Massimo Bray e l’intelligenza dei Borbone di Napoli

Angelo Forgione – È stato bollato come il “Re lazzarone” perché non gli piaceva studiare e preferiva cacciare e fare l’amore. Però in città creò il primo museo d’Europa, togliendo la proprietà privata delle collezioni di famiglia (reperti vesuviani e collezione farnesiana) per renderle pubbliche e donarle alla città. E fuori città sfruttò la forza motrice generata dell’Acquedotto Carolino per far fiorire tante iniziative imprenditoriali in tutta l’area casertana, trasformando persino le tenute di caccia di San Leucio e Carditello in luoghi produttivi, regalandoci le sete e la mozzarella di bufala.
Il ministro Bray ha studiato bene la figura di Ferdinando IV, che, ben consigliato da Maria Carolina, fece anche molto altro, e non solo bella vita. E ha studiato tutta la dinastia dei Borbone di Napoli, riconoscendone la “intelligenza”. E si è affezionato alle dimore borboniche, dicendolo a più riprese nei programmi nazionali.
Altro che retrogradi, Signori! Piano piano, il quadro si fa più nitido.

Pontile di Castel dell’Ovo, annunciato il restyling

Angelo Forgione – Le due edizioni delle World Series dell’America’s Cup di vela hanno lasciato sospeso il restauro delle garitte del ponte di accesso al Castel dell’Ovo. Peraltro lo stesso intervento di intonacatura e pittura, fin troppo gialla, lascia molto a desiderare, perché non restaura ma copre il tufo originale. 39mila euro circa per non fare nulla, sostanzialmente. Così come per la Cassa Armonica, sfigurata dalla sera alla mattina più di un anno fa e non ancora riportata al suo aspetto originale, la soprintendenza ha lasciato fare.
Ora il Comune di Napoli annuncia il completamento dei lavori entro l’autunno, con tanto di nuova illuminazione del pontile, in sostituzione di quella a gas priva di manutenzione che da tempo lascia la lingua sul mare al buio. Chi vivrà, vedrà.

 

Il San Carlo restaurato viene giù!

Angelo Forgione – Il Real Teatro di San Carlo è stato restaurato nel 2009 ma all’esterno già inizia a cadere a pezzi. Già la facciata iniziò da subito a presentare tracce di umidità. Pian piano sono iniziati a venir giù pezzi d’intonaco sul lato di Piazza Trieste e Trento, poi i pannelli di plexiglas dalle finestre, fino a vedere i cornicioni scolpiti cinti da teloni protettivi. Il che significa che sono a forte pericolo di crollo.
Avevo già denunciato il problema al De Telegraaf il mese scorso ma le condizioni, dopo le utitme piogge, sono sempre più sconfortanti e sono destinate a peggiorare giacché le infiltrazioni d’acqua sono ovunque (cliccare sulle foto per ingrandire).
Il restauro delle facciate esterne del San Carlo è stato condotto, tra il 2004 e il 2006, dalla società Artrade Italia in collaborazione con la soprintendenza.

Il degrado della Cassa Armonica finisce in Procura

Angelo Forgione – La scorsa settimana ho scritto un ennesimo articolo-denuncia per napoli.com sulle condizioni scandalose della Cassa Armonica e, attraverso V.A.N.T.O., ravvivato l’attenzione sulla questione evidenziata dalla prima ora. “La Repubblica – Napoli” ha raccolto il nuovo sfogo e pubblicato un articolo sull’edizione cartacea (poi riportato online) firmato dalla collega Anna Laura De Rosa. Numerose associazioni e movimenti che hanno a cuore la città sono attente a quanto sta accadendo attorno alla struttura di Errico Alvino, così come a tutto il patrimonio.
Intanto, l’avvocato Rosario Rusciano è in procinto di presentare un richiesta alla Procura affinché si indaghi su eventuali responsabilità penali del sindaco De Magistris nella gestione della vicenda. E finalmente apprendiamo che il concerto di Francesco Renga, saltato per maltempo durante le scorse World Series di America’s Cup, non sarà recuperato come inizialmente annunciato dal sindaco ma l’artista è stato pagato, seppur in misura minore come da contratto. Ma quanto?
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Cassa Armonica, campa cavallo…

Angelo Forgione per napoli.com Continua la telenovela della Cassa Armonica in Villa Comunale. Smontata perché pericolante la corona in vetro e ghisa alla vigilia delle World Series di America’s Cup per la cui manifestazione vi erano previsti concerti, la Giunta Comunale ha deliberato a Novembre la “approvazione in linea tecnica, del progetto definitivo redatto nei modi previsti dall’art. 93, comma 4 del Decreto Legislativo n. 163/2006 e ss.mm. e ii., concernente i lavori di restauro della Cassa Armonica in villa comunale dell’importo complessivo di € 423.073,81.”
Tradotto in soldoni, il Comune di Napoli ha deliberato che il restauro si farà (e ci mancherebbe!) non appena si presenterà uno sponsor disposto a spendere 423.000 euro. Chi sborserà questa cifra? Se nessun benefattore dovesse farsi avanti, in un momento del genere, dovremo rassegnarci a vedere sfigurato e degradato il monumento di Errico Alvino, stanti le ovvie inadempienze del Comune alla canna del gas. Vale la pena ricordare che per la seconda tappa delle World Series l’ACN, il consorzio napoletano creato per l’evento costituito da Comune di Napoli, Regione Campania e Camera di Commercio Napoli, verserà agli americani 4 milioni e 200 mila euro con un contributo del  Comune di Napoli. Il conflitto è evidente: spendere soldi per restaurare i monumenti di Napoli e per diffonderne l’immagine smontandoli? E intanto i pezzi sono ancora riversi nel cantiere aperto della Linea 6 Metropolitana.
A proposito, ma che ne è stato del concerto di Francesco Renga previsto nel programma dell’America’s Cup ma saltato per maltempo e da pagare per contratto? Doveva essere recuperato ma non ci risulta sia accaduto. E la telenovela continua.

Il colpo di cannone a mezzodì che non c’è più e gli orologi scomparsi

Quando in città tutti segnavano l’ora esatta. Oggi Napoli non vede l’ora.
“Metropolitana di Napoli SpA” smantella i cantieri ma spariscono gli arredi.

Orologio storico EAV

Angelo Forgione – Inaugurata la stazione Toledo della metropolitana ed ecco ripetersi il mistero di Piazza VII Settembre, lo Spirito Santo per i napoletani più radicali. Anche l’orologio storico una volta presente a Via Diaz è sparito! Pezzi di storia del Novecento napoletano di cui non si hanno più notizie. Erano sinonimo di precisione gli orologi dell’Ente Autonomo Volturno in ghisa fusi nella prestigiosa fonderia di Enrico Treichler all’Arenaccia, che pure fanno ancora capolino nelle strade di Napoli. Sopravvissuti ai violenti bombardamenti della guerra, ne erano rimasti 12 dei 40 installati intorno agli anni ’20, denominati “impianti dell’ora unica” perché indicavano tutti, sincronizzati tramite un segnale radiotrasmesso da Norimberga, la medesima ora. Nel dopoguerra furono restaurati ma poi, ad uno ad uno, si fermarono definitivamente per mancanza di pezzi di ricambio ormai obsoleti e quindi irreperibili.
Nel 2008 quei 12 esemplari furono portati in laboratorio per un restauro. Si trovavano al Museo Nazionale, in Piazza VII Settembre a Toledo, in Piazzetta Duca d’Aosta, a Piazza Cavour, Via Diaz, Via del Sole, Via Duomo, a Montesanto, Via Filangieri, Via Santa Lucia, Via Mezzocannone e Piazza Vanvitelli. Pian piano ne furono ripiazzati 10 negli stessi posti, con un quadrante diverso dall’originale e ormai senza più il dispositivo elettrico che una volta captava il segnale tedesco. Il risultato attuale è che la precisione di una volta è solo un ricordo perchè gli orologi non sono più sincronizzati e quindi non portano più la stessa ora, ignorano la differenza tra ora legale e ora solare perchè nessuno li aggiorna e qualcuno si ferma ogni tanto (attualmente è guasto quello di Piazza Vanvitelli). orologi_protE gli altri due che fine hanno fatto? Scomparsi nel nulla! Sono quelli rimossi e, secondo la precedente amministrazione comunale, trasferiti in rimessa da “Metropolitana di Napoli S.p.A.” per l’apertura dei cantieri sull’asse di Via Toledo, quelli di Piazza VII Settembre e Via Diaz, che una volta chiusi hanno restituito nuovi spazi ma non gli antichi orologi. Che neanche il Comune di Napoli riesce a rintracciare, più volte sollecitato da V.A.N.T.O. che del restauro e della ricerca dei 12 pezzi ne ha fatto una vera e propria battaglia. Lo staff del sindaco, sulla scorta di una ricerca avviata dall’assessorato alla viabilità, informa da tempo che “nessuno ne sa nulla”.
La precisione perduta riporta romanticamente ad un’usanza napoletana in voga fino alla soglia del 1960 che solo i più anziani possono ricordare. Allo scoccare di mezzogiorno veniva sparato un suggestivo colpo di cannone da Castel Sant’Elmo udibile in tutta la città. Chi non aveva l’orologio al polso veniva avvisato dell’orario e chi ce l’aveva lo controllava per verificare se portasse l’ora esatta. Quel colpo era preciso, affidabile e di riferimento per tutti perchè era collegato alla misurazione del tempo con lo “strumento dei passaggi” di Bamberg, un macchinario della seconda metà dell’Ottocento che rilevava l’istante di passaggio di una stella sul meridiano del luogo di osservazione, registrandone la posizione esatta. Era il congegno con cui si misurava l’ora precisa all’epoca, brevettato da Carl Bamberg, imprenditore tedesco figlio di un orologiaio autodidatta. Il suo telescopio nacque https://i0.wp.com/www.oacn.inaf.it/museo/strumenti/44.jpgda una particolare montatura di lente detta “a cannocchiale spezzato” ideata dall’astronomo ungherese Franz Xaver von Zach, chiamato a Napoli da Gioacchino Murat nel 1815 per dirigere l’Osservatorio di Capodimonte. Istituto che oggi mostra lo strumento nel padiglione Bamberg del suo museo.
Provate a chiudere gli occhi e ad immaginare il rombo improvviso dalla collina del Vomero, ogni giorno, a mezzodì. Sfumature sbiadite di una Napoli neanche troppo lontana.

Cassa Armonica, speriamo che accada!

una delibera di giunta avrebbe approvato il restauro per 400mila euro

Angelo Forgione – Mentre la tappa napoletana delle World Series dell’America’s Cup prevista per Maggio 2013 sparisce dal sito ufficiale lasciando un generico “Italy” da assegnare ad una sola città e non più a due (gli americani hanno comunque già incassato un milione di euro, ndr), giunge uno spiffero sul restauro dell’ottocentesca Cassa Armonica di Errico Alvino smontata in occasione della prima. Pare che Giovedì sia stata approvata una delibera di giunta per l’esecuzione del lavoro con una spesa intorno ai 400mila euro. Attendiamo l’ufficializzazione che dovrebbe giungere nella giornata di Martedì per conoscere eventualmente i dettagli di un intervento doveroso per ripristinare un monumento la cui “amputazione” ha destato troppo sdegno sette mesi fa.
A proposito, ma che fine ha fatto il concerto di Francesco Renga saltato in quei giorni per maltempo e da pagare per contratto? Doveva essere recuperato ma non è accaduto. E i misteri continuano.

Plebiscito, Cassa Armonica e Guglia dell’Immacolata. Restauri in vista?

Angelo Forgione – L’iniziativa di massa supportata da Radio Marte volta alla sensibilizzazione verso le condizioni di Piazza del Plebiscito inizia a dare incoraggianti segnali. La Sovrintendenza di Palazzo Reale, nella quale da poco si è insediato Giorgio Cozzolino, sta rispondendo a tutti con il seguente messaggio:
“il Provveditorato alle OO.PP per la Campania compulsato da Questa Soprintendenza ha finanziato i lavori di restauro e di consolidamento del Complesso Monumentale di San Francesco di Paola. I lavori inizieranno tra breve dopo aver espletato le formalità amministrative. Il progetto è stato approvato da Questa Soprintendenza che eserciterà l’alta sorveglianza di competenza”.
Buona notizia certamente, in attesa di poter conoscere i dettagli dell’operazione e capire che valorizzazione sarà data ai monumenti equestri del Canova e che ne sarà del Palazzo Salerno che cade a pezzi, mentre anche per il Palazzo Reale sono già stati annunciati corposi interventi di restauro grazie allo stanziamento del CIPE. Resta ovviamente il problema dell’illuminazione e quello della conservazione del colonnato una volta ripristinato che, senza opportune misure di sicurezza, sarebbe comunque oggetto di aggressione umana.
Buone notizie anche sul fronte della Cassa Armonica in Villa Comunale, privata della pensilina policroma in vista delle “world-series” della Coppa America di vela (i cui pezzi sono riversi in un cantiere all’aperto nelle immediate prossimità). Lo staff del sindaco De Magistris ci informa che, stante la mancanza di fondi comunali e le lungaggini relative alla soluzione di eventuali contenziosi con l’azienda che non ha completato gli interventi pattuiti, si è deciso di risolvere la questione utilizzando il contratto di sponsorizzazione, nuovo strumento di cui si è dotato il Comune di Napoli. Già alcune aziende avrebbero manifestato la volontà di eseguire i lavori apponendo pubblicità sui ponteggi; a giorni dovrebbe arrivare in Giunta una delibera ad hoc per la sponsorizzazione della Cassa Armonica, che avverrebbe con manifestazione pubblica.
Tutto questo sperando che i lavori di restauro della pericolante Guglia dell’Immacolata di Piazza del Gesù, previsti in partenza dal prossimo Dicembre e per due anni di durata come si evince dal “Programma Triennale dei Lavori Pubblici” del Comune di Napoli approvato lo scorso Giugno. Il dubbio c’è perchè, sul documento online, cinque righi dopo l’intervento approvato per la guglia è segnalato quello per il restauro della Cassa Armonica previsto per Settembre ’13, ossia tra un anno.
È evidente che la certezza dei tempi e degli interventi è un optional, così come la volatilità di alcune promesse del passato non rispettate. Vigiliamo!

Cassa Armonica, i tre mesi sono passati (invano)

Cassa Armonica, i tre mesi sono passati (invano)

tutto tace attorno al monumento di Errico Alvino

Angelo Forgione – Era il 31 Marzo, vigilia di World Series di “America’s Cup” sul lungomare di Napoli. La nostra denuncia della scomparsa della pensilina in ghisa e vetro colorato dalla Cassa Armonica di Errico Alvino in Villa Comunale faceva il giro delle redazioni locali. Napoli si svegliava con un altro monumento violato, senza preavviso e per esigenze “superiori”. La nostra storia sacrificata per accontentare gli americani. Nel silenzio della Soprintendenza sulla vicenda, mai interrotto, i pezzi smontati furono rinvenuti nel vicino cantiere della metropolitana, adagiati a terra nel fango e senza le necessarie precauzioni, laddove si trovano tuttora invece che in un laboratorio al chiuso come inizialmente annunciato dalla ditta Neri. Durante l’evento sportivo fu montato attorno alla Cassa Armonica amputata una struttura metallica di supporto tecnico ma non è possibile dire se la pensilina dovesse fargli posto o se i decibel dei concerti programmati avrebbero potuto causarle danni.
Ad ogni modo, dopo circa tre settimane lo staff del sindaco De Magistris ci comunicò sia verbalmente che testualmente che entro Agosto il monumento sarebbe stato restaurato, tornando al suo aspetto originale. Così recitava l’informazione: “Le strutture saranno restaurate in loco e rimontate a stretto giro. L’appalto per il restauro dell’intero monumento è a giorni. I tecnici del Comune hanno riferito che è lecito ritenere che la Cassa ritornerà allo splendore di un tempo entro i prossimi 3 mesi”.
Era il 22 Aprile e i tre mesi sono passati invano. La Cassa Armonica è ancora sfigurata e la cosa è gravissima. Il sindaco ha annunciato che «si sta lavorando sul progetto di riqualificazione del lungomare con l’intento di iniziare i lavori ad autunno per poter avere già ad Aprile dell’anno prossimo un lungomare ancora più bello, con la riqualificazione della strada e del decoro urbano per il lungomare più bello del mondo». Probabilmente il restauro è rimandato, lo speriamo, ma resta la vecchia usanza dell’informazione disattesa e della mancanza di coinvolgimento della cittadinanza riguardo le cose della città. La cosa fa tanta rabbia e francamente stufa perchè abbiamo ancora nelle orecchie l’urlo “democrazia partecipativa”. Macchè! La nostra storia viene violata e talvolta scompare (vedi orologio storico EAV in Piazza VII Settembre), le trivelle avanzano a Bagnoli e nessuno può sapere, colloquiare e avere risposte.

Pontile di Castel dell’Ovo “truccato”

Pontile di Castel dell’Ovo “truccato”

non restauro ma operazione di cosmesi

Le World Series dell’America’s Cup di vela hanno portato, si fa per dire, il restauro dei bastioncini del ponte di accesso al Castel dell’Ovo. Un intervento  in superficie, nel senso che ha riguardato le sole merlature lasciando tutto il resto come prima, cioè degradato. Restano visibilmente in pessime condizioni le pareti di tufo erose dagli agenti atmosferici e marini, sgretolate dal tempo (ultimo crollo di calcinacci l’Autunno scorso), ora ancor più evidenti nel contrasto con le sommità interessate da un intervento di intonacatura e pittura fin troppo gialla. Il collega di napoli.com Antonio Cangiano ha fornito il dato relativo al costo dell’operazione: 39.103,78 euro. 
Così come per la Cassa Armonica, sfigurata dalla sera alla mattina e non ancora riportata al suo aspetto originale (scaduti i tre mesi annunciati dallo staff del Sindaco torneremo sull’argomento), anche questo appalto è cervelloticamente intervenuto su un manufatto monumentale senza dargli nuova luce. E la Soprintendenza, come al solito, lascia fare.