fondi insufficienti dal Ministero che spreme il monumento… che infatti crolla!
Angelo Forgione – Ancora crolli alla Reggia di Caserta. Ieri pomeriggio, intorno alle 17:30, un capitello si è staccato dalla facciata alta ed è precipitato sulla Piazza Carlo III, a poca distanza da alcune persone presenti. Strada transennata dai vigili del fuoco e sindaco Pio del Gaudio che nella mattinata di oggi dovrebbe essere a Roma per discutere col ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi delle condizioni di abbandono della monumento patrimonio dell’umanità documentate anche dalla RAI.
La realtà è che il Ministero tratta la reggia vanvitelliana come un limone da spremere e destina fondi a ritrovate regge del Nord mentre quelle al Sud crollano a pezzi. A volte, dopo le stagioni dei favolosi percorsi di luce, non si riescono a pagare neanche le bollette della luce col rischio di lasciare gli appartamenti al buio. Eppure la reggia è tra i monumenti italiani che incassano di più e tra biglietti di ingresso, royalties e diritti vari, si arriva a circa 2 milioni di euro all’anno. I soldi però finiscono a Roma nelle casse del Ministero del Tesoro che tramite il Ministero dei Beni Culturali rigira a Caserta appena 400mila euro per la manutenzione. Come dire che Caserta produce una torta di cinque fette e ne mangia una sola. Il saldo è sempre passivo ed è facile dedurre che le risorse sottratte a Caserta finiscano altrove.
La conseguenza è che gli appartamenti non possono essere aperti completamente, che la reggia resta chiusa nei giorni festivi per mancanza di fondi da destinare agli straordinari dei dipendenti e che il parco e la facciata versano in condizioni gravissime. Caserta resta in piedi ma la gravità non è dissimile da quella di Pompei e di tutti i siti monumentali del Sud mentre a Venaria Reale è boom di visitatori.
La mancanza di manutenzione e le infiltrazioni d’acqua stanno mettendo a rischio l’integrità del prezioso edificio che solo sette giorni aveva perso un timpano della facciata venuto giù a causa della marcescenza del perno di fissaggio. Nel 2009 una grossa foglia di pietra si staccò dal capitello di una lesena della facciata interna, sfiorando cavalli e cocchieri parcheggiati al di sotto. Del resto basta osservare proprio il lato destro della facciata del parco per notare decine di foglie scolpite mancanti sui capitelli, pezzi d’intonaco staccati ed erbacce selvatiche che con le proprie radici pregiudicano l’integrità dei marmi.
La nostra grande, immensa Storia, continua ad essere cancellata lentamente. Ha ragione Daverio, lo Stato italiano ha fallito!
di Angelo Forgione – Per due anni la Galleria “Umberto I” ha goduto di una relativa tranquillità. Ora pare sia finita. Come mai? Semplice. In Galleria, per due anni è stato garantito un servizio di vigilanza h24 della Polizia Municipale. Recentemente è stato sospeso e la pace è finita! E sono già tornate le bande di ragazzini che si divertono a colpire i passanti con pistole a gommini ad aria compressa che non saranno di piombo ma fanno comunque male. Turisti, donne, anziani, coetanei impauriti dalle pistole che sembrano vere e colpiti con incosciente sadismo. Qualche giorno fa è scattata la reazione dei commercianti che hanno “sequestrato” con una colluttazione le armi-giocattolo.
Angelo Forgione – Parole dure quanto irrispettose quelle ai microfoni di Radio Città Futura pronunciate da Assunta Almirante che per “misurare” il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha preso il solito metro di paragone, che però è appunto sempre il solito. «Alemanno è proprio da azzerare. Ha ridotto Roma uno schifo. Sono andata al cimitero e non mi sono rotta le gambe per miracolo, era tutto rotto, sporco e fracassato: siamo arrivati al livello di Napoli».
Si è insediato il 20 Settembre il nuovo soprintendente ai beni architettonici e ambientali Giorgio Cozzolino, presentato a Palazzo Reale da Gregorio Angelini, direttore regionale per la Campania dei beni culturali. Cozzolino ha detto di essere diverso da Gizzi, quindi meno opinionista e più dedito a far rispettare le leggi. Tanti i temi toccati, dalle “Vele” di Scampia ai baffi della scogliera sul lungomare, dallo stadio San Paolo al palazzo dello sport Mario Argento. Noi vorremmo accoglierlo chiedendogli che posizioni intende avere rispetto a questioni come la
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di Angelo Forgione – Ci sono posti eccezionali a Napoli capaci di testimoniarne la sua grandezza che la gente si diverte a rovinare. Uno di questi è Piazza Bellini dove fanno “bella” mostra le Mura Greche dell’antica Neapolis risalenti al IV secolo a.C.. Ricchezza culturale a portata di mano, anche di chi si ostina a non voler dare una svolta alla propria grama esistenza. Perchè nessuno ha mi pensato a preservare lo scavo con una spessa vetrata-cristallo come accade altrove per reperti di rilevanza anche irrisoria. Quel sito di tale importanza e testimonianza storica è il teatro del lancio dei rifiuti di ogni tipo e dimensione. In esposizione permanente da mesi una sedia di legno; più defilato, nascosto in un interstizio sotto il livello stradale, un magnifico set scopa-paletta con altri generi di ramazze. È certo, i frequentatori della zona non possono mica capire che si tratti di fortificazioni difensive di una delle città più antiche d’Europa, che si tratti di un patrimonio invidiabile?! Incuria e degrado sconfortante, tra qualche blocco di tufo che cede e rifiuti vari. Per non parlare delle condizioni delle aiuole prospicienti. Se Comune e ASIA potenziassero la dotazione dei contenitori portarifiuti, pur presenti, farebbero cosa buona dal momento che nelle ore notturne i cestini installati sono traboccanti. Ma neanche è ammissibile che una sedia resti adagiata e abbandonata per tanto, troppo tempo come se fosse quello il vero tesoro da mostrare ai turisti.



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di Angelo Forgione – Era il Giugno del 2009 quando la piazza Carlo III di Caserta, l’immenso slargo ellittico ai piedi della reggia che si rifà a Piazza San Pietro a Roma, si avviava a compimento di un imponente e costosissimo restyling. Scattai delle fotografie ai nuovi lampioni d’illuminazione (clicca sulle immagini per ingrandire) perchè alla loro vista un senso di disgusto mi prese il ventre. Elementi di arredo urbano futuristici di forma essenziale e fin troppo moderna per essere contestualizzati nella piazza simbolo del neoclassicismo 

34.000 euro di spesa (e ferro venduto) per dire addio ad un lascito dei pessimi lavori di “Italia 90”, il sovrappasso di Viale Kennedy costruito, sulla carta, per consentire il transito pedonale dalla fermata della Cumana all’Edenlandia. Fatiscente e non agibile, costruito ostruendo il passaggio dei disabili sul marciapiedi, utile solo ad appagare l’interesse sovrano di quell’appalto che ha devastato il “San Paolo” e dintorni,