Angelo Forgione – Il 17 giugno, sotto un torrido sole e in un’umidissima aria di fine primavera, si è svolto un corteo nel centro di Napoli per chiedere la riconferma di pena di 26 anni a Daniele De Santis, assassino di Ciro Esposito, condannato in primo grado di giudizio. Nel corso processo d’appello, il procuratore generale Vincenzo Saveriano ha chiesto una riduzione della pena a 20 anni, confermando l’accusa di omicidio volontario ma escludendo l’aggravante dei futili motivi, nonostante vi siano video e audio che testimoniano come De Santis abbia messo in atto un vero e proprio agguato nei confronti di un pullman pieno di tifosi napoletani.
La famiglia di Ciro Esposito e l’Associazione Ciro Vive, promuovendo il corteo, hanno voluto chiedere verità, giustizia, e conferma della pena, in vista del prossimo appuntamento del 27 giugno. La manifestazione ha preso il via da via Toledo per giungere in Piazza Plebiscito, dove Antonella Leardi ha consegnato una lettera al Prefetto di Napoli, mentre chi scrive invitava a riflettere sull’accaduto e sulle omissioni in sede processuali. Si trattò di agguato a sfondo razzista, di matrice neo-fascista, rivolto alla gente di Napoli, che avrebbe potuto avere conseguenze maggiori se Ciro Esposito non fosse intervenuto a intralciare il lancio di petardi all’indirizzo di un pullman pieno di famiglie con bambini e donne, e se l’autista non avesse avuto il sangue freddo di tenere chiuse le porte del veicolo, evitando così l’introduzione di materiale esplosivo. De Santis avrebbe meritato anche l’accusa di tentata strage, e invece ora si rischia persino la riduzione della pena per assenza dell’aggravante dei futili motivi.
Riprese del corteo: Mauro Cielo
20 gennaio 1716. È la data di nascita, a Madrid, di Carlo Sebastiano di Borbone-Farnese, Re di Napoli e Sicilia e, in seguito, di Spagna, di cui si celebra il tricentenario della nascita. Figlio di Filippo V di Spagna e della parmigiana Elisabetta Farnese, dall’ingresso di questo illuminato sovrano nella scena meridionale, nel 1734, la cultura napoletana divenne il grimaldello per aprire ogni porta nelle corti europee del Settecento. Fu riformatore efficace, ispiratore di un movimento razionalista, che accompagnò l’affermazione del Regno di Napoli indipendente nel panorama sociale e culturale europeo, e stimolatore eccezionale della Cultura racchiusa in tanti simboli voluti a Napoli, dalla Collezione Farnese al Real Teatro di San Carlo, dagli scavi vesuviani alla Real Accademia Ercolanense, dalla Reggia di Portici a quella di Capodimonte. E, su tutto, il monumento per il mondo: la Reggia di Caserta. Non senza difficoltà esistenziali, prima fra tutte la tendenza alla depressione, soprattutto in epoca infantile e giovanile, Carlo di Borbone governò in modo produttivo e ispirato sia a Napoli, tra il 1734 e il 1759, che a Madrid, tra il 1759 e il 1788, quando assunse il nome di Carlo III. In entrambe le città è ricordato come il più amato dei Re.
Angelo Forgione – Era il 20 marzo 1994 quando la reporter della Rai Ilaria Alpi e il suo operatore di ripresa Milan Hrovatin furono uccisi in un agguato a Mogadiscio, in Somalia. Tra depistaggi e sospetti, non è mai stata fatta luce sul duplice omicidio. Nessuna certezza, molti dubbi sull’unico condannato (Hashi Omar Hassan) e tanto sdegno della madre della cronista, Luciana, che ancora si batte per ottenere la verità. Al settimanale Oggi ha detto ancora una volta di sentirsi schifata dalla giustizia italiana: “Ilaria aveva toccato il segreto più gelosamente custodito in Somalia: lo scarico di rifiuti tossici pagato con soldi e armi. La verità è che c’è un filo invisibile che lega la morte di mia figlia alle navi dei veleni, ai rifiuti tossici partiti dall’Italia e arrivati in Somalia. Ci sono documenti che lo provano. Ci sono le testimonianze dei pentiti. Eppure nessuno ha avuto il coraggio di processare i colpevoli. In carcere è finito un miliziano somalo che sta scontando 26 anni, ed è innocente. Ilaria è sempre presente nella mia vita, non c’è giorno che non pensi a mia figlia, mi mancano le sue risate, i suoi racconti, i suoi baci Finché avrò vita chiederò il nome dei mandanti dell’omicidio di mia figlia. Perché Ilaria e Miran sono stati giustiziati”.
A Napoli, l’Ordine Costantiniano di San Giorgio inaugura il 25 ottobre, alla presenza del Principe Carlo di Borbone-Due Sicilie, un poliambulatorio specialistico gratuito in alcuni locali messi a disposizione dalla Reale e Pontificia Basilica di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito. La struttura funzionerà due giorni a settimana grazie al volontariato di otto medici, cavalieri o aspiranti cavalieri costantiniani. Cardiologia, Chirurgia, Dermatologia, Epatologia, Medicina interna, Nefrologia, Neurologia, Ortopedia e Pediatria sono i rami accessibili mattine e pomeriggi di tutti i martedì e giovedì.