Razzismo condannato e razzismo consentito

Razzismo condannato e razzismo consentito

Nel corso del match amichevole Italia-Romania del 17 Novembre 2010, altra manifestazione di sottocultura italiana con i “buuu” rivolti a Balotelli.

Ciò che sdegna di più è però la condanna corale dai media (giustissima) che tacciono però per altre forme di razzismo non meno evidenti e schifose.
C’è tanto da fare e lavorare in questo paese.

Proprio nella stessa giornata, Angelo ForgioneIlario Imparato ne parlano a “Si Gonfia la Rete” su Radio CRC targato Italia.

Il laziale esorta il Vesuvio in tutta serenità

Il laziale esorta il Vesuvio in tutta serenità

di Angelo Forgione

“VESUVIO, LAVALI COL FUOCO”. Dal Foro Italico di Roma è arrivata in tutte le case sintonizzate sull’incontro Lazio-Napoli, più forte che mai, l’esortazione al vulcano. Dov’è la novità? Ormai siamo abituati. Ed è proprio questo il problema.

Ignorare il razzismo significa accettarlo. È lo slogan del FARE, acronimo di “Football Against Racism in Europe” che l’UEFA sponsorizza nelle competizioni europee, invitando gli addetti ai lavori a prendere posizione. Ma in Italia le posizioni si prendono solo per i giocatori di colore dell’Inter, prima Balotelli e poi Eto’o. Se si tratta di Zuniga, i tifosi del Brescia possono urlare a squarciagola. Ma almeno poi arriva la multa, ciò che non arriva quando l’oggetto del razzismo sono i Napoletani.

Quella contro i partenopei è una forma di razzismo da stadio esistente ma evidentemente legalizzata. Eppure la nuova norma della Federcalcio che regola le “Responsabilità per comportamenti Discriminatori” parla chiaro: “le società sono responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei propri sostenitori di disegni, scritte, simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione. Esse sono altresì responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione che comporti offesa, denigrazione, incitamento all’odio o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.
In caso di manifestazioni e cori razzisti, l’arbitro ha la facoltà di sospendere temporaneamente la partita in corso e, nel caso di atteggiamento razzista prolungato, anche la discrezione di fischiare la conclusione anticipata della gara”.

L’invocazione al Vesuvio, e quindi ad una catastrofe naturale risolutiva dei problemi di pulizia etnica e non igienica della comunità Napoletana, si configura chiaramente come una discriminazione razziale e un incitamento all’odio.

Nonostante ciò, il direttore di gara di Lazio-Napoli, il Sig. Bergonzi, non ha ravvisato gli estremi per la sospensione temporanea della gara. E ancora una volta, il Capitano del Napoli, nella fattispecie il napoletanissimo Paolo Cannavaro, a cui spettava il compito di richiedere all’arbitro la sospensione della gara in simili situazioni, ha perso nuovamente l’opportunità per avvalersi dei suoi diritti. Una simile cancrena può essere estirpata solo con una presa di posizione netta in campo da parte del Capitano azzurro che sottolinei questa vergognosa manifestazione di sottocultura tutta italiana e la cominciare ad arginare.

I più ricorderanno il giocatore ivoriano Marco André Zoro del Messina che si ribellò al razzismo dei tifosi dell’Inter impossessandosi del pallone e uscendo dal campo trattenuto da compagni e avversari. Fu il primo in Italia a porre un freno al razzismo.

Cannavaro segua l’esempio e si senta ferito da certi cori contro se stesso e la sua comunità, così come si sentì ferito il giocatore di colore del Messina, dando una lezione di civiltà al nostro “piccolo” paese.

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LAZIO-NAPOLI, ANCORA CORI RAZZISTI ALL’OLIMPICO DI ROMA

COMUNICATO STAMPA
ANCORA CORI RAZZISTI ALL’OLIMPICO DI ROMA
 

Anche in occasione del match Lazio-Napoli del 14 Novembre 2010 si è potuto chiaramente ascoltare più volte il coro razzista “VESUVIO, LAVALI COL FUOCO” proveniente dai settori occupati dai tifosi laziali all’indirizzo dei Napoletani presenti alla stadio, oltre che ai giocatori della squadra partenopea.

Nonostante ciò, il direttore di gara Sig. Bergonzi non ha ravvisato gli estremi per la sospensione temporanea della gara. E ancora una volta, il Capitano del Napoli, nella fattispecie Paolo Cannavaro, a cui spetta il compito di richiedere all’arbitro la sospensione della gara in simili situazioni, ha perso un’altra opportunità per sottolineare questa vergognosa manifestazione di sottocultura di campanile tutta italiana e cominciare ad arginarla.

È dunque il caso di ricordare cosa riporta la nuova norma della F.I.G.C. che regola le “Responsabilità per comportamenti Discriminatori”, introdotta su pressione del Ministro degli interni Maroni:

Le società sono responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei propri sostenitori di disegni, scritte, simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione. Esse sono altresì responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione che comporti offesa, denigrazione, incitamento all’odio o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori.
In caso di manifestazioni e cori razzisti, l’arbitro ha la facoltà di sospendere temporaneamente la partita in corso e, nel caso di atteggiamento razzista prolungato, anche la discrezione di fischiare la conclusione anticipata della gara.

È inconfutabilmente denigrazione l’invocazione al Vesuvio, e quindi ad una catastrofe naturale, come risolutore dei problemi di pulizia (etnica e non igienica) della comunità Napoletana.
Analogo  discorso per il datato ma sempre di moda “senti che puzza… voi col sapone non vi siete mai lavati…”

Dunque, la domanda è: siamo di fronte a delle regole serie o ad una pantomima per difendere i giocatori di colore dell’Inter (Balotelli prima ed Eto’o poi)? Ricordiamo che furono proprio Moratti e l’allora allenatore dell’Inter Mancini a definire semplici sfottò i cori e gli striscioni razzisti riservati ai Napoletani durante il match Inter-Napoli del 7 Ottobre 2007.

La stessa UEFA ha avviato una lotta decisa al razzismo negli stadi sponsorizzando più volte la FARE, “Football Against Racism in Europe”, il cui slogan è: Ignorare il razzismo significa accettare il razzismo – prendete posizione.

Si ribadisce ancora una volta l’invito al Capitano del Napoli affinché prenda posizione e non ignori il razzismo verso la sua stessa comunità.

Dall’inizio della stagione abbiamo già dovuto subire vero e proprio razzismo a Cesena, Brescia, Liverpool, Cagliari e Roma. Ora basta!

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O.

 

Da Liverpool a Cagliari, ecco perché tanto livore per Napoli

Da Liverpool a Cagliari, perché tanto livore per Napoli

di Angelo Forgione

Il periodo è quello che è: Napoli ricoperta di rifiuti e sbattuta nelle prime pagine di giornali e telegiornali di tutto il mondo. Quale migliore occasione per alimentare i luoghi comuni e l’avversione ai Napoletani ormai dilagante? Un fenomeno che ha assunto dimensioni inaccetabili che legittimano l’analisi di un vero e proprio razzismo non più solo leghista. Non è vittimismo se a Liverpool sono stati esposti striscioni offensivi in lingua italiana, dettati dagli ultras dell’Inter: “usate acqua e sapone”, “Napoli merda”, “Ciao Napoli” con annessa l’immagine di un bidone della spazzatura. Lo stesso Liverpool Football Club ha confermato che gli striscioni lesivi della dignità del popolo napoletano esposti ad “Anfield Road” sono frutto di una becera collaborazione tra ultras del Liverpool e dell’Inter. Un “gemellaggio” coltivato due settimane prima, ancor prima degli scontri di Napoli, in occasione della partita Inter-Tottenham di Champions League.

Ci dicevano che gli stadi inglesi erano civili e sicuri, e che il modello “british” andrebbe importato anche in Italia. Ma siamo sicuri che sia tutto oro ciò che luccica? Gli inglesi l’avevano promessa ai Napoletani dopo gli spiacevoli e vergognosi incidenti dell’andata ed è normale che violenza generi violenza nel mondo perverso del tifo. Ma avevamo tutti in testa la favola della sicurezza degli stadi inglesi, delle dure leggi applicate, della tolleranza zero, tutto ciò che in Italia non esiste. Eravamo pronti ad una lezione di civiltà e invece ci siamo risvegliati sotto le macerie del crollo del modello inglese.

Ciò a cui si è assistito è stata una vera e propria caccia all’uomo nei confronti dei Napoletani di cui ne hanno fatto le spese anche personaggi che col tifo niente hanno a che vedere, come ad esempio l’ex giocatore del Napoli Bruno Giordano, il giornalista di Sky Manuel Parlato e l’ex presidente del Napoli calcio a 5 Marcello Gentile. Alla fine sono stati 6 i tifosi inglesi arrestati ma, il giorno dopo, di tutto questo, ne hanno parlato solo gli organi di informazione napoletani mentre quelli nazionali si erano affrettati ad evidenziare gli scontri dell’andata con titoli pesanti del tipo “vergogna Napoli” che di certo hanno fomentato la reazione inglese al ritorno.

È il mondo degli ultras che tutto esaspera e ogni contrasto esacerba. Non varrebbe neanche la pena parlarne se non fosse per il diverso trattamento mediatico che la stessa stampa italiana ha riservato agli scontri dell’andata e del ritorno. Razzismo d’esportazione che nessuno ha evidenziato, ma non c’è da stupirsi perché evidenziare che un fenomeno del genere si sia allungato oltre i confini significherebbe ammettere che l’ostracismo contro i Napoletani nei nostri stadi, e non solo, esiste. E invece si condannano giustamente i “buuu” contro i neri ma non le esortazioni al Vesuvio che una domenica si e una no, in concomitanza con le trasferte del Napoli, si ascoltano un po’ dappertutto. Il razzismo verso i neri è catalogato come tale, quello contro i Napoletani è invece “legalizzato”.

Un fenomeno pluridecennale che però potrebbe finire in un amen, grazie alle nuove regole che attribuiscono agli arbitri il potere di sospendere le partite per cori razzisti. Così come avvenuto a Cagliari, quando qualche settimana fa fu sospesa Cagliari-Inter per razzismo nei confronti di Eto’o. In caso di pesanti manifestazioni contro la comunità Napoletana può essere richiesta la sospensione delle partite. Una responsabilità che tocca al Capitano del Napoli, nella fattispecie Paolo Cannavaro, peraltro Napoletano, che ha un “arma” da sfruttare per difendere l’onorabilità della sua gente e far cessare una volta per tutte questa vergognosa “insultanapolimania”.

Si è alla vigilia di Cagliari-Napoli, banco di prova significativo in questo senso. Il Sant’Elia è ormai da troppo tempo uno dei campi più infuocati per il Napoli e per i Napoletani. Ormai Cagliari-Napoli è diventata partita “ad alto rischio” per il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. Cagliari si infiamma quando arriva il Napoli; lo sa bene il suo presidente Cellino che già in passato è stato colto dalle telecamere mentre inveiva contro i Napoletani. Lo sa bene anche l’allenatore sardo Bisoli che ha chiesto i tre punti da regalare ai tifosi che riempiranno il Sant’Elia come ogni volta in cui è di scena la squadra partenopea. Il sito del Cagliari calcio comunica che i biglietti sono in esaurimento e si prevede il “sold out”. Dunque Cagliari-Napoli si preannuncia come una partita ancora una volta diversa dalle altre, con un Sant’Elia infuocato a sostegno dei rossoblù. La stampa cagliaritana parla di un match che ormai vale quasi come un derby tra le uniche due squadre meridionali ad aver vinto lo scudetto, ma i motivi di tanta attesa sono ben altri.
Il match dello scorso anno fu infernale, tra cori contro i Napoletani e atteggiamenti anti-sportivi che portarono ad una reazione scomposta di Lavezzi nei confronti dell’allora mister cagliaritano Allegri. Ma come nasce tutto questo livore sardo nei confronti dei partenopei che ne subiscono le tensioni?

Il pomo della discordia fu Daniel Fonseca, passato dal Cagliari al Napoli nel 1992. Tornò in Sardegna da ex e fu ricoperto di fischi. Il nervosismo lo tradì, si fece espellere e il rapporto coi suoi ex tifosi si ruppe irrimediabilmente. Nel campionato successivo realizzò una doppietta che consentì al Napoli di espugnare il Sant’Elia e i rapporti peggiorarono ancora di più perchè Fonseca, che non aveva dimenticato, si consentì la rivincita indirizzando il “gestaccio dell’ombrello” alla curva cagliaritana. I supporters azzurri presero le difese del loro beniamino e a fine partita gli ultras sardi li attesero per aggredirli mentre si dirigevano al porto. Da quella volta, ogni ritorno del Napoli a Cagliari era una chiamata alle ostilità fatta di cori razzisti e offese. Fino al Giugno del 1997 quando proprio Napoli fu designata come sede neutra per lo spareggio salvezza tra Cagliari e Piacenza. I tifosi azzurri presero la palla al balzo parteggiando per il Piacenza. Ne seguirono scontri, tafferugli e retrocessione sul campo del Cagliari in serie B, i cui sostenitori giurarono odio eterno ai Napoletani, presidente Cellino compreso.

Storie di ordinaria stupidità. Sarebbe anche ora di finirla.

Appello a Paolo Cannavaro

il gestaccio di Fonseca nel 1993

lo spareggio Piacenza-Cagliari a Napoli nel 1997

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A “Zona Mista”, nuovo appello di Angelo Forgione a Capitan Cannavaro

A “Zona Mista”, nuovo appello di Angelo Forgione a Capitan Cannavaro

APPELLO A CAPITAN CANNAVARO: “Chiedi la sospensione delle partite in caso di razzismo contro Napoli”

Attenzione, perche si avvicina Cagliari-Napoli, e la partita di Liverpool ha già dimostrato come i luoghi comuni e il razzismo verso i Napoletani stiano assumendo dimensioni inaccettabili.

Da quanti decenni ascoltiamo negli stadi italiani “Napoletani colerosi”… “senti che puzza…” “Vesuvio, lavali col fuoco…”, etc?
I “buuuu” contro i neri sono razzsimo (si) e i cori contro i Napoletani no?

Ora le regole ci sono, e non devono valere solo per l’Inter di quel “galantuomo” di Moratti e per i suoi giocatori (Balotelli e Eto’o).
Le partite possono essere sospese, lo dicono le nuove regole, e allora facciamo blocco unico per sollecitare tutti il Capitano Paolo Cannavaro affinché richieda agli arbitri la sospensione delle partite in caso di razzismo verso i Napoletani (popolo) e i due neri della squadra Zuniga e Santacroce.

Video-denuncia del 12/09
Ammazziamo Pulcinella #3 / RAZZISMO ANTI-NAPOLI NEGLI STADI

Angelo Forgione a “Marte Sport Live”

Angelo Forgione a “Marte Sport Live” si appella a Capitan Cannavaro

APPELLO A CAPITAN CANNAVARO: “Chiedi la sospensione delle partite in caso di razzismo contro Napoli”

Da quanti decenni ascoltiamo negli stadi italiani “Napoletani colerosi”… “senti che puzza…” “Vesuvio, lavali col fuoco…”, etc?
I “buuuu” contro i neri sono razzsimo (si) e i cori contro i Napoletani no?

Ora le regole ci sono, e non devono valere solo per l’Inter di quel “galantuomo” di Moratti e per i suoi giocatori (Balotelli e Eto’o).
Le partite possono essere sospese, lo dicono le nuove regole, e allora facciamo blocco unico per sollecitare tutti il Capitano Paolo Cannavaro affinché richieda agli arbitri la sospensione delle partite in caso di razzismo verso i Napoletani (popolo) e i due neri della squadra Zuniga e Santacroc
e.

Attenzione, perche si avvicina Cagliari-Napoli.

Video-denuncia del 12/09
Ammazziamo Pulcinella #3 / RAZZISMO ANTI-NAPOLI NEGLI STADI



COMUNICATO STAMPA – Cori razzisti a Brescia

COMUNICATO STAMPA – Cori razzisti a Brescia

Dopo la sospensione della gara Cagliari-Inter per cori razzisti all’indirizzo di Eto’o, avevamo invitato il capitano del Napoli Paolo Cannavaro a segnalare da quel momento ai direttori di gara gli eventuali cori o striscioni anti-napoletani al fine di pretendere, come da regolamento, la sospensione della gara in corso.

A Brescia, il 31 Ottobre, durante l’incontro Brescia-Napoli, alla presenza del rampollo leghista Renzo Bossi, si è verificato quanto prevedibile alla luce della crisi rifiuti in campania. Passi il poco fantasioso “avete solo i rifiuti”, ma i “buuu” razzisti all’indirizzo di Juan Camilo Zuniga non hanno valore inferiore a quelli per Eto’o. La dignità dei due calciatori è pari nonostante il differente ingaggio e il diverso “peso” delle squadre di appartenenza.

Un’occasione persa per il capitano del Napoli, certamente concentrato sullo svolgimento agonistico della partita, al quale però reiteriamo la richiesta di pretendere quanto dovuto in caso di cori più pesanti nei confronti della sua comunità e in situazioni come quella che hanno visto vittima il suo compagno di colore colombiano. Le regole ci sono!
Chiediamo a Paolo Cannavaro di dimostrare quanto vale non solo come calciatore e di dimostrarsi degno Capitano di una squadra che porta il nome di Napoli.

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio)

Responsabile per la città di Napoli del Parlamento delle Due Sicilie

la SSC NAPOLI ha presentato le divise ufficiali… proprio il 26 e con chi

EMANUELE FILIBERTO È UN SAVOIA ED È UNO JUVENTINO… E NON PORTA “BENE” A NAPOLI

Alla presentazione delle divise “informali” della Società Calcio Napoli, presso i locali di uno stilista del centro storico, insieme ad alcuni calciatori era presente il discendente della dinastia sabauda, famoso, in questi utlimi mesi, come ballerino televisivo, presentatore e cantante.

Il problema è che l’erede Savoia è testimonial dello stilista napoletano!

Senza entrare nel merito di giudizi artistici (!) e storici (i Savoia rappresentarono la fine della Napoli capitale e del Sud dei primati borbonici per iniziare la storia dei massacri, dei saccheggi e delle questioni meridionali tuttora irrisolte), ci chiediamo (e lo chiediamo al presidente De Laurentiis, ammesso che sia stato informato della presenza dell’inatteso testimonial): che c’entra Emanuele Filiberto con il Napoli? Juventino da sempre, tra l’altro, tutte le volte che ha anche “sfiorato” il Napoli (collegamenti tv, dichiarazioni pre-fallimenti, presenze allo stadio) la nostra squadra ha sistematicamente toppato (inclusa l’amara e ingiusta sconfitta col Milan)…
Aurelio De Laurentiis, dopo le dichiarazioni da meridionalista di Luglio, ha scelto lo stilista sbagliato!
Meglio pensarci prima, la prossima volta…

Appello “neoborbonico” a capitan Cannavaro contro il razzismo anti-napoletano

Appello “neoborbonico” a capitan Cannavaro contro il razzismo anti-napoletano

Dopo la momentanea sospensione della partita Cagliari-Inter relativa al grave episodio di razzismo contro il calciatore dell’Inter Eto’o, a seguito della quale i tifosi cagliaritani hanno iniziato ad intonare l’ormai solito “Noi non siamo Napoletani”, abbiamo provveduto ad inviare al capitano del Napoli Paolo Cannavaro una richiesta relativa allo svolgimento delle prossime partite di campionato.

Invitiamo il capitano azzurro a segnalare al direttore di gara gli eventuali cori o striscioni anti-napoletani o anti-meridionali nelle prossime partite e di richiedere  l’altrettanto legittima sospensione della gara.

Il regolamento prevede la sospensione parziale o definitiva della gara in caso di episodi di razzismo e da decenni, ormai, i calciatori del Napoli sono al centro di un razzismo inaccettabile da parte delle tifoserie soprattutto del Nord-Italia ma non solo.

Se è giusto denunciare le offese ai calciatori di colore, è altrettanto giusto denunciare quelle rivolte, con lo stessa forma di razzismo (sistematicamente ignorato, però, sia dai media che dagli organi competenti), ai calciatori che rappresentano l’antica capitale delle Due Sicilie e, spesso, l’intero Sud.

Vale la pena ricordare le parole del Ministro leghista degli Interni Maroni sull’argomento “sospensione delle partite”:
“E’ difficile distinguere un coro razzista da uno sfottò contro un’altra squadra. Ma io credo che non si debbano sottovalutare questi gesti. Io sono, anche qui, per la tolleranza zero. Anche al minimo dubbio che ci sia un coro razzista, credo che l’arbitro debba sospendere la partita e prendere provvedimenti conseguenti“.

Angelo Forgione
Rappresentante per la città di Napoli del Parlamento delle Due Sicilie

Razzismo negli stadi

Situazioni da capovolgere

Segnali di diffusione dell’orgoglio

Segnali di diffusione dell’orgoglio

L’OPERA DI DIFFUSIONE DEL SIMBOLO DEL GRANDE SUD E DELL’AUTOCONSAPEVOLEZZA SI DIFFONDE.
Durante l’allenamento del Napoli a Castelvolturno del 9 Settembre, 30 tifosi hanno indossato una maglia in favore di Paolo Cannavaro. Sulla maglia la scritta “CANNAVARO CAPITANO A VITA” con tanto di stemma del REGNO DELLE DUE SICILIE.
È il segno di un orgoglio sempre più ampio tra i giovani.
Ora striscioni e bandiere al San Paolo!