videoclip / il messaggio “storico” prima di Napoli-Juve
Al “San Paolo” cultura, storia e identità, non razzismo
Angelo Forgione – Ecco il videoclip del messaggio portato alla ribalta nazionale dello stadio “San Paolo” in occasione del simbolico incontro di calcio tra Napoli e Juventus.
Qualche tifoso juventino di Napoli, e non è la prima volta, mi ha confessato di condividere le istanze meridionaliste per l’affermazione della verità storica in funzione di un’affermazione ancora lontana di un’Italia fatta di un Nord e un Sud veramente uniti. Ma di non condividere, pur essendo amante della grande cultura Napoletana, il pensiero che un vero Napoletano debba per forza amare il Napoli piuttosto che la Juventus. Questione di punti di vista… al libero pensiero individuale la risposta. Purtroppo però, spesso questi napoletani che vivono un conflitto interiore cercano di sfuggire alla realtà, imputando al sottoscritto di seminare odio con simili iniziative.
L’altra sera, allo stadio “San Paolo”, abbiamo portato un grande messaggio culturale, altro che violenza! Lo stadio, attraverso la condivisione dei gruppi di Curva B e Distinti, ha offerto un forte segnale identitario e di consapevolezza. Ho avuto modo di comprendere la condivisione di Mariano del gruppo “Anni ’90” nel voler a tutti i costi esibire il bandierone insieme a tutto il suo gruppo, corretto e onesto nel non sporcare il messaggio culturale con altre questioni più pertinenti alla vita del tifoso tirate fuori in altro momento della partita, e lo stesso vale per i ragazzi della curva. Nessuna offesa, nessuna volgarità; solo un forte grido di verità nascosta ai più che si sta facendo largo inesorabilmente. E in questa occasione la tifoseria azzurra ha dimostrato grande maturità. Altro che odio!
L’odio è quello che si vede nelle curve degli stadi d’Italia dove da decenni si canta “Vesuvio, lavali col fuoco”, “Napoli colera” e nefandezze del genere. L’odio è quello che le istituzioni del calcio fomentano senza porvi rimedio, nascondendo un certo razzismo con bigottismo evidente e dando seguito alle bugie delle altre istituzioni, quelle più in alto, che festeggiano una falsa unità d’Italia senza ricordare minimamente le centinaia di migliaia di morti meridionali e mantenendo il meridione in condizioni di semischiavitù.
Altro che odio, l’altra sera si è fatta cultura… e il calcio non può ritenersi settore fuori dalla società. L’altra sera si è fatta la storia!








