“Napoli come Raqqa”, ma nessuna aggressione all’ambulanza

Angelo Forgione – Uno squilibrato sfonda un lunotto laterale di un’ambulanza nell’affollato quartiere Vomero e di lui non c’è traccia. “Napoli come Raqqa”, dice Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici della Campania, esasperato da diverse aggressioni registrate in passato. Troppo esasperato, perché di vergognose aggressioni agli operatori del 118 avvengono sempre di più, a Napoli come in ogni zona d’Italia, e basta fare una ricerca su Google per capire che di allarmi ne arrivano un po’ da ogni dove. E però nessuno si è mai spinto a dire che Roma o Torino, tanto per fare degli esempi, sono come Raqqa, la sfortunata città siriana sotto assedio. Una slogan in pieno stile The Sun, finito su tutti i telegiornali e quotidiani d’Italia, ai quali non è parso vero di sentirlo dire da un napoletano e di rimbalzarlo al Paese.
Po si fa largo una verità: l’aggressione non è mai avvenuta. Le indagini hanno appurato che l’ambulanza, pur di velocizzare i tempi del soccorso di una persona svenuta in un bar, aveva tagliato la parte centrale pedonalizzata di piazza degli Artisti, tranciando una fune ancorata a un paletto di ferro, che così è stato fiondato contro la fiancata dell’automezzo, mandando in frantumi il lunotto laterale e ferendo un’infermiera a bordo.
Insomma, una messa in scena degli stessi soccorritori per coprire un errore di manovra e il danno procurato, oppure un ricamo dei media sulla pelle del buon nome della città.
Chiaro che il problema della sicurezza degli operatori del 118 resta, ma resta anche l’ennesimo danno d’immagine arrecato alla città che non può essere sanato con le rituali e neanche scontate smentite, prive di quel carico emotivo che un’aggressione immotivata porta all’opinione pubblica.
Una vicenda che dovrebbe far pensare su come sia facile infangare la reputazione di Napoli e dei napoletani, e come questa parta spesso dai napoletani stessi.

ambulanza

Funerali per la Villa Comunale

La villa comunale, come tutta la Riviera di Chiaja, sta morendo per colpa dei lavori della linea 6 metropolitana. Sono già morti gli alberi e il decoro, la Cassa Armonica è stata sfigurata, spuntano sfoghi della metropolitana, e quella che una volta era la Villa Reale oggi non è altro che un cantiere. Per lunedì, al tramonto, è fissato un funerale della villa stessa cui prenderanno parte diverse associazioni e movimenti cittadini che non ci stanno a veder morire il sito iniziato nel periodo vicereale e reso “reale” da Ferdinando di Borbone nel 1779.
Qualcuno non comprende la protesta promossa da un’indignazione comunque diffusa, protesta che rischia certamente di essere rivestita da significati politici, ma alla manifestazione sono stati comunque invitati anche il sindaco Luigi de Magistris, il vice sindaco Tommaso Sodano e gli assessori Nino Daniele (Cultura) e Carmine Piscopo (Urbanistica). Chi ha a cuore i destini della città non può assistere in silenzio a ciò che sta accadendo e il Movimento V.A.N.T.O., per evidenti motivi, ci sarà, anche perché ha subito denunciato lo smontaggio della pensilina in ghisa e vetro policromo della Cassa Armonica e perché non ci sta a veder morire un pezzo di grande Storia napoletana. La modernizzazione della città, necessaria, non può e non deve travolgere i siti di rilevanza storica e monumentale!
La manifestazione, aperta a tutti, è dunque prevista per lunedì 22 Luglio a partire dalle ore 18:00, quando il ‘funerale’ muoverà dall’ingresso della Villa e proseguirà in corteo fino alla Cassa Armonica, luogo simbolo di tutta la devastazione avvenuta.

clicca qui per vedere il video-reportage di Alessio Viscardi per Fanpage.it

Cassa Armonica, campa cavallo…

Angelo Forgione per napoli.com Continua la telenovela della Cassa Armonica in Villa Comunale. Smontata perché pericolante la corona in vetro e ghisa alla vigilia delle World Series di America’s Cup per la cui manifestazione vi erano previsti concerti, la Giunta Comunale ha deliberato a Novembre la “approvazione in linea tecnica, del progetto definitivo redatto nei modi previsti dall’art. 93, comma 4 del Decreto Legislativo n. 163/2006 e ss.mm. e ii., concernente i lavori di restauro della Cassa Armonica in villa comunale dell’importo complessivo di € 423.073,81.”
Tradotto in soldoni, il Comune di Napoli ha deliberato che il restauro si farà (e ci mancherebbe!) non appena si presenterà uno sponsor disposto a spendere 423.000 euro. Chi sborserà questa cifra? Se nessun benefattore dovesse farsi avanti, in un momento del genere, dovremo rassegnarci a vedere sfigurato e degradato il monumento di Errico Alvino, stanti le ovvie inadempienze del Comune alla canna del gas. Vale la pena ricordare che per la seconda tappa delle World Series l’ACN, il consorzio napoletano creato per l’evento costituito da Comune di Napoli, Regione Campania e Camera di Commercio Napoli, verserà agli americani 4 milioni e 200 mila euro con un contributo del  Comune di Napoli. Il conflitto è evidente: spendere soldi per restaurare i monumenti di Napoli e per diffonderne l’immagine smontandoli? E intanto i pezzi sono ancora riversi nel cantiere aperto della Linea 6 Metropolitana.
A proposito, ma che ne è stato del concerto di Francesco Renga previsto nel programma dell’America’s Cup ma saltato per maltempo e da pagare per contratto? Doveva essere recuperato ma non ci risulta sia accaduto. E la telenovela continua.

Cassa Armonica, speriamo che accada!

una delibera di giunta avrebbe approvato il restauro per 400mila euro

Angelo Forgione – Mentre la tappa napoletana delle World Series dell’America’s Cup prevista per Maggio 2013 sparisce dal sito ufficiale lasciando un generico “Italy” da assegnare ad una sola città e non più a due (gli americani hanno comunque già incassato un milione di euro, ndr), giunge uno spiffero sul restauro dell’ottocentesca Cassa Armonica di Errico Alvino smontata in occasione della prima. Pare che Giovedì sia stata approvata una delibera di giunta per l’esecuzione del lavoro con una spesa intorno ai 400mila euro. Attendiamo l’ufficializzazione che dovrebbe giungere nella giornata di Martedì per conoscere eventualmente i dettagli di un intervento doveroso per ripristinare un monumento la cui “amputazione” ha destato troppo sdegno sette mesi fa.
A proposito, ma che fine ha fatto il concerto di Francesco Renga saltato in quei giorni per maltempo e da pagare per contratto? Doveva essere recuperato ma non è accaduto. E i misteri continuano.

Cassa Armonica, i tre mesi sono passati (invano)

Cassa Armonica, i tre mesi sono passati (invano)

tutto tace attorno al monumento di Errico Alvino

Angelo Forgione – Era il 31 Marzo, vigilia di World Series di “America’s Cup” sul lungomare di Napoli. La nostra denuncia della scomparsa della pensilina in ghisa e vetro colorato dalla Cassa Armonica di Errico Alvino in Villa Comunale faceva il giro delle redazioni locali. Napoli si svegliava con un altro monumento violato, senza preavviso e per esigenze “superiori”. La nostra storia sacrificata per accontentare gli americani. Nel silenzio della Soprintendenza sulla vicenda, mai interrotto, i pezzi smontati furono rinvenuti nel vicino cantiere della metropolitana, adagiati a terra nel fango e senza le necessarie precauzioni, laddove si trovano tuttora invece che in un laboratorio al chiuso come inizialmente annunciato dalla ditta Neri. Durante l’evento sportivo fu montato attorno alla Cassa Armonica amputata una struttura metallica di supporto tecnico ma non è possibile dire se la pensilina dovesse fargli posto o se i decibel dei concerti programmati avrebbero potuto causarle danni.
Ad ogni modo, dopo circa tre settimane lo staff del sindaco De Magistris ci comunicò sia verbalmente che testualmente che entro Agosto il monumento sarebbe stato restaurato, tornando al suo aspetto originale. Così recitava l’informazione: “Le strutture saranno restaurate in loco e rimontate a stretto giro. L’appalto per il restauro dell’intero monumento è a giorni. I tecnici del Comune hanno riferito che è lecito ritenere che la Cassa ritornerà allo splendore di un tempo entro i prossimi 3 mesi”.
Era il 22 Aprile e i tre mesi sono passati invano. La Cassa Armonica è ancora sfigurata e la cosa è gravissima. Il sindaco ha annunciato che «si sta lavorando sul progetto di riqualificazione del lungomare con l’intento di iniziare i lavori ad autunno per poter avere già ad Aprile dell’anno prossimo un lungomare ancora più bello, con la riqualificazione della strada e del decoro urbano per il lungomare più bello del mondo». Probabilmente il restauro è rimandato, lo speriamo, ma resta la vecchia usanza dell’informazione disattesa e della mancanza di coinvolgimento della cittadinanza riguardo le cose della città. La cosa fa tanta rabbia e francamente stufa perchè abbiamo ancora nelle orecchie l’urlo “democrazia partecipativa”. Macchè! La nostra storia viene violata e talvolta scompare (vedi orologio storico EAV in Piazza VII Settembre), le trivelle avanzano a Bagnoli e nessuno può sapere, colloquiare e avere risposte.

Cassa Armonica, monta la protesta dei movimenti

Cassa Armonica, monta la protesta dei movimenti

rettifica sulla dichiarazione al Corriere del Mezzogiorno

Angelo Forgione – La vicenda dalla pensilina smontata della Cassa Armonica i cui pezzi sono finiti in un cantiere della Linea 6, denunciata da V.A.N.T.O. e raccolta ormai da tutte le associazioni e i movimenti cittadini, porterà probabilmente a qualche azione di protesta. Continuo a seguire la vicenda dialogando con lo staff del Sindaco.
Intanto è di oggi un articolo del Corriere del Mezzogiorno (notoriamente poco morbido nei confronti di De Magistris) in cui sono raccolte le dichiarazioni di tutti i rappresentanti di associazione. Va però precisato che la mia dichiarazione orginale è modificata e mi vengono attribuite espressioni mai usate. La frase “vengono raccontate solo baggianate” è inventata, non mi appartiene e non fa parte del mio stile, così come non ho mai coinvolto la ditta che ha fatto i lavori (non conoscendo i fatti) ma esclusivamente il fatto in se stesso.
Porta da anni avanti un’azione costruttiva e collaborativa nell’esclusivo interesse della città, dei suoi monumenti, storia e decoro. E, in quanto giornalista, è per me fondamentale non modellare mai le dichiarazioni che raccolgo. Ecco perchè ritengo doveroso precisare, nonostante l’effettiva rabbia che è fortissima per la violenza sul monumento.

Di seguito la mia dichiarazione originale:

Ho piena fiducia in De Magistris ma da qualche mese la democrazia partecipativa che era stata il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale è già evaporata. Dal 19 Dicembre, data della mia prima richiesta, sono intercorsi quattro mesi senza ricevere alcuna risposta sul “mistero” dell’orologio storico scomparso a Piazza VII Settembre in occasione dei lavori per la realizzazione della Linea 1 Metropolitana.
Anche sulla vicenda della Cassa Armonica, da me denunciata appena verificatasi, non ho ricevuto alcuna risposta ufficiale ma solo qualche delucidazione ufficiosa e poco precisa da fonti attendibili da me sollecitate che mi riferivano di un trasferimento dei pezzi in laboratorio. Ma per laboratorio si intende un luogo chiuso dove si hanno a disposizione i mezzi e le strutture adatte agli interventi del caso, non un cantiere all’aperto senza misure di sicurezza. La vicenda è allarmante.

Cassa Armonica, pensilina accantonata senza sicurezza

Cassa Armonica, pensilina accantonata senza sicurezza

Sindaco, i monumenti non si toccano!

Quando denunciammo che la pensilina in vetro e ghisa della Cassa Armonica in villa comunale era stata smontata e che per la struttura non si era trattato di un restauro ma di una messa in sicurezza (costata più di 48.000 euro) i maggiori quotidiani cittadini pubblicarono la notizia. Nonostante ciò, nessuna delle istituzioni si precipitò a dare delle delucidazioni, come del resto non era stato comunicato che si sarebbe compiuta una simile operazione. Quando si interviene su un monumento bisognerebbe rendere note prima di operare le autorizzazioni, le finalità e le prospettive.
Anche sull’orologio storico EAV scomparso a Piazza VII Settembre, nonostante la denuncia e i ripetuti solleciti, nessuno aveva ritenuto di dover dare risposta. Dal 19 Dicembre, data della nostra prima richiesta, sono intercorsi quattro mesi senza ricevere alcun cenno sul “mistero” dell’orologio sparito nel nulla in occasione dei lavori per la realizzazione della Linea 1 Metropolitana.
Infastiditi dalla violenza sulla Cassa Armonica per il profondo amore che nutriamo per la nostra città e per i nostri monumenti, in mancanza di protocolli ufficiali attingemmo a fonti attendibili che ci comunicarono in via ufficiosa il trasferimento della struttura in un laboratorio in attesa di restauro. E pubblicammo l’indiscrezione che peraltro combaciava con la versione fornita della ditta Neri incaricata delle opere.
Oggi scopriamo che la pensilina è riposta in un cantiere all’aperto della Linea 6 nei pressi della Cassa Armonica, senza la necessaria sicurezza. Per laboratorio si intende un luogo chiuso dove si hanno a disposizione i mezzi e le strutture adatte agli interventi del caso; qui si tratta di cantiere.
Continuiamo ad avere piena fiducia/speranza nella giunta di De Magistris ma da qualche mese va detto che la democrazia partecipativa che ne era stata il cavallo di battaglia in campagna elettorale è evaporata. Le risposte non arrivano più e le proposte costruttive o le nostre denunce sembrano cadere nel vuoto come accadeva con le ultime disastrose amministrazioni. Già a Luglio scorso presentammo insieme a Eddy Napoli (ambasciatore della canzone napoletana nel mondo) proposte e progetti al Sindaco, incontrato a Palazzo San Giacomo, ma non avemmo purtroppo il piacere di ricevere cortese risposta.
Anche sulla vicenda della Cassa Armonica, da noi denunciata appena verificatasi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta ufficiale ma solo qualche delucidazione ufficiosa e poco precisa. Capiamo i mille impegni e le priorità di un Sindaco di una città come Napoli ma, a prescindere dal valore delle proposte e delle denunce, le risposte e il dialogo sono alla base di una proficua collaborazione con associazioni e movimenti di cittadinanza attiva, oltre che buona norma.
La vicenda della Cassa Armonica è preoccupante e non si può restare in “stand by”. I monumenti non si toccano!

Cassa (dis)armonica, la pensilina sarà rimontata

Cassa (dis)armonica, la pensilina sarà rimontata

corsa contro il tempo, approssimazione e danno d’immagine

Fonti attendibili informano che la rimozione della pensilina perimetrale in ghisa e vetro della Cassa Armonica in Villa Comunale sarebbe temporanea, e come presunto, effettuata per motivi di sicurezza e incolumità come dimostrano i numerosi tiranti sulla campata e la rete installatavi sotto. I tempi stretti non hanno consentito un reale restauro e così si sarebbe preferito sfigurare momentaneamente il monumento per utilizzarlo come podio durante le premiazioni delle World Series di America’s Cup. L’intera “corona” sarebbe dislocata in manutenzione e dovrebbe essere ripristinata dopo l’evento.
Corsa contro il tempo quindi, che non avrebbe consentito di dare decoro alla struttura ma solo di assicurare che durante l’utilizzo non accadano incidenti a persone e cose. Resta un altro problema, quello dell’immagine della città: premiare i velisti in un monumento degradato, arrugginito e ricoperto di scritte, è davvero un autogoal. Non sarebbe meglio rimediare con un podio convenzionale sul lungomare?

San Giovanni a Carbonara: piove sull’arte sacra mentre l’Unesco…

COMUNICATO STAMPA
IL “NUOVO MEDIOEVO” DI NAPOLI, piove sull’arte sacra mentre l’Unesco…

Il Movimento V.A.N.T.O. esprime il più totale sdegno per le condizioni dell’intero patrimonio monumentale di una città senza una guida, motivo per cui, crisi rifiuti e tagli del governo alla cultura a parte, l’unica vera risorsa della città, ovvero il turismo, è defunta. I pacchetti turistici natalizi non si piazzano e quelli già venduti sono in disdetta.
C’è ora da trattenere il fiato per le decisioni dell’Unesco di Febbraio visto che del “Piano di Gestione” non c’è al momento alcuna traccia, e nessuna risposta o rassicurazione convincente è mai arrivata dal Comune di Napoli dopo la nostra protesta all’ingresso di Palazzo San Giacomo del 24 Settembre scorso, ovvero due mesi or sono.
Napoli e provincia sono in ginocchio e non è esagerato ormai parlare di “nuovo medioevo” per la maniera con la quale si sta distruggendo una città che solo 150 anni fa era la capitale culturale del continente.

Fra tre mesi l’UNESCO potrebbe cancellare Napoli dalla World Heritage List dei siti patrimoni dell’umanità. In questo scenario, i monumenti di Napoli sono sempre più nel degrado perchè senza tutela.
Un nuovo allarme riguarda la splendida chiesa di San Giovanni a Carbonara, una delle più belle, antiche e ricche di storia della città, che ha evidenziato in questi giorni di incessanti piogge delle problematiche piuttosto serie e preoccupanti. La chiesa è soggetta ad infiltrazioni d’acqua in vari punti che mettono a repentaglio le decine d’opere d’arte presenti.

Lo segnalazione arriva dal giornalista Alvaro Mirabelli della rivista Chiaiamagazine, supportato dal Comitato Civico di Portosalvo e dal Movimento V.A.N.T.O.

Un po’ dappertutto sono evidenti delle ampie macchie di umidità e rivoli d’acqua. Grosso rischio lo corre “la Crocifissione”, preziosa opera del maestro del cinquecento Giorgio Vasari, allievo di Michelangelo, accanto alla quale scorre pericolosamente acqua. Infiltrazioni anche dal soffitto dell’altare della purificazione ma basta approssimarsi alla “Cappella Caracciolo del Sole” per notare che manca da ben tre anni una lastra di vetro dai finestron. Da li penetra nella struttura non solo acqua ma anche umidità e vento che minacciano gli affreschi di Perinetto da Benevento e Leonardo da Besozzo.

Ecco le tristi testimonianze fotografiche.