Napolitiamo al Leggilibri del TGR Campania

“Forgione ha ragione quando afferma che il napoletano è una lingua d’arte perché ha una vastissima tradizione di scrittura colta.
Angelo Forgione ha forgiato Napolitiamo contro l’anarchia ortografica, con una rigorosa ricostruzione storica dell’evoluzione nei secoli dell’idioma partenopeo […]”

Napolitiamo per ReadYnnovation, i libri dell’innovazione

NAStartUp, il network no profit di accelerazione fondato da Antonio Prigiobbo, dedica attenzione a Napolitiamo nel format ReadYnnovation, la rubrica dedicata a libri e storie che raccontano il futuro.

“Per innovare davvero, bisogna partire dalla tradizione. Napolitiamo è un libro innovativo che unisce rigore storico e didattica pratica: da un lato ricostruisce l’evoluzione dell’idioma partenopeo nei secoli, dall’altro propone un vero e proprio prontuario per apprendere l’ortografia napoletana.
Un’opera che restituisce prestigio letterario a una lingua troppo spesso ridotta a semplice dialetto, offrendo strumenti concreti per scriverla correttamente e mantenerne viva la tradizione”.

“Napolitiamo” a Pimonte

La conoscenza è libertà – Libri e idee in cammino continua con un appuntamento speciale.

Un’occasione per riflettere sull’identità, la storia e l’anima profonda di Napoli, raccontata con passione da Angelo Forgione, scrittore, saggista e attivista culturale, noto per il suo impegno nella valorizzazione del Mezzogiorno e della cultura partenopea.

In Napolitiamo, Forgione ci accompagna in un viaggio emozionante tra parole, luoghi e significati nascosti, invitandoci a guardare Napoli con occhi nuovi, lontano da stereotipi e luoghi comuni. Vi aspettiamo per un incontro ricco di spunti, emozioni e cultura.

📅 Martedì 3 settembre – ore 18.30
📍 Biblioteca Comunale di Pimonte
Ingresso libero

Più napoletano degli altri

Angelo Forgione – Quale migliore data della Giornata del Dialetto e delle Lingue Locali per dire in lingua dialettale che ‘o sestu figliu mio parlarrà napulitano! Ho infatti concluso il mio nuovo manoscritto e avviato la macchina editoriale di tale appassionato lavoro, un trattato proprio sulla lingua dialettale napoletana, la cui uscita è prevista in primavera.

Oltre due anni di appassionato impegno per dare completezza alle due metà da cui sarà composto il saggio: una storica e una didattica.
La parte storica è frutto di una rigorosa ricostruzione dell’evoluzione nei secoli dell’idioma partenopeo, anche in relazione alla koinè italiana, e quindi del percorso linguistico di Napoli rispetto a Firenze.
La parte didattica, altrettanto sudata, è una sorta di prontuario chiaro e completo per l’assimilazione di un’ortografia corretta a supporto e beneficio di coloro che vogliano minimamente padroneggiare la scrittura di una lingua d’arte, una delle pochissime di reputazione internazionale tra quelle dialettali.

La Giornata del Dialetto e delle Lingue Locali, nonché le versioni dialettali di Topolino appena pubblicate e andate a ruba, dimostrano quanto la dialettofonia rappresenti una parte importantissima della cultura italiana. Ennesimo segno della vittoria su chi, dall’alto, ha provato a cancellarla tra l’unità d’Italia e gli anni Settanta del Novecento.
L’omologazione linguistica e la sparizione dei dialetti, fortunatamente, non si sono compiute. Oggi, pur convergendo verso l’uso dell’italiano quasi la totalità degli italiani, la dialettofonia è ancora più o meno radicata nel comportamento linguistico, e restano vive le espressioni locali. In alcune regioni, come in Campania e in Veneto, il bilinguismo è più alto che altrove, e la percentuale di uso alternato di italiano e dialetto in famiglia e tra amici è davvero alta.

In un’epoca in cui non c’è più traccia di contrasto ai dialetti, il problema, in certe aree come quella napoletana, non è più quello di preservarne l’uso ma quello di proteggerne la scrittura dalla mancanza di uno standard riconosciuto, problema che sta generando il proliferare di un’ortografia “fai-da-te” e un eccesso di libertà nel trasformare il napoletano a proprio piacimento, rifugiandosi nell’alibi fornito da quella che è una lingua viva, quindi soggetta come tutte le altre a modifiche nel tempo. Tale libertà sta contribuendo a spostare una lingua d’arte nel recinto dei dialetti. Si sta correndo il rischio che il napoletano non venga più considerato una lingua letteraria, come lo è stata per secoli, e che perda quindi il suo prestigio, esattamente quello che viene riconosciuto a quei pochi dialetti non solo parlati ma anche scritti a livello autoriale.

Per fortuna, tra i veri amanti dell’identità partenopea affiora un certo rispetto per l’ortografia del napoletano, attorno al quale si è palesato un crescente interesse, anche di giovani e meno giovani di altre aree d’Italia appassionati di musica e serie televisive, testimoniato da alcune coraggiose iniziative didattiche, alle quali mi appresto ad aggiungere questo mio lavoro, andando oltre e svelando anche la storia di una grande città, Napoli, sede dell’unica corte reale della Penisola, che ha lasciato fare la più piccola Firenze e ha contribuito ad avviarne la spinta linguistica. E però ha continuato a parlare al mondo in maniera spontaneamente poliedrica, anche attraverso il suo logos territoriale, che ne definisce la condizione identitaria; e non poteva che riscattarsi, senza neanche imporselo, anche da una sua certa indolenza linguistica plurisecolare.

Ma per dirci tutto, ci leggiamo in primavera.

Riconoscimento di Eccellenza a Montecitorio

Intervento a Palazzo Montecitorio di Roma per il “Riconoscimento di Eccellenza” conferitomi dall’Intergruppo parlamentare ‘Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori’ della Camera dei Deputati, composto da cinquanta elementi di maggioranza e opposizione impegnati in undici commissioni per un tavolo tecnico di sviluppo del Mezzogiorno e presieduto dal deputato Alessandro Caramiello, che ha conferito il premio con la seguente motivazione:

“Allo scrittore e giornalista Angelo Forgione per il suo impegno nella tutela e nella valorizzazione dell’immagine di Napoli e del Mezzogiorno. Attraverso i suoi scritti e le sue inchieste, Forgione ha sfidato i pregiudizi, proponendo una narrazione autentica e positiva del Sud Italia”.

L’intergruppo, presieduto dal deputato Alessandro Caramiello, si compone di 50 elementi di maggioranza e opposizione impegnati in varie commissioni per un tavolo tecnico di sviluppo del Mezzogiorno. I riconoscimenti assegnati sono un tributo al lavoro di chi si impegna per migliorare

See Naples and then die


Angelo ForgioneNapulitanamente è un magazine cartaceo e online che si occupa della divulgazione della cultura napoletana e del patrimonio partenopeo all’estero, spaziando dall’intero Sud Italia a tutta l’area mediterranea, da Napoli a Teheran. Si tratta di un progetto editoriale libero e indipendente che, in meno di tre anni, ha pubblicato, con buon successo nel mondo, 6 numeri, più due extra, con articoli e interviste su storia napoletana, lingua, tradizioni, arte, artigianato, musica, teatro, cinema, filosofia, tecnologia, cucina, business e molto altro.
Nel n.7, appena pubblicato, spazio anche per me. Qui di seguito, la traduzione in italiano delle pagine a me dedicate, anche riportate sul sito napulitanamente.com.

Vedi Napoli e poi muori

Angelo Forgione sfata i miti napoletani e svela la realtà

di A. Sujit

Angelo Forgione, giornalista e scrittore, si occupa di cultura, di costumi e di storia di Napoli e del Sud Italia, oltre ad avere cura dell’integrità grammaticale e ortografica della lingua napoletana e a essere famoso anche perché esperto di sport. Nonostante il suo stretto legame con la terra e lo stile di vita napoletani, ha una visione assolutamente obiettiva, e le sue opinioni sono piuttosto significative. Leggendo i suoi saggi, quindi, è facile comprendere la reale situazione in cui si trovano i napoletani.

Per più di 150 anni, l’Italia ha diffuso miti negativi su quello che un tempo era il Regno di Napoli, che comprendeva tutto il Sud Italia. Tuttavia, le opinioni dei turisti smentiscono certe false affermazioni e dimostrano che Napoli è una città sorprendente e piena di bellezze. La capitale dell’Italia meridionale continua a impressionare sia i visitatori stranieri che quelli italiani, nonostante la cattiva propaganda di cui spesso soffre. Questo paradiso, abbracciato dal Vesuvio e dai Campi Flegrei, fu un tempo il più popoloso e vivace dello “Stivale”, almeno dal XIV alla metà del XIX secolo. Oggi si rivela un mondo più che una città.

Chi visita Napoli desidera qualcosa di più di un semplice luogo dove rilassarsi; vuole capire cosa vuol dire essere napoletani, assaggiare la deliziosa cucina, conoscere la storia intrigante e sperimentare la vita quotidiana. Forgione ci spiega che il viaggiatore avventuroso è motivato a scoprire come la tenace comunità napoletana abbia perseverato e continui a farlo sfidando due vulcani attivi che hanno il potenziale per causare conseguenze disastrose.

A causa di terribili miti, alcuni dei quali sono ancora diffusi tra gli italiani che vivono in Italia e nel mondo, la maggior parte delle persone, tra cui pure diversi napoletani, non sono a conoscenza delle maggiori ricchezze storiche della città. In alcuni libri di testo italiani distribuiti all’estero, i napoletani e gli abitanti dell’Italia meridionale sono descritti come gente incline al crimine, proprio come li definì Cesare Lombroso. Si tratta, come sostiene Forgione, di uno stereotipo ingiustificato che nasconde i veri grandi scandali nazionali e che hanno origine proprio in quel territorio con maggiori opportunità e capacità di attrarre ricchezza, cioè il Nord Italia, dagli scandali del vino all’etanolo agli appalti per l’Expo di Milano e per il MoSE di Venezia, dal crac Parmalat alle controversie della Juventus della famiglia Agnelli, fino a tutte le multinazionali del Nord e tutte le banche che hanno rubato molto più di tutti i ladri napoletani messi insieme dal dopoguerra a oggi. Spesso, la pulizia morale è stata fatta dai competenti magistrati napoletani.

La corruzione italiana ha raggiunto il suo picco con le gare d’appalto milanesi per l’Expo di Milano del 2015. Di conseguenza, il governo italiano si è visto costretto a costituire l’Associazione Nazionale Anticorruzione. Raffaele Cantone, magistrato napoletano incaricato di preservare la trasparenza e l’integrità delle procedure governative, fu il primo nominato a guidare tale istituzione. Considerata la grande moralità dei napoletani onesti, che costituiscono la netta maggioranza, e la provenienza dei responsabili delle grandi truffe italiane, risulta errato il presupposto che etichetta i partenopei come truffatori. Napoli fu scelta per ospitare il G7 del 1994 per presentare un’immagine diversa del Paese, della sua bellezza regale e del suo significato storico e della pulizia degli appalti, restituendo lustro a una città fino ad allora trascurata dalle istituzioni nazionali e spazzando via alcune spiacevoli percezioni sulla nazione italiana generate dalla Tangentopoli milanese di inizio anni Novanta. La graduale ripresa dell’immagine della città si arrestò bruscamente un decennio fa, ma momentaneamente, per le vicende dei rifiuti nelle strade, causata da un patto scellerato tra malavita campana, massoneria deviata e imprenditoria del Nord. Forgione invita ad informarci sul ruolo che ricoprirono i fratelli veneti Stefano e Chiara Gravioli e la loro cricca, che come altre, tenevano in scacco Napoli in quel periodo, per comprendere quello scenario.

Napoli, in quanto importante centro culturale d’Italia, è detentrice di numerosi primati internazionali, città d’arte tra le primissime d’Italia, culla della cultura occidentale, crogiuolo di stili artistici e di tesori eccezionali. La città accresce la sua immagine di luogo privilegiato di vacanza affrontando questioni moderne e riuscendo comunque ad attirare l’attenzione internazionale. È una destinazione irripetibile, non globalizzata, una città con un patrimonio materiale ed immateriale, intellettuale e storico, che la rende unica. Le principali risorse economiche di Napoli andarono perdute a seguito dell’Unità d’Italia, che fu di fatto una vera invasione. Preconcetti e timori, alimentati da rappresentazioni come quelle di certe serie televisive, possono essere spazzate via solo dopo aver visitato la città; viene così a scopersi una nuova prospettiva che evidenzia i migliori valori della realtà partenopea. Lontano dai luoghi comuni che associano Napoli esclusivamente a spaghetti pizza e mandolino, Forgione sottolinea nel suo libro Made in Naples che Napoli è uno scrigno di cultura, e avverte che il problema sta nel non riuscire a comunicare al mondo che si tratta di un luogo bellissimo con un’identità distintiva, e che affidarsi all’esperienza diretta e al passaparola è un modo inadeguato per interagire con i viaggiatori.

AF: “In Italia, in Europa, nel mondo, c’è uno scrigno da aprire. Dentro vi è custodita una città romantica quanto Parigi, colorata quanto Barcellona, aristocratica quanto Londra, eterna quanto Roma, accogliente quanto Berlino, colta quanto Vienna, sorprendente quanto Istanbul. E, cosa non dappoco, più buongustaia di tutte”.

Tutti possiamo fare molto per sfatare il mito di Napoli città maledetta. Forgione incoraggia i napoletani a impegnarsi nello scambio culturale con il resto del mondo al fine di abbattere le barriere isolazioniste, che i napoletani di oggi creano perché pensano di bastare a loro stessi. Per Forgione, la strada giusta da seguire è quella di porre fine all’ignoranza sostituendo le menzogne con la verità, acquisire una maggiore consapevolezza. Ma prima di tutto, i napoletani devono essere più uniti e non diffidare gli uni degli altri. Afferma che a molti napoletani manca la capacità di fare rete per un obiettivo comune, perché la città non può contare su risorse finanziarie sufficienti e deve competere con territori più ricchi che possono contare su buona pubblicità e valorizzazione. È un’urgente necessità, stante un rozzo e cronico atteggiamento anti-napoletano e anti-meridionale, spesso latente e talvolta manifesto, ma anche una crescente esaltazione neo-meridionalista di pancia che non produce nulla ma fa solo da freno. Bisogna convertire la menzogna in verità, la presunzione in consapevolezza e il rancore in fierezza.

AF: ”Il divario Nord-Sud si manifestò nella seconda metà dell’Ottocento, con le politiche dei governi del Regno sabaudo d’Italia che penalizzarono pesantemente il Mezzogiorno. Per decenni si è raccontata un’altra storia, e cioè che l’arretratezza del Sud preesisteva all’unità, ma la verità è che in quel momento storico non vi era un divario significativo in termini di prodotto interno lordo e una reale differenza tra Nord e Sud, tra due economie di pari livello, pur con specificità produttive diverse. Il Sud, infatti, disponeva di importanti porti commerciali ed era più avanzato del Nord per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e il settore estrattivo. Il Nord Italia era all’avanguardia nel settore tessile e beneficiava della vicinanza ai principali mercati continentali. Era semmai tutta l’Italia ad essere arretrata rispetto ai paesi guida del progresso europeo, poiché dipendeva essenzialmente dall’agricoltura.”

La spaccatura fu inizialmente causata dalla moderna industria italiana, che interessò solo una piccola parte del Paese. Ad esso si aggiunse anche il debito pubblico per le guerre per il processo di unificazione del nuovo Stato, che iniziò sommando i debiti di tutti gli Stati preunitari annessi al territorio.

Forgione afferma che la nuova Italia repubblicana è responsabile di non aver colmato il divario, indipendentemente dalla sua origine storica. Nel Dopoguerra, i finanziamenti del Piano Marshall furono impiegati scientificamente per ricostruire le industrie settentrionali e portare gli operai meridionali al Nord, non per portare le fabbriche anche al Sud, e se poi qualcosa si è fatto con la Cassa per il Mezzogiorno è poi risultato effimero, perché la creazione di stabilimenti industriali nel Meridione, senza sviluppare strade e trasporti, ha privato gli stessi della necessaria competitività.

Arretratezza, criminalità e ignoranza facevano parte di tutti i territori italiani preunitari, e al Sud sono cresciuti come accade in tutti i territori più poveri. Perché si continua a raccontare una storia falsa? Per nascondere le colpe dei governi italiani da 160 anni a questa parte.

Forgione sottolinea la necessità di rafforzare l’influenza di Napoli, portando l’esempio della pinacoteca del Museo di Capodimonte, una delle più preziose d’Italia, accostabile per rilevanza e densità di capolavori a quella degli Uffizi a Firenze, di Brera a Milano e della Galleria Borghese a Roma, ma il numero di visitatori non è affatto all’altezza di tanta importanza.

La mostra “Naples à Paris” in corso al Louvre mira a mettere in risalto le risorse culturali della città in tutto il mondo come investimento di immagine a lungo termine. È importante ricordare che Napoli fu fondamentale nella trasmissione della cultura greca alla società romana. Ha avuto influenza anche nell’esercizio della cultura moderna, terreno fertile per artisti e innovatori nei campi industriale, scientifico e tecnologico. Ci sarebbe molto altro da dire sulla storia di questa città così complessa per natura e società, su ciò che è stato fatto e non. Da molti anni Angelo Forgione dedica il suo tempo e i suoi studi all’analisi di questi temi. Il suo ultimo libro si intitola Napoli Svelata, e svela lo “scrigno” attraverso quindici racconti che chiariscono il passato per comprendere il presente della città partenopea e della sua gente.

Cosa ci puoi dire di Napoli Svelata?

AF – “Come nei miei precedenti lavori su Napoli, tutti complementari tra loro, racconto e approfondisco vicende storiche sorprendenti, alcune sconosciute ma tutte importanti per capire Napoli, assai ricca di storie perché possa essere capito con facilità. Napoli, città porosa proprio come il tufo su cui poggia, ha assorbito e poi restituito con linguaggio proprio e idee nuove. Qui, tra i tanti ingegni, sono nate la viticoltura italiana con i suoi vini, la vulcanologia e l’archeologia. Qui sono state stimolate l’igiene ambientale e personale. Qui sono stati sperimentati e affinati i primi vaccini. Qui sono state perfezionate eccellenti maestrie, qualcuna superata, qualcun’altra in via di estinzione e altre ancora, come la sartoria maschile, solidamente apprezzate nel mondo. Qui, tra particolari usanze alimentari, si è diffuso il mangiare e bere ghiacciato. Qui sono germogliati il cinema, la cultura sportiva e persino il dogma dell’Immacolata Concezione. Insomma, racconto 15 grandi storie napoletane da conoscere per conoscere meglio una città tra le più antiche d’Europa, fondamentale – lo ribadisco – nella trasmissione della cultura greca alla società romana e di importanza sempre crescente dal Rinascimento in poi, fino a diventare una delle maggiori capitali d’Europa, la più espressiva, prima di decadere nell’Italia politicamente unita. E alla fine propongo anche una mia ricostruzione circa l’origine ignota del noto detto sulla città “vedi Napoli e poi muori”. Una città da vedere prima di morire, ma anche da capire. Io lavoro per questo.”

Oltre ad essere un appassionato ricercatore della storia e della lingua napoletana, sei anche un tifoso ed esperto di calcio. Dopo 33 anni il Napoli vince nuovamente il campionato italiano. Cosa rappresenta questo per i napoletani?

AF:”I napoletani amano il Napoli in modo viscerale, lo percepiscono come una voce della città, sperando sempre che faccia la voce grossa con le squadre del Nord e i loro tifosi, che sono dappertutto, ma anche con le realtà del capitale d’Italia. Vincere al Sud è difficilissimo, e il Napoli è l’unico club meridionale che può arrivare alla vittoria. I napoletani hanno la percezione che prima o poi il trionfo arriverà. E proprio per i motivi già spiegati di tifo identitario, il trionfo venturo sarà di quelli che doneranno gioia collettiva di popolo ed emozioni condivise.
Certo che il calcio non risolve i problemi di un luogo e le diseguaglianze, ma il calcio è la più coinvolgente delle passioni popolari, e perciò i trionfi del Napoli ritemprano l’umore collettivo, cosa di cui c’è sempre forte bisogno laddove c’è da impegnarsi costantemente per risolvere i quotidiani problemi esistenziali. E poi sono trionfi che significano che c’è un Sud del calcio che può guastare i piani del Nord, e questo è un esempio per tutto il resto della vita sociale d’Italia. Stavolta, lo scudetto, diversamente da quelli degli anni di Maradona, ha dato ulteriore spinta a una città in pieno rilancio culturale e turistico e non ha fatto da traino ma ha rafforzato ancora di più l’esposizione mediatica e l’appeal di Napoli.”

Libri al pomodoro – Staffetta di libri alla libreria IoCiSto di Napoli

Sabato 17 settembre, alle ore 11.00, presso la libreria IoCiSto del quartiere napoletano del Vomero, in scena una staffetta di libri in cui il pomodoro è protagonista. L’incontro si realizza nell’ambito del progetto ArteSì di NaturaSì e coinvolge alcuni scrittori del territorio valorizzando libri e racconti dedicati al mondo del cibo ed in particolare al pomodoro: Angelo Forgione, Patrizio Rispo, Oscar Nicolaus, Maurizio Landi si alterneranno in una staffetta condotta da Patrizia Spigno, ricercatrice nel settore agroalimentare ed esperta del pomodoro San Marzano, per presentare, attraverso letture, storie e aneddoti, i loro libri e le ricette che hanno come protagonista il pomodoro.

Agli autori si alternerà il contributo musicale dei ragazzi di Musica libera tutti – pratiche quotidiane per crescere insieme a Scampia a suon di musica del Centro Hurtado.
In chiusura verrà presentato in anteprima assoluta il progetto di Homoscrivens di un libro sperimentale fatto di fumetti e racconti ambientati a Napoli che ha come fil rouge una scatola di pomodoro.

Nelle sale della libreria sarà organizzato dal Centro Hurtado un mercatino di prodotti di cartotecnica.

IoCiSto – Piazzetta Masullo (piazza Fuga),Napoli

NAPOLI SVELATA – Belle vicende della Storia partenopea dalle origini a oggi

Napoli e i suoi dintorni, luoghi di un popolo che da sempre sfida due vulcani distruttivi ma forieri di prosperità. Un territorio particolare e complesso per natura e umanità, unico per identità e assai ricco di storie perché possa essere capito con facilità. Un mondo a sé, custode di un immenso patrimonio intellettuale e storico, frutto dell’influenza di varie culture e delle molteplici vicende di cui è stato teatro nel corso dei millenni.
Napoli, città porosa proprio come il tufo su cui poggia, ha assorbito e poi restituito con linguaggio proprio e idee nuove. Qui, tra i tanti ingegni, sono fioriti la viticoltura italiana con i suoi vini, la vulcanologia e l’archeologia. Qui sono state stimolate l’igiene ambientale e personale. Qui sono stati sperimentati e affinati i primi vaccini. Qui sono state perfezionate eccellenti maestrie, qualcuna superata, qualcun’altra in via di estinzione e altre ancora, come la sartoria maschile, solidamente apprezzate nel mondo. Qui, tra particolari usanze alimentari, si è diffuso il mangiare e bere ghiacciato. Qui sono germogliati il cinema, la cultura sportiva e persino il dogma dell’Immacolata Concezione. Una città tra le più antiche d’Europa, fondamentale nella trasmissione della cultura greca alla società romana e di importanza sempre crescente dal Rinascimento in poi, fino a diventare una delle maggiori capitali d’Europa, prima di decadere nell’Italia politicamente unita. Una città da vedere prima di morire, ma anche da capire. Se ne saprà “qualcosa” in più dopo aver letto Napoli svelata, 15 grandi storie napoletane da conoscere a fondo, frutto di un lavoro lungo e davvero molto approfondito.

Indice

Introduzione
Il melodioso richiamo della Sirena
una terra da ascoltare

1 – Un popolo vulcanico
la vita attorno ai crateri nella patria della vulcanologia

2 – La terra del vino
storia della viticoltura italica e delle sue origini campane

3 – La culla dell’archeologia
la riscoperta della classicità e la Napoli di Canova

4 – Ai napoletani piace freddo
l’antica passione per il ghiacchiato, dal sorbetto al gelato

5 – Ai napoletani piace scuro
dall’usanza della cioccolata alla tradizione del caffè

6 – Il sacro dolce di Napoli
leggende ed evoluzioni di sua maestà la Pastiera

7- Una città acqua e sapone
complessa vicenda dell’igiene napoletana

8 – Grandi, grossi e vaccinati
Napoli protagonista nella scoperta dell’immunizzazione

9 – La Madonna li accompagna
la Fede di Napoli per la definizione del dogma dell’Immacolata

10 – L’irripetibile arte del piqué di tartaruga
un’estinta maestria di gran pregio alla corte di Napoli

11 – L’eleganza cucita addosso al mondo
l’eccellenza dell’alta sartoria maschile napoletana

12 – Le pelli si trattano con i guanti
principio e quasi estinzione dei rinomati guantai napoletani

13 – Napoli sana in corpo sano
la tradizione sportiva partenopea, dalla città greca a oggi

14 – Una vera cine-città
Napoli culla della cinematografia e primo set d’Italia

15 – Vedi Napoli e poi muori… giustiziato
origine incerta del popolare detto sulla Città

Promozione Estate

È proprio d’estate che oltre un italiano su due ha intenzione di leggere almeno un libro. Un dato confortante, più alto rispetto alla media di lettura nel corso dell’anno. C’è più tempo a disposizione per sé, e la lettura favorisce il relax.Io, a chi ancora non ha letto qualche mio titolo, faccio invito di approfittare della promozione estiva, prima che arrivi in libreria la mia quinta fatica. Perché la lettura non teme il caldo.

info: staff_angelo_forgione@email.it

(offerta non valida in libreria)

Promozione Natale

Natale, tempo di regali e di promozione dei miei lavori, da mettere sotto l’albero con un bel po’ di risparmio e con una mia dedica personalizzata. Ogni copia al prezzo più basso di sempre: € 10, a prescindere dal titolo e dal numero di copie.
C’è tanta storia e cultura di Napoli, del Sud e d’Italia da conoscere, da regalare e da regalarsi, prima dell’uscita della mia quinta fatica nel corso del 2021. Ma questa è un’altra… storia.

Info e ordini: staff_angelo_forgione@email.it