SOS lungomare di Napoli

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Angelo Forgione – L’antico molo borbonico sul lungomare di Napoli rischia di collassare. Una testimonianza del passato, sopravvissuta al nuovo lungomare tardo-ottocentesco, che per puro caso non è crollata con la violenta mareggiata dello scorso ottobre. Da allora solo un lembo di pietra lo sostiene “in vita”, ma in otto mesi non è scattato alcun intervento di ripristino.
Al di là del suo valore storico, è anche una questione di interesse turistico, trattandosi di uno scorcio molto suggestivo, scelto dai turisti per fotografare il Castel dell’Ovo sullo sfondo.
La sensazione è che un altro colpo di mare butterebbe giù tutto, e il prossimo autunno non è lontano. Lo stiamo forse aspettando per poi piangere un altro scorcio di Napoli che fu?
Critiche, fatiscenti e pericolose sono anche le condizioni in cui versa da tempo il vicino molo della “colonna spezzata”, pure bisognoso di intervento.

Il lungomare di Napoli, privato della sua spiaggia a fine Ottocento, necessita di una seria riqualificazione che vada oltre la pur positiva pedonalizzazione.
Con Antonio Folle de Il Mattino, sono stato sul posto, ancora una volta, per sollecitare interventi. I finanziamenti pare che ci siano. È ora di operare.

Clicca qui per leggere l’articolo di Antonio Folle per Il Mattino

viapartenope

SOS molo borbonico di via Partenope

Angelo Forgione – L’antico molo borbonico sul lungomare di Napoli rischia di collassare. Una testimonianza del passato, sopravvissuta al nuovo lungomare tardo-ottocentesco, che per puro caso non è crollata con la violenta mareggiata dello scorso novembre. Da allora solo un lembo di pietra lo sostiene “in vita”, ma in quattro mesi non è scattato l’urgente intervento di ripristino.
Al di là del suo valore storico, è anche una questione di interesse turistico, trattandosi di uno scorcio molto suggestivo, scelto dai turisti per fotografare il Castel dell’Ovo sullo sfondo.
Pare che i fondi per intervenire siano disponibili. Eppure la sensazione è che un altro colpo di mare butterebbe giù tutto. Lo stiamo forse aspettando per poi piangere un altro scorcio di Napoli che fu?
Critiche e fatiscenti anche le condizioni in cui versa da tempo il vicino molo della “colonna spezzata”, pure bisognoso di intervento.

viapartenope

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America’s Cup World Series… scatti dal lungomare

Con i catamarani già pronti alla settimana in riva al Golfo di Napoli, la cerimonia di inaugurazione in Piazza del Plebiscito di Sabato 13 Aprile ha dato il via all’ultima tappa delle World Series di Coppa America.

Sarà la RAI a trasmettere l’evento sul territorio nazionale con la seguente programmazione:

RAI SPORT 1
Giovedì 18 – Venerdì 19 – Domenica 21

  • servizi e/o collegamenti nei TG ore 7 – 12 – 13 – 14.30 – 19 – 23
  • dalle 12 alle 14, collegamento all’interno di “Super8”
  • dalle 14 alle 16, telecronaca diretta delle regate di match-race e di flotta
  • alle 17, collegamento all’interno del programma “Novanta Minuti”

Sabato 20

  • servizi e/o collegamenti nei TG ore 7 – 12 – 13 – 14.30 – 19 – 23
  • dalle 12 alle 14, collegamento all’interno di “Super8”
  • alle 17, collegamento all’interno del programma “Novanta Minuti”

RAI 1
Giovedì 18 – Venerdì 19 – Sabato 20 – Domenica 21

  • servizi e/o collegamenti nei TG ore 8 – 11 in “Uno Mattina”

RAI 2
Giovedì 18 – Venerdì 19 – Sabato 20 – Domenica 21

  • servizi e/o collegamenti nel TG Sport Sera ore 17,55

Sabato 20

  • dalle 14 alle 16:10, telecronaca diretta delle regate di match-race e di flotta

RAI 3
Giovedì 18 – Venerdì 19 – Sabato 20 – Domenica 21

  • servizi e/o collegamenti nei TG ore 8 e ore 11

Maradona tira pietre allo “Stellone”

Angelo Forgione per napoli.com È troppo sagace Diego, e sa benissimo come accendere il suo esercito. Quando lui parla, non tira fuori parole ma lancia pietre. Gliene sono bastate sette ieri sera per far esplodere la platea assiepata sul lungomare, ai piedi dell’Hotel Continental, e poi tutti i siti internet. Sette pietre scagliate che valgono più di qualsiasi comizio-fiume. Sette pietre in cui c’è tutta la conoscenza della società napoletana rispetto all’italiana. Sono passati quasi ventitré anni da quella gragnola alla vigilia di Italia-Argentina nella sua Napoli: «Gli italiani si ricordano dei Napoletani solo quando c’è da tifare per l’Italia, poi si dimenticano di come li trattano». Maradona ha capito nel 1984, più di tanti napoletani, che Napoli è nazione stretta in una nazione che le sta stretta, e continua a comunicare così, tirando pietre allo “stellone” d’Italia.
«Io non mi vendo, io sono napoletano!». Tanto è bastato per far esplodere un boato degno dei reperti filmati dell’istituto Luce. E poco importa, ma anche no, che qualche napoletano di troppo si sia venduto al potere nel corso della storia. A proposito, di chi sono le migliaia di voti per la Lega Nord infilati nelle urne napoletane? E per certi culi grossi il traguardo è la poltrona. E per noi poveri fessi basta solo un Maradona… Parole e musica di Federico Salvatore.

tratto da calcionapoletano.it

Sostegno alla Treves, sostegno alla cultura che muore

Angelo Forgione – Si è svolto a Piazza del Plebiscito l’incontro sul caso Treves e abbandono della piazza, per richiamare con forza l’attenzione delle istituzioni sulle gravi difficoltà in cui versa la maggior parte delle realtà culturali napoletane. Il dibattito si è svolto in una piazza abbandonata, dove regna il degrado su tutti i versanti. Presenti i soliti noti, e NapoliUrbanBlog tra le pochissime fonti informative che hanno raccolto le varie voci inascoltate.
Nel mio intervento, ho sottolineato ai presenti che la chiusura della Treves sarebbe un’ulteriore operazione di negazione della cultura, avviata da anni in questa città. Chiudere una libreria è come lasciare vuoti (come sono) i leggii dei monumenti equestri in modo che i napoletani non sappiano chi raffigurino e chi li abbia scolpiti. Chiudere una libreria è come rubare libri antichi dalla libreria dei Girolamini.

Plebiscito occupato… dal degrado. Tutti in piazza!

scritte plebiscitoAngelo Forgione – “Il Mattino” di oggi, 22 Gennaio ’13, torna sullo sfascio del colonnato di Piazza del Plebiscito. Ennesimo grido di dolore, sollecitato per la verità dall’amico Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale dei Verdi Ecologisti, col quale ci ritroveremo sul posto Sabato 26 alle ore 11 per affrontare la vicenda della libreria Treves in funzione di tutto il recupero dello slargo. In quell’occasione si terrà un’assemblea-dibattito con vari protagonisti del mondo culturale e della società civile in difesa della storica libreria, con l’obiettivo di richiamare con forza l’attenzione delle istituzioni sulle gravi difficoltà in cui versano la maggior parte delle realtà culturali napoletane. È auspicabile che partecipino tutti i cittadini sensibili alle problematiche specifiche della piazza e dell’intera città in generale. Perchè il lamento non basta più!
Radio Marte, nello spazio delle “news regionali” di Peppe Varriale, inserito nel pragramma “La Radiazza” di Gianni Simioli, ha voluto ospitare il mio parere sulla triste vicenda. E nel frattempo, è previsto per domani un mio incontro con Maarten van Aalderen, corrispondente da Roma del principale quotidiano olandese “De Telegraaf”, che sarà a Napoli per raccogliere l’allarme lanciato da alcuni comitati civici, V.A.N.T.O. e Portosalvo in testa, e realizzare un reportage sulle gravi condizioni del centro storico.

Chi libera festeggia. OK il Lungomare, ma ridateci la Piazza.

Angelo Forgione per napoli.com Gran pienone al lungomare di Chiaia per la festa di Capodanno. Un successo sotto il profilo numerico e un po’ meno sotto quello artistico e organizzativo per il sindaco De Magistris che ha chiuso per sempre l’era Bassolino trasferendo la festa di San Silvestro nel suo luogo-sponsor. Anche questa è disputa politica.
Era stato proprio l’ex sindaco di Napoli e poi governatore della Campania a inaugurare in Italia il periodo delle feste in piazza quando, dopo il G7 del ’94, l’agorà di Napoli liberata dalle auto fece da apripista del genere. Fu un ritorno al passato perché già dal Seicento lo spazio antistante al Real Palazzo, non ancora definito nelle sembianze attuali, è stato il luogo privilegiato per lo svolgimento delle feste, delle parate e delle celebrazioni, con gran contributo dei più noti architetti napoletani e non.
Come il “largo di Palazzo”, così il lungomare. Liberato anch’esso, nuovo simbolo anch’esso, nuovo spazio di Capodanno anch’esso. Non che sia sbagliato; va bene cambiare se porta benefici. E allora ben venga il Capodanno al lungomare stile Copacabana, a patto però che ci restituiscano la nostra grande piazza neoclassica ridandole dignità, splendore, luce, economia e attenzione che merita. Al momento è solo abbandono completo.

Plebiscito: le colpe di un delitto locale e nazionale

A “La Radiazza” di Gianni Simioli su Radio Marte, le tristi condizioni di Piazza del Plebiscito e dei monumenti di Napoli. Opinioni sulle colpe della politica nazionale e locale cui non si può sottrarre il sindaco De Magistris perchè la Storia non ha competenze ma è di tutti coloro che sono chiamati ad occuparsi di Napoli. Poi, la telefonata in sovrintendenza.

Procura: «mare di Napoli non balneabile!» Anche il lungomare?

Superperizia a fine stagione ma i napoletani meritavano chiarezza all’inizio

Arrivò l’America’s Cup, in piena Primavera napoletana. All’orizzonte l’estate e ancor più prossimo il “lungomare liberato” che restituiva alla città aria, sciabordii e odor di mare. A sorpresa anche la balneabilità per ordinanza sindacale. Cartelli del Comune con tanto di acqua tre stelle su tre, cioè “eccellente”. Perplessità mista a soddisfazione, dibattito tra scettici e soddisfatti fino al fumine di metà Luglio quando la Procura della Repubblica aprì un inchiesta dopo la scoperta nei pressi dal mare di via Caracciolo di una vasca sotterranea contenente centoventimila litri di liquami corrosivi e inquinanti. C’era bisogno di un gesto forte, di quelli che gli uomini in vista fanno per convincere l’opinione pubblica. E così ad Agosto il sindaco De Magistris si è fatto fotografare in costume rigorosamente arancione mentre usciva dal bacino di “Mappatella beach” con tanto di messaggio sui social network: «Eccomi al mare, spiaggia libera, mare unico, balneabile di qualità eccellente, panorama unico al mondo. È la mia città, la città di tutti, la città dell’accoglienza, dove ogni giorno dimostriamo (tutti, amministrazione e cittadini) che cambiare è possibile». Poco importa che la zona fosse ed è un piccolo feudo dell’abusivismo (ma non solo quella, ndr), l’immagine ebbe subito la sua risonanza e gli scettici subirono una battuta d’arresto. Poi alla vigilia di Ferragosto è arrivata Goletta Verde a guastare la festa dichiarando il mare della Campania il più inquinato d’Italia insieme a quello della Liguria e della Calabria, indicando una percentuale dei depuratori fuorilegge pari al 44% e sette punti di fortissimo inquinamento, uno ogni 34 chilometri. Dati che in Calabria hanno creato forti polemiche da parte delle istituzioni locali che hanno accusato Goletta Verde di aver diffuso analisi falsate da prelievi fatti alle foci dei torrenti e in siti notoriamente critici non sottoposti a depurazione. Che confusione!
Partiamo da un presupposto: il mare può essere generalmente inquinato e balneabile a macchia di leopardo. Il che significha che dal porto al Castel dell’Ovo può essere inquinato e invece pulito per tutto il versante di via Caracciolo. Questione di depuratori e correnti. Ma intanto la Procura ha messo carne a cuocere sulla base degli ultimi dati che indicano una notevolissima quantità di batteri e colibatteri, “escherechia coli” per la precisione, anticamera virtuale di malattie infettive del calibro di tifo, paratifo ed epatite A. Dati che non si riferiscono allo specchio d’acqua antistante il lungomare. La magistratura vuole però vederci chiaro nelle acque torbide e ricostruire la trafila delle certificazioni e delle concessioni per il mare “eccellente”. È partita quindi la superperizia che vuole andare al di là degli sforzi fatti per migliorare la qualità delle acque della Campania e di Napoli. Lavoro affidato ad un consulente esterno, un docente universitario fuori regione, deputato ad emettere una nuova sentenza sulla balneabilità del mare che vuol dire diritto alla salute dei cittadini e alla vita di una città nata sul mare e dal mare. L’allarme lanciato è generlista, nel senso che riguarda il complesso delle acque della provincia di Napoli, dal confine col litorale casertano a quello salernitano, ed è già grave pur essendone tutti consapevoli.
Ora però si vuole verificare lo strano fenomeno del mare “eccellente” di Via Caracciolo minacciato anche dalla vasca dei veleni. Nell’attesa, l’ennesima, non resta che domandarsi sul tempismo, anzi sui tempismi sparsi. È casuale che tutto questo venga fuori quando la stagione estiva volge al termine, quando cioè la gente si è già tuffata (sempre che l’abbia fatto)? È casuale che la balneabilità “eccellente” del mare di Napoli sia spuntata dopo anni di divieti proprio in concomitanza della “liberazione” del lungomare? È casuale quello scatto fotografico del sindaco a pochi giorni dall’attivazione della Procura in merito alla vasca dei veleni?
La chiarezza è fondamentale e i napoletani debbono pretenderla con occhi ben aperti perchè bisogna essere stanchi di querelle fuori tempo e incertezze, di belle notizie foriere di speranze poi disilluse. Napoli non può essere fabbrica di polemiche e illusioni, non deve essere vetrina. Il “lungomare liberato” dev’essere vetrina per Napoli alla cui periferia si muore per i continui roghi illegali e non può essere uno spot per un’amministrazione, altrimenti saremmo al ricorso storico del Plebiscito di bassoliniana memoria.  A proposito, ieri sera il Castel dell’Ovo era avvolto dal buio. Perchè?

Cassa Armonica, i tre mesi sono passati (invano)

Cassa Armonica, i tre mesi sono passati (invano)

tutto tace attorno al monumento di Errico Alvino

Angelo Forgione – Era il 31 Marzo, vigilia di World Series di “America’s Cup” sul lungomare di Napoli. La nostra denuncia della scomparsa della pensilina in ghisa e vetro colorato dalla Cassa Armonica di Errico Alvino in Villa Comunale faceva il giro delle redazioni locali. Napoli si svegliava con un altro monumento violato, senza preavviso e per esigenze “superiori”. La nostra storia sacrificata per accontentare gli americani. Nel silenzio della Soprintendenza sulla vicenda, mai interrotto, i pezzi smontati furono rinvenuti nel vicino cantiere della metropolitana, adagiati a terra nel fango e senza le necessarie precauzioni, laddove si trovano tuttora invece che in un laboratorio al chiuso come inizialmente annunciato dalla ditta Neri. Durante l’evento sportivo fu montato attorno alla Cassa Armonica amputata una struttura metallica di supporto tecnico ma non è possibile dire se la pensilina dovesse fargli posto o se i decibel dei concerti programmati avrebbero potuto causarle danni.
Ad ogni modo, dopo circa tre settimane lo staff del sindaco De Magistris ci comunicò sia verbalmente che testualmente che entro Agosto il monumento sarebbe stato restaurato, tornando al suo aspetto originale. Così recitava l’informazione: “Le strutture saranno restaurate in loco e rimontate a stretto giro. L’appalto per il restauro dell’intero monumento è a giorni. I tecnici del Comune hanno riferito che è lecito ritenere che la Cassa ritornerà allo splendore di un tempo entro i prossimi 3 mesi”.
Era il 22 Aprile e i tre mesi sono passati invano. La Cassa Armonica è ancora sfigurata e la cosa è gravissima. Il sindaco ha annunciato che «si sta lavorando sul progetto di riqualificazione del lungomare con l’intento di iniziare i lavori ad autunno per poter avere già ad Aprile dell’anno prossimo un lungomare ancora più bello, con la riqualificazione della strada e del decoro urbano per il lungomare più bello del mondo». Probabilmente il restauro è rimandato, lo speriamo, ma resta la vecchia usanza dell’informazione disattesa e della mancanza di coinvolgimento della cittadinanza riguardo le cose della città. La cosa fa tanta rabbia e francamente stufa perchè abbiamo ancora nelle orecchie l’urlo “democrazia partecipativa”. Macchè! La nostra storia viene violata e talvolta scompare (vedi orologio storico EAV in Piazza VII Settembre), le trivelle avanzano a Bagnoli e nessuno può sapere, colloquiare e avere risposte.