitato di Portosalvo, supportati dal cantante Eddy Napoli e da altre associazioni cittadine, a sollevare la discussione sul rischio esclusione del centro storico di Napoli dalla “World Heritage List”, ovvero la lista dei patrimoni dell’umanità Unesco. Giovedì scorso una delegazione delle associazioni cittadine è stata ricevuta a Palazzo “San Giacomo” per discutere sulla questione e dall’incontro è venuto fuori un retroscena paradossale: saranno in qualche modo i contribuenti a tenere Napoli nella lista dei patrimoni dell’umanità. Si, perché il Comune di Napoli verserà all’Unesco un totale di 200.000 euro per la redazione del “Piano di Gestione” che l’Unesco stessa chiede con insistenza come requisito fondamentale per non escludere Napoli a Febbraio 2011. Vale a dire che l’Unesco lo chiede e, dal momento che non lo ottiene, se lo scrive da solo. 150.000 euro serviranno per pagare gli esperti dell’Unesco mentre altri 50.000 euro andranno ad una società piemontese che si occuperà dell’organizzazione dei lavori.
La fase di avvicinamento alla scadenza stabilita dall’Unesco prevede un confronto “blindato” tra soli amministratori e i super-consulenti, con una sola finestra aperta ai cittadini prevista per il periodo natalizio. Cittadini quindi sin qui all’oscuro della situazione, ma una volta che le associazioni hanno portato a conoscenza del problema, si scopre che i soldi pubblici finiranno in gran parte allo stesso ente internazionale che lo richiede che provvederà quindi, previo compenso, a fare il lavoro che competerebbe ai tecnici del Comune di Napoli. E alla stesura del “Piano di Gestione” non parteciperanno quindi le associazioni cittadine, le uniche fin qui a dimostrare di avere a cuore il problema. I rappresentanti delle stesse associazioni hanno dichiarato il loro disappunto «per lo sperpero di soldi che si sarebbero risparmiati se l’amministrazione si fosse mossa per tempo e nelle modalità indicate, ed è ancora più grave che una parte di questi soldi prendano la via del Piemonte».

Rischio Unesco, il Comune risponde. Ma…

Rischio Unesco, il Comune risponde.

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di Angelo Forgione

L’associazionismo proattivo mostra i suoi effetti e dimostra come dalla gente possa giungere lo  stimolo per l’Amministrazione Comunale a fornire risposte rispetto ai problemi della città.

Venerdì scorso, 24 settembre 2010, il Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio) e il Comitato Portosalvo avevano riunito varie associazioni per protestare davanti Palazzo “San Giacomo” insieme al cantante Eddy Napoli e manifestare la preoccupazione per il rischio di cancellazione del centro storico di Napoli dalla lista dei Siti del Patrimonio Mondiale Unesco. Manca il Piano di Gestione che l’Unesco chiede da anni, e il Comune ha un ultimatum fissato a Febbraio 2011.

Parte dei quotidiani ha raccolto l’allarme: “L’Unesco potrebbe depennare Napoli”, “Associazioni in piazza: salvare il centro storico” sono stati i titoli del giorno dopo. Ed è dunque arrivata la risposta dell’Amministrazione Comunale che, tramite gli Assessori Oddati e Belfiore, ha comunicato quanto segue:

“allo stato attuale dei rapporti Comune di Napoli-Unesco, l’ipotesi della cancellazione risulta oltremodo improbabile, anche grazie a due iniziative già in atto. La prima è quella legata al “Grande Programma Centro Storico Unesco”, inserito nel P.I.U. Europa. È a tutti nota la decisione della Giunta Regionale di sospendere il finanziamento di questo programma dotato di 220 milioni di euro, approvato dalla Cabina di regia e dalle Giunte comunale e regionale nel 2009, nonché condiviso con la cittadinanza nel corso di oltre venti incontri pubblici. Sono pronti progetti esecutivi cantierabili per quasi 40 milioni di euro. Si spera in una ripresa del dialogo istituzionale con la Regione, anche in previsione del Forum delle culture previsto per il 2013.
La seconda è quella legata al “Piano di gestione del centro storico, Sito Unesco”. L’accordo Regione-Comune-Unesco siglato a Parigi nel febbraio di quest’anno, prevede la consegna del Piano nel febbraio 2011. C’è stato a giugno un primo seminario a Ravello-Napoli con una delegazione di esperti Unesco e del Comune di Napoli; un secondo seminario è previsto agli inizi di novembre, preceduto da un incontro con Unesco ai primi di ottobre. Tra novembre e dicembre si avrà il confronto con le istituzioni e le rappresentanze cittadine; a Febbraio, la citata consegna a Unesco della bozza di Piano. Questo è lo stato dell’arte sul tema del centro storico di Napoli. L’attenzione della società civile e del mondo dell’associazionismo culturale è importante e utile, come doveroso controllo e come stimolo, a condizione che si riconoscano i risultati a coloro che a questo problema dedicano costante e partecipe impegno”.

È un dato di fatto che il Piano di Gestione, unico vero requisito richiesto dall’Unesco, non sembra essere una priorità e una preoccupazione della giunta comunale e che i monumenti di Napoli sono vittime dello scontro “ideologico” tra Comune di Napoli e Regione Campania dopo il cambio di vento a Palazzo “Santa Lucia” che ha già fruttato il blocco di 222 milioni di euro destinati al centro storico di Napoli. Cifra sicuramente insufficiente ad arginare il degrado dell’area monumentale di circa 700 ettari del centro storico Unesco, ma in ogni caso indispensabile ad arginare le emergenze più preoccupanti. Il comunicato del Comune parla di 40 milioni di euro pronti per progetti esecutivi cantierabili, ma si tratta pur sempre di una cifra irrisoria rispetto ai 222 milioni bloccati.

La preoccupazione permane e non bastano le rassicurazioni degli assessori comunali. Napoli non può permettersi ulteriori figuracce a livello internazionale ed è già indicativo che debbano essere i cittadini a spronare l’amministrazione comunale ad ottemperare ai doveri verso l’Unesco.

Una delegazione di rappresentanti delle associazioni scese in piazza Venerdì scorso sarà ricevuta dagli stessi Oddati e Belfiore Giovedì 30 ed esternerà il timore per un provvedimento da scongiurare ad ogni costo.

Sit-in pro-UNESCO / Rassegna stampa

Sit-in pro-UNESCO / Rassegna stampa

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VideoClip per il Piano di Gestione del Centro Storico di Napoli patrimonio dell’umanità UNESCO

VideoClip per il Piano di Gestione del Centro Storico di Napoli patrimonio dell’umanità UNESCO

SIT-IN PER IL Piano di Gestione UNESCO

SIT-IN PER IL Piano di Gestione UNESCO

Venerdì 24 Settembre 2010, ore 10:00
Piazza Municipio – ingresso Palazzo “San Giacomo”

LIBERA INIZIATIVA PER CHIEDERE IL PIANO DI GESTIONE UNESCO DEL CENTRO STORICO DELLA CITTA’ DI NAPOLI
La città di Napoli corre un altro grosso rischio: la cancellazione del suo centro storico dalla lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Nelle ultime riunioni di Siviglia e Brasilia, L’International Bureau UNESCO ha preannunciato l’estromissione dalla “World Heritage List”, ovvero la lista dei “patrimoni dell’umanità”, del centro storico della città di Napoli qualora la nostra Amministrazione Comunale non dovesse presentare il “Piano di Gestione” entro il prossimo febbraio 2011.

Questo comporterebbe ulteriori gravi ripercussioni sull’economia e sull’immagine a livello internazionale della nostra città. Il destino del Centro Storico di Napoli e della città tutta è appeso a un filo così come il suo prestigio, mentre il degrado avanza senza ostacoli.

Affinché il pericolo sia scongiurato, e al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un pericolo silenzioso ma incombente, Il COMITATO CIVICO DI S. MARIA DI PORTOSALVO e il MOVIMENTO V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio), insieme ad altre associazioni e movimenti sul territorio, nonché singoli cittadini sensibili al problema, hanno indetto per Venerdì 24 Settembre 2010 alle ore 10:00 un sit-in all’ingresso di Palazzo “San Giacomo” per chiedere all’Amministrazione Comunale e alla Giunta Iervolino la definitiva emanazione del Piano di Gestione per la Città di Napoli, prima che sia troppo tardi. La manifestazione sarà supportata anche dal noto artista partenopeo Eddy Napoli, da sempre attento a simili problematiche.

Il “Piano di Gestione”, ovvero quell’insieme programmatico di misure per mettere a sistema i servizi e le altre attività (sicurezza, pulizia, accoglienza, esercizi pubblici, alberghi, etc.) che riguardano il patrimonio monumentale del più vasto centro storico d’Europa, quello di Napoli, è richiesto dall’UNESCO da ben quindici anni, ossia dal 1995 allorché la nostra città entrò a far parte della “World Heritage List”.

Da allora nessuna giunta si è fatta carico di ottemperare a questo dovere, creando di fatto un “caso Napoli” che l’International Bureau UNESCO ha deciso di fronteggiare con un ultimatum: Febbraio 2011!

Da quindici anni cittadini, associazioni e comitati rivendicano questo documento per sfruttare il prezioso centro storico di Napoli alla stregua delle altre grandi città dell’arte presenti in Italia e nel mondo, in termini di turismo culturale per lo sviluppo economico della città.

Inoltre, da quindici anni vengono costantemente segnalati all’Unesco, e a tutte le altre autorità competenti, il degrado e l’abbandono che si accresce nel centro storico senza che vi si ponga argine. Nello scorso Dicembre, a fronte di tali denunce, il centro storico di Napoli fu “perlustrato” da un team di ispettori dell’UNESCO che ne verificarono l’effettivo degrado e le pessime condizioni generali. Ne seguì una convocazione a Parigi dell’allora Governatore Bassolino e dell’Assessore alla cultura e centro storico Nicola Oddati ai quali fu fatta firmare dal D.G. Unesco Irina Bukova una convenzione con la quale i nostri amministratori si impegnavano alla redazione del “Piano di Gestione”.

Attualmente però la Giunta Comunale sposta invece l’attenzione sul solo Forum delle Culture  come unica priorità e panacea della crisi d’immagine della città.

Si invitano pertanto gli organi di stampa e i circuiti televisivi affinché sia data la giusta rilevanza alla manifestazione che è nell’esclusivo interesse di tutta la città.

Organizzazione
Movimento V.A.N.T.O.
Comitato Civico S. Maria di Portosalvo

Aderenti
Assoutenti – Delegazione provinciale di Napoli
Parlamento delle Due Sicilie – “Parlamento del Sud”
Napolipuntoacapo
Associazione Commercianti Duomo Centro Storico
Comitato Centro Storico Unesco
Comitato Città Antica
UGL  – Beni Culturali
Fare Ambiente – Coordinamento della Campania
Associazione “Insieme per Innovare”
Associazione “Buongiorno Napoli”
Telefono Blu – Consumatori
Radicali Napoletani “Ernesto Rossi”

Testimonial
Eddy Napoli

Adesioni per “Sit-in” a Palazzo San Giacomo per il Piano di Gestione UNESCO

VENERDI’  24 SETTEMBRE ORE 10:00 – “SIT-IN A PALAZZO SAN GIACOMO PER IL PIANO DI GESTIONE”
MANIFESTAZIONE CONTRO IL GRANDE RITARDO DEL PIANO DI GESTIONE CHE L’UNESCO ATTENDE DA 15 ANNI….

il Movimento V.A.N.T.O., insieme al COMITATO CIVICO DI S. MARIA DI PORTOSALVO, sta preparando una manifestazione pubblica contro il grave ritardo del Piano di Gestione che l’UNESCO e, soprattutto la nostra città, stanno aspettando da ben 15 anni.

L’ amministrazione comunale, che ha il compito e l’obbligo di redigere questo importante documento, da cui dipende la sorte del nostro centro storico e quindi del prestigio e dell’economia della stessa città, continua infatti a perdere tempo prezioso dimenticando e facendo silenzio sull’imminente scadenza fissata dall’UNESCO per la presentazione fissata per il prossimo febbraio 2011, pena l’esclusione dalla Heritage list (la lista dei siti patrimoni dell’umanità).

Per questo motivo, chiunque fosse interessato a partecipare e supportare la manifestazione è invitato a fornire la propria adesione, inviando anche un marchio dell’Associazione o Comitato (qualora esistente) da apporre sul volantino che si andrà a distribuire, all’indirizzo email vanto_xg1@email.it

Si prega di diffondere e aderire. È in ballo il destino della nostra città


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Il restyling del “San Paolo”

Il restyling del “San Paolo”

di Angelo Forgione

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Gli Europei 2016 di calcio assegnati alla Francia hanno spazzato via anche l’ipotesi di un nuovo “San Paolo”. Senza Europei niente legge per i nuovi stadi, e allora il vecchio stadio di Fuorigrotta, con i suoi 51 anni di età, necessitava di fare qualche passo verso gli standard europei. E non poteva essere altrimenti, con l’Europa League alle porte e gli ispettori UEFA a vigilare.

Un nuovo manto erboso che sostituisce quello che da Italia ’90 non è mai stato rifatto, alzato di 30 cm. Tirato via tutto il terriccio che era sotto, laddove sono stati trovati persino rifiuti plastici, lastre di cemento e sabbia di mare. Innestata quindi una particolare composizione chimica con sabbia di fiume, sabbia silicica e lapilli rossi, resistente al salsoiodio proveniente dal vicino mare.
Terreno rizollato con una particolare varietà di manto erboso resistente alla compressione che dovrebbe limitare al minimo gli infortuni muscolari e le tendiniti, grazie anche ad una tecnologia pilota in Italia.

Attorno al terreno di gioco, un nuovo e sofisticato impianto di irrigazione e drenaggio, per fronteggiare le giornate più piovose e per innaffiare più zone del terreno in maniera indipendente. Il tutto sarà consegnato il 26 luglio, in tempo utile per l’amichevole del 3 agosto del Napoli contro il Wolfsburg.
Rifatto il sistema fognario e interrate le panchine di 105 cm che ora fuoriescono di un solo metro, in modo tale da consentire una visuale maggiore dalla Tribuna.
Aggiunti 220 posti coperti alla Tribuna autorità con nuovi sediolini azzurri per la tribuna d’onore, dove ci saranno monitor per vedere i replay.

3000 sediolini sostituiti negli altri settori dal Comune con una pulizia generale (quanto durerà?), attingendo pezzi dai settori chiusi del terzo anello che attende di essere smantellato, così come la copertura in acciaio che andrà sostituita in futuro con una struttura più leggera che non provochi l’inquinamento statico e acustico attuale.
Invocati da anni, sembrano finalmente in arrivo i sospirati maxischermi. La SSC Napoli ne ha ordinati due alla Philips che De Laurentiis ha definito i migliori sul mercato, ma anche i più costosi. Saranno installati nel prossimo autunno, entro Gennaio; bisognerà trovare le collocazioni adatte, in delle zone dello stadio non vincolate alla copertura, onde evitare di doverli smontare e rimontare quando il tetto sarò rimosso.

Per un nuovo stadio, ormai impossibile al momento, se ne riparlerà più in la. Il problema è però solo rinviato, destinato a riesplodere presto. Basti pensare al fenomeno di carbonatazione delle strutture in cemento del “San Paolo” ormai irreversibile, e alle condizioni improponibili dei servizio igienici. Nei prossimi anni occorrerà prendere una decisione, altrimenti Napoli rischierà di restare senza stadio, e il “San Paolo” di fare la fine ingloriosa del glorioso palasport “Mario Argento”.

Tratto pedonale Via Toledo: marciapiedi OK, decoro KO!

Tratto pedonale Via Toledo: marciapiedi OK, decoro KO!

Dopo una lunga battaglia, finalmente ripristinati i marciapiedi del tratto pedonale di Via Toledo dove i lastroni di pietra lavica etnea erano saltati dappertutto. Ma il decoro della strada è ancora un miraggio tra fioriere incolte scambiate per portarifiuti e “isole ecologiche” a macchia di leopardo.

Ritorsione in Galleria Umberto, dichiarazioni alla stampa

Ritorsione in Galleria “Umberto I”, dichiarazioni alla stampa
da “LA REPUBBLICA – Napoli” del 5 Giugno 2010

Sfida con l’acido muriatico ai negozianti e ai vigili.
Presidio in Galleria, la sfida dei vandali
Danneggiati i negozi di Barbaro durante il black-out. Il raid in un video

di CRISTINA ZAGARIA

I VANDALI tornano nella Galleria Umberto. Ed è una doppia sfida. Ai negozianti e ai residenti che hanno chiesto protezione, con una petizione e una serie di iniziative, dopo il falò appiccato sul marmo antico due settimane fa. E alla polizia municipale che da tre giorni ha inaugurato un presidio fisso 24 ore su 24, proprio in Galleria. Nella notte tra giovedì e venerdì qualcuno ha danneggiato con dell’acido muriatico i catenacci delle saracinesche di alcuni negozi della Galleria Umberto I.

Chi è stato? I negozianti: «I venditori ambulanti abusivi che da quando ci sono i vigili non possono più fare i loro affari in Galleria o i ragazzini dei quartieri che la notte scendono dai vicoli e trasformano la Galleria in un campetto da calcio». Un raid studiato. Chi ha colpito ha atteso il momento giusto: il cambio turno della pattuglia di vigili. Ma non solo. A causa del forte temporale infatti c’è stato un black-out in tutta la zona. I teppisti sono entrati in azione al buio, credendo di dribblare così anche il controllo delle due telecamere riattivate nella Galleria. Ma hanno fatto male i conti. C’è un video che riprende il raid e potrebbe incastrare i responsabili. Le indagini sono già state avviate. «I nostri agenti hanno sentito l’allarme e sono intervenuti illuminando la Galleria con le torce e i fari dell’auto di servizio spiega il comandante della polizia municipale, il generale Luigi Sementa Non sono riusciti a prendere i responsabili, ma ci sono le telecamere, che sono alimentate da un generatore e funzionano anche durante i black-out. Abbiamo acquistato le cassette e con l’aiuto della polizia stiamo ripulendo il video». Sementa è certo: «Chi ha eseguito il raid in Galleria ha fatto i conti senza l’oste. Li identificheremo».

Il gesto è stato rapido. «Non sono preoccupato e non esalterei un gesto stupido che è solo un dispetto. Niente di più», commenta Antonio Barbaro, presidente dei commercianti della Galleria Umberto. «Stamattina abbiamo chiamato un fabbro e abbiamo aperto i negozi. Ma andiamo avanti. Nessuno ci spaventa, soprattutto ora, che grazie alla polizia municipale la Galleria è ordinata e pulita come non lo era da anni», conclude il commerciante. I vandali hanno danneggiato due negozi Barbaro (Linea bambino e Ralph Lauren) anche in via Toledo.
Tutti i commercianti della Galleria avevano chiesto e ottenuto, proprio questa settimana, il presidio giorno e notte dei vigili urbani contro venditori abusivi, vandali e teppisti. Il provvedimento è diventato operativo dallo scorso martedì.

A difendere il presidio dei vigili in Galleria è il consigliere comunale del Pdl, Raffaele Ambrosino (che ha presentato in consiglio l’emendamento): «Gli atti vandalici contro alcuni negozi di Antonio Barbaro, sono anche il segno che si è intrapresa la giusta strada per con trastare le tante e diverse illegalità che avevano ridotto al degrado la Galleria Umberto».

Intanto il movimento Vanto di Angelo Forgione chiede i cancelli: «Purtroppo la vigilanza, seppur costante, esigua com’è si sta dimostrando una misura inadeguata e non spaventa minimamente i malintenzionati, tantomeno iragazzini che continuano indisturbati a giocare a pallone». Spiega Forgione: «Se davvero si intende risolvere il problema e dare un segnale forte alla città i vigili non bastano, ma è il caso che la Soprintendenza desista dal difendere posizioni ostruzionistiche e con- senta l’installazione delle cancellate o vetrate, perché mentre il medico pensa il malato muore».

La Repubblica - Galleria

La Repubblica – Galleria