––– scrittore e giornalista, opinionista, storicista, meridionalista, culturalmente unitarista ––– "Baciata da Dio, stuprata dall'uomo. È Napoli, sulla cui vita indago per parlare del mondo."
Comitato Civico “Salviamo i Campi Flegrei – Terra Nostra”
Comunicato Stampa del 07/09/12
Lo sciame sismico di più di cento scosse registrate nella zona di Pozzuoli, il più grande degli ultimi anni, riaccende i riflettori sulla zona della complessa caldera vulcanica dei Campi Flegrei. L’evento rafforza ancora di più i presupposti che hanno portato alla costituzione del nostro comitato per il “no alle trivellazioni” e cioè la necessita di un “Piano di Emergenza Nazionale di Protezione Civile” per l’area. È giusto sottolineare che in questa occasione non è in discussione la relazione tra il fenomeno e le trivellazioni che non hanno ancora raggiunto profondità allarmanti ma il panico della popolazione dimostra che siamo di fronte ad una condizione di mancanza di sicurezza assoluta per un’area di densità popolativa altissima che comprende diversi comuni dell’area flegrea che in casi di terremoti importanti o addirittura eruzioni non saprebbero ovviamente come comportarsi. Pertanto ribadiamo con forza la nostra richiesta di un piano nazionale che coinvolga tutti i sindaci della zona e la protezione civile e senza del quale è da cancellare ogni proposito di future trivellazioni a profondità maggiori che si inserirebbero nello scenario di un rischio sottovalutato.
Non tutti lo sanno ma dal 3 Maggio 1960 Napoli e Kagoshima sono città gemellate. E non è un gemellaggio pro forma ma una sorta di somiglianza vera e propria tra la città partenopea e quella nipponica situata nell’isola di Kyushu, anch’essa collinare e adagiata su un golfo dal clima mite che accoglie un vulcano, il Sakurajima, che è simbolo del luogo. Entrambe poi danneggiate fortemente dai bombardamenti della guerra.
Chiaramente è Napoli la città più bella ed originale tra le due, quella che gode di fama internazionale, ed è quindi Kagoshima ad essere soprannominata la “Napoli del Giappone”. Città che tiene molto a questa relazione, tanto che la sua amministrazione la rinverdisce donando ai propri cittadini dei viaggi a Napoli. A Kagoshima c’è un “tram Napoli” e una strada dedicata, la “Napori douri”, ricambiata all’ombra del Vesuvio con una ripida “via Kagoshima” sulla collina del Vomero, intitolata nel 1960, e il “largo Kagoshima” al Centro Direzionale, intitolato in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del Patto di Gemellaggio, il 9 Luglio del 2010. Chisto è ‘o paese d’ ‘o sole… levante.
Trivellazioni Campi Flegrei, parla il Prof. Mastrolorenzo
rischi e omissioni di un progetto senza sicurezza e informazione
L’omissione di informazione sul “Deep Drillng Project” ai Campi Flegrei necessita di chiarezza e l’abbiamo cercata ascoltando un luminare della materia, il Professor Giuseppe Mastolorenzo dell’Osservatorio Vesuviano – INGV, vulcanologo di fama mondiale, al quale abbiamo chiesto se il progetto serve, se è pericoloso e se è corretto. Assenza di un piano di emergenza nazionale e locale; assenza della comunicazione alla cittadinanza delle finalità del progetto e dei suoi eventuali rischi; assenza di condivisione della scelta di autorizzare le perforazioni. Tutto ciò rende l’operazione un forte azzardo. C’è da chiedersi che fine abbia fatto la democrazia partecipativa annunciata in campagna elettorale dal Sindaco De Magistris.
Comunicato Stampa Trivellazione Campi Flegrei senza piano di emergenza
Si informa che in data odierna, 5 Luglio alle ore 19:00, presso il Bar “San Domingo” in Viale Campi Flergrei, 1 – Bagnoli, si terrà un incontro per l’analisi delle problematiche connesse alle imminenti trivellazioni nei Campi Flegrei nell’ambito del “Deep Drilling Project” e nella fattispecie all’interno degli ex cantieri Italsider Bagnoli.
Parteciperanno: – l’artista Eddy Napoli – il Prof. Giuseppe Mastolorenzo dell’Osservatorio Vesuviano – INGV – Angelo Forgione e Vincenzo Ferrara del Movimento “V.A.N.T.O.” – Antonio Di Dio e i rappresentanti del comitato “Bagnoli punto e a capo” – Umberto Frenna (Arenile di Bagnoli) – Massimo Solimente (Editore – Spazio Creativo) – vari giornalisti e altre personalità (in divenire)
Si fa presente che l’azione si rende necessaria per i seguenti motivi fondamentali: – assenza totale di un piano di emergenza nazionale e locale della Protezione Civile relativo all’area della caldera dei Campi Flegrei – assenza di assunzione di responsabilità penali e civili in caso di eventuali danni a cose e persone derivanti dalle trivellazioni – sostanziale assenza di coinvolgimento e informazione da parte del Sindaco di Napoli che, avendo concesso l’area di “Bagnoli Futura” di proprietà del Comune di Napoli al 90%, diventa automaticamente il soggetto giuridico responsabile in quanto autorità locale di protezione civile (Legge 225/1992) il quale, in casi del genere, è tenuto a informare la cittadinanza delle finalità effettive del progetto e dei rischi in un’area sismico-vulcanica ritenuta la più pericolosa al mondo, ma comunque prendendo con essa una decisione e non per essa, ossia esprimendo il parere della collettività e non quello personale.
Si invita vivamente la stampa interessata e la cittadinanza a presenziare.
alla conquista delle viscere… incidente di percorso permettendo
Angelo Forgione per napoli.com – Era il 28 Maggio del 2006 quando iniziò l’eruzione delvulcano di fango “Lusi” di Sidoarjo in Indonesia. Un’eruzione ancora in corso e che non si sa quando e se avrà fine. Dighe e barriere erette per contenere l’enorme massa di fango che ha superato già abbondantemente il miliardo di metri cubici coprendo circa 6.5 km² mietendo 13 vittime, sfollando 30mila persone e seppellendo 11 villaggi e una trentina di fabbriche. La singolarità dell’evento non sta nella sua eccezionalità ma nel fatto che non è naturale ma è stato causato dall’uomo con un imprevisto durante l’attività di trivellazione per l’estrazione del gas che ha provocato un’esplosione sotterranea. Incindenti simili, seppur meno catastrofici, si sono verificati anche in Islanda, Nuova Zelanda, Svizzera e anche in Italia, a Fiumicino, in occasione di un sondaggio superficiale del terreno durante il quale è stata trovata un’inattesa sacca di anidride carbonica nel sottosuolo che ha provocato un’esplosione, causando sette feriti e l’evacuazione di tutta la zona circostante.
Da qualche settimana è giunto il via libera del sindaco De Magistris per il “Campi Flegrei Deep Drilling Project”, un progetto di perforazione dell’area di “Bagnoli Futura”, di proprietà al 90% del Comune di Napoli, affinchè si realizzi un pozzo pilota a 500 metri di profondità cui dovrebbe seguirne uno a 4 chilometri se gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia otterranno indicazioni circa la possibilità di raggiungere liquidi geotermici ad alta temperatura utilizzabili per studiare il sottosuolo. Il problema è che quella dei Campi Flegrei è una caldera attiva dove dorme un supervulcano potenzialmente molto più pericoloso del Vesuvio e non si conoscono le reazioni vulcaniche che tali operazioni potrebbero causare.
Non è il caso di creare allarmismi superflui ma non si può neanche ignorare il rischio, che gli esperti non escludono, di micro-terremoti, fughe di gas tossici, se non addirittura di incontrollate esplosioni. Il centro di ricerca tedesco per le geoscienze che collabora al progetto ha dichiarato che al momento non vi è alcun rischio se la perforazione avviene in maniera controllata, anche se non ha escluso il rischio vulcanico. Cosa succederebbe se le perforazioni incontrassero la camera magmatica? Il vero problema è che se per un’eventuale eruzione naturale del Vesuvio esiste un piano di evacuazione, per una non prevista eruzione artificiale del supervulcano dei Campi Flegrei, attorno al quale la densità di popolazione esposta è altissima,non c’è nessun piano di emergenza della Protezione Civile. Questo fa dell’area flegrea la più rischiosa al mondo.
Il Prof. Giuseppe Mastrolorenzo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Napoli (Osservatorio Vesuviano) ha spiegato nel corso di un evento pubblico di sensibilizzazione che le attività di perforazioni nascondono rischi. «Trivellare vicino a un centro densamente abitato è una scelta azzardata. Prima di andare a perforare un supervulcano sarebbe opportuno spiegare ai cittadini cosa sta per succedere, e magari spiegare alla gente cosa fare in caso di allarme improvviso», ha detto Mastrolorenzo. Benedetto De Vivo, docente di Geochimica ambientale all’Università di Napoli Federico II, ritiene il placet del Comune di Napoli una vera follia e indica un sito alternativo in corrispondenza del centro della caldera, tra Pozzuoli e Quarto, sulla Via Campana, dove c’è un’area demaniale libera.
Il sindaco De Magistris ha più volte chiesto accertamenti sui rischi concreti prima di rilasciare l’autorizzazione e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha garantito che questa operazione non vuole svegliare il supervulcano ma semmai ridurre il rischio vulcanico aumentando la capacità scientifica di previsione di possibili eruzioni coi dati che se ne ricaveranno. Il progetto, che dovrebbe partire entro la fine dell’anno, si avvale dei massimi esperti di vulcanologia del mondo e i rischi derivanti da questa operazione si riducono ad eventuali incidenti di percorso. È proprio questo il problema, un incidente di percorso in un’area massicciamente popolata senza un piano di emergenza. Come se non bastasse il Vesuvio.
Rischio trivellazioni ai Campi Flegrei(minuto 28:58)
perchè il vulcano è stato escluso dalle 7 meraviglie della natura
Angelo Forgione – Non è la lagna del giorno dopo, ma di ciò che stava accadendo avevo scritto manifestando un “fastidioso sospetto” a qualche ora dalla chiusura del concorso internazionale per la designazione delle nuove sette meraviglie della natura. A soli cinque giorni dal termine, il Comitato organizzatore aveva dato il Vesuvio nella rosa delle prime dieci meraviglie in classifica ma nessuno da quel momento in poi aveva accelerato per spingere il vulcano negli ultimi giorni. Non i media da cui non si irradiava alcun servizio televisivo o videogiornalistico, e tantomeno la Provincia di Napoli che aveva fatto da madrina alla candidatura per poi sparire nel nulla. Solo i cittadini si davano da fare attraverso il passaparola sui social network che investiva anche chi cadeva dalle nuvole, non sapendo neanche dell’esistenza del concorso partito nel 2007.
V.A.N.T.O. da allora si era attivato, e negli ultimi giorni coinvolgeva la trasmissione “La Radiazza” di Gianni Simioli su Radio Marte e la Rete di informazione della Due Sicilie di Alessandro Romano. Questo piccolo-grande sforzo avveniva mentre in altre nazioni si muovevano calciatori, capi di stato e ministeri locali. In Italia, il silenzio. Eppure si trattava di un simbolo turistico italiano, del vulcano più famoso del mondo, per giunta anche parco nazionale. Esclusione inevitabile, perchè la lotta era impari già in partenza considerando le densità di popolazione degli altri continenti. Ma la dinamica di come è arrivata lascia forti sospetti. Un governo che non spinge, i media che snobbano, la Provincia di Napoli che, dopo aver consentito la realizzazione di una mega-discarica sul Vesuvio (Parco Nazionale), realizza uno spot ingabbiato nel solo sito dell’ente locale. E nonostante questo, il Vesuvio, coi soli voti dei napoletani e dei suoi estimatori nel mondo, c’era. Poi è sparito. Dunque il vulcano più famoso e più ritratto del mondo, ricco di una storia millenaria, resta una meraviglia di fatto, l’unica italiana, senza certificazione, e ce lo godiamo noi campani. E adesso, sotto con le preselezioni delle prossime 7 Meraviglie: le città. Noi, per la nostra amata Napoli, ci risiamo!
Oscar Giannino propone l’eruzione del Vesuvio i problemi di Napoli non vanno risolti, va risolta Napoli
Continuano gli attacchi alla comunità Napoletana e in questi giorni si moltiplicano da più fronti. Ora è la volta di Oscar Giannino, giornalista economista che ha saputo lanciare all’utenza della solita Radio 24 un messaggio deplorevole, seppur smentendosi immediatamente dopo averlo pronunciato.Come ai tempi di Bertolaso, si torna a invocare il Vesuvio. Mentre i rifiuti tossici illegali continuano ad essere sversati in Campania, la solidarietà verso i Napoletani è negata ad ogni livello. E nel frattempo politici e giornalisti si comportano all’italiana, non proponendo soluzioni serie ma puntando il dito e colpevolizzando Napoli, offendono un’intera comunità che soffre e subisce da 150 anni. Se l’illegalità è diffusa nel sud, come lo è, è perchè lo Stato lascia campo libero alla malavita. Dobbiamo per forza tornare a raccontare quando e perchè le mafie hanno preso il sopravvento al sud? Risparmiamocelo, almeno stavolta.
Dopo Chiaiano, il Vesuvio diventa vittima sacrificale della crisi dei rifiuti in Campania. Un territorio devastato dalla politica e dall’incontrastato controllo delle mafie a cui il Sud è consegnato, quello stesso territorio che prima dell’unità d’Italia era protetto da leggi speciali e che in 150 anni di unità d’Italia è diventato il più “sfregiato” d’Europa.
si ringraziano per le immagini l’Associazione Cittadini Giornalisti, Valigia Blu (Nell’inferno di Terzigno), Ricky Farina, Pietro Menditto e Diego Fabricio (Vietato respirare) e Mauro Caiano (Napoli Capitale)