Bologna chiede scusa a Napoli

Qualche tempo fa fu la redazione regionale Rai del Piemonte, colta in castagna, a dover chiedere scusa ai napoletani per il razzismo da stadio. Non lo fece il Comune di Torino, come il consiglio comunale di Bologna, che oggi, dopo i cori razzisti intonati ieri allo stadio Dall’Ara, ha stigmatizzato più spontaneamente ogni forma di espressione di stampo razzista e si è scusato con la città di Napoli e con tutti i cittadini che non si sentano rappresentati dal fanatismo ultras. È quanto si legge in un ordine del giorno approvato all’unanimità (clicca qui). Il Consiglio “auspica che le società calcistiche prendano una volta per tutte le distanze da ogni forma di violenza”. Il sindaco felsineo Virginio Merola ha commentato in una nota dicendo che “si è trattato di comportamenti che nulla hanno a che fare con lo sport. Una violenza verbale inconcepibile, da condannare”. Inoltre, secondo Merola, “è stata infangata la memoria di Lucio Dalla, persone che ha sempre amato la sua città e Napoli”. Nulla invece l’informazione sulla vicenda da parte della redazione regionale Rai dell’Emilia Romagna.

Made in Naples a Marcianise (CE)

Venerdì 22 Novembre, alle ore 18:30, presso la Biblioteca Comunale di Marcianise di via Vespucci, l’associazione “Myricae”, in collaborazione con le associazioni “Radici” ed “Amici del Libro”-Onlus ospiteranno lo scrittore-giornalista Angelo Forgione che presenterà al pubblico il suo lavoro letterario “Made in Naples”. Il libro, uscito nel Maggio di quest’anno, sta riscuotendo notevole successo e quella marcianisana è solo una delle tante tappe che stanno accompagnando l’autore nel suo “gran tour” di presentazione che sta toccando vari punti della Campania e non solo.
Al dibattito con l’autore, parteciperà anche lo storico leuciano Donato Scialla. In conclusione si potrà assistere all’esibizione musicale dei “Popolani di San Leucio”.

Fiume di gente ad Aversa contro Campania avvelenata

aversaFranco Spinelli per LivioTV “Quando poi tratta di scegliere e di andare…te la ritrovi tutta con gli occhi aperti chè sanno benissimo cosa fare”, mai parole furono più appropriate, perché è in momenti come questi che la gente fa la “storia” come cantava De Gregori nella famosa canzone.
Un’autentica marea umana si è riversata nelle strade di Aversa per partecipare al grido di dolore lanciato nei giorni scorsi dal social network facebook: “la mia terra è avvelenata!”. All’appello hanno risposto migliaia di cittadini, molti i giovanissimi, provenienti da tutta la provincia di Caserta e da quella di Napoli. Nessuna sigla coinvolta nell’organizzazione dell’evento, nè partiti nè associazioni, un esempio lampante della capacità di “autorganizzazione dal basso” della nostra gente che troppo spesso, e incautamente, viene definita come sciatta e dedita ad atteggiamenti omertosi. L’indignazione è stata espressa con un lungo silenzio lungo tutto il percorso, dal Parco Pozzi all’Arco dell’Annunziata (Porta Napoli). Indignati per le emergenze ambientali e sanitarie che interessano gran parte del territorio campano – e che le istituzioni dimostrano di non voler prendere seriamente in considerazione – i cittadini di questa sventurata porzione di Terra di Lavoro hanno finalmente deciso di lanciare un messaggio forte alla camorra e alle istituzioni. Da tutte le parti un coro unanime: subito le bonifiche! Ovvio che non basta una, seppur straordinaria, manifestazione a risolvere il problema. E’ un passo importante, ora tocca a tutti essere costanti nel discutere e portare a conoscenza del problema ambientale una sempre più vasta fetta di popolazione. Siamo sulla buona strada. Non demordiamo!

Villa Comunale, incontro Comune-Associazioni

A margine dell’incontro con le associazioni e i movimenti del territorio che hanno celebrato i simbolici funerali della Villa Comunale di Napoli, il vicesindaco Tommaso Sodano ha fatto il punto sui previsti lavori di riqualificazione del passeggio reale. Resta il nodo della Cassa Armonica, i cui lavori sono stati deliberati da tempo, ma che, senza l’intervento di uno sponsor, non possono essere realizzati.

Funerali per la Villa Comunale

La villa comunale, come tutta la Riviera di Chiaja, sta morendo per colpa dei lavori della linea 6 metropolitana. Sono già morti gli alberi e il decoro, la Cassa Armonica è stata sfigurata, spuntano sfoghi della metropolitana, e quella che una volta era la Villa Reale oggi non è altro che un cantiere. Per lunedì, al tramonto, è fissato un funerale della villa stessa cui prenderanno parte diverse associazioni e movimenti cittadini che non ci stanno a veder morire il sito iniziato nel periodo vicereale e reso “reale” da Ferdinando di Borbone nel 1779.
Qualcuno non comprende la protesta promossa da un’indignazione comunque diffusa, protesta che rischia certamente di essere rivestita da significati politici, ma alla manifestazione sono stati comunque invitati anche il sindaco Luigi de Magistris, il vice sindaco Tommaso Sodano e gli assessori Nino Daniele (Cultura) e Carmine Piscopo (Urbanistica). Chi ha a cuore i destini della città non può assistere in silenzio a ciò che sta accadendo e il Movimento V.A.N.T.O., per evidenti motivi, ci sarà, anche perché ha subito denunciato lo smontaggio della pensilina in ghisa e vetro policromo della Cassa Armonica e perché non ci sta a veder morire un pezzo di grande Storia napoletana. La modernizzazione della città, necessaria, non può e non deve travolgere i siti di rilevanza storica e monumentale!
La manifestazione, aperta a tutti, è dunque prevista per lunedì 22 Luglio a partire dalle ore 18:00, quando il ‘funerale’ muoverà dall’ingresso della Villa e proseguirà in corteo fino alla Cassa Armonica, luogo simbolo di tutta la devastazione avvenuta.

clicca qui per vedere il video-reportage di Alessio Viscardi per Fanpage.it

L’educazione civica che non c’è più, e neanche controlli e pene

Angelo Forgione per napoli.com A vedere come sono ridotti i monumenti della città, i tantissimi monumenti della città, viene da piangere. È sempre stato così? Certo che no. L’aggressione ai monumenti è una piaga contemporanea, iniziata con l’avvento nel dopoguerra delle bombolette spray, esplosa con la morte del senso civico degli ultimi trent’anni. Basta dare uno sguardo al cortometraggio dei fratelli Lumiere datato 1898 per rendersi conto della pulizia di via Toledo, dove all’inizio del secolo scorso non si trovava una carta per terra, e così era in tutte le strade della città. E la Napoli epicentro di cultura eruropea di Sette-Ottocento non poteva certo presentarsi al mondo che l’osservava, ai viaggiatori del Grand Tour e al primo turismo massivo in condizioni miserrime come quelle di oggi. C’erano delle leggi ferree e venivano applicate. Basta prendere ad esempio lo stato in cui versa la Villa Comunale, e rileggere il “Regolamento per la decenza, e per lo buon ordine da serbarsi sì nell’esterno che nell’interno della Real Villa di Chiaja emanato dalla Prefettura di Polizia nel 1826. All’Articolo VIII si legge:
Chiunque ardirà di distruggere, abbattere, mutilare, o in qualunque altro modo deteriorare le statue, i monumenti, o altri oggetti di arte esistenti nella Real Villa, sarà immediatamente arrestato per essere punito a norma dell’articolo 261 delle leggi penali. Chiunque ardirà di abbattere, tagliare e svellere gli alberi, i rami, gl’innesti, le piante, come pure chiunque ardirà di deteriorare o danneggiare qualsivoglia ornato di fabbrica o di legno, o di ferro nella predetta Real Villa, sarà  del pari subito arrestato per essere punito a norma degli articoli 445 e 446 di dette leggi penali.
Nessuno si permetteva di sporcare e degradare la Villa perché sapeva che, se fosse stato pizzicato, e i controlli c’erano, subito sarebbe stato tradotto al Commissariato del Quartiere Chiaja per essere detenuto. E non stiamo parlando del Ventennio fascista.
Regole, controlli e punizioni ferree… ciò che oggi non esiste, e si vede. A proposito, in Villa non si poteva fumare.

Addio agli alberi in Villa Comunale

Angelo Forgione – Il giorno dei funerali degli alberi della Villa Comunale è arrivato. Nel senso che erano già morti. I movimenti e i comitati civici ne danno il triste annuncio dopo aver lanciato l’allarme negli scorsi anni. La causa indicata pare proprio essere la stessa che avrebbe creato problemi agli edifici della Riviera di Chiaia: la linea 6 della metropolitana.
Il Comune di Napoli avverte che “a partire da mercoledì prossimo, per circa otto giorni lavorativi, la Villa Comunale di Napoli sarà interessata da lavori di abbattimento di ben 31 alberi tra palme, lecci, querce e pini. Il provvedimento si è reso necessario al fine della messa in sicurezza dei luoghi e a causa delle precarie condizioni statico/vegetative delle alberature».
Messa in sicurezza, va bene. Ma il Comune non specifica le cause dell’emergenza. Che invece sembrerebbero già più o meno note, divulgate dal professor Caniparoli e dal geologo Franco Ortolani, specificate anche all’ex sindaca Iervolino da una relazione del geologo Giovanni De Medici della Federico II. La Linea 6 ha intercettato ben tre falde acquifere, ostruendo l’afflusso delle acque piovane dolci a monte e facendo avanzare le infiltrazioni marine sotto la Villa Comunale. Gli alberi hanno bevuto acqua salata dalle radici negli ultimi anni, e sono morti.
Era la Villa Reale di Napoli, ammirata dal mondo intero per la sua bellezza. Quando Ferdinando IV Borbone ordinò nel 1778 all’architetto Carlo Vanvitelli di realizzarla, fu categorico: “Deve essere una passeggiata da Re”. Oggi, dopo l’inqualificabile stile della cancellata firmata Mendini, la pavimentazione sbagliata in battuto di tufo che sbriciola, la sporcizia e l’incuria, l’aggressione delle sculture, lo scempio della Cassa Armonica e la morte degli alberi secolari, l’unico a regnare è ormai solo il degrado. E tanti ringraziamenti a chi sta distruggendo la grandezza e la bellezza di Napoli, pur avendo teoricamente il compito di valorizzarla e rilanciarla.

È vivamente consigliato l’ascolto del video almeno dal minuto 20:00 (relazione del prof. Caniparoli durante l’Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia del 13 marzo 2011. Tema di discussione: “La linea 6 della Metropolitana di Napoli e l’impatto ambientale sugli assetti idrogeologici”)

Crollo alla Riviera di Chiaia. Dissesto idrogeologico causato dal metrò?

Ipotesi infiltrazione d’acqua. Stessa causa che uccide gli alberi in villa comunale.

Angelo Forgione – Fortunatamente non ci sono vittime e dispersi nel crollo della facciata laterale del palazzo storico alla Riviera di Chiaia. Si tratta del Palazzo Guevara di Bovino, uno stabile monumentale dell’Ottocento ispirato all’architettura rinascimentale fiorentina e realizzato a immagine e somiglianza di Palazzo Pitti a Firenze.
Non tutti sanno che l’attuale Riviera di Chiaia fu realizzata nell’Ottocento con una colmata che, per realizzare la Via Caracciolo, annullò tutto l’ambiente naturale sottostante, a cominciare dalla spiaggia. Certo è che il vicino cantiere della Linea 6 della metropolitana sta insistendo su un luogo delicato, causandone il dissesto idrogeologico. Quattro anni fa, l’ex-sindaca Iervolino chiese una valutazione tecnica al professor Giovanni De Medici dell’Università Federico II che allarmava sul cantiere. La relazione parlò chiaramente di lavori che bloccavano le falde acquifere, tanto che le sorgenti freatiche già allora salivano in superficie e allagavano cantine e scantinati dei palazzi alla Riviera di Chiaia. Il cantiere, in sostanza, interrompeva l’afflusso delle acque piovane a monte che si sollevavano incontrando l’ostacolo, facendo avanzare le infiltrazioni marine. Pare che il Comune di Napoli ricevette il parere passivamente.
Un equilibrio interrotto, insomma. E le conseguenze si mostrarono già qualche anno fa in Villa Comunale. L’acqua piovana non arrivava più agli alberi che al loro posto avevano iniziato a bere acqua di mare. Le radici, piene d’acqua, iniziarono a far morire i fusti e V.A.N.T.O., il Comitato di Portosalvo e altre associazioni di cittadini sensibilizzarono sul problema chiedendo un incontro al sindaco De Magistris. E poi gli allagamenti delle strade, ma anche dei negozi sulla strada. A pochissimi metri dal Palazzo Guevara di Bovino, nel 2010, un negozio fu costretto a chiudere per allagamento.
Dopo il crollo del Palazzo Guevara di Bovino, il sospetto che la situazione possa avere un suo peso è consistente, a prescindere della presenza di una piscina sull’attico della costruzione, che non può aver causato un crollo tale. I primi rilievi dei Vigili del Fuoco forniscono proprio l’ipotesi di un’infiltrazione d’acqua proveniente da una falda acquifera naturale che avrebbe creato un vuoto sotto l’ala del palazzo provocandone il cedimento. Si sarebbe creato un fiume sotterraneo d’acqua e fango confluito in un ampio scavo a circa 25 metri dal sottosuolo realizzato nel cantiere della metropolitana di Piazza della Repubblica.
La domanda da porsi è la stessa di un anno fa: l’opera per la Linea 6 ha superato la Valutazione di Impatto Ambientale, come da normativa europea? La documentazione relativa fu misteriosamente sottratta dagli uffici della Regione in Via De Gasperi, smarrimento denunciato in Questura nello stesso giorno in cui l’ufficio della Giunta Regionale comunicò che non era possibile visionarla, causa irreperibilità, al geologo Caniparoli che ne chiese accesso. Altro particolare, non insignificate, è che il misterioso decreto V.I.A. è del 18 Marzo 2010, tre anni dopo l’apertura dei cantieri Mergellina-Municipio del 21 Gennaio 2007.
(foto crollo: newfotosud)

Il degrado della Cassa Armonica finisce in Procura

Angelo Forgione – La scorsa settimana ho scritto un ennesimo articolo-denuncia per napoli.com sulle condizioni scandalose della Cassa Armonica e, attraverso V.A.N.T.O., ravvivato l’attenzione sulla questione evidenziata dalla prima ora. “La Repubblica – Napoli” ha raccolto il nuovo sfogo e pubblicato un articolo sull’edizione cartacea (poi riportato online) firmato dalla collega Anna Laura De Rosa. Numerose associazioni e movimenti che hanno a cuore la città sono attente a quanto sta accadendo attorno alla struttura di Errico Alvino, così come a tutto il patrimonio.
Intanto, l’avvocato Rosario Rusciano è in procinto di presentare un richiesta alla Procura affinché si indaghi su eventuali responsabilità penali del sindaco De Magistris nella gestione della vicenda. E finalmente apprendiamo che il concerto di Francesco Renga, saltato per maltempo durante le scorse World Series di America’s Cup, non sarà recuperato come inizialmente annunciato dal sindaco ma l’artista è stato pagato, seppur in misura minore come da contratto. Ma quanto?
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Cassa Armonica, campa cavallo…

Angelo Forgione per napoli.com Continua la telenovela della Cassa Armonica in Villa Comunale. Smontata perché pericolante la corona in vetro e ghisa alla vigilia delle World Series di America’s Cup per la cui manifestazione vi erano previsti concerti, la Giunta Comunale ha deliberato a Novembre la “approvazione in linea tecnica, del progetto definitivo redatto nei modi previsti dall’art. 93, comma 4 del Decreto Legislativo n. 163/2006 e ss.mm. e ii., concernente i lavori di restauro della Cassa Armonica in villa comunale dell’importo complessivo di € 423.073,81.”
Tradotto in soldoni, il Comune di Napoli ha deliberato che il restauro si farà (e ci mancherebbe!) non appena si presenterà uno sponsor disposto a spendere 423.000 euro. Chi sborserà questa cifra? Se nessun benefattore dovesse farsi avanti, in un momento del genere, dovremo rassegnarci a vedere sfigurato e degradato il monumento di Errico Alvino, stanti le ovvie inadempienze del Comune alla canna del gas. Vale la pena ricordare che per la seconda tappa delle World Series l’ACN, il consorzio napoletano creato per l’evento costituito da Comune di Napoli, Regione Campania e Camera di Commercio Napoli, verserà agli americani 4 milioni e 200 mila euro con un contributo del  Comune di Napoli. Il conflitto è evidente: spendere soldi per restaurare i monumenti di Napoli e per diffonderne l’immagine smontandoli? E intanto i pezzi sono ancora riversi nel cantiere aperto della Linea 6 Metropolitana.
A proposito, ma che ne è stato del concerto di Francesco Renga previsto nel programma dell’America’s Cup ma saltato per maltempo e da pagare per contratto? Doveva essere recuperato ma non ci risulta sia accaduto. E la telenovela continua.