Scippo a lady Ibrahimovic, dov’è la novità?

Parigi pericolosa, storicamente ladra. Ma Napoli paga.

Solo ieri Ezequeil Lavezzi ha detto ai microfoni di SkySport che la scelta di andare a Parigi è tutta sua, dettata dalla voglia di fare un’altra esperienza al culmine di un ciclo col Napoli considerato finito. Vero o no, a Napoli in molti attribuiscono la scelta alla compagna Yanina Screpante, modella in cerca di prestigiose passerelle e tranquille passeggiate. Le prime magari arriveranno, per le seconde è un po’ più difficile perchè Parigi non è diversa da Londra, Roma e Napoli. Non avrà più tra i piedi la fastidiosa ressa quando camminerà mano nella mano col “pocho” ma da sola farà bene a tener viva l’attenzione. Subito se ne è accorta la compagna di Zlatan Ibrahimovic, Helena Seger, scippata nel pomeriggio di ieri mentre faceva shopping nella capitale francese. Uscendo da una nota boutique è stata affiancata da due individui su uno scooter che le hanno strappato la borsa con cinquemila euro. Chissà come avrà reagito Yanina alla notizia, e come l’agente di Ibrahimovic Mino Raiola che aveva recentemente detto che ai calciatori il Sud-Italia fa paura.
Si dice che a Napoli capiti più spesso ma sono tanti anche i recenti precedenti di Nadal, Pastore e Sirigu che a Parigi hanno subito disavventure di diverso genere, e peggio è andata al giornalista leccese Sergio Vantaggiato che ha trovato la morte sotto la Torre Eiffel; Parigi è da tempo una delle capitali degli scippi e dei borseggi e persino l’ambasciata statunitense mette in guardia i propri cittadini dal problema dei “pickpockets”, i mariuoli della Senna. Si racconta che nel quartiere degli ChampsElysées, per esempio, falsi poliziotti in borghese esibiscano una tessera fasulla e dicono di voler fare un controllo per combattere la falsificazione di banconote: chi ci casca e tira fuori i soldi resta fregato. Leggende o no, sta di fatto che solo al Louvre vengono denunciati ogni giorni una cinquantina di furti ai turisti, per non parlare della metrò che è una vera e propria trappola.
Qualche tempo fa il noto sito per viaggiatori Tripadvisor ha stilato una classifica delle 10 città europee più pericolose per i turisti. La classifica ha messo in fila Barcellona, Roma, Parigi, Madrid, Atene, Praga, Alicante, Lisbona, Tenerife e Londra. Quattro città spagnole nella “top ten” e Napoli non è tra le altre sei. Non si conoscono i criteri che hanno generato la speciale graduatoria che potrebbe anche essere falsata e basata su dati non proprio fedeli alla realtà, ma vero è che Napoli non è l’inferno descritto dai media. E per rendere l’idea di come questa percezione venga alimentata all’interno dei confini nazionali basta prendere le pagine dei quotidiani sportivi che si occupano di certe vicende extra-calcistiche quando accadono ed evidenziare lo spazio dedicato (in basso). Se il fatto accade a Napoli, ed è pur vero che accade troppo spesso come altrove, gli si dedica l’intera pagina (tranne spazio pubblicitario) mentre se accade in città più “patinate” c’è solo un trafiletto privo di enfasi e senza i precedenti, dove per enfasi si implicano conseguenze emotive di un calciatore del Napoli in procinto di abbandonare la città come piacerebbe a qualcuno. Non tutti gli scippi sono uguali e la permanenza di Ibrahimovic a Parigi non è in dubbio perchè la differenza la fanno gli ingaggi, non le condizioni di vivibilità di questa o quella città. Si chiama sciacallaggio che si somma alla cattiva informazione e fa danni enormi a una città che è da sempre sbattuta nell’elenco delle città invivibili mentre Parigi è nell’elenco mentale, e solo mentale, delle città incantevoli. Vedremo cosa Yanina Screpante dirà o scriverà di Parigi il giorno in cui si renderà conto personalmente che tutto il mondo è paese.
“Vèstiti male per il viaggio e fai in modo che l’avarizia e la prudenza abbiano la meglio sulla vanità”. Stendhal scriveva così nell’Ottocento alla sorella in procinto di partire per l’Italia che era la meta indiscussa dei colti e facoltosi turisti del “Grand Tour”, invitandola a non mettere in mostra soldi e gioielli per evitare di essere derubata. Era il consiglio di chi quel viaggio l’aveva fatto partendo da Parigi, restando peraltro abbagliato dalla bellezza di Napoli che definì “senza nessun paragone, la città più bella dell’universo”. È lo stesso consiglio che diamo a Soledad Cavani e Yanina Screpante, in qualsiasi città (di m…a) esse si trovino, lo stesso che la saggia Caterina Aronica mette in pratica ogni giorno senza dimenticare mai che in ogni posto bisogna difendersi dalle negatività per prendersene le positività. Del resto, diciamolo pure a gran voce che l’inglese William Hamilton, ambasciatore di Gran Bretagna presso i Borbone di Napoli, rifornì i musei inglesi di classicità depredando Napoli e dintorni a man bassa; diciamolo che Napoleone, il più grande ladro della storia, fece razzie dei tesori italiani tra cui le antiche statue greche e romane provenienti da Napoli e da Pompei per mano del generale Etienne Championnet, “amico” dell’Italia e soprattutto di Napoli. Da una sua lettera al ministro dell’Interno del Direttorio, inviata da Napoli il 25 febbraio 1799 e rinvenuta in Francia, si legge: “Vi annuncio con piacere che abbiamo trovato ricchezze che credevamo perdute. Oltre ai Gessi di Ercolano che sono a Portici, vi sono due statue equestri di Nonius, padre e figlio, in marmo; la Venere callipigia non andrà sola a Parigi, perchè abbiamo trovato nella Manifattura di porcellane, la superba Agrippina che attende la morte; le statue in marmo a grandezza naturale di Caligola, di Marco Aurelio, e un bel Mercurio in bronzo e busti antichi del marmo del più gran pregio, tra cui quello d’Omero. Il convoglio partirà tra pochi giorni”. Era così che la Francia esportava la rivoluzione e fu così che Parigi è divenuta la Parigi della “grandeur” e Napoli è divenuta la Napoli del declino. Ma i Napoletani lo capirono e in soli sei mesi si ripresero la città. Poi toccò ai Savoia portar via altre ricchezze a Torino e a Roma, e il saccheggio non si arresta neanche oggi che spariscono i tesori della biblioteca dei Girolamini.
Partire dai piccoli scippi alle compagne dei calciatori e arrivare ai grandi furti della storia potrebbe sembrare fuori luogo ma in realtà serve eccome a far capire come Napoli, che era la Parigi dell’Ottocento, sia stata spogliata e sia divenuta città povera incapace di camminare con le proprie gambe. E dove c’è la povertà abbonda la delinquenza. È tutta qui la differenza tra Napoli, Parigi e Londra: una povera e le altre ricche. Eppure uguali nel pericolo ma inevitabilmente diverse nell’immagine proiettata da una condizione sociale ben diversa oltre che dai media. La storia qualcosa dovrà pur insegnare ma, come ben disse Aldous Huxley, “il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna”.

video / Napoli non è la capitale del crimine

video / Napoli non è la capitale del crimine

Roma e le città del nord in trend negativo, per Napoli positivo

Angelo Forgione – Statistiche e dati del Ministero degli Interni parlano chiaro: Napoli non è la capitale del crimine. Non può e non deve costituire motivo per supporre che Napoli sia una città serena, ma è sicuramente la conferma che i nodi stanno venendo al pettine. La povertà e l’indigenza stanno risalendo il paese e non sono più esclusiva prerogativa del meridione, e va da sé che micro e macro criminalità si stiano spalmando ormai lungo tutto lo stivale.
Per anni Napoli è stata messa sotto i riflettori più di altre realtà che condividevano con essa eventi di cronaca nera, pagando in termini di immagine rispetto alle certezze dogmatiche dell’opinione pubblica sempre pronta a dipingere Napoli come inferno in terra. Ma da qualche anno si registra un’inversione di tendenza che sta restituendo alla percezione collettiva la reale dimensione del fenomeno criminale napoletano e di quello più complessivamente nazionale. Mentre le altre due metropoli Roma e Milano registrano un’impennata dei fenomeni nell’ordine dell’8% circa, e più o meno lo stesso accade per Genova, Bologna e Firenze, Napoli fa segnare un sensibile miglioramento intorno al 7%, chiudendo l’anno al 23° posto per reati complessivi e al 91° per i cosiddetti “reati predatori”, cioè quegli scippi e rapine per cui Napoli è stata sdoganata e infangata nel mondo dai media e dall’opinione pubblica nazionali. Ma intanto il sindaco di Roma Alemanno dice che la sua città non è Napoli o Palermo.
Una fotografia scattata in controtendenza rispetto alla congiuntura economica che sfavorisce ulteriormente Napoli e il Sud. Se a livello nazionale il Pil nel 2011 è cresciuto dello 0,6 per cento, in Campania si registra un -0,2 per cento che fa chiudere le aziende e fa aumentare la disoccupazione, con il 23% delle famiglie campane che vivono con poco più di 940 euro al mese, ovvero al di sotto della soglia di povertà.
E anche in questo frangente, gli errori degli organi di informazione nazionale si ripetono perchè, mentre tutti si affannano inevitabilmente ad evidenziare la recrudescenza del fenomeno romano dimenticando quello di altre città meno importanti ma con gli stessi problemi (come evidenziato dal sindaco di Genova Marta Vincenzi), nessuno dà risalto al miglioramento napoletano, trattato solo nei confini regionali. Quel che puntualmente è stato tolto, puntualmente non viene restituito.

Reati in calo rispetto al 2010
• Provincia – 6.74 %
• Napoli – 6.79 %
• Totale reati in Italia: 23° posto
• Scippi rapine e borseggi: 91° posto
I numeri sfatano i luoghi comuni: Napoli registra meno reati di città come Milano o Genova

Nel 2012 in funzione la videosorveglianza
• 117 telecamere
• 287 lettori ottici
Nei luoghi più esposti, come le aree turistiche, verrà intensificata la videosorveglianza

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De Sanctis para gli stereotipi su Napoli

De Sanctis para gli stereotipi su Napoli

e ora dategli la fascia di capitano

Angelo Forgione – L’estremo difensore, il portiere, quello che para dalle insidie portate dagli avversari. De Sanctis lo è in campo e anche fuori. Per carisma e esperienza è il vero capitano del Napoli, e l’ha dimostrato per l’ennesima volta. Ci manca solo che vada a chiedere agli arbitri la sospensione dei match in caso di cori razzisti contro i napoletani.
Nel dopopartita SKY di Napoli-Roma, il conduttore Giorgio Porrà ha fatto riferimento ai furti intorno all’ambiente Napoli. Il portiere azzurro, con toni sereni benché visibilmente emozionato per il fatto di doversi accollare una difesa delicata pur non essendo napoletano, ha spiegato al giornalista meglio di tanti napoletani che Napoli non è tanto peggio di altre città che però non godono di una cassa di risonanza minimamente paragonabile a quella partenopea (per motivi che noi illustriamo spesso).

A testimonianza di un tiro al bersaglio di prassi da parte dei media italiani, il fatto che Porrà non sapesse che tra i presenti in studio c’era Panucci che pochi giorni fa ha subito una rapina a mano armata nei pressi della sua villa nel romano. L’ex giocatore della Roma ha opportunamente confermato, per esperienza diretta, che certe cose accadano ovunque. Stessa opinione da parte di Roberto Sosa.
De Sanctis non è un letterato e neanche un sociologo, ma è un calciatore che ha girato l’Italia e non solo nella sua carriera. Ha vissuto a Pescara, Torino, Udine, Siviglia, Istanbul e Napoli. E hanno girovagato anche Panucci e Sosa. Qualcosa a Porrà gliel’avranno pure insegnata, e cioè che è vittima di un modo di fare giornalismo tutti italiano che non va a fondo ma che resta in superficie di ciò che fa piacere ai detrattori di una città nell’occhio del ciclone.

Gene Gnocchi il “rompinapoletani”

Gene Gnocchi il “rompinapoletani”

Angelo Forgione – Lo abbiamo ascoltato a “Quelli che il calcio” l’altra Domenica con questa battuta: «Sono andato a Napoli, mi sono messo un cartello di cartone al collo dove ho scritto “NON HO ROLEX” e me l’hanno scippato». E abbiamo sorvolato… era “solo” una battuta.
Ieri abbiamo letto sul “Rompipallone” della Gazzetta dello Sport la battuta sul turn over del furto ai giocatori del Napoli: «Il Napoli farà il turnover. Ad essere rapinate, questa settimana, saranno soltanto le mogli dei panchinari». E due!
E in serata, alla Domenica Sportiva, ancora una domanda “ironica” inopportuna a Dzemaili su eventuali brutte presenze a Castelvolturno, mentre Paola Ferrari (che con noi si confronta, e si vede) ci metteva una pezza parlando a favore di Napoli per rompere l’imbarazzo dell’intelligente calciatore del Napoli. Il tono confidenziale di Gnocchi nei confronti di Dzemaili, ex giocatore del Parma, tendeva a sottolineare in maniera subliminale una differenza tra la città emiliana con quella partenopea che l’interlocutore brillantemente rifiutava, mentre il pubblico timidamente applaudiva a comando alla “simpatia” del comico. E tre!
Paola Ferrari, durante la trasmissione, sottolineava la rapina a Muntari della sera precedente e dopo la diretta scriveva in privato al sottoscritto dicendosi stufa e arrabbiata con Gnocchi.
Siamo Napoletani e gradiamo l’umorismo quando è innocente, intelligente, sopraffino e ben distribuito, ma l’accanimento stufa e si nota quando c’è! E Gnocchi è ufficialmente entrato in un terreno impervio. 
Di furti continuano a susseguirsi dappertutto nel silenzio generale. Ultimi casi, Panucci ai Colli Romani con pistola e Muntari a Milano con cassaforte svaligiata. E i comici, in carenza di ispirazione, cosa fanno?
A Gnocchi consigliamo di pensare alla Parma del maxi-truffatore seriale Tanzi, tempestata negli ultimi tempi da una valanga di furti.
Ridi… ridi… che mamma ha fatto Gnocchi. 
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Percezione del rischio a Napoli condizionato dai media

Percezione del rischio a Napoli condizionato dai media

Angelo Forgione – È purtroppo deceduta una donna vittima di una rapina a Novara. Episodio triste e luttuoso di cui difficilmente sentiremo parlare per giorni interi e su tutti i telegiornali e quotidiani perchè non si tratta di una fidanzata di un calciatore, per giunta del Napoli. E purtroppo la vittima novarese non potrà mai dire “Novara città di m…”, così come non l’ha potuto dire il pensionato romano deceduto dopo aver difeso la moglie dai rapinatori a Settembre. Tutto questo conferma la pericolosità dell’intero territorio nazionale ormai consegnato al crimine dopo i tagli alle forze dell’ordine.
Ieri, operando su wikipedia, notavo che nella pagina di Napoli c’era una sezione dedicata alla “problematiche del territorio” con dovizia di informazioni sui mali della città. Giusto, ma informazioni che non riscontravo per le pagine di Roma, Milano e Torino nonostante l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia abbia da poco divulgato che precedano Napoli nella classifica dei reati del 2010 (situazione peggiore per Roma nel 2011 ancora in corso). Ecco perchè poi qualche giornalista tendenzioso si consente di strumentalizzare e mistificare la realtà sapendo di farlo. Ecco perchè i media, anche quelli moderni più consultati dalle nuove generazioni, sono responsabili di una gonfiamento programmato dei problemi reali di Napoli. Da ieri, le informazioni sulle altre metropoli italiane ci sono (per iniziativa del sottoscritto), con tanto di documentazione mediatica richiesta per “vidimare” le voci dell’enciclopedia sul web.

Ripropongo oggi un articolo scritto un anno fa (in basso) che rafforzo e confermo alla luce degli avvenimenti di questi giorni. Basta osservare la tabella allegata per comprendere la reale pericolosità del nostro territorio, e per riflettere sulla percezione del rischio deformato dalla proiezione della nostra realtà da parte dei mass-media. Questo non cancella e minimizza il problema della criminalità che è forte e concreto a Napoli e al Sud, e non più solo al Sud, ma gli da l’esatta dimensione nel contesto sociale. Del resto, si sa, il crimine organizzato, per la sua spietatezza, vende più di ogni reato. Anche se non è la sola voce di rischio della società. Quello che non tutti riescono a comprendere invece è che l’accanimento contro Napoli non è “piagnisteo” meridionalista ma dinamica sociale reale. Paolo Mieli docet!

Leggi l’articolo “Campania: il “far-west” che non c’è”

Napoli città di m…? Forse perchè qualcuno ci defeca.

Napoli città di m…? Forse perchè qualcuno ci defeca.

Furti a Cavani, Hamsik e Lavezzi. I tre tenori colpiti trasversalmente, e gli ultimi colpi giungono puntuali nei giorni delle partite contro Manchester City e Atalanta. E così, la città è andata di nuovo sotto la lente d’ingrandimento nella domenica calcistica. Promosse la “Domenica Sportiva” (RAI) e “Che Domenica” (Sportitalia), bocciato “Controcampo Linea notte” Mediaset.
In RAI, Paola Ferrari mostrava chiaramente il frutto dello scambio privato di pensiero col sottoscritto, pronunciando quanto cercato di farle capire con documentazione di casistica, e cioè che “accade ovunque”, mentre tutto il parterre si dimostrava obiettivo, con Fulvio Collovati che chiosava con un «Napoli è una città meravigliosa».
A Sportitalia ci pensava Emiliano Mondonico a evidenziare che quando allenava a Napoli la moglie non ha mai avuto alcun problema e ha invece potuto apprezzare la disponibilità dei napoletani che le facevano credito nei bar dei quartieri spagnoli quando si accorgeva di non avere soldi con se.
Noti dolenti invece a “Controcampo”, orfano di Abatantuono ricordato da una sagoma alle spalle di Cruciani che non perdeva occasione per fare la domanda del secolo all’ospite Schelotto: «Avresti paura di andare a giocare a Napoli?». La risposta: «Quello che succede al di fuori non conta, in tutte le parti del mondo succedono queste cose, non è una bella cosa ma capita».
È vero, capita anche altrove, come è vero che la ristrettezza cronologica dei tre fatti ai tre giocatori più rappresentativi può far pensare ad un disegno prestabilito. La vendita dei biglietti online e il contrasto del bagarinaggio possono significare qualcosa, ma non spetta a noi dirlo. Le rapine, a Napoli come altrove, sono ormai all’ordine del giorno a prescindere che si tratti di personaggi noti e loro familiari o di semplici cittadini. E questo da l’esatta dimensione di un paese in cui alle forze dell’ordine sono stati tagliati drasticamente i fondi con conseguente consegna del territorio alla micro/macro criminalità. E sparare su Napoli, come sempre, è esercizio antico quanto comodo che non è utile alla discussione del reale problema.
Resta la frase violenta della fidanzata di Lavezzi Yanina Screpante che è da prendere come uno sfogo di una persona shoccata, perchè di questo si tratta. L’unico errore è stato quello di esternarlo su Twitter, regalandolo agli strumentalisti dell’informazione, ovvero coloro che non riportano una notizia ma la danno in pasto all’opinione pubblica ricamandoci sopra e tirando fuori pedissequamente da Wikipedia il dato statistico dell’Istituto Meridionale delle Scienze Forensi che parlò di 88 omicidi nella provincia di Napoli del 2005, periodo in cui la faida tra il clan camorristico dei Di Lauro e gli “scissionisti” di Secondigliano provocò 50 morti in pochi mesi. Sono passati sei anni e quella faida si è placata, le statistiche si sono evidentemente modificate e l’ultimo dato dell’Associazione Nazionale Forze di Polizia riporta Milano e Roma come maglie nere dei reati, seguite da Torino e solo dopo Napoli. Dati del 2010, e quelli del 2011 inchioderanno Roma al triste primato, con più di 30 morti per le strade della capitale, cosa evidenziata anche dallo stesso De Laurentiis. Ho già scritto più volte che, dall’ultimo rapporto sulla criminalità del Ministero degli InterniNapoli è dietro Catania in quanto a numero di scippi in rapporto al numero di abitanti, ma se parliamo di borseggi è ben dietro Venezia, Roma, Firenze, Torino, Genova, Milano e la capofila del borseggio Bologna. Classifiche confermate anche da “Il Sole 24 Ore” che confermano il dato degli scippi e modificano quello dei borseggi a favore di Napoli e a sfavore di Milano che si prenderebbe lo scettro scalzando Bologna e Genova. Con ciò non bisogna nascondere i problemi di Napoli ma dargli certamente la giusta dimensione, e chi fa un discorso diverso è in malafede.
Premesso che è dunque comprensibile, lo sfogo di Lady Lavezzi pecca solo di stile è arriva da una persona che è comunque ospite in una città ospitale dove il suo compagno riceve soldi e fama. La vera vergogna sono i commenti di alcuni cittadini alla sua reazione impulsiva, gente non shoccata in quel momento che sosteneva la frase della malcapitata. È questo ciò che i napoletani devono temere più di furti e rapine.
Chiudo con la dichiarazione del filosofo Domenico De Masi, che non si capisce perchè quando si parla di Napoli spunti fuori lui che è nato in provincia di Campobasso, si è laureato a Perugia e vive a Roma. Non perchè ha fatto il liceo a Caserta e ha avuto un ruolo di assistente di sociologia all’Università di Napoli deve essere per forza considerato un pensiero napoletano. De Masi ha chiuso il suo intervento a Repubblica.it dicendo che i napoletani che vogliono un cambiamento vanno via. Ebbene, De Masi non rappresenta lo spirito di Napoli che non rappresenta rassegnazione; e la rassegnazione non rappresenta l’uomo.
Ricordo che il pericoloso “fujitevenne” di Eduardo fu smentito da Eduardo stesso con il suo “ha dda passà ‘a nuttata”. Delle due l’una… mettiamoci d’accordo.