––– scrittore e giornalista, opinionista, storicista, meridionalista, culturalmente unitarista ––– "Baciata da Dio, stuprata dall'uomo. È Napoli, sulla cui vita indago per parlare del mondo."
Le World Series dell’America’s Cup di vela hanno portato, si fa per dire, il restauro dei bastioncini del ponte di accesso al Castel dell’Ovo. Un intervento in superficie, nel senso che ha riguardato le sole merlature lasciando tutto il resto come prima, cioè degradato. Restano visibilmente in pessime condizioni le pareti di tufo erose dagli agenti atmosferici e marini, sgretolate dal tempo (ultimo crollo di calcinacci l’Autunno scorso), ora ancor più evidenti nel contrasto con le sommità interessate da un intervento di intonacatura e pittura fin troppo gialla. Il collega di napoli.com Antonio Cangiano ha fornito il dato relativo al costo dell’operazione: 39.103,78 euro. Così come per la Cassa Armonica, sfigurata dalla sera alla mattina e non ancora riportata al suo aspetto originale (scaduti i tre mesi annunciati dallo staff del Sindaco torneremo sull’argomento), anche questo appalto è cervelloticamente intervenuto su un manufatto monumentale senza dargli nuova luce. E la Soprintendenza, come al solito, lascia fare.
La proposta/richiesta di restauro e rivalutazione dei monumenti equestri del Canova in Piazza del Plebiscito inoltrata al Comune di Napoli e alla I Municipalità descritta ai microfoni di TeleCapriNews con sintetica spiegazione delle vicende storiche che hanno interessato le sculture e documentazione fotografica del periodo bellico. (nelle informazioni del video della relativa pagina youtube sono allegati i link alle diverse denunce su tutto il degrado circostante che interessa purtroppo l’intera piazza)
Regione Campania, ok del Consiglio al Registro Tumori
istituito lo strumento legale per la prevenzione e la rilevazione
Sì unanime del Consiglio regionale alla proposta di legge che istituisce finalmente il Registro dei Tumori in Campania, unica regione che ne era priva. Applicazione permettendo, con il Registro sarà possibile rilevare i dati riguardo all’incidenza delle patologie tumorali sull’intero territorio campano la cui mortalità, in alcuni comuni del napoletano e del casertano, è di dieci volte superiore alla media nazionale, colpendo soprattutto le donne. Senza il Registro era impossibile stabilire in tribunale il nesso di causalità tra l’incremento di casi tumorali in un determinato territorio e la presenza in zona di una discarica o, peggio ancora, di un sito di smaltimento di rifiuti tossici. Si tratta di un passo fondamentale per spezzare il silenzio sul legame rifiuti-tumori in una terra devastata dalla più grave emergenza ambientale della storia d’Italia, esposta per decenni ai rifiuti tossici delle aziende del Nord sotterrati quando non dati alle fiamme; una terra in cui le falde acquifere inquinate sono più di quelle sane.
Dalla dotazione degli strumenti all’applicazione il passo è sempre lungo ed è auspicabile che non si verifichino nuove beffe in sede di approvazione a danno delle popolazioni della Campania, come avvenuto nel caso della prescrizione di tutti gli imputati dell’Operazione Cassiopea che riempirono di veleni il Sud senza alcuna punizione a causa di lungaggini e errori della magistratura.
in arrivo altri 15 milioni oltre i 20 già pronti, via le auto dai cortili
Angelo Forgione – Le immagini di SkyTg24 girate da Paolo Chiariello all’interno di Palazzo Reale hanno fatto esplodere finalmente un caso che è noto da anni a chi ama i monumenti e la storia di Napoli. La Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici è finita sul banco degli imputati, giustamente, perchè ha sede proprio nel palazzo e ha sotto gli occhi ogni giorno, da sempre, le condizioni della struttura. Una Soprintendenza che lamenta (giustamente) la mancanza di soldi per la manutenzione ordinaria salvo però veder sprecare quei pochi resi disponibili della Regione con mostre che offendono l’identità storica di Napoli e dello stesso Palazzo come quella sulla regina Margherita dello scorso anno, con allestimenti invadenti, grandi schermi e oggetti piemontesi che impedivano la visione dei capolavori pittorici e degli stessi appartamenti reali.
Una Soprintendenza che ha consentito che si pregiudicasse la vista prospettica del palazzo dall’interno dei giardini con un’opera moderna per nulla attinente al luogo; Una Soprintendenza che non da alcuna spiegazione sullo scempio metallico montato sul solaio della Galleria Umberto. Una Soprintendenza che non si preoccupa di far installare una spiegazione scritta che illustri ai curiosi chi raffigurino i monumenti equestri (imbrattati) del Canova al Plebiscito. Una Soprintendenza che da anni, se fornisce risposte, lo fa dimostrando di essere fuori dalla realtà.
Consoliamoci tutti perchè ai 18 milioni stanziati dal Cipe lo scorso 23 Marzo per il Palazzo Reale e ai 2,5 dal Ministero della scorsa estate se ne dovrebbero aggiungere altri 15 per la facciata e i tetti che la Direzione Regionale dei Beni Culturali e la Regione stanno discutendo proprio oggi a Roma. Più di 35 milioni in tutto disponibili praticamente subito, per un intervento massiccio e epocale visto che è dal G7 del 1994 che il Palazzo non gode di interventi significativi di restauro. Dopo bisognerà pensare alla manutenzione ordinaria che da 18 anni è assente.
Con tanti voti possiamo sollecitare le istituzioni a occuparsi della nostra storia
Il FAI, Fondo Ambiente Italiano, sta raccogliendo le segnalazioni online nell’ambito della 6ª edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”, quei siti artistici e monumentali che si vuole proteggere e tutelare per sempre. Un’occasione per portare sotto la luce dei riflettori la splendida Real tenuta di Carditello, abbandonata al degrado e oggetto di una ignobile asta pubblica al ribasso e bisognosa più di ogni altro monumento campano e nazionale di attenzione e interesse delle istituzioni nazionali competenti. “Quante più persone si mobilitano spontaneamente per un luogo, infatti, tanto più il FAI può agire nel concreto per dare seguito alla segnalazione, sollecitando le Istituzioni locali e nazionali competenti affinché mettano a disposizione le forze necessarie per salvaguardarlo, o intervenendo direttamente, quando possibile, nel suo recupero”. Così recita il FAI per invogliare a votare. Quale migliore occasione per Carditello?
Per segnalare basta andare sul sito www.iluoghidelcuore.it o cliccare qui e votare ilReal Sito di Carditello cliccando su “Segnala questo Luogo del Cuore”; ma non solo Carditello dal momento che si può ripetere l’operazione per tutti i luoghi desiderati. E allora sollecitiamo un voto anche per il Centro Storico UNESCO di Napoli, gli affannati Scavi di Pompei, la trascurata Reggia di Caserta, la degradata reggia di Portici, il Museo di Totò e il sepolcro dei Borbone in Santa Chiara in quanto luogo sconosciuto a gran parte dei napoletani. Sarebbero davvero segnali importanti.
Le votazioni si chiuderanno il 31 ottobre 2012.
Votiamo in massa… e diffondiamo!
Finalmente un TG nazionale ficca il naso all’interno della reggia
Diverse email riceviamo oggi dopo la pubblicazione del reportage di Paolo Chiariello per SkyTg24 che mostra le condizioni indecenti di Palazzo Reale. Mura scrostate, finestre rotte, infiltrazioni d’acqua, intonaci cadenti, lampioni fatiscenti, rifiuti sparsi, cani randagi, rifugi di clochard e persino carcasse di moto abbandonate. Il problema è a noi noto da anni ed è nascosto dietro la facciata del palazzo che pure non se la passa benissimo. Basta entrare nel cortile e dirigersi verso il corpo di fabbrica affacciato sul mare, oppure nei giardini reali per vedere di tutto e di più. Ma non è necessario addentrasi perchè i segni del degrado sono visibili anche su Piazza Trieste e Trento. V.A.N.T.O. ha segnalato più volte la cosa negli anni scorsi ma mai nulla è cambiato. E sapete il paradosso qual è? Che nel Real Palazzo ha sede la Sovrintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Napoli e Provincia. La risposta che arriverà dalle istituzioni sarà sicuramente la seguente: sono già stati stanziati dal Ministero 18 milioni di euro per il restauro dell’intera struttura, il recupero funzionale e l’adeguamento degli impianti del complesso, oltre che per migliorare sicurezza, fruizione e accoglienza. Stanziamento che segue quello di 2,5 milioni della scorsa estate per la sola facciata. Certo, ma la vergogna non è cancellata perchè da anni manca la manutenzione ordinaria e il rispetto dei luoghi.
A margine, e per amore e rispetto che dobbiamo alla grande Storia di Napoli, segnaliamo che l’ottimo Paolo Chiariello dice nel servizio che il Palazzo nacque nel Seicento come residenza dai Borbone. In realtà fu edificato dal Vicerè Fernando Ruiz de Casto Conte di Lemos per ospitare Filippo III di Spagna, come testimonia lalapide all’ingresso. I Borbone di Napoli regnarono a partire dal 1734 e a loro si deve semmai la ristrutturazione e l’ampliamento fino all’attuale configurazione e aspetto, degrado escluso.
Piazza VII Settembre, un mistero napoletano continua
La vicenda dell’orologio storico dell’Ente Autonomo Volturno rimosso da Piazza VII Settembre per far posto al cantiere della Metropolitana e mai più rinvenuto alla chiusura dello stesso continua ad essere rivestita di mistero. Lo staff del sindaco De Magistris ci informa che “nessuno ne sa nulla”, mentre Metropolitana di Napoli e Sovrintendenza non rispondono sull’argomento. Intanto, da una pubblicazione editoriale sui palazzi nobili di Napoli, recuperiamo una foto del “Doria D’Angri” che testimonia sulla presenza e sull’esistenza di un oggetto in piazza di cui forse qualcuno sperava ci si dimenticasse.
intervista del Dicembre 2011
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intervista del Dicembre 2008, prima che orologio e lampioni tornassero a mostrarsi…
Plebiscito: statue equestri e spazio da valorizzare
Dibattito col Comune su ZTL e lungomare: attenzione al precedente!
Angelo Forgione – Si è svolto alla storica libreria “Treves” di Piazza del Plebiscito l’incontro-dibattito “Un anno di De Magistris” promosso dagli amici di “Insieme per la rinascita” e moderato da Flavia Sorrentino. Presente tra gli altri l’assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli Marco Esposito che, vista l’assenza del previsto ospite De Magistris e dei suoi “avversari” Lettieri e Demarco, si è prestato al fuoco di fila delle tante domande sui temi più caldi del momento, dalle discusse ZTL e lungomare pedonalizzato all’assicurazione “RCA Napoli Virtuosa” per gli automobilisti napoletani le cui modalità sono state descritte dallo stesso Esposito (nel video di Tony Quattrone) che, oltre a fornire indicazioni sulle strategie di attrazione degli investimenti internazionali su Napoli, ha anche ribadito con forza il concetto già espresso recentemente a Mantova e a Portici secondo cui, se le politiche marcatamente anti-meridionali proseguiranno, sarà meglio fare da soli. In merito a ZTL e lungomare liberato dalle auto, sul quale l’amministrazione comunale andrà avanti senza ripensamenti, sono intervenuto ricordando all’assessore che la città ha già un esempio del genere da non ripetere che è la piazza in cui ci trovavamo a discutere. Liberata giustamente dalle auto nel 1993 ma da circa 20 anni senza alcun intervento di sviluppo che ne abbia valorizzato lo spazio e la relativa fruizione. Una piazza vetrina in cui turisti e cittadini sono di transito, consegnata al degrado assoluto soprattutto nelle ore serali. Ho suggerito all’assessore di non ripetere lo stesso errore a Via Caracciolo e di riparare anche a quello del Plebiscito ormai cristallizzato e dimenticato. La distrazione del lungomare, che certamente ha più criticità dovute alla presenza di numerose attività commerciali che invece al Plebiscito non ci sono, non deve far dimenticare alla cittadinanza le altre problematiche che rivestono anche altri aspetti. Se Via Caracciolo è il lungomare più bello del mondo e va sfruttato, il Plebiscito è il luogo simbolo della cultura Sette-Ottocentesca, del neoclassicismo europeo (e non solo) fiorito a Napoli dopo gli scavi borbonici di Pompei ed Ercolano. La richiesta all’assessore Esposito è stata, ed è pertanto, di lavorare per attrarre investimenti che rivitalizzino anche la piazza di Napoli Capitale passando per un restauro e recupero del colonnato a medio-lungo termine, intervento che potrebbe essere preceduto da interventi simbolici più facili da realizzare ma altrettanto doverosi come per esempio il restauro e la pulizia dei monumenti equestri dedicati a Carlo e Ferdinando di Borbone. A tal proposito ho ricordato a Marco Esposito che la città ha beneficiato “passivamente” dei soldi che Roma ha stanziato per il recupero di statue risorgimentali in occasione di “Italia 150”, da Vittorio Emanuele II a Garibaldi, da Pisacane e Nicola Amore, e che quelle veramente preziose, scolpite da Antonio Canova (con l’aiuto del suo allievo Antonio Calì), massimo scultore neoclassico, sono in condizioni indecenti e offendono la nostra Storia. Turisti e cittadini ne osservano il degrado tra scritte sui basamenti e guano di uccelli, chiedendosi chi siano quei “cavalieri romani” (non per caso) perchè non c’è una targa che ne descriva identità e fattura. Pertanto, ho chiesto espressamente di recuperare fondi non spesi o ripetere l’operazione già compiuta aPiazza Dante e Piazza Mazzinidove i rispettivi monumenti sono stati restaurati dalla II Municipalità coinvolgendo uno sponsor (A&C Network srl) cui è stata consegnata la fruizione degli spazi pubblicitari esterni ai cantieri, col risultato di un restauro in pochi mesi e la provvidenziale installazione di una recinzione non invasiva che sta evitando il ripresentarsi delle problematiche dovute all’inciviltà e all’incultura di alcuni (giovani?) napoletani. Per le statue borboniche urge almeno una pulizia dei basamenti, un restauro della recinzione originale, l’installazione di un’ulteriore recinzione esterna non invasiva e una descrizione delle opere.
Un’operazione che potrebbe essere adottata anche dalla I Municipalità Chiaia-San Ferdinando-Posillipo, perciò proposta nei giorni scorsi anche al suo presidente Fabio Chiosi. Non è importante chi lo faccia, ma che lo si faccia. La storia di Napoli e il suo decoro monumentale non hanno colore politico.
Giorni di colloqui telefonici e scambi serrati con lo staff del Sindaco sulla preoccupante vicenda della Cassa Armonica la cui pensilina perimetrale è stata smontata e riposta all’aperto adagiata in un cantiere della metropolitana. Alessio Postiglione e Felice Balsamo hanno riferito che la comunicazione fuorviante del trasferimento della struttura in laboratorio era stata fornita dalla ditta che ha in appalto il lavoro e che il Comune era all’oscuro del reale posizionamento dei portanti di ghisa per i quali si sarebbe comunque accertato che vi sia sorveglianza. I tempi comunicati per il restauro effettivo dell’intero monumento sono stretti: tra tre mesi, quindi entro Agosto, la promessa del lieto fine della vicenda su cui continueremo a vegliare senza abbassare la guardia.
Ringraziando Postiglione e Balsamo, resta comunque aperto un problema di comunicazione: il rapporto con lo staff del Sindaco è utilissimo ma il Comune e gli assessorati competenti dovrebbero rispondere e dialogare in prima persona, nonostante i mille impegni, a questioni importanti come questa. È possibile che sulla vicenda della scomparsa dell’orologio storico EAV di Piazza VII Settembre nessuno sappia?
I controlli del Comune in merito alla cassa armonica sono stati effettuati. Le pensiline sono state lasciate nel cantiere a cielo aperto dalla ditta che ha effettuato i lavori seguendo tutte le procedure; vederle nel fango non è piacevole ma controlli tecnici escludono pericoli e il cantiere è anche vigilato per evitare ruberie. Le strutture saranno restaurate in loco e rimontate a stretto giro. L’appalto per il restauro dell’intero monumento è a giorni. I tecnici del Comune hanno riferito che è lecito ritenere che la Cassa ritornerà allo splendore di un tempo entro i prossimi 3 mesi. L’America’s cup è stata realizzata anche per innescare un rapido processo di recupero e restauro del lungomare e della Villa comunale, in particolare. La giunta ha appena stanziato altri fondi per la ripavimentazione della Villa e i lavori di ripristino e rigenerazione della Villa sono già in cronoprogramma. La vs pazienza sarà premiata.
rettifica sulla dichiarazione al Corriere del Mezzogiorno
Angelo Forgione – La vicenda dalla pensilina smontata della Cassa Armonica i cui pezzi sono finiti in un cantiere della Linea 6, denunciata da V.A.N.T.O. e raccolta ormai da tutte le associazioni e i movimenti cittadini, porterà probabilmente a qualche azione di protesta. Continuo a seguire la vicenda dialogando con lo staff del Sindaco. Intanto è di oggi un articolo del Corriere del Mezzogiorno (notoriamente poco morbido nei confronti di De Magistris) in cui sono raccolte le dichiarazioni di tutti i rappresentanti di associazione. Va però precisato che la mia dichiarazione orginale è modificata e mi vengono attribuite espressioni mai usate. La frase “vengono raccontate solo baggianate” è inventata, non mi appartiene e non fa parte del mio stile, così come non ho mai coinvolto la ditta che ha fatto i lavori (non conoscendo i fatti) ma esclusivamente il fatto in se stesso.
Porta da anni avanti un’azione costruttiva e collaborativa nell’esclusivo interesse della città, dei suoi monumenti, storia e decoro. E, in quanto giornalista, è per me fondamentale non modellare mai le dichiarazioni che raccolgo. Ecco perchè ritengo doveroso precisare, nonostante l’effettiva rabbia che è fortissima per la violenza sul monumento.
Di seguito la mia dichiarazione originale:
Ho piena fiducia in De Magistris ma da qualche mese la democrazia partecipativa che era stata il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale è già evaporata. Dal 19 Dicembre, data della mia prima richiesta, sono intercorsi quattro mesi senza ricevere alcuna risposta sul “mistero” dell’orologio storico scomparso a Piazza VII Settembre in occasione dei lavori per la realizzazione della Linea 1 Metropolitana.
Anche sulla vicenda della Cassa Armonica, da me denunciata appena verificatasi, non ho ricevuto alcuna risposta ufficiale ma solo qualche delucidazione ufficiosa e poco precisa da fonti attendibili da me sollecitate che mi riferivano di un trasferimento dei pezzi in laboratorio. Ma per laboratorio si intende un luogo chiuso dove si hanno a disposizione i mezzi e le strutture adatte agli interventi del caso, non un cantiere all’aperto senza misure di sicurezza. La vicenda è allarmante.