Campania seconda regione. +16% per la Reggia di Caserta, +12% per Pompei.
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Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini ha presentato al Comitato permanente del turismo, riunitosi al Collegio Romano, tutti i numeri dei musei italiani del 2015. 42.953.137 visitatori in totale, contro i 40.744.763 del 2014 e i 38.424.587 del 2013.
Il Lazio (19.750.157 ingressi e 62.838.837€ di introiti) è la regione leader, con Roma che continua a fare da polo attrattivo internazionale, ma subito dietro si piazza la Campania (7.052.624 visitatori e 35.415022 € di introiti) delle potenzialità solo parzialmente espresse. Sul terzo gradino del podio la Toscana (6.738.862 visitatori e 29.890.419 € di introiti). Poi il Piemonte (1.903.255 visitatori e 10.829.653 € di introiti), la Lombardia (1.552.121 visitatori e 5.656.677 € di introiti) e il Friuli Venezia Giulia (1.194.545 visitatori e 1.151.233 € di introiti).
I tassi di crescita più elevati, in termini di visitatori, si sono registrati, in Basilicata (+13%) in Piemonte (+10%), in Emilia Romagna (+9%), in Campania (+7%), in Puglia (+5%) e in Toscana (+3%). In termini di introiti, invece, l’incremento massimo è stato per il Piemonte (+61%), seguito da Basilicata (+37%), Puglia (+44%), Toscana (+19%), Campania (+13% gli introiti) ed Emilia Romagna (+11%).
I dieci luoghi della cultura più visitati nel 2015 sono stati: il Colosseo (6.551.046 visitatori); gli Scavi di Pompei (2.934.010); gli Uffizi (1.971.596); le Gallerie dell’Accademia di Firenze (1.415.397); Castel S.Angelo (1.047.326); il Circuito Museale Boboli e Argenti (863.535); il Museo Egizio di Torino (757.961); la Venaria Reale (555.307), la Galleria Borghese (506.442); la Reggia di Caserta (497.158). Tra i primi dieci siti, l’unico a far segnare un dato inferiore al 2014 è la Venaria Reale (-4%), nonostante il grande dato del Museo Egizio di Torino (+33%). Il sito reale dei Savoia è incalzato dal più importante vanvitelliano dei Borbone (+16%), che riduce lo scarto da 145.198 a 58.149 visitatori.
A seguire, Villa D’Este (439.468), la Galleria Palatina di Firenze (423.482), il Cenacolo Vinciano (420.333), il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (364.297), il Museo Nazionale Romano 356.345), gli Scavi di Ercolano (352.365), le Cappelle Medicee (321.043), gli Scavi di Ostia Antica (320.696), il Polo Reale di Torino (307.357), Paestum (300.347), il Museo Archeologico di Venezia (298.380) e le Gallerie dell’Accademia di Venezia (289.323).
Tra i luoghi della cultura gratuiti primeggia il Pantheon che è stato visitato da un milione di persone in più rispetto allo scorso anno; a seguire il Parco di Capodimonte e il Parco del Castello di Miramare di Trieste.
Nei dati non sono riportati il risultati di Sicilia, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, regioni a statuto speciale (ma lo sono anche la Sardegna e il Friuli V.G.) che gestiscono autonomamente i beni culturali.
“Quello che si è appena concluso – ha detto Franceschini – è stato l’anno d’oro dei musei italiani. Circa 43 milioni di persone hanno visitato i luoghi della cultura statali generando incassi per circa 155milioni€ che torneranno interamente ai musei attraverso un sistema premiale che favorisce le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà. Per la storia del nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record assoluto per i musei italiani, – ha aggiunto Franceschini – e anche rispetto al 2014, anno in cui si erano registrati numeri erano molto positivi, la crescita dei visitatori e degli incassi è significativa: +6% i visitatori (pari a circa +2,5milioni); +14% gli incassi (pari a circa +20milioni€); +4% gli ingressi gratuiti (pari a circa +900mila). E non siamo in presenza di una tendenza internazionale, anzi siamo in controtendenza se si guarda ai dati usciti sulla stampa estera oggi. In Italia, grazie anche alle nuove politiche di valorizzazione, prime fra tutte le domeniche gratuite, gli italiani sono tornati a vivere i propri musei. Un riavvicinamento al patrimonio culturale – conclude Franceschini – che educa, arricchisce e rende consapevoli i cittadini della magnifica storia dei propri territori”.