La Reggia di Carditello sul tavolo di Napolitano

La Reggia di Carditello sul tavolo di Napolitano
sito da salvare, solo il Presidente può farlo

di Angelo Forgione per napoli.com

Finalmente la storia della Real tenuta di Carditello approda sul tavolo del Presidente della Repubblica. L’appello sottoscritto dalle associazioni riunite nell’Agenda 21 per la bonifica dei «Regi Lagni» ed impegnate nella campagna “Salviamo Carditello”, ha avuto un primo riscontro che lascia speranze circa la cancellazione dell’asta giudiziaria che consegnerebbe la delizia borbonica ai privati. I rappresentati del comitato, sono stati ricevuti dal Consigliere Culturale della Presidenza della Repubblica, Prof. Louis Godart, lo scorso 24 Maggio.
Si è dunque messo il Quirinale al corrente della situazione, informando sul pericolo dell’asta giudiziaria fissata per ottobre con base di vendita di 20 milioni di euro e del pericolo di consegnare un bene culturale monumentale in mani di organizzazioni criminali che nell’area di Carditello e della provincia di Caserta proliferano».

Al tavolo i rappresentanti di Italia Nostra, del Consorzio di Bonifica, della Sun, del Collegio dei Periti Agrari, delle associazioni GAS La Tavola Rotonda, Legambiente Ager, LiberamenteOnda, Meduc, Pianeta Cultura, Siti Reali e dal sindaco del Comune di San Tammaro. Al Consigliere Godart è stata illustrata la proposta della risoluzione debitoria del Consorzio di Bonifica del Volturno nei confronti della SGA/San Paolo IMI attraverso il recupero crediti di 16 milioni di euro che l’ente di bonifica vanta nei confronti della Regione Campania e di alcuni Comuni. La speranza è quella di indurre la SGA a valutare la proposta di transazione avanzata dal Consorzio di Bonifica entro i termini economici concordati tra la stessa SGA e la Camera di Commercio per un importo di 9,3 milioni di euro. Questa, secondo il comitato pro-Carditello, sottrarrebbe il sito alle speculazioni e offrirebbe la possibilità di avviare un primo recupero urgente.
Pronta anche una soluzione alternativa: la pubblica amministrazione potrebbe esercitare il diritto di prelazione alla vendita ai sensi del Codice dei Beni Culturali, magari accedendo ai fondi europei, disponibili fino al 2013.

Il comitato spera di sensibilizzare la Regione Campania e il Ministero dei Beni Culturali per un eventuale restauro da realizzarsi attraverso la definizione di un progetto di valorizzazione della residenza borbonica, sull’esempio di quanto realizzato alla Reggia di Venaria Reale a Torino dove il finanziamento con i proventi del gioco del Lotto, a cui si sono aggiunti successivamente in gran parte i finanziamenti della Comunità Europea, ha consentito un miracolo del restauro.

A tal proposito, la presidente della sezione casertana di Italia Nostra Maria Carmela Caiola ha dichiarato che il recupero di Carditello assumerebbe un alto valore simbolico in occasione dell’anniversario dell’unità d’Italia, dimostrando che non esistono due Italie, una che recupera la reggia di Venaria al Nord e una che abbandona la reggia di Carditello a Sud.
È questa la leva su cui agire per coinvolgere Giorgio Napolitano, principale sponsor dell’unità del paese.
Il Presidente della Repubblica è stato invitato a visitare la reggia in occasione dell’ apertura del 21 e 22 settembre prossimi, sperando che per quella data l’imminente asta sarà stata scongiurata.

Il Comitato “Salviamo Carditello” invita tutti i cittadini sensibili a inviare una mail al Presidente della Regione Caldoro per sostenere una petizione online. Il testo è scaricabile all’indirizzo internet carditello.wordpress.com

La Reggia di Carditello è una delle Reali Delizie, fatta costruire da Carlo di Borbone in un luogo ricco di boschi e pascoli e scelta dal sovrano per le sue battute di caccia e per l’allevamento di cavalli. In seguito fu trasformata da Ferdinando IV di Borbone in una fattoria modello per coltivare grano, allevare razze pregiate di cavalli e bovini e per stimolare la produzione della mozzarella di bufala, grande invenzione del tempo.

Morto il turista scippato al porto di Napoli

Lettieri e De Magistris, mentre voi “festeggiate”…
morto il turista scippato al porto di Napoli

Cari candidati sindaci,
a noi non interessa nulla dei cantanti e degli artisti che si esibiranno sui vostri palchi. A noi non interessano le offese reciproche. A noi interessa solamente che in questa bellissima e martoriata città non accada più che un turista scenda da una nave da crociera e trovi la morte per un orologio da difendere.
Antonio Oscar Mendoza è deceduto stamane senza mai aver ripreso conoscenza, e non si conoscono neanche gli autori di questo gesto che devasta la reputazione di un intero popolo.
Chi di voi, cari Lettieri e De Magistris, dai palchi festanti di stasera gli dedicherà un pensiero e un momento di silenzio?
Una città che non sa accogliere i suoi visitatori è una città inospitale. Se li uccide, è una città morta.
Che dolore infinito questa notizia!

Angelo Forgione 

Lettieri vs De Magistris, il boomerang Realfonzo

Lettieri vs De Magistris, il boomerang Realfonzo
Bertolaso, ancora tu?

Il confronto elettorale pre-ballottaggio tra Lettieri e De Magistris è entrato nella fase calda e continuiamo a seguirlo con grande interesse, vista la nostra massima attenzione per la città e per il suo futuro.
È chiaro che la politica ha abituato i cittadini a grandi illusioni e sappiamo bene, da meridionalisti convinti, che senza un’attenzione per le politiche meridionali da portare all’attenzione del governo, per Napoli e per il sud non ci sarebbe un futuro migliore dietro alle solite schermaglie elettorali a cui assistiamo. Lo sfascio Iervolino è sotto gli occhi del mondo intero.
Detto questo, è importante seguire quanto sta accadendo e monitorare la situazione per fornire indicazioni utili a chi è confuso dalle tante parole spese dai candidati, l’uno contro l’altro. Lo scontro si è spostato sulle compagnie, nel senso che De Magistris accusa Lettieri di farsi accompagnare da Cosentino e Bertolaso e Lettieri, di contro, accusa De Magistris di pensare ad una futura giunta comunale con assessori già al fianco della Iervolino, su tutti Riccardo Realfonzo.
Noi che abbiamo a cuore le vicende di Palazzo San Giacomo, che abbiamo accusato e attaccato l’amministrazione Iervolino come movimento civico ma anche raccontato i fatti in veste giornalistica, ci sentiamo in grado di poter fare chiarezza su un’accusa che può diventare un boomerang per Lettieri. Realfonzo, infatti, è un tecnico e nel 2009 ha sbattuto la porta dimettendosi dalla carica di Assessore al bilancio dopo aver accusato la Giunta, Sindaco compreso, di non averlo supportato nelle strategie di cambiamento per uscire dal dissesto e per abbattere quello che definì un sistema clientelare che bloccava la macchina comunale.
È verissimo, come dice Lettieri, che Realfonzo firmò l’aumento della TARSU dal 40 all’80 percento, ma va anche detto che lo stesso Realfonzo non ha fatto altro che applicare il decreto 61 varato nel 2007 dal Governo Prodi che introdusse per il 2008 l’obbligo per i Comuni della Campania di aumentare la tassa sui rifiuti fino a coprire integralmente il costo dello smaltimento. L’obbligo fu poi rinviato al 2009 dallo stesso Governo e Realfonzo ne chiese ulteriore rinvio o eventuale dilazione nel tempo al Governo Berlusconi da cui ricevette rifiuto, pena il commissariamento. Lo scandalo fu l’aver decretato l’aumento in se stesso, non chi lo ratificò. E semmai, a livello comunale, fu scandalo che l’aumento della TARSU scattò mentre il Comune di Napoli non predispose la raccolta differenziata, cosa che non competeva a Realfonzo.
Non esprimiamo giudizi sulla persona Realfonzo ma ci esponiamo semplicemente sul suo operato in Giunta Comunale, sapendo che è terminato spontaneamente per aver constatato di non riuscire a dare il proprio contributo nello svolgimento dell’attività nel rispetto della legalità.
Consigliamo pertanto a Lettieri di cambiare le armi perchè questo è un boomerang. Noi non inorridiamo al nome di Realfonzo e di chi come lui è contro l’illegalità e il clientelismo. Inorridiamo invece quando sentiamo il nome di Bertolaso (lasciando stare Cosentino) quale uomo a cui affidarsi per uscire dalla crisi dei rifiuti, già implicato nelle tristi vicende del recente passato, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Rompiballe” per traffico illecito di rifiuti e truffa ai danni dello Stato e capace di ridere e fare “ironia” sull’eruzione del Vesuvio.

Realfonzo nell’ambito del dissesto del Comune di Napoli nell’articolo per napoli.com: Comune di Napoli, una nave che va a fondo

Realfonzo parla della sua esperienza in Giunta e delle primarie del PD

Bertolaso “ironizza” sull’eruzione del Vesuvio

Proposte per Napoli del P.d.D.S.

Proposte per Napoli
il Parlamento delle Due Sicilie per un rilancio della città

Il “Parlamento delle Due Sicilie” (Commissione Sedili di Napoli) ha aderito all’agenda di Lettera Napoletana (Aprile 2011) con alcune proposte relative allo sviluppo culturale ed economico della città di Napoli.

Non presente con nessun candidato alle “amministrative”, il “Parlamento delle Due Sicilie” ritiene necessario continuare a lavorare alla formazione delle future classi dirigenti così come sta facendo dal 1993 con un successo inaspettato e incalzante (obiettivo “politico” vero e prioritario), continuando le proprie attività culturali e quelle civico-politiche fondamentali del proprio “Parlamento”, senza escludere la possibilità di organizzare un proprio partito nei prossimi anni o di collaborare alla realizzazione di progetti e iniziative comuni e con un unico e chiaro scopo: il riscatto dell’ex Regno delle Due Sicilie.     

Di seguto, le proposte per Napoli.

1 –    Priorità assoluta nell’uso delle risorse per la valorizzazione delle istituzioni culturali che racchiudono la grande storia di Napoli. Riapertura del Museo Civico Filangieri, chiuso dal 1994, valorizzazione delle risorse documentali dell’ Archivio di Stato, terzo al mondo per importanza, della Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella, che custodisce migliaia di inediti della grande tradizione musicale del ‘700 e dell’ 800 napoletano, apertura di tutte le sale del Museo di San Martino.

2 –    Impegno del Comune per una presenza di rilievo della cultura napoletana al Forum mondiale delle culture 2013, che si terrà nella nostra città.

3 –    Impegno per la rinascita di un’Orchestra Stabile, in sinergia con sponsor privati e con altri altri enti locali, aperta alle audizioni per gli studenti del Conservatorio, uno dei più grandi d’ Italia.
Valorizzazione della Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella, che accoglie migliaia di manoscritti musicali inediti del ‘600 e del ‘700 napoletano. Impegno per la creazione di un grande Auditorium per la musica.

4 –    Creazione di un Museo multimediale della Canzone Napoletana, della Storia di Napoli e dell’Emigrazione.

5 –    Promozione dello studio della lingua napoletana con l’obbiettivo di creare, in sinergia con la Regione, un’Accademia della Lingua Napoletana. Istituzione di un Premio di letteratura e poesia in lingua napoletana promosso dal Comune di Napoli da intitolare a Giambattista Basile. Istituzione di una sezione per la letteratura in lingua napoletana all’ interno del Premio Napoli.

6 –    Valorizzazione delle produzioni artigianali e artistiche della città. Creazione di una scuola di arte presepiale. Creazione di uno spazio web dedicato sul sito del Comune di Napoli . Promozione all’ estero  dell’ arte presepiale. Incubatori di’ impresa per lo sviluppo delle botteghe artigiane. Organizzazione di una grande mostra dell’ arte presepiale napoletana nel mese di dicembre nelle piazze del centro della città. Battaglia per il riconoscimento in sede Ue dello storico marchio Ceramiche di Capodimonte con la creazione di un gruppo di lavoro permanente del Comune di Napoli.  

7 –    Riconoscimento per le botteghe storiche della città. Lotta all’ ambulantato abusivo ed ai venditori di merce contraffatta che occupano le strade panoramiche e del centro; applicazione di misure di controllo su merce contraffatta e ambulanti; creazione di mercatini multietnici per i prodotti legalmente importati; incremento dei turni di spazzamento, svuotamento dei cestini e passaggio automezzi spazzastrade nelle arterie di maggiore interesse turistico e commerciale

8 –    Piano di conservazione e pulizia dei monumenti della città, con sistema di videosorveglianza. Ripulitura dai graffiti dei monumenti. Ordinanza del Comune sul divieto di vendita ai minori di bombolette-spray. Creazione di squadre anti-graffitari della Polizia municipale. Costituzione in giudizio del Comune di Napoli nei confronti dei responsabili di imbrattamenti e danneggiamento di monumenti cittadini sull’ esempio di quanto avviene in altre metropoli. Rilancio dell’iniziativa “adotta un monunumento’’ e ‘’adotta un aiuola’’  con concessioni pubblicitari e sgravi fiscali per chi vi aderisce. 

9 –    Piano di recupero e riapertura delle chiese della città, in accordo con la Curia Arcivescovile. L’ obbiettivo del piano è la riapertura al culto del maggior numero possibile delle Chiese di Napoli, circa 300. Per gli edifici sconsacrati e già con diversa destinazione  d’ uso di proprietà del Comune, previo intesa con la Curia Arcivescovile,  si assicuri la valorizzazione culturale e artisitica dell’ edificio

10 –    Inserimento nella toponomastica cittadina dei nomi e dei luoghi della memoria storica napoletana. Intitolazione di piazze e strade ai Re delle Due Sicilie , e memoria degli avvenimenti  della  storia di Napoli capitale. 

11 –    Rilancio delle grandi feste religiose e popolari della città, a partire dalla Piedigrotta e delle altre ricorrenze legate alla devozione religiosa di Napoli (Festa di San Gennaro e giorni del miracoli e degli altri avvenimenti della vita del  Santo Patrono, Festa di Sant’ Antonio, Festa di Santa Patrizia).

12 –    Pubblicità gratuita negli spazi comunali di prodotti (in ordine) napoletani, campani e meridionali. 

13 –    Defiscalizzazione delle imprese (in ordine) napoletane, campane e meridionali.

14 –    Precedenza sulle assunzioni ai residenti.

15 –    Realizzazione di una zona franca defiscalizzata e smonopolizzata.

Parlamento delle Due Sicilie
13a Commissione – Sedili di Napoli
il responsabile Angelo Forgione 

La vergogna di “manifesto selvaggio”

Col “milleproroghe” manifesto selvaggio si può
art. 42-bis, una vergogna tutta italiana

Manifesto abusivo, fenomeno inarrestabile. A Napoli i volti dei candidati fanno a gara a chi sta più in alto, l’uno sull’altro, e non risparmiano neanche i monumenti. Ma cosa andiamo a guardare? Il pelo nell’uovo, in una città stuprata dai cumuli di immondizia che si sparge lungo le strade senza che neanche il minimo servizio di spazzamento argini lo scempio. Dove sono finiti gli operatori ecologici dell’ASIA?

Una vergogna senza fine, il peggiore dei biglietti da visita per chi è a caccia di voti, ma si sa, la società incivile non va molto per il sottile, guarda, passa e poi magari pure vota.

Nella corsa allo spazio migliore vince chi ha un po’ di creatività e al Vomero il favorito è venuto fuori a Piazza Leonardo laddove, sull’albero che fa da rotatoria, sono spuntati dei manifesti elettorali dalla sera alla mattina. Tre, per la precisione, ben posizionati per essere sbattuti in faccia a chi arriva da Via Girolamo Santacroce, Viale Michelangelo e Via Suarez. Complimenti davvero!

Protestare non serve a nulla e i cittadini che ancora si indignano devono rassegnarsi; meglio non uscir più di casa al mattino piuttosto, perché nottetempo accade di tutto, e qualche volta anche alla luce del sole. 

Ma non è che ci sia troppo da sforzarsi per capire il perché accada tutto ciò impunemente. Come si dice a Napoli, ‘o pesce feta d’a capa, e se il manifesto è selvaggio è perché chi vi è raffigurato lo vuole così. Le sanzioni per chi attacca fuori gli spazi elettorali sono previste e sono anche salate in relazione al cumulo di infrazioni, ma è come se non ci fossero. Il colpo di spugna è nel decreto “Milleproroghe”, una serie di provvedimenti relativi ad una serie sterminata di materie.

Tra le mille proroghe, appunto, se ne nasconde una che consente per legge un condono per le affissioni abusive. È l’articolo 42-bis per “Affissione e pubblicità”, una vera panacea studiata a tavolino per i partiti e per i candidati che possono serenamente violare le regole in materia. Chiunque può apporre il suo volto ovunque, dove vuole e come vuole, tanto poi si saldano i debiti pagando alla tesoreria del Comune e della Provincia di competenza soli mille euro per anno di infrazione. Perché tra l’altro la sanatoria è finanche retroattiva e quieta le infrazioni dal 2005 sin qui. 

Con una simile nefandezza, chiunque può “incartare” la città, imbrattare monumenti, muri, pensiline, cavalcavia, sottopassi, e persino gli alberi! Tutto al costo modico di soli euro 1.000. Migliaia e migliaia di euro diventano una piccola somma da devolvere ai servizi ecologici dei comuni. Il malcostume è così tollerato, anzi, alimentato con una sorta di licenza a delinquere. I cittadini insofferenti strappano i manifesti barbari che con la crisi dei rifiuti non vengono neanche alzati da terra e il Senato li condona; come dire che i partiti si autoassolvono dalle loro condotte immorali, illegali, incivili. È così che va in Italia.

Alcuni cittadini stufi si organizzano per staccare i manifesti; si arriva quindi al paradosso che loro fanno rispettare la legge e lo Stato fa il possibile per violarla.

Tutto ciò genera poi reazioni negative a cascata perché un aspetto che ne consegue è quello della delegittimazione dei Comuni nel contrasto al fenomeno.  L’azione delle squadre di controllo comunali ha evidentemente un costo e la certezza che la censura non comporti una sanzione equa fa si che il controllo stesso si allenti e diventi blando. Senza contare che il Governo, così facendo, sgambetta quelle amministrazioni comunali che inseriscono a bilancio le sanzioni e le spese per la defissione dei manifesti.

Gongolano anche le agenzie che forniscono servizi elettorali e che propongono senza pudore le cosiddette affissioni killer, come dimostrato da un servizio televisivo de “Le Iene” di qualche tempo fa.

Che paese è questo che foraggia l’illegalità? Che esempio dà ai cittadini? Come ci si può poi scandalizzare se un ragazzino imbratta un monumento con una bomboletta? Abituare il popolo italiano alla degenerazione del decoro e all’illegalità è il peggiore degli esempi che possa venire dall’alto. 

Lo Stato dice: “Sporcate gente… sporcate”. Noi urliamo la nostra vergogna per essere italiani in questa maniera!

Smottamenti al Monte Echia. Villa Ebe abbandonata.

Smottamenti al Monte Echia. Villa Ebe abbandonata. 
crolla il costone in una zona dalle tante problematiche

Borghezio e l’autogoal del demagogo

Borghezio e l’autogoal del demagogo
comizio razziale in radio, ma non è tutta spazzatura

Ancora il nord contro Napoli, di nuovo Borghezio che lancia strali contro i Napoletani. In casi come questi in cui il secessionismo usato come arma politica è conclamato, è sempre difficile uscire dal conflitto storico-sociologico tra nord e sud del paese, ma è quanto mai opportuno evitare di cadere nella trappola del risentimento aprioristico. Riascoltando attentamente le parole di Borghezio si evince niente di più che la solita propaganda filo-leghista senza affondi razzisti più gravi di quanto non se ne siano registrati già in passato, con alternati concetti anche condivisibili e altri inaccettabili. Ecco la trascrizione testuale delle parole che hanno creato il caso: 

«I napoletani non fanno parte dell’Europa civile, buttiamo Napoli. Bisogna scappare da questo schifo. Noi vogliano essere liberi da questa Napoli che puzza di rifiuti e camorra. Napoli puzza di vecchia politica intrisa di camorra, bisognerebbe fare una pulizia radicale… MA I NAPOLETANI DOVREBBERO FARE LA LORO PARTE. Sono loro ad aver votato questi cattivi amministratori, vaste zone del nostro territorio puzzano di mafia e di camorra… Ogni sei mesi questi interventi: ne abbiamo le scatole piene di pagare le tasse per questi interventi. Purtroppo l’esperienza ci dice che per i Napoletani non è possibile cambiare. Spero di avere torto».

Filtrando il concetto e spogliandolo dalla dura dialettica tipica del buon leghista, viene fuori una sostanzialmente accusa alla politica napoletana “connivente con la camorra” secondo Borghezio che bacchetta i Napoletani in quanto responsabili di aver votato certi amministratori, sostenendo infine che il Nord sia stanco di assistere ancora una volta all’invio dell’esercito per tamponare i problemi di Napoli e affermando, da classico leghista razzista e ignorante (non sulla storia del risorgimento che conosce benissimo), che i Napoletani «non si fanno assoggettare» alla differenziata e che «non fanno parte dell”Europa civile»
E a quest’ultima considerazione che preferiamo opporci: dire che i napoletani “non si fanno assoggettare” significa che si oppongono a decisioni superiori, e trattasi di frase irriguardosa e tendenziosa poichè a Napoli la raccolta differenziata non è mai partita nonostante il dramma che la città vive da anni. I cittadini Napoletani sono vittime della camorra, di qualcosa troppo più grande di loro e attribuirgli con simile banalità anche delle colpe è esercizio demagogico-razzistico che non rispetta dolore e umiliazione per una condizione interiore di sofferenza cui a nessuno evidentemente importa. 
L’unica colpa dei napoletani è quella di essersi involontariamente fatti plagiare dalle strategie di minorità indotta che hanno trasformato una città che la differenziata l’ha inventata 179 anni fa (vedi immagine in basso) in un luogo di sporcizia che, va detto, anche i cittadini stessi contribuiscono ad alimentare in alcuni casi perchè ormai assuefatti all’esistenza in un ambiente sporco che nessuno si fa carico di mantenere pulito. Dunque, non solo non esiste opposizione, ma l’unico assoggettamento è alla volontà centocinquantennale di tenere Napoli sotto scacco; altro che “cca nisciuno è fesso”, in questo si che i napoletani sono colpevoli!

Quando invece Borghezio attacca la politica napoletana non ha torto. L’onestà intellettuale porta a scrollarci di dosso i contrasti ideologici e a considerare che la classe politica nostrana non solo sia stata fin qui incapace di dare risposte alla comunità locale ma abbia colpevolmente contribuito a mantenere lo “status quo” di uno squilibrio nazionale che pende a favore del nord, e la vicenda rifiuti ne è ampia dimostrazione. Anche a noi la classe politica che Napoli ha sin qui espresso non piace affatto!

Rispediamo dunque le accuse al mittente perché siamo vittime e non carnefici, vediamo la nostra amata e bellissima città imbrattata e offesa, e indifesa. Noi che la raccolta differenziata l’abbiamo inventata e che con la nostra cultura sette-ottocentesca abbiamo formato la civiltà occidentale, saremmo ben capaci di differenziare i rifiuti in bidoncini di colore diverso se ce ne dessero la possibilità.  
Siamo indifesi, e proprio noi possiamo affermarlo a gran voce se è vero che ogni volta che Napoli ha bisogno di essere protetta sovente ci ritroviamo a combattere da soli, spesso con successo, alzando e interpretando il sentimento dei cittadini, senza che mai un politico di spicco o un sedicente intellettuale accosti la sua voce per tutelare l’onorabilità di Napoli dagli attacchi esterni. Una voce alzata anche contro gli amministratori locali che certamente hanno inginocchiato Napoli più responsabilmente di coloro che l’hanno denigrata per ignoranza, asserviti come sono alle logiche di una politica nazionale che della “questione meridionale” ne ha fatto lo strumento di cicliche e sempre uguali campagne elettorali. Se i Napoletani sono diventati incivili non si può non tener conto che hanno smesso di ricevere un’educazione da parte degli amministratori locali. Perchè se in una classe manca un insegnante, gli allievi danno sfogo a tutta la propria indisciplina.
A Borghezio, ma anche ai politici e agli intellettuali di casa nostra ormai barricati nei loro ammuffiti salotti, diciamo che…

…i Napoletani sono “assoggettati” alla tassa sui rifiuti più alta d’Europa senza riceverne un servizio, e nel contempo subiscono l’umiliazione dei cumuli per strada fotografati dai pochi turisti che si avventurano in una delle città più belle e più sporche del mondo, le offese sui media e l’imposizione di un’amministrazione locale assente e incapace di assicurare persino lo spazzamento delle strade;

…l’inceneritore di Acerra, il più grande mostro anti-ecologico d’Europa, è stato costruito ed è gestito da aziende dal patrimonio incalcolabile di Torino, Milano e Brescia;

…le discariche della Campania, come abbondantemente dimostrato dalla magistratura, sono sature perché riempite con tonnellate di rifiuti tossici grazie all’accordo tra la camorra e aziende del nord che continuano indisturbate ad operare nel settore dello “smaltimento rifiuti”;

…i militari a Napoli li ha inviati per scopi elettorali il Premier Berlusconi il cui governo si regge sul sostegno fondamentale della Lega di cui Borghezio è esponente di spicco.

…non crederemo mai al populismo e alla demagogia della Lega Nord che per polarizzare consensi sbandiera la falsa intenzione di separarsi da un sud “palla al piede” che è mercato senza dazi doganali per le merci prodotte nelle aziende del nord, ancor più redditizio con la recente approvazione del federalismo municipale che arricchisce anche i comuni di provenienza di quelle aziende.

…abbiamo avuto fin troppe dimostrazioni del fatto che Borghezio e soci conoscono perfettamente le vicende che portarono alla conquista garibaldina/savoiarda di Napoli, e che, di conseguenza, sappiano bene quanto Napoli e il meridione hanno perso dall’unità d’Italia e come ne sono usciti perdenti, quindi colonia del nord.

Dunque, ok l’analisi della questione politica napoletana ma perchè figlia di quella nazionale, e giù le mani da Napoli; se Borghezio avesse evitato i soliti insulti, il suo discorso non avrebbe scatenato le polemiche. E invece ha fatto il più classico dei comizi come i tanti che tiene a Pontida, solo che li può urlare alla sua folla. La differenza che passa tra un politico e un ignorante prestato alla politica è che il primo propone soluzioni, il secondo invita l’Europa a buttare Napoli che l’Europa l’ha fatta.
Insomma, prima l’hanno voluta annettere al Piemonte e ora che l’hanno spogliata di tutto la vogliono staccare dal continente. Siamo seri!

Ecco perchè i Napoletani sono vittime di camorra e politica 

Quando Napoli era la città più pulita d’Europa (clicca per leggere l’articolo)


Statua di P.E. Imbriani restaurata, ma il pizzetto…

Statua di P.E. Imbriani restaurata, ma addio pizzetto.
Quanto durerà? Ne siamo certi: poco!

Completato il restauro della statua di Paolo Emilio Imbriani in Piazza Mazzini. Lunedì 9 Maggio, alle ore 10:00, l’inaugurazione dopo il lavoro operato dai tecnici delle Soprintendenze per i Beni Architettonici Paesaggistici e Storici, per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli, grazie all’impegno della Seconda Municipalità.
Per anni abbiamo sensibilizzato sulle condizioni indecenti del busto marmoreo dell’ex-sindaco di Napoli rimasto nella storia per aver creato la confusione tutta napoletana tra Via Toledo e Via Roma (leggi la storia), e ci rallegriamo per questo risultato raggiunto.
Costi dell’intervento tutti a carico della soceità A&C Network srl, formula in procinto di essere applicata anche  alla statua di Dante nell’omonima piazza e ad altri monumenti della città.
Ma non è ancora il caso di cantare vittoria perchè la scultura di Piazza Mazzini è da sempre nel mirino di giovani balordi che si divertono a deturparla in ogni maniera e non trova pace da decenni. Siamo certi che la pulizia non durerà molto, ancora convinti che la provocazione inoltrata negli scorsi anni chiedendo lo spostamento della statua in una pizza più “sicura” non sia solo una provocazione ma che la piazza non sia effettivamente adatta, oggi come oggi, ad ospitare un monumento. Lo testimonia il fatto che anche durante il restauro gli “attacchi” si siano ripetuti e nelle ore notturne le “babygang” della zona si siano spesso arrampicate sui ponteggi del cantiere per lanciare oggetti contro i passanti. Lo scorso Marzo i restauratori hanno scoperto che, dopo l’ennesima forzatura dell’ingresso del cantiere, qualcuno aveva danneggiato gravemente il pizzetto di Imbriani mentre colpi senza conseguenze di rilievo erano stati sferrati anche contro il naso e la spalla.
E su questi giovinastri sbandati, feroci contro cose e persone, che c’è da fare un grosso e lungo lavoro di “restauro”. Nell’immediato, intanto, è evidente che dopo simili fatti il recupero del monumento avrebbe vita breve senza misure preventive. Dunque, pur non essendo contemplata nel bando la videosorveglianza, pare si sia provveduto a puntare una telecamera sulla statua. E presto, ma forse potrebbe essere già tardi, sorgerà anche una recinzione, anch’essa in origine non prevista, il cui onere è stato preso in carico dalla Seconda Municipalità. Basterà?

da IL MATTINO, i danni alla statua durante il restauro

leggi le denunce e le “provocazioni” di VANTO

Villa Floridiana riaperta. Ma in quale stato?

Villa Floridiana riaperta. Ma in quale stato?
dichiarazioni a Televomero

Dopo la protesta di Sabato 26 Marzo contro la chiusura della Floridiana per motivi di sicurezza, la villa è stata riaperta il 16 Aprile. Ma l’allarme non è cessato.


“City”, è già degrado completo!

“City”, è già degrado completo!
Il decoro attorno Palazzo San Giacomo fu solo illusione